Tempo di digiuno. Reportage dal Kosovo

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Tempo di digiuno. Reportage dal Kosovo

Messaggioda flyingsoul » 29/03/2012, 9:21

Un motivo in più (come se ce ne fosse bisogno) per amare il popolo serbo e soprattutto per non dimenticare:

Un interessante reportage dalle comunità serbe del Kosovo a 13 anni dall'inizio dei bombardamenti 'umanitari' della Nato sulle popolazioni dell'ex Yugoslavia e dall'inizio dell'ennesima tragedia balcanica.

Padre Ilarion è un monaco ortodosso, vive nel monastero di Draganac, in Kosovo. Proviene dal monastero di Dečani, il più importante per la chiesa ortodossa serba. Nel pogrom antiserbo del marzo del 2004, più di 150 fra monasteri e chiese ortodosse, oltre a molte case e cimiteri, furono distrutti o incendiati dalla furia indipendentista kosovaro-albanese, che avrebbe avuto soddisfazione 4 anni dopo, il 17 febbraio 2008, quando il Kosovo si autoproclamò indipendente, subito riconosciuto dai paesi aderenti alla Nato.

A Draganac c’è tanto da sistemare. Dalla chiesa ai locali per i monaci, da quelli per gli ospiti a quelli per gli animali. Vicino al monastero, c'è una sorgente d'acqua che si crede benedetta. E quando, il primo venerdì dopo la Pasqua ortodossa si celebra la Vergine Maria, vengono in migliaia a prenderla. Moltissimi gli albanesi che, come in altri monasteri, cercano la grazia di Dio, anche se ortodosso…
Ma padre Ilarion si occupa anche di altro. Ad esempio, di tante famiglie serbe che vivono in condizioni assurde. Isolate dall’intolleranza del fanatismo indipendentista made in Usa, dall’oblio di mezzi di informazione per nulla interessati alle loro vite, isolate dalla natura che, a volte, le rende irraggiungibili. Come nei mesi scorsi quando due metri di neve hanno reso la loro vita ancora più drammatica. Per la mancanza di cibo, di acqua, per la difficoltà a portare loro un aiuto.
Queste famiglie ricevono un pasto al giorno dalla Cucina Popolare, una piccola organizzazione guidata da Svetlana, una donna serba che in questi anni è riuscita a garantire pasti giornalieri a circa 800 famiglie. Ricevono aiuti anche dal monastero ed è padre Ilarion che divide donazioni, sceglie beneficiari, le porta direttamente. La cosa che più sconvolge ma che, pure, incredibilmente riconcilia con la vita è vedere come queste famiglie siano piene di bambini!
Vedere come la vita scorra anche in questi posti, dove per arrivarci ti ci vorrebbe una di quelle jeep di ricche ONG umanitarie che sfrecciano per strade umanitariamente distrutte da bombe altrettanto umanitarie. E tu, che non ce le hai quelle jeep e per fortuna, in questi posti ci puoi arrivare solo col furgone di Radovan, del villaggio di Koš, vicino Osojane, in piena Metohija. Ci arrivi con le sue manovre, a volte improbabili, ma pure con la tua ostinazione. E pure con la tua rabbia. Si, serve anche quella.
Perché ti chiedi come mai nessuno racconti di questa gente, della loro vita. Ti chiedi del perché il vivere in queste condizioni non diventi grido di dolore da far sentire al mondo. Ti chiedi perché il Kosovo e la Metohija siano stati ridotti così, senza che nessuno abbia mosso un dito.
Per creare questa finta e insopportabile pseudo-libertà e pseudo-indipendenza, sono stati ridotti prima a un ammasso di macerie, ora lasciati a se stessi. Che si consumino le violenze contro i serbi nella Metohija, che si consumino nell’isolamento più totale gli stessi serbi del Kosovo!

E si costruiscano ancora alberghi lussuosi, pompe di benzina, statue della Libertà (a Priština, sopra un hotel), statue dei Liberatori (Bill Clinton, sempre a Priština).
E si lascino marcire le carogne di tanti animali ammazzati dalle auto lungo le strade. Cani, gatti, volpi, si lascino così, che il Kosovo e la Metohija sono una discarica a cielo aperto e l’immondizia la trovi ovunque. Vicino le case, lungo le strade, sparsa nei campi.
Era questa, dunque, la libertà a cui si aspirava? Era questa l’ indipendenza? Era il poter sventolare bandiere dell’Albania e degli Stati Uniti su tanti, troppi balconi? Era il ricevere soldi a fondo perduto per rendere il territorio sgombro da gente scomoda? Nei pressi di Uroševac, a sud della regione, sorge Bond Steel, la più grande base Usa in Europa. Una vera e propria città di cui poco si sa e poco si deve sapere. E chi può controllare un territorio da cui nulla deve trapelare meglio di mafie, malavita e narcotraffico, oggi al potere nel Kosovo “libero e indipendente” dove è perfino proibito pronunciare la parola “Metohija”, dal greco: terre che appartengono ai monasteri?



E’ tempo di Quaresima e padre Ilarion mi illustra la pratica del digiuno, osservato per sette settimane prima della Pasqua, esclusi sabati e domeniche, tanto da arrivare a 35 giorni. Un digiuno detto dell’acqua, si mangiano solo cose bollite, niente carne, pesce, proteine animali, oli, vino. Si arriverà a 36,5 giorni col sabato santo e metà della domenica di Pasqua. Un decimo di anno di digiuno offerto al Cristo Risorto.

Ma nei villaggi di Gnjlane e Novo Brdo, visitando famiglie, non sembra necessario il rispetto di date e ricorrenze per praticare digiuni. La povertà concede spesso solo pane e farinacei, la carne è cosa rara.
Parlare di ingresso nell’Unione Europea qui fa sorridere. Così come parlare di sacrifici per superare crisi.

E fa sorridere incontrare all’aeroporto di Belgrado, al ritorno, operai specializzati della nuova Fiat che "esporta lavoro". Questi lavoratori devono dire "signorsi", ché la lettera di licenziamento è pronta anche per loro. Sono quasi 1700 e stanno a Kragujevac, dove non c’è più posto per dormire, con intere famiglie serbe senza lavoro trasferitesi a casa di parenti o amici pur di affittare agli italiani la propria a prezzi stracciati, per guadagnare qualcosa per sopravvivere. Sono preoccupati, questi lavoratori, del cibo mangiato in Serbia, in questo loro distaccamento forzato, lontano dalla famiglia perché c’è da formare operai serbi per farli produrre tanto pagandoli poco, a zero diritti. E’ la cura Marchionne.

Del resto non erano umani, quei diritti, ma solo roba di malattie, turni e orari decenti, tutela delle donne, ferie, pause pranzo, cose così.

Fa sorridere e anche tenerezza, che si preoccupino per il cibo. Le bombe hanno fatto danni al ciclo vitale. Uranio impoverito, plutonio, radiazioni, inquinamento chimico e batteriologico. Loro lo sanno, glielo hanno detto ma devono arrangiarsi. Sanno pure che la gente qui si ammala sempre più di leucemia e tumori vari a causa di quello che c’è stato. Qualcuno ha dimenticato? Sono passati 13 anni da quel 24 marzo 1999, quando la Jugoslavia fu definitivamente affossata da 78 giorni di bombardamenti Nato, ai quali partecipò anche l’Italia. Ci dissero che si andava a proteggere civili e portare democrazia e rispetto di diritti umani. Si, fa proprio sorridere tutto questo.
Ma anche piangere.
Lo sguardo dei bambini visitati non sappiamo toglierceli dagli occhi. Alcuni sereni, nonostante tutto, altri impauriti da situazioni difficili dentro le famiglie stesse, altri persi nel vuoto; problemi psichici, chi mai se ne occuperà? Si, quello sguardo ti resta appiccicato addosso.

Professionisti dei diritti umani non vengono fino quaggiù. Preferiscono la ribalta, dove c’è il dittatore di turno da abbattere e fantomatici oppositori da foraggiare con armi e soldi, coi quali accordarsi per il futuro da sfruttare.

Qui no, non viene nessuno. Non ci sono dittatori. La Serbiaè paese democratico, si manganellano manifestanti e si finisce in carcere se protesti troppo, anche se puzzi di fame. Questo, poi, dicono che sia Kosovo, un altro governo, con a capo criminali indagati per traffico di organi umani, ma eletti democraticamente. E allora? E allora, questi bambini semplicemente non esistono!
Stupidi noi che li andiamo a cercare, che torniamo con nel cuore idee per farli sorridere un po’, mica tanto, solo un po’. “Smeješ se!”, Sorridi!, bambina persa nel vuoto di un gioco che neppure sai sognare. Vuoi conoscere il mare? In televisione l’avrai visto. Proveremo a portarti noi. Ci vorranno soldi, sarà difficile trovarli, mica dobbiamo comprarci aerei da guerra! Per quelli si troverebbero facilmente, per il tuo sorriso no. Per il tuo sorriso bisogna scalare montagne e pregare. Ma non il tuo Dio, che pure ti guarda e ti benedice. Bisogna pregare gli umani, quelli che non si fanno scrupoli davanti all’immagine della tua povera casa, perché sanno trovare alibi.
Ma noi, cocciuti e testardi come i cromosomi che ti porti dentro, puoi giurarci che il mare te lo faremo conoscere. E toccare. E giocare. Insieme ai tuoi fratelli, alle tue sorelle, ai tuoi amichetti, quelli del villaggio vicino, così vicino che nemmeno riesci a giocarci insieme. E’ pericoloso, la sera c’è coprifuoco. Passano follia e provocazione, tirano sassi alle finestre, vogliono spaventare il tuo sonno. A volte sparano. Alla fine ci riescono, ti spaventano.
Ma tu chiudi i tuoi occhi e prova a dormire lo stesso. Prova a sognarlo, quel mare visto in televisione. Vedrai, da vicino sarà pure più bello.


Fonte: http://www.contropiano.org/it/esteri/it ... dal-kosovo
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Re: Tempo di digiuno. Reportage dal Kosovo

Messaggioda Jacko23 » 19/04/2012, 8:51

bel topic fly! Onore al popolo serbo!
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Re: Tempo di digiuno. Reportage dal Kosovo

Messaggioda Jena Plissken » 19/04/2012, 14:13

Un' immensa tristezza pervade nel leggere questo reportage anche perchè per chi come noi il Kosovo lo ha visto 4 anni fa e può testimoniare che è tutto drammaticamente vero.

Il tassista kosovaro che sgomma via a Gracanica enclave serba dove c'è un famoso monastero, il ragazzo serbo che ci ha regalato il classico uovo ( vero ) dipinto simbolo della Pasqua ortodossa e che nasconde la targa serba per entrare a Pristina in cui non può andare di notte ( troppo pericoloso ), case bombardate , bruciate, macerie, spazzatura ovunque, un governo che è un manipolo di criminali e malfattori , autolavaggi ovunque , la luce che salta di notte a Pristina e si va avanti a generatori privati ( tutti ne hanno uno ), l' incontro con i soldati italiani ai check point del monastero di Decani angolo di paradiso in mezzo all' inferno , chiese serbe distrutte, filo spinato , cimiteri frantumati , queste e altre mille immagini mi vengono alla mente :(
L' ho vista e abbiamo bevuto assieme della vodka russa, e lei aveva ed ha degli occhi che sono capaci di convertire alla fede un boia coreano

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Re: Tempo di digiuno. Reportage dal Kosovo

Messaggioda Maxdivi » 19/04/2012, 14:50

Jena Plissken ha scritto:Un' immensa tristezza pervade nel leggere questo reportage anche perchè per chi come noi il Kosovo lo ha visto 4 anni fa e può testimoniare che è tutto drammaticamente vero.

Il tassista kosovaro che sgomma via a Gracanica enclave serba dove c'è un famoso monastero, il ragazzo serbo che ci ha regalato il classico uovo ( vero ) dipinto simbolo della Pasqua ortodossa e che nasconde la targa serba per entrare a Pristina in cui non può andare di notte ( troppo pericoloso ), case bombardate , bruciate, macerie, spazzatura ovunque, un governo che è un manipolo di criminali e malfattori , autolavaggi ovunque , la luce che salta di notte a Pristina e si va avanti a generatori privati ( tutti ne hanno uno ), l' incontro con i soldati italiani ai check point del monastero di Decani angolo di paradiso in mezzo all' inferno , chiese serbe distrutte, filo spinato , cimiteri frantumati , queste e altre mille immagini mi vengono alla mente :(


Lo scorso anno a Belgrado ho ricevuto un uovo rosso dalla mia amica dipinto da lei :oops:
L'ho conservato fino alla sua degradazione :)
Il problema futuro del Kosovo secondo me, sembra una minchiata ( mi auguro per loro che lo sara' ) sara' il cibo....una specie di striscia di gaza europea, fortunatamente senza blocchi...altrimenti veramente si rischierebbe la fame...ma se continua con questo tasso di crescita popolazione..il problema ci sara'...
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Re: Tempo di digiuno. Reportage dal Kosovo

Messaggioda Maxdivi » 19/04/2012, 16:59

A proposito del kosovo....per caso, curiosando sulle divise ss tedesche...ho ritrovato questo a centro pagina:

http://thelevantandthebalkanswwii.devhu ... waffen-ss/

Al di la' dei turcoslavi ss..e dei "prinz eugen"...di cui ho sempre saputo, che reputo una conseguenza della dottrina di enver pascia' e dei giovani turchi nonche' propaganda croata....noto l'esistenza di una divione ss montana albanese kosovara "Skandenberg"...di cui ignoravo l'esistenza...non si finisce mai di imparare...semplici curiosita' storiche...
simpatico questo passo:

"Why such passionate hatred for non-Albanians? A big factor was militant Islam. The Fundamentalist "Second League of Prizren" was created in September 1943 by Xhafer Deva, a Kosovo Albanian, to work with the German authorities. The League proclaimed a jihad (holy war) against Christians. They were backed by the Grand Mufti of Jerusalem, El Haj Emin Huseini, who had called for getting rid of all Jews in what was at that time British-occupied Palestine. Albanian religious intolerance was shown by their targeting Serbian Orthodox churches and monasteries for destruction."
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Re: Tempo di digiuno. Reportage dal Kosovo

Messaggioda Jena Plissken » 19/04/2012, 17:31

Si avevo letto della brigata "Skandenberg" ;)

per il cibo non so, un campicello e 4 animali da mangiare ce l' hanno tutti essendo ancora tutto molto rurale, se poi conti le rimesse degli emigrati e intrallazzi vari con fondi europei più o meno se la cavano, più difficile la situazione per i pochi serbi rimasti ;)
L' ho vista e abbiamo bevuto assieme della vodka russa, e lei aveva ed ha degli occhi che sono capaci di convertire alla fede un boia coreano

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Re: Tempo di digiuno. Reportage dal Kosovo

Messaggioda Maxdivi » 19/04/2012, 19:03

Jena Plissken ha scritto:Si avevo letto della brigata "Skandenberg" ;)

per il cibo non so, un campicello e 4 animali da mangiare ce l' hanno tutti essendo ancora tutto molto rurale, se poi conti le rimesse degli emigrati e intrallazzi vari con fondi europei più o meno se la cavano, più difficile la situazione per i pochi serbi rimasti ;)


si penso anch'io che l'europa impedira' il degenerare della situazione...anche per evitare massicce emigrazioni....comunque e' un bel boom demografico per un territorio cosi' piccolo e con poche risorse...vabbuo' fatti loro..
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Re: Tempo di digiuno. Reportage dal Kosovo

Messaggioda geom.Calboni » 19/04/2012, 21:29

Ogni volta che sento parlare di Kosovo mi emoziono. Forse il mio viaggio più bello in Europa... ma erano 4 anni fa. E di cose ne sono cambiate... Non credo ora più chi passa il ponte di Kosovska - Mitrovica venga apostrofato dai poliziotti al controllo passaporto con la frase: "Tourist? :? Why not? :roll: "...
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: Tempo di digiuno. Reportage dal Kosovo

Messaggioda Jena Plissken » 03/06/2012, 22:51

Kosovo: scontri a nord, feriti militare Usa e due serbi

http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notiz ... 66915.html
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