Ho fatto un giro a Bassano, questa mattina. Era veramente tanto tempo che non ci andavo, c’era un sole magnifico, passare il ponte non mi era mai sembrato tanto bello, il panorama e le viuzze con cui ho camminato con tanti amici, amici che ho perso, quelli di cui non so più niente, quelli che so dove sono, o meglio dove non sono.
Non so se ha senso scrivere queste cose, senso per voi, intendo per me ne ha, eccome.
Mi voglio illudere che scrivendo, almeno per un attimo, i tanti fantasmi che in questo momento ho attorno mi lascino in pace.
No, non mio nonno da Nardini, col suo cane di allora, a bere la grappa, farmacia degli Alpini.
Ma tu Barbara, dicevi “andiamo a Bassano?” era quasi un rito, il nostro. Il carnevale ti piaceva tanto e io non ti capivo, ti piaceva così tanto che lo hai voluto infinito.
E Battista, quella notte di agosto sul ponte era freddo, ti ricordi? e tu ridevi delle mie gambe bianche e, al ritorno, mi hai fatto guidare la tua macchina. Che stupidi eravamo.
E tu Caterina, che continuavi a stupirti che ti strisciassero sempre la macchina, io mi vergogno ancora e non ce l’ho mai fatta a dirti che era per via della targa.
Ti immagino nella tua terra, lontano da qui, felice, innamorata, o almeno lo spero.