Per le prossime vacanze estive ho scelto come meta il paese che Curchill definì la perla dell'Africa ovvero l'Uganda.
Il viaggio prevede una settimana di soggiorno/lavoro/volontariato presso una casa famiglia in una città che si chiama Mbale. Mbale è una cittadina poco a nord del lago Vittoria, al centro della piazza principale spicca la torre dell'orologio color fuxia che scandisce la giornata di tutti gli abitanti e costituisce la principale attrazione della città.
Successivamente mi sposterò nel sud est (vicino alla RDC e al Ruanda), con in mezzo almeno una notte a Kampala, sulle sponde del lago Mutanda (non ho scelto il posto in base al nome del lago ma se avessi potuto farlo avrei scelto proprio quello), dove alloggerò circa 5 giorni. Qui mi affido ad una ong che promuove il turismo/solidale/consapevole, alloggio in famiglia, attività di coffee roasting (devo capire ancora di cosa si tratta) giro in canoa sul lago e un po' di trekking very soft e ovviamente diverse mezze giornate nelle scuole a passere il tempo con tutti i miei figli.
Immagino che i miei piccoli lettori, tutti grandi viaggiatori, abbiano una certa sensibilità affinchè i soldi spesi in un viaggio in un paese povero vadano a chi realmente ne ha bisogno, in Africa ci sono tanti parchi naturali tutti molto costosi, dentro i turisti hanno cibo a volontà e gli avanzi vengono buttati sapendo benissimo che a tre metri ci sono gli orfanelli che muoiono di fame. Tali scene, per me tragiche, mi hanno spinto a cercare lo scambio, ovvero quanto può dare un volontario per una settimana è anche poco rispetto alla ricchezza d'animo che raccoglie.
La tappa successiva sarà Kigali in Ruanda e non so ancora dove alloggerò, ma come parlerò ampiamente più avanti l'Uganda che è la maggior parte del viaggio è solo il contorno a quello che è il mio vero obiettivo ovvero il Ruanda con le sue 1000 colline e i suoi luoghi della memoria.
Per i trasporti esiste un servizio di pullman che tocca tutte le tappe del mio viaggio, sono ancora indecisa se tornare a Kampala da Kigali in aereo o in bus e farmi una tappa a Masaka. Sono 500 km, si dice circa 15 ore di bus ma io le spezzo proprio sulla linea dell'equatore!
Pare che i bus più gettonati dai turisti siamo i post bus quelli che trasportano la posta e fanno la sosta per scaricarla, sono moderni e non si rompono ogni 5 km su strade piene di buche, però mi hanno detto che sono veramente carichi all'inverosimile (quanta merce trasportano gli africani!). Ovviamente i bus non hanno orario e partono quando sono pieni per questo motivo dovrò andare alle varie fermate molto presto al mattino, sperando di non rimanere sul bus per 3 giorni ad aspettare che parta, ma le mie direttrici sono abbastanza comuni pertanto le corse dovrebbero essere frequenti.
L'Uganda non ha sbocchi sul mare ma è piena di laghi enormi (Vittoria, Alberto, Edoardo e Mutanda- il mio), è un altopiano di circa 1000/1400 metri slm e ha delle catene montuose che arrivano a 5000m circa e si chiamano Ruenzori. Il Duca degli Abruzzi è stato protagonista di un storica spedizione sui monti Ruenzori. Dal lago Vittoria esce il Nilo Vittoria che entra nel lago Alberto ed esce come Nilo Alberto per poi sfociare dove tutti ben sapete. Il paese è stato l'indiscusso protagonista della letteratura delle esplorazioni e della difficile e misteriosa ricerca delle sorgenti del Nilo
Dal nome dei laghi si capisce quale possa essere mai stato il paese che durante il risiko coloniale ha messo la bandierina sul paese. Comunque parlano tutti correttamente inglese.
Adesso vorrei spendere due parole sul fatto che parto da sola, la prima motivazione è che non ho compagni di viaggio che hanno innati i miei stessi obiettivi e non ho potuto ripiegare su altri per non correre determinati rischi (alla proposta: si che bello vengo anche io. Al momento di prenotare: sto mezzo cenando magari ti raggiungo dopo ma forse. Al ritorno: no che bello come avrei voluto esserci anche io). Da una mia precedente esperienza in solitaria in Africa ho però inteso che viaggiare sola mi consente di estraniarmi completamente dalla mia realtà vivendo come un sogno o una vita parallela, (mi dimentico che lavoro faccio e il nome dei miei preziosissimi gatti) calandomi perfettamente nella popolazione e nel paese visitato e di conseguenza assaporando e godendomi al massimo il soggiorno nella terra tanto lontana, ma quanta nostalgia dopo. Come nel sottostante avanzato tentativo di africanizzazione:
A Mombasa mi avevano rubato la valigia, l'avevo lasciata in macchina per fare un giro per la città mercato, ultima tappa prima dell'aeroporto. Avevo anche avuto la lontana idea di portarmela dietro ma poi ho pensato la fiducia reciproca che io e questo popolo ci siamo scambiati in queste due settimane non può non perdurare ancora per poche ore; ma così non è stato e non ho potuto mettere la valigia bel check in.
A presto con il resto del racconto.