Volevo parlare di un concetto che secondo me è condiviso da molti di noi che scriviamo qui.
Alcuni luoghi non sono importanti di per sé (anche se possono esserlo per altri motivi), ma devono il loro fascino all'essere dei "luoghi dell'anima": posti sognati, visti al cinema o letti nelle descrizioni di un libro. A me capita (e credo proprio di non essere il solo), di andare a cercare i posti, gli indirizzi, le case che sono descritte nelle storie che mi hanno appassionato. Da questo punto di vista, per me appassionato di letteratura inglese in generale e di romanzi polizieschi in particolare, la Mecca è ovviamente Londra. Non solo quando si percorrono i sentieri più ovvi e battuti, come andare in pellegrinaggio a Baker Street (magari per scoprire, come hanno già fatto altri appassionati, che la vera casa di Sherlock Holmes non era affatto dove c'è oggi il 221b, ma quattro o cinque isolati più in giù) ma anche passeggiando per le strade più comuni.
L'effetto non è limitato ai soli personaggi di fantasia: una mattina, gironzolando a caso per vicoli, capitai nel Temple (una delle zone più belle di Londra, che consiglio caldamente di visitare anche a scapito di luoghi più famosi turisticamente) dopo aver visto una targa stradale che diceva "Mitre Court", pensando "Wow! questo è il posto di uno dei delitti di Jack lo Squartatore!" (in realtà mi sbagliavo di grosso, mi confondevo con Mitre Square, parecchio lontano da lì) e così mi imbattei anche nell'altro indirizzo, per me letterariamente importante, di King's Bench Walk 5, dove viveva il dottor Thorndyke. E a Vienna, nella casa di Sigmund Freud, non potei non provare un brivido di fronte alla porta dello studio del fondatore della psicanalisi. Perchè proprio quella porta e non il resto della casa, dove pure aveva vissuto Freud? Perchè di quella porta Freud parla in Introduzione alla psicanalisi, un libro che mi è piaciuto moltissimo, quando descrive un episodio capitato nel suo studio e che era collegato proprio alla porta.
Il grande scrittore Jorge Luis Borges, nella sua vecchiaia, ormai ricco e famoso, girava tutto il mondo per metà dell'anno, e anche se era completamente cieco godeva nel ritrovarsi in luoghi che per lui erano importanti, perché erano stati il teatro dei sogni che aveva vissuto sulle pagine degli autori che amava. Per lui non era importante la cecità, perché vedeva quei posti con gli occhi dell'anima. Mentre invece non lo interessavano affatto posti altrettanto belli e carichi di storia, ma che non facevano parte della sua storia.
Anche noi, nel nostro piccolo, vediamo alcuni luoghi con gli occhi dell'anima. E chi non ha nessun posto che gli ispiri queste sensazioni, forse non ha nemmeno l'anima.
E voi? Quali sono i vostri "luoghi dell'anima" per eccellenza?