eestlane ha scritto:oggi ho rivisto dopo almeno 10 anni fuga per la vittoria (Victory)
che spettacolo di film
ricordo che da bambino mi piacque tantissimo, lo vidi piu volte e mi emozionò sempre.
ora mi sono letto tutta la storia dell'evento vero da cui è stato tratto il film, la partita della morte e lo considero ancor di più nella top 5 della mia personale classifica.
http://it.wikipedia.org/wiki/Partita_della_morte
http://it.wikipedia.org/wiki/Fuga_per_la_vittoria
Le gru e le cuspidi delle torri della Sagrada Família si vedono solo una volta in lontananza, da una finestra dell’ospedale.
La Barcellona fotografata in Biutiful (dal 4 febbraio in sala) non è quella da cartolina e chitarre da flamenco, è ben distante da quella di Woody Allen di Vicky Cristina Barcelona, che pure aveva per protagonista Javier Bardem.
Alejandro González Iñárritu, regista messicano mai banale, nel suo quarto lungometraggio dopo Amores Perros, 21 grammi e Babel, ci porta nei quartieri di Santa Coloma e del vicino Badalona, dove convivono senegalesi, cinesi, pachistani, rumeni, indonesiani… e anche “charnegos”, spagnoli portati durante il regime di Franco in Catalogna per distruggere la cultura catalana e diventati invece immigrati nel loro stesso Paese, tra miseria ed emarginazione.
Solo un anno dopo, mentre camminavo per il quartiere El Raval di Barcellona, tutto ha avuto un senso. Barcellona è la regina d’Europa. E’ davvero meravigliosa ma, come ogni regina, ha anche un lato molto più interessante di quella bellezza borghese ovvia, e talvolta noiosa, che ogni turista e fotografo di cartoline ha ammirato.
Da quando avevo 17 anni, e viaggiavo per il mondo su una nave da carico lavorando come lavapavimenti, sono stato attratto, incuriosito e affascinato dai quartieri nascosti che non vede nessuno. Sono questi a emozionarmi. Sto parlando di quel nuovo mondo, diverso, complesso, marginale e multietnico che si è creato di recente e Barcellona e in gran parte delle grandi città d’Europa.
Ayub Khan-Din sceneggia una sua commedia di successo sul multietnismo nelle periferie britanniche e O'Donnell dirige un film eccezionale, ironico, trascinante: un vero fenomeno. Om Puri è il padre anglicizzato ma non fino al punto da non pretendere dai suoi figli un matrimonio tradizionale. Basset è la moglie british che si scontra con lui. I figli sono più inglesi di un nativo. Il melting pot produce un vero capolavoro cinematografico.
mieru là là ha scritto:
molto bello, abbastanza leggero ma che fa riflettere...
a me è piaciuto molto...e anche a quelli di mymovies che ritengo molto competenti
http://www.mymovies.it/dizionario/recen ... p?id=34424
alessandra lampy ha scritto:E per gli appassionati del Giappone, Lettere da Iwo Jima del 2006, in originale con sottotitoli in italiano, visto al cinema.
La Seconda guerra mondiale vista dalla parte dei Giapponesi. Guardatelo , ne vale la pena.
flyingsoul ha scritto:Segnalo questo:
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-c ... 47644/?rss
Per non dimenticare i fatti di genova.
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