Tarragona, capoluogo dell'omonima comarca nonché seconda città della Catalogna, si trova un centinaio di km a sud di Barcellona (e questo lo sapete) e a un tiro di schioppo dall'aeroporto di Reus. Come nel caso di Girona, altra perla, gli sprovveduti ryanairisti che atterrano e passano dritti non sanno quel che si perdono!
La posizione del centro storico è invidiabile, su un colle che digrada dolcemente verso la pianura retrostante (tanto dolcemente da non farti quasi accorgere della salita), ma è a picco verso il mare. I tarragonesi, che sono tutt' altro che stupidi, hanno costruito la Rambla Nova in direzione perpendicolare al precipizio, così che quando arrivi alla fine della rambla vai praticamente a sbattere contro il panorama sconfinato. Il bello è che, essendo la rambla in leggerissima salita, non ti accorgi del precipizio finchè non arrivi al bastione. L'effetto-sorpresa è assicurato. Il "balcone del Mediterraneo" - così si chiama - è il punto di ritrovo dei giovani (e non), che difatti per indicare la "vasca" pomeridiana usano la frase "tocar ferro" (è catalano, non spagnolo maccheronico)... dove il ferro è quello della ringhiera del bastione.
Visto che i romani, come i tarragonesi di cui sopra, tutto erano tranne che scemi, Tarragona fu una delle due capitali della loro Hispania: disseminati per la città vecchia ci sono una quantità di monumenti, alcuni ben conservati altri meno, dell'epoca romana. La caratteristica più curiosa dell'insieme è il riutilizzo delle vecchie strutture romane da parte degli edifici medievali: la città vecchia è letteralmente disseminata di edifici storici in cui dietro l'attività moderna - un ristorante, lo sportello di una banca - fanno bella mostra gli archi degli spalti dell'antico circo.
A valle del circo, appena sotto il bastione, si trova il monumento più famoso della città ossia lo splendido anfiteatro. Non enorme (nè conservato) come quello di Arles, ha però una posizione incomparabile, sospeso com'è sul mare.
La piazza della cattedrale è stranissima: già la chiesa ha un tetto (più o meno gotico, ma meno marcatamente del resto della facciata) che sembra incompiuto, poi per arrivarci la piazza è divisa in due da una scalinata, per cui da sotto non vedi la parte inferiore della chiesa. A completare il senso di straniamento, l'edificio che delimita la piazza a sinistra è una massiccia casa medievale, ma con un portico sostenuto da esili colonne romane. La zona circostante è veramente bella (le "solite" viuzze lastricate da borgo medievale per intenderci). Ora che è entrata nei patrimoni dell'umanità, stanno restaurando e purtroppo anche convertendo vari edifici. Per dire, il semirudere sulla destra della cattedrale diventerà un albergo di lusso. Non ce lo vedo per niente.
A qualche km dalla città, purtroppo un po' troppo vicino all'autostrada, si può ammirare l'acquedotto romano a doppio ordine d'arcate noto come "ponte del diable" (il fatto di averlo vicino all'autostrada in realtà è quello che mi ha permesso di vederlo guidando).
Il paesaggio circostante è collinoso, coltivato a ulivi, vigne e noccioli.
Capitolo cibo: va bene che in spagna dove cadi cadi bene, ma ho mangiato davvero divinamente. Fanno una deliziosa focaccia con cipolla e peperoni che devo necessariamente sperimentare sulla base di quella genovese (ma più asciutta, una via di mezzo con la schiacciata). Ce n'è anche una versione con spinaci, pinoli e uvetta (!) tipica del paesello (la Riera) dov'ero. Buona. Pur non essendo nè un appassionato nè un conoscitore ho apprezzato il rosso locale, bello corposo ma non "molesto".
La nightlife non l'ho vista neanche col binocolo purtroppo. La prima sera (lunedì) arrivando all'una di notte da Barcellona la rambla pareva un deserto, ma era lunedì. Essendoci un'università piuttosto grande, mi aspetto una buona quantità di erasmus.