15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda lazzurro » 25/08/2012, 7:54

geom.Calboni ha scritto:Davvero un bel racconto e soprattutto bellissimo viaggio.
Ma voglio chiederti una cosa, è la tua prima volta in Russia o comunque extra città principali quali Mosca e San Pietroburgo della Russia europea? Te lo chiedo, senza critica anzi, perchè leggo nelle tue parole come se davvero fosse la tua prima esperienza col mondo e la cultura russa. E se così fosse in un certo qual modo ammiro il tuo esserti buttato in una avventura così grande soprattutto senza avere grossi "basi".

Nel frattempo colgo l'occasione, forse se ne era già parlato, di segnalare il viaggio a Magadan del nostro amico Adalberto Buzzin nel 2008:
http://www.youtube.com/watch?v=HvdMaL0rg6I

Anche se a differenza di Lazzurro / Fenix è stato affrontato, a parte in maniera inversa da ovest verso est, anche con mezzi ed organizzazione differenti ;)

Onestamente ho 7 timbri sul passaporto tra entrate ed uscite. sono stato in precedenza a : kalingrado, Mosca, e peter,



P.S. credo che ti sia confuso e volevi dire da est a ovest
wwwl.lazzurro.org
lazzurro
Ho appena iniziato il mio viaggio
 
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda lazzurro » 25/08/2012, 8:28

La seconda parte della Kolyma ( http://goo.gl/maps/rWGnX ) da Ust-Nera fino a Yakutsk -capitale della regione Jacuzia, resa celebre dal gioco da tavolo Risiko, prosegue per altri 1000km. A questi vanno aggiunti altri quattrocento, se si vuole fare una piccola deviazione come ho fatto io per andare a visitare la regione di Oymiakon, villaggio che detiene il record assoluto di temperatura piu’ bassa mai registrata ( -71,2 C) per un centro abitato, e per questo viene raggiunto ogni inverno da decine di intraprendenti viaggiatori. D’estate, come mi dicono, non viene mai nessuno, men che meno in autostop. Io sono effettivament eil primo in assoluto, cosi mi dice la vecchina del villaggio. Infatti una volta arrivati a Tomtor, mancano ancora 37km di "puro safari" e non piu’ di due tre veicoli al giorno vanno da Tomtor da Oymiakon e viceversa. A Ust-Nera m’imbargo su una camionetta in pieno stile sovietico e per la prima volta mi imbatto nella cultura Sakha e nella sua lingua cosi’ diversa dal russo e simile al turco. In quella camionetta siamo in nove, stipati come bestie. Io sono seduto dietro in posizione centrale su di una sedia da ufficio a mo' di sedile, ovviamente senza cintura, gli altri hanno al fortuna di essere seduti su dei sedili ancorati alla piattaforma del veicolo. In Olanda avrebbero gia’ arrestato il conducente, in Italia magari se la sarebbe cavata con una multina, qui invece la polizia semplicemente non esiste e per fare un esempio le cinture sono considerate essenzialmente parte del mobilio, un semplice ornamento o gadget da utilizzare nel raro caso in cui c' e' la possibilita' di incontrare la polizia. Il viaggio e’ snervante. La strada e' pessima se conforntata al primo pezzo venendo da Magadan, decisamente buona se paragonanta a quella che avrei incontrato nel trattosuccessivo. Un continuo sbalottamento da una parte all’altra con la sedia che in un paio di casi si impenna ricordandomi gli anni d’oro quando si passavano i pomeriggi al luna park a tentar di cavalcare il Tagada' senza cadere. Per 240km non c’e’ nulla, nulla di nulla, soltanto noi e la strada. Attraversiamo una foresta di abeti nani. La foresta e' in fiammela. La valle si e’ decisamente allargata, ora l’orizzonte e’ percepibile distante. Il sole e’ una palla bianca, l’aria e’ secca e il termometro segna trentun gradi, tuttavia all’interno della camionetta siamo a trentanove. Non ci sono finestrini tuttavia la polvere alzata dale ruote trova comunque modo di filtrare e depositarsi dappertutto, formando un leggero strato di fango sulla tua pelle sudata. E’ una guerra di nervi a cui non sono abituato ma non ho altra scelta’. Nelle ultime sei ore non ho visto nessunissima altra auto in entrambi i sensi della strada. Ho con me solo un litro d’acqua, probabilmente morirei di sete o divorato da un orso. Questo mi conforta un po’. Spero che una santa di queste donne al mio fianco voglia fare pipi’….possibile che da queste parti le donne non la facciano? Guardandole, tuttavia non sembra questa una priorita’. La fatica non sembra preoccuparle piu’ di tanto. I loro occhi scuri a forma di gondola sono distanti, inespressivi, forse assopiti dal gran caldo di questo vagone merci. Sbotto. Chiedo se ci si puo’ fermare per fumare una siga. Mi rispondono che posso tranquillamente fumare dentro. Nessuno obietta. Dimenticavo che in Russia difficilemente ti verra’ proibito di farlo, ma dico io: ”cristo, non potevo inventarmene un’altra”. Di fumare e rendere quel piccolo posto oltre che caldo e fangoso, anche una camera a gas, no, non ne avevo assolutissimamente voglia, per cui oltre al danno anche la beffa: Niente sigaretta, niente pipi’. Soltanto dopo nove fottuttissime ore, la bestia -perche di bestia si parla, decide di fermare il mezzo. “Porco boia –dico io- alla fine a sto stronzo gli e’ venuta voglia di cambiar l’acqua al merlo”. Nemmeno il tempo di finire la frase che lo vedo gia’ rimontare sul mezzo. Si era solo fermato per controllare una ruota. Mi lancio giu’ dall’ottovolante, insipiro profondamente il profumo dell’incontaminata vegetazione come si fa in piscina dopo il tuffo di partenza e velocemente mi immergo di nuovo nella camera a gas, sedendomi sul mio personale ottovolante. Questo non e’ un film. Durante l’estenuante viaggio conclusosi 14 ore dopo si e’ percorso una delle strade piu’ impervie che abbia mai visto. Si sono attraversati lingue di ghiaccio dallo spessore di due metri, si son fatte le montagne russe su ghiaia, terra e fango, si sono guadati due torrenti e tre fiumi perche ovviamente i ponti da queste parti sono come le cinture di sicurezza, un semplce gadget. Posso serenamente affermare di essere arrivato a Tomtor in una condizione psico-fisica che se fossi tornato da un rave sarebbe stata megliore. Una volta giunto a Tomtor all’una di notte scopro con mia sorpresa che colei che avrebbe dovuto ospitarmi ora vuole 500rubli (12eur) per ospitarmi. Io ovviamente rifiuto. E' una questione di principio. Inizia allora un giro di chiamate assurdo tra il capitano del "vagone merci" con cui a malapena riusciamo a capirci, la mia amica-traduttrice Augil (la professoressa d'inglese che mi aveva ospitato a Ust-Nera e che mi traduce cosa dice Sergej ), il "capitano " Sergej e alcuni contatti telefonici che ho in rubrica. Dopo 15 minuti di andirivieni -chiama quello e poi chiama quell'altro per farti tradurre cosa ha detto quello di prima e così via, il tutto si risolve in un nullo di fatto. Non trovo nessuno che mi possa ospitare. Faccio cenno a Sergej che non e' un problema . Ho la tenda, e la posso piazzare dove voglio. E' notte e siamo in un villaggio di 1000 abitanti. Cosa vuoi che succede. Lui mi guarda con aria come dire -questo dove pensa di essere. Intanto il furgoncino all'interno del quale sono seduto da più di 15 ore e' parcheggiato davanti ad un casolare. E' l'una passata e c'e' ancora luce. Sbucano dal nulla due tipi. Sono storti che mia nonna in confronto era una meraviglia di architettura post-moderna. Si avvicinano al furgoncino. Spalmano i palmi delle loro mani sul finestrino lato guidatore. Intimano di aprirgli. Vogliono un passaggio da qualche parte. Si esprimono a suon di grugniti farciti ogni tanto da qualche suono che ricorda una parola. Il comandante- Sergej, con educazione gli fa cenno di allontanarsi. Loro -diciamo- non la prendono proprio bene. Inizia lo show. Lo show alla "russa" dei blyad, nahui, suka blyad, pizdiet, che trovo tanto patetico quanto divertente (http://www.youtube.com/watch?v=EuzBKvOAxY0) Dieci parole, sette "bestemmie", anche se bestemmie proprio non sono. Spingono il furgoncino da entrambi i lati facendolo ondeggiare per quanto possano. Piu' che per il furgoncino comincio a preoccuparmi per la mia situazione. Osservo Sergej, nessuna reazione. Sembra del tutto abituato. Inizio a pensare che forse sarebbe meglio evitare di mettere la tenda nel villaggio. Dico a Sergej di portarmi fuori, nel bosco. Lui mi guarda. Sgrana gli occhi sperando di aver capito male, e con tono secco e minaccioso ribatte: "sto? " (cosa?). Poi guarda il vice al suo fianco e mi dice: " tam miedviedi" ( la ci sono gli orsi). Porco boia - mi dico- e' possibile che qui si debba scelgiere tra un orso affamato e due ubriaconi...io gli dico che preferisco l'orso. Sergej nemmeno mi prende in considerazione. Non ne vuole sapere. Ingrana la retro e da di gas. I due "animali" provano ad aggrapparsi al furgoncino como possono. Crollano a terra tre secondi dopo, non prima di un ultimo blyad nahui. Sergej e' stanco. Non ha nessuna voglia di discutere e lo capisco. Mi porta ad una casa privata a pagamento. Mi dice che pagherà lui per me. Io sono costretto ad accettare sebbene non sia d'accordo, ma lo capisco. Lui domani si deve alzare alle sette. Lui lavora. io sono qui a fare il coglione con la mia videocamera da fighetta con i soldi. La serata finisce così', in silenzio senza se e senza ma. Il letto e' un semplice materasso duro sul pavimento. Questo almeno mi conforta. L'indomani ci si sveglia alle otto. Alle 8:15 Sergej ci viene a prendere e ci porta in centro, se di centro si possa parlare. Tomtor e' un villaggio a tutti gli effetti, Mi meraviglio che ci sia addirittura una banca, forse la piu' bella che abbia mai visto: una casetta di legno di color verde acqua e tetto di color rotto scarlato, sempre in legno. C'e' anche un alimentari dai prezzi inverosimili che come mi avvicino mi allontano, in perfetta coerenza con la terza legge della dinamica. A Tomtor mi imbatto immediatamente con l'unica persona che parla inglese e lo insegna da quarant'anni a Tomtor. Da subito s' intravede una certa rigidita' di metodi e atteggiamenti, sia nei miei confronti che in quelli dei suoi allievi. Cosa pretendere d'altronde? Per prima cosa mi porta dal boss del posto, il cosidetto sindaco. Ora che un posto cosi' debba avere anche un sindaco mi sembra davvero un spreco di denaro. E' un uomo giovane. A trenta non ci arriva di sicuro. Pelle bronzea, occhi scuri color ebano, taglio a gondola. Insomma un Sakha a tutti gli effetti. Visitando il suo ufficio, la sensazione era che c' era ben poco da fare in quel posto. Nemmeno a Susuman avevo visto un ufficio cosi scarno che pareva uno di quei box di latta dei vari terremotati. Si fa due chiacchiere sui problemi del villaggio e delle sue prospettive. Sembra ottimista e alla domanda come si fa a vivere in un posto tanto isolato e a tali condizioni climatiche e igieniche, lui mi guarda un po' spazientito e semplicemente mi risponde: " si fa" . Ci metto poco a capire che non ci avrei cavato un occhio, per cui mi prodigo in fretta e furia per una educata uscita di scena facendo uso della migliore diplomazia dialettica. Una volta fuori l'insegnante mi porta a vedere la sua scuola. L'incontro con i suoi allievi di tutte le eta' e' molto carino. Sono tutti di etnia sakha. La maggior parte non parla russo, lo impareranno una volta a scuola. Giochiamo ai piu' svariati giochi da tavola e ci facciamo un sacco di foto. Passato il quarto d'ora di celebrita' me ne esco tutto contento, in fondo non era male quella scuola, anzi, vi diro' meglio di tante in Ialia. (http://www.youtube.com/watch?v=GQnz3B1hP1Y&feature=plcp)


Una volta usciti, l'insegnante mi da da intendere che ha gia' organizzato le prossime tappe del tour: museo dei personaggi famosi di Tomtor, museo della selvaggina locale e infine il museo del ghiaccio. Lo so che dettta cosi' fa davvero ridere, ma per loro cio' rappresenta la loro essenza, la loro terra e la loro storia. Mi mostrano quelli che hanno fatto la guerra e sono stati premiati al valor militare, quelli che hanno partecipato alle olimpiade invernali, vincendo pure delle medaglie. Poi pezzi di aerei da guerra vengono esposti com cimeli di grand einteresse. In realta' l'unica cosa interessante che mi ha colpito, e' stato scoprire che l'aspettativa di vita degli abitanti di Tomtor e' eccezionalmente alta, pari a 92 anni, con diciotto ultracentenari, se si considera che l'aspettativa media in Russia e' meno di 70 anni. Mi spiegano che sebbene siano pessime le condizioni igieniche (nessuna rete fognaria) il clima freddo, l'assenza di virus, di agenti inquinanti, la vita rurale connessa con l'energia della terra, fanno degli abitanti di Tomtor tra i piu' longevi in assoluto di tutta la Russia. Apprezzo davvero lo sforzo delle due tenere vecchiette che gestiscono alla veneranda eta' di 80 anni il museo nel tentativo di dimostrarmi quanto cio sia interessante, ma quando mi presentano la varieta' della selvaggina imbalsamata, e mi spiegano che questo si chiama "orso", quella "volpe", e quella "renna" -come se io venissi dal deserto del Mali, ancora una volta mi gioco la "carta jolly" della diplomazia, augurandomi che per lo meno il museo del ghiaccio sia piu' interessante. E lo e' stato. Gli abitanti hanno scavato un tunnel nella montagna e lo usano come frigo d'estate. Nemmeno un paio di metri dentro la montagna e la temperatura passa da 35 gradi a 10 sotto zero. (http://www.youtube.com/watch?v=1oHOGZ7f9FI&feature=plcp)





Le pareti del tunnel sono interamente ricorperte di ghiaccio e stalattiti. Mi sorprendo della meravigliosita' delle geometrie che madre natura e' in grado di creare secondo la teoria dell'inseme di Mandelbrot http://www.youtube.com/watch?v=foxD6ZQl ... ure=relmfu .
Dopo 10 minuti l'entusiasmo si e' decisamente raffreddato. Sebbene mi hanno dato una giacchetta leopardata, inizio a battere i denti. Via di corsa verso il il caldo tropicale della steppa di Tomtor. Una volta terminato il giro, ringrazio l'insegnante dicendole che devo andare a Oymiakon. Lei mi guarda un po' a "mezzadria" dicendomi:" guarda che una macchina ti aspetta per andare a Oymiakon" Io la guardo stupito e le dico : "sto?" In brevis si era adoperata per trovarmi una macchina che andasse a Oymiakon senza che io ne sapessi nulla. La ringrazio nuovamente. Monto sul carro -perche macchina proprio non e'/ Sono in compagnia di due belle allegra signore sulla novantina che mi sorridono e mi chiedono da dove vengo. Ci mettono un po' a focalizzare dove sia l'Italia, poi se ne escono con un "Celentano". Porco boia - dico io- ma sto cazzo di Celentano, ma me lo dite pr quale motivo e' cosi' famoso da essere conosciuto anche a Tomtor? Se fossi in lui e sapessi questo organizzerei "Celentano in Tour per la Kolyma". Anzi se qualkcuno sa come contattare Celentano me lo dica che lo faccio subito . Arrivo a Oymiakon dopo circa 90minuti percorrendo una strada che non ha bisogno di commento alcuno. Oymiakon ha rappresentato per piu' di dieci anni un punto isolato nel grande Atlante di papa', che io osservavo spesso seduto sulla tazza del cesso immaginando quel luogo sperduto dove d'inverno si raggiungono temperature cosi' fredde che persino la vodka ghiaccia dopo appena dodici minuti e l'aria espirata prende corpo trasformandosi immediatamente in una nuvola di ghiacchio di colore blu. Il mio sogno da bambino era di andare Verchojansk http://it.wikipedia.org/wiki/Verchojansk ma quando realizzai che non esistevano strade che arrivano a quel luogo, ma solo fiumi ghiacciati d'inverno e torrenti in piena, d'estate, il sogno di raggiungere il luogo abitato piu' freddo della terra in autostop si e' presto convertito nel piu' modesto progetto di raggiungere a Oymiakon. A distanza di 10 anni esatti, da quando a 19 anni raggiunsi la vetta del Kala Pattar, in Himalaya (Nepal), ho realizzato il secondo sogno della mia vita: raggiungere a piedi quel punto sull'atlante sgualcito di Papa'. ( http://www.youtube.com/watch?v=sDVW3wGL ... ature=plcp)



Di Oymiakon non c'e' molto da dire. E' un villaggio di venti case. Ci vivono 500 persone. Gli abitanti del villaggio spendono la loro estate a lavorare 18 ore al giorno nei boschi tagliando la legna per l'inverno, fanno provviste di fieno per le mucche e mettono a seccare quintali di merda che usano come combustibile e rivestimento isolante delle case al posto del comunissimo amianto. Di Oymiakon vale la pena spendere due parole per Tamara e suo marito, che hanno una guest house dove sono soliti ricevere decine di turisti all'anno. Io per forze di cose ho dovuto dormirci, non trovando nessuna macchina che tornasse a Tomtor. ( http://www.youtube.com/watch?v=6xcPuMnz5zg&feature=plcp)



Tuttavia ho passato momenti indimenticabili a mangiare fette enormi di pane con burro e zucchero. Ovviamente burro di loro produzione. Hanno blocchi di burro grossi come mattoni che usano un po ovunque. Scontato se si pensa a quali temperature medimaente vivono. Mi hanno offerto pranzo colazione e cena. Hanno settantacinque anni e sono gia bisnonni di cinque bambini dimosrando che non e' una leggenda quella che vuole che i Sahka si riproducano come conigli sebbene gli sforzi di Mosca nel tentativo di arginare tale fenomeno. Alla sera la temperatura crolla letteralmente di ben ventiquattro gradi, passando dai trenta ai sei in meno di sei ore. Oggi e' il 17 luglio. Mi fanno visita due delle nipoti, gia' entrambe madri sebbene non abbiano piu' di vent'anni. Si parla del piu' o del meno. In realta' loro vivono a Yakutsk, ma poiche i loro mariti stanno facendo il servizio militare, e per un anno non li vedranno, preferiscono passare il loro tempo con i nonni dando una mano alla famiglia (numerossisima tra l'altro). Mi dicono che sebbene siano legati a questo posto non potrebbero mai vivere come i loro nonni, li si annoiano e sono piu che convinti che nell'arco di alcune generazioni questi villaggi sono destinati a scomparire. Alle due di notte improvvisamente si sentono urla e strepiti provenire dal vicinato. Immediatamente una delle ragazze si alza e spegne la luce della cucina. Rimaniamo al buio in silenzio, senza alcuna spiegazione. Poi le chiedo che succede. Lei mi dice che e' pericoloso. "Il beduino"- potrebbe venire qua e sarebbe un grosso problema. Io le le chiedo chi sarebbe questo "mostro". Lei mi dice che i vari grugniti provengono da uno dei suoi vicini di casa, un ragazzo di 25 anni senza lavoro dedito a bere e a picchiare la gente -se fosse necessario- per avere i soldi per comprarsi da bere. Io la guardo come se ci avessi sentito male, ma mi conferma che non e' un film e quando le chiedo : "ma scusa, qui tutti si conoscono, e' sufficiente che uno del villaggio il giorno dopo si presenta sulla porta e lo mazzi". Lei mi dice che lo hanno gia' fatto molte volte. Non serve -aggiunge- quella e' gente che di "umano " non ha nulla. Io voglio assolutamente filmare la bestia. Lei mi prega di non uscire. Io le dico di stare tranquilla. Nel qual caso si avvicinasse avrei tirato fuori la falce, tanto ubriaco com'era non sarebbe riuscito nemmeno a stare in piedi. Ci appostiamo dietro ad una delle recinzioni in legno che ciroconda la casa. Lo osserviamo. Lo prendo per il culo imitando i suoi grugniti. Si trova ad una ventina di metri. Lei non mi lascia uscire di casa. Sono costretto a filmarlo da lontano. Urla e sbraita battendo i pugni sulla porta di una casa a noi a fianco. Lei mi dice che li' abita il suo "compagno di merende" e che gli sta intimando di aprirgli e dargli da bere. Lo osservimao per una decina di minuti. Inutile dire che pareva piu' che una commedia dove di divertente c'era davvero poco. Difficile da comprendere probabilmente per un europeo ma "qui -mi dice- e' prassi quotidiana. La gente lo sa, ma non c'e' nessuno che fa nulla per arginare il fenomeno. La polizia non esiste da queste parti. La gente e' abituata da sempre a farsi legge da sola e cosi ' sara' finche' questi villaggi saranno abitati". (http://www.youtube.com/watch?v=kCkuP4XPTuc&feature=plcp)

Il giorno dopo lascio il villaggio alle 9:30 del mattino con la vana speranza di riuscire a trovare un mezzo che vada verso Tomtor.
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Tomtor 13:15 pm

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Kyubyme 21:00 pm

Mi sdraio sul prato che costeggia la strada sterrata e mi godo un sole "da paura". Mi risveglio poco dopo -credo- circondato da un bel gregge di mucche incuriosite, che non sembrano assoluamente spaventate. Batto due piedi per vedere se si allontano. Niente da fare. Si avvicinano con fare minaccioso. Allora mi alzo. Prendo il fischietto e fischio. Si allontanano immediatamente attirando pero' l'attenzione dei pochi presenti nel villaggio, che non si fanno attendere a lungo. Fortunatamente nessun ubriacone. Con grande fortuna tre oro dopo sono gia' a Tomtor e due ore piu' tardi riesco addirittura a salire su una furgoneta diretta a Kiubyme, punto di snodo della Kolyma. Ci impiegheremo circa tre ore per coprire i successivi 150km. Partito da Oymiakon alle 9:30 arrivo a Kyubime alle 19:00 per un totale di appena 180km. La paura e' ormai una cosa del passato. Kiubyme e' fondamentalmente una discarica a cielo aperto che ruota intorno a questa stazione di benzina con annesso caffe'-bar. Una volta era un paesino. Ancora si possono vedere gli edifici abbandonati e la scuola col simbolo della falce e martello. Ormai mi sono talmente abituato a tali "fenomeni urbanistici" che nemmeno ci faccio piu' di tanto caso. Appena scendo dal furgoncino non hon nemmeno il tempo di fare il punto della "situa" che due personaggi mi fanno cenno di avvicinarmi da una ventina di metri. Non hanno l'aria minacciosa. Sembrano piuttosto anzianotti. Mi avvicino. Mi invitano a sedere. Mi siedo. Mi offrono del te'. Bevo.Sono una coppia ucraina ultra sessantenne che da ben due settimane, dico due settimane, sono accampati in questa stazione di benzina, dormendo in macchina come due barboni. Sono venuti in macchina dall'Ucraina per farsi un mese di vacanze, di cui la meta' passate in questa stazione di benzina. Ora voi mi dite, di gente strana al mondo ce ne, io stesso per molti posso esere considerato tale, ma ragazzi, passare due settimane a Kyubyme significa davvero essersi abbonati al club "Masochisti". Ci vuole un coraggio da leone. Kyubyme e' una prigione a cielo aperto. Non si va da nessuan parte. Mi dicono che aspettano le condizioni giuste per risalire il fiume. Vogliono farsi 150km in canoa nella natura piu' selvaggia vivendo di quello che cacciano -128 anni in due- sti cazzi!!! In confronto, quello che faccio io e' una partita a briscola. Mangio e bevo a scrocco ancora una volta. Sono oramai piu' di nove giorni che non spendo una lira.L'ospitalita' da queste parti e' una perla di rara bellezza che splende ad intermittenza: bisogna coglierla senza volerla. ( http://www.youtube.com/watch?v=5jIJdqLr ... ature=plcp)



Sono le 23.00. Dopo piu' di tre ore sulla strada mi do per vinto. Nessuna macchina. Il sole ha decisamente cambiato vestito. Ora si fa bello di un mantello rosso carminio.Decido che e' giunta l'ora di piantare la tenda. Giusto il tempo di piantarla, fare un filmato, lavarmi le mani al fiume, che sbuca dal nulla una furgoneta. Si fermano al bar. Sono le 23:15. Mi lancio verso la ciurma. Il tipo mi guarda e mi chiede quanto vuoi spendere. E' un taxi collettivo. Io lo guardo con aria decisa e gli dico: "Io sono un viaggiatore e faccio soltanto l'autostop. Se vi sta bene e' cosi' se no rimango qui" . Lui rimane in silenzio per alcuni secondi osserandomi. Capisce il significato di cio' che gli ho detto. Non sembra molto contento di rinunciare a dei soldi, ma tuttavia ingoia il rospo e mi lascia salire a bordo. Ringrazio. Porco boia...che botta di culo... 750km tutti di un fiato. Domani pomeriggio saremo a Yakutsk . Smonto la tenda alla velocita' della luce. Salto in macchina. Si parte. Bye-bye Kolyma. Sono strafelicissimo. Concludero la Kolyma in meno di 50 ore battendo il record di Antov Krotov (http://vk.com/antonkrotov) considerato il record assoluto per un autostoppista, stimato in 52 ore. La sbornia tuttavia passa veloce. Mi rendo conto che un luogo come la Kolyma non ci sara' piu' e probabilmente una volta giunti in citta' assieme a lei sparira' anche la parola "viaggiatore" e pure la sensazione di essere un qualcosa di speciale. Tuttavia va bene cosi', ho ancora 12500km da fare etutto sommato Yakutsk e' sempre stato per me un luogo mitologico assolutamente da vedere. Mi addormento in un coktail di felicita' e tristezza. Alle 00:45am vengo svegliato. Bisogna scendere. La Kolyma spara le sue ultime cartucce mettendoci in guardia che non e' ancora finita. Abbiamo bucato. Il boss e' un razzo. Cambia la gomma in meno di tre minuti. Data la velocita' e l'abilita' con cui l'ha fatto si suppone che da queste parti sia una cosa all'ordine del giorno.La domanda sorge spontanea : " quante di queste resisteranno fino alla fine? " Ripartimao dopo poco. Alle 03:30 nuovo stop forzato. La strada non c'e' piu' - mi dicono. Come non c'e' piu'? Che cazzo stanno dicendo. Avro' capito male? Ma che'...la strada relamente non c'e' piu'. E' letteralmente crollata su se stessa ingoiata da tonnellate di emtri cubi di terra. Tuttavia gli operai sono gia' al alvoro da alcune ore per inventare un ponte lampo. Lampo? In russia la parola "lampo" non e' nemmeno nel vocablario. Ma dove siamo ? . Questa e' Kolyma- mi rispondono con un acido sorriso . Era retorica - rispondo io con altrettanto sarcasmo. Torno sul furgone e provo a dormire. Il record di Krotov puo fare sonni tranquilli. Alle 06:50 fanno in modo di farci passare. Percorriamo 10km tra un precipizio e un continuo cadere di sassi dal lato destro della montagna. Ogni tanto un sasso fiocca anche sul tetto. Mi dicono d mettermi lo zaino o qualsiasi cosa avessi di robusto sulla testa. Io obbedisco immediatamente senza nemmeno prendere in considerazione l'idea che vogliono solo spaventarmi come fanno di solito con gli orsi. Tutti lo fanno lo stesso, chi con questo chi con quell'altro. Mezz'ora di panico sulle "montagne russe" - nel senso non letterale del termine. Roba da Nobel per la guida.


(http://www.youtube.com/watch?v=2ps5426q ... ature=plcp)

Alle 07:45 la Kolyma non e' ancora sazia ed esige ancora un pegno. Si buca la seconda ruota. Tutti fuori ancora una volta. Guardo l'orologio. Sono partito alle 23:00 del giorno prima e in nove ore esatte si sono fatti appena 240km.



(http://www.youtube.com/watch?v=HaIL3cfv ... ature=plcp)


Ho la sensazione che il boss invece di cambaire la ruota abbozzi uno scontro tra titani rifilando con una mazza una botta qui, una botta la', alla esausta ruota. La strada e' letteralmente un fiume di fango. Faccio fatica a crederci eppure la gente da queste parte ci convive tutti i giorni lamentandosi in silenzio. Ecco la Russia che non ti aspetti. La Russia antidemocratica e corrotta. Ecco, le strade sono esattamente l'esempio piu' lampante : l'essenza di un paese ancora lontano da un pensiero democratico. Qui nella terra dei balubba, in una delle aree piu' impervie del pianeta, vi si concentrano la piu' grandi risorse energetiche dell'intera Russia ( diamanti, oro, carbone, petrolio ) le quali rappresentano circa il 65% dell'intero PIL. Tuttavia sebbene queste richezze fanno si che il rapporto tra entrate e uscite e' nettamente a favore delle prime, riesce difficile capire come si possa lasciare la popolazione lolcale, sebbene non numerosa, in tali condizioni. Dove vanno i soldi dell'oro, del petrolio, del carbone russo? In mano di chi? Dei soliti oligarchi? Perche i russi non si incazzano e non mettono a ferro fuoco tutto invece di spendere il loro tempo a dire "normalna", a lamentarsi in silenzio annaquando le loro frustrazioni in un bicchiere di vodka? Proprio vero che il comunismo non e' finito. Almeno nella testa della gente. La paura di cambiare c'e' eccome. Perche? Cristo santo in Russia di normale non c'e' nulla, almeno per come la vedo io, eppure questi non fanno altro che dire "normalna". Normale e' come va la vita, normale e' com'e' il proprio lavoro, normale e' come si sta, normale e' anche vedere una mamma comprare 4lt di vodka per la festa del figlio diciottenne, normale e' ordinare una pizza al pomodoro e trovarci sopra il ketchup, normale e' la risposta alla domanda "hai molti clienti" come se tale parola includesse un concetto asratto di una quantita' pressoche indefinita ma ben chiara ai russi. Normale e' porco boia addirrittura sentire una madre rispondere al figlio "normalna" dopo che lei gli ha chiesto quanti siete ad andare al Baikal e lui gli ha risposto che sono in sei. Roba da pelle d'oca. Mi dico io, ma porco boia comme si fa a rispondere "normalna", ma di' piuttosto "sono contenta", "ottimo", o magari "pensavo di piu'", ma che senso ha dire "normalna", non c'e' nulla di normale o di ovvio nel concetto definito da una quantita' numerica. Credo che tale espressione, perche di parola mi viene il dubbio che non si possa proprio parlare, esprime e riassume perfettamente tutti i limiti dei russi nel modo di approccio alla vita. Si preferisce il "neutro" al bianco e nero e in questo annichilimento que pochi che hanno accesso al potere sfruttano a pieno tale vantaggio. Si potrebbe perfino dire -ma questo e' un mio punto di vista, che dietro allo strapotere degli oligarchi c'e' proprio questo vizietto di non prendere mai una posizione, di non pretendere di piu', di stare nella penombra e sempre in una posizione neutrale, ben riassunta dall'espressione "normalna". In Russia "normalna" sono le sue strade, ovverro cambiare una ruota ogni volta che si attraversa una strada come la Kolyma, che tu abbia una jeep o un Kamaz, non fa differenza. La Kolyma come l' M56 esigono il loro tributo e attraversandole cio' appare chiaro nella mente di chi le percorre, se no non si spiegherebbe la calma che ho visto nella gente del posto, costretta per una ragione o l'altra a pagare questo dazio, d'altronde vi e' un' unica strada per oltre 3500km. "Perche" e' stata la parola che piu' ha assillato la mia mente in quei 750km. Le risposte non sono mai arrivate. Qui tutto e' "normalna". Di anormale dopotutto forse sono solo io.
Alle 8:02 si riparte. Arriviamo ad Khandinga verso pranzo. Il boss mi dice che devo scendere. Ha dei clienti da caricare. Ci rimango male. Sono esausto dalla stanchezza. Non sono mai riuscito praticamente a dormire. Ora mi sbatte fuori come uno stronzo qualunque. Non obietto. Prendo le mie cose e guardo l 'orologio: "Altro che record! a Yakutsk di questo passo ci arrivo domani". Mancano ancora 450km ed e' da poco passatta la mezza. Fortunatamente un tipo si ferma e mi chiede dove vado e di dove sono. Rispondo come al solito e ouila'. Mi da uno strappo per un chilometro portandomi sulla starda maestra. Lo ringrazio. Aspetto cinque secondi e un furgoncino si ferma di nuovo. Non ci crederete mai ma era il tipo che mi aveva dato un pasaggio da Tomtor a Oymiakon.
(http://www.youtube.com/watch?v=CkGUro5x ... ature=plcp)



(http://www.youtube.com/watch?v=CkGUro5x ... ature=plcp)

Salto su immediatamente contento come una pasqua. Direzione Yakutsk. Ma la massima goduria e' stato quando, una volta arrivati all'imbarco per l'attraversamento del fiume, mi sono visto arrivare il boss con la sua ciurma e cogliere la sua sorpresa nel vedermi gia' li'. Proprio loro, quelli che un ora prima mi avevano mollato per strada. Accennano un saluto. Io educatamente corrispondo. Nulla di piu'. Il viaggio in nave dura nemmeno 40 minuti.


(http://www.youtube.com/watch?v=7TWZd_NU ... ature=plcp)

Una volta scesi inizia il pezzo di strada peggiore che abbia mai visto e che evito di descrivervi per carenza di parole. Anche il buon Sakha che conduce il mezzo si lascia adare a 30 secondi di imprecazioni. Finalmente -dico io- un po' di umanita'. Appena sbarchiamo sulla terra ferma il boss che mi aveva mollato sulla strada ci sorpassa a tutta velocita' come se volesse sottolineamri che vincera' lui. Tre ore dopo scoppio a ridere e me la bosso quando sorpassiamo la macchina del boss. E' trainata con un cavo metallico da un autotreno e fa i suoi modesti 20km/h contro i nostri valenti 35km/h. E' davvero una guerra di nervi e di chi resiste piu' a lungo. Io non so come possano. Non so come possano stare sempre in silenzio e guidare senza sosta come automi a queste velocita'. Si e' guidato in 30cm di fango per 150km.

(http://www.youtube.com/watch?v=yIe8PP2a ... ature=plcp)

Dopo quattro ore il boss deve aver fatto aggiustare la macchina perche' lo vedo nuovamente sfrecciarmi davanti. Non alza il dito ma immagino lo volesse fare. Lo ringrazio per quello che ha fatto. Non lo rivedro piu'. Pensare che quel povero disgraziato di taxista una volta arrivato a Yakutsk avrebbe dovuto' ancora guidare per altri 800km fino a Neriungri con un ritardo accomulato di almeno dodici ore. Io per quanti soldi uno mi darebbe non lo farei mai. Arriviamo alle 23:20 sulle sponde del Lena, a soli 10km da Yakutsk. Lo spettacolo e' superbo. In vita mia non avevo mai visto un fiume tanto largo e mestoso. Il tempo di fare due foto, rollarsi la siga ed ammirare il tutto e il sole era gia' andato a dormire. Bellissimo questo finale. Il sole che scende, la notte che sale, ed io che arrivo a Yakutsk dopo 36 ore di viaggio estenuante, pensando che dopo tutto questa Kolyma e' stata piu' facile di quanto avessi pensato.Termino i primi 2514 km in 71ore esatte. Ho bisogno di una birra, fredda se possibile e una doccia che mi epuri dai pegni della Kolyma .


http://www.youtube.com/watch?v=O82JjVx_ ... ontext-cha
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 25/08/2012, 10:08

Da paura!!!

Ma solo ora mi rendo conto che il racconto non è in diretta.

Bellissimo il museo del ghiaccio, confesso tutta la mia invidia :oops:
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda geom.Calboni » 25/08/2012, 18:56

lazzurro ha scritto:Onestamente ho 7 timbri sul passaporto tra entrate ed uscite. sono stato in precedenza a : kalingrado, Mosca, e peter,

E' quello che intendevo io infatti, Mosca, S. Pietroburgo e per certi versi Kaliningrad sono un mondo a parte e completamente diverso da Magadan e la zona che è stata oggetto del tuo viaggio.
La vera "Russia" l'ho capita, o meglio, ho iniziata a capirla solo nel Caucaso e poi in Asia centrale.
Nessuna critica ma mi è piaciuto vedere i tuoi timori e poi vederli dissipare in una bolla di sapone e leggere del tuo avvicinamento a delle usanze ed ai modi di essere delle persone come una tua scoperta.
Lo spirito per affrontare dei viaggi dovrebbe essere per tutti questo.


lazzurro ha scritto:P.S. credo che ti sia confuso e volevi dire da est a ovest

Intendevo che Buzzin l'ha fatto da ovest verso est.
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda geom.Calboni » 25/08/2012, 19:43

Lazzurro ha scritto:Concludero la Kolyma in meno di 50 ore battendo il record di Antov Krotov (http://vk.com/antonkrotov) considerato il record assoluto per un autostoppista, stimato in 52 ore.
Il record di Krotov puo fare sonni tranquilli.


viewtopic.php?f=40&t=1837&hilit=krotov

viewtopic.php?f=40&t=2503

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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda Maxdivi » 26/08/2012, 4:20

solosiberia.it ha scritto:2) iniziamo: assolutamente eliminiamo ogni identità politica da questo termine. i gopniki non hanno nessun riferimento/connotazione politica.
3) chi sono i gopniki (slang russo): possiamo dire che sono quelle persone (ma nn solo i giovanissimi teenager o giù di li), al 90% e più maschi, che costituiscono in russia un sottobosco sociale indefinito in cui si coagulano gli individui che "non hanno di meglio da fare", non lavorano (ma non è una caratteristica essenziale del gopnik), vivono in una parte della società legata a concezioni nazionaliste e tradizionaliste, ma non nel senso politico, più in un senso "locale"(poi spiegherò meglio) e che certamente non ha un ampio bagaglio culturale e non dispone di orizzonti mentali vasti. come si vede, la categoria è alquanto fluida. i gopniki possono trovarsi in città come in campagna, ma è nelle zone rurali, isolate e più lontane dalle città o dalle direttrici di traffico che si può incontrare questa presenza locale. nei piccoli paesi la questione può essere seria, questi ragazzi, uno, tre, dieci, ma nn necessariamente girano in gruppo, possono "fare ciò che gli pare" nel propio paese senza che nessuno pensi troppo a tenerli a bada. la sbirraglia ha cose magari più importanti a cui prestare attenzione (o magari non ha voglia di fare nulla, finchè ci scappa il morto, e succede, non è fantasia). la gente comune, pur non considerandoli un buon esempio, a volte può sorridere davanti ad ogni tipo di bravata, come si si trattasse di prove di forza tra uomini (un mio amico di 50 anni dice: "da me c'è stato un ragazzo brasiliano per 1 mese, una roba di scambio di studio o simile. non mangiava nulla di russo e nn parlava la nostra lingua. stava sempre al pc tutto il tempo a casa e nn usciva per il freddo. sto invertebrato poi ha trovato un fast food - la città è quasi di 1 milione di abit. - e andava spesso là a mangiare porcherie, per alcuni giorni di fila, finchè qualche gopnik russo non l'ha notato e l'ha preso a pugni in faccia. è tornato con il muso sanguinante quel deficiente."). da questa storiella si capisce come spesso vengono viste queste vicende dalla gente.
nei paesi piccoli (sotto i 50.000 abitanti, e a maggior ragione per villaggi & company) la questione nn va sottovalutata, perchè basta una volta che succede una cosa seria e che si fa? indietro nn si torna. questi ragazzi spesso sono in conflitto con chiunque venga da fuori, inteso anche come abitante del paese vicino, figuriamoci uno straniero, che poi in genere nn parla russo, non si comporta come un russo nè cerca di farlo e, purtroppo, cerca di vivere un po' come a casa sua senza rispettare i costumi del luogo (si soffia il naso in pubblico, non mangia nè si veste come i russi, parla ad alta voce ad es. in treno e tante altre cose) (nn capirò mai bene chi va in russia o cmq all'estero e beve coca-cola, cerca la pasta, la pizza, qualcosa di simile a ciò che fa e mangia a casa). e queste cose vengono notate. .


Condivido queste precisazioni fatte da solosiberia. E sintetizzo la questione spesso con la frase: "non e' la russia che deve adeguarsi all'occidente ( o anche al resto del mondo )...ma e' l'occidente che deve adeguarsi alla russia".
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda lazzurro » 30/08/2012, 9:20

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Yakutsk

( http://it.wikipedia.org/wiki/Jakutsk ) e' stata una profonda delusione, ma la colpa e' stata tutta mia. Per anni questa citta' ha rappresentato per me un mito, un luogo misterioso e mistico ai confini della civilizzazione, isolato da tutto, connesso solo a questo grande fiume chiamato Lena. Sono arrivato li probabilmente con le aspettative piu strane e rocambolesche. Ne sono uscito deluso e amareggiato. Ho giocato troppo tempo a Risiko ( http://it.wikipedia.org/wiki/RisiKo! ). Yakutsk e' la capitale della Jacuzia e della repubblica Sakha, una popolazione nativa di origine turco-mongole dai tratti somatici orientali e da ambigui modi di fare. Molto diversi dai Russi.Immagine

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A Yakutsk c'e' davvero poco da vedere e da fare. E' una citta modesta in preda ad una vorticosa crescita, divisa tra nuovo e vecchio, tra grattacieli e case di legno con tetti d'amianto. Yakutsk al di la di tre strade in centro e' una citta' sporchissima attraversata da una rete di immense tubature esterne che la ornano come fosse un albero di natale.
Con la speranza che si capisca il senso burlesco del mio personaggio e di non tirarmi dietro l'ira delle "cagnette nostrane" per dirla alla De Andre' o di chi a tutti i costi voglia palesarsi difensore di una morale ipocrita dai "buoni modi da fare", onestamente, da uomo, se devo dirla tutta, l'unica cosa per il quale valge la pena andare a Jakutsk, al di la' della festa del sostizio d'estate, sono le sue donne. A Jakutsk "la pesca a strascico" la si puo' decisamente mettere da parte per una accurata e bucolica "caccia" di qualita'. A Jakutsk "pascolano greggi" di una strafottente bellezza dal caloroso sorriso. Le donne a Jakutsk sono "la meraviglia", la sorpresa che non ti aspetti, razze diverse che nel tempo hanno fatto pace tra loro dando vita ad incroci di straordinaria "pregevolezza". Occhi tagliati dalla forma di una gondola, occhi scuri color nocciola, ma anche chiari, verdi o blu. La pelle color ocra, a volte caffe', a volte bianco latte. Nasi schiacciati dalle geometrie incredibilmente perfette, allineati alla fronte come per magia. Visi tondi e guance ripiene ma anche zigomi pronunciati e facce aride, dalle linee ben definite. Corpi perfetti, dalle forme longilinee ed equilibrate. Visi che non invecchiano mai, tenuti giovani dai cinquanta sotto zero che ogni anno imperversano tra le strade di Jakutsk. Centimetri che di rado si avvicinano alla soglia dei centosessanta, centimetri di una bellezza -che ripeto- sconvolgente. Mi innamoravo dalle due alle tre volte al giorno con quotidiana precisione e ogni volta mi convincevo che piu' bella di cosi' non si poteva trovare e ogni volta nemmeno a dirlo la smentita, finche un giorno la fortuna ha voluto che incontrassi la mia piccola Sakha.


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Ovviamente una casualita', perche' Lazzurro ha smesso di cacciare da diversi anni, tuttavia se si presantano delle situazioni "interessanti" di certo non si tira indietro. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Concludere e' un altro paio di maniche. Sebbene tu sia uno straniero il fatto stesso di esserlo e' un vantaggio quanto uno svantaggio. Le ragazze in generale per quel che ho capito a Jakutsk hanno pochissime relazioni e tengono molto in considerazione quello che la gente dice e pensa di loro. In luoghi pubblici manteranno sempre una certa "distanza" applicando ad arte la " politically correct ". Il modo migliore e' trovarsi a tu per tu, in un luogo isolato e lontano da occhi indiscreti. Si sposano appena possono come se fosse un dovere o una necessita'. Nel caso piu' fortunato sono gia' fidanzate. Trovare una ragazza libera non e' facile, tuttavia in accordo con quello che mi hanno detto, molte relazioni sono dettate da situazioni contigenti come la solitudine, la noia, la posizione sociale, per cui, se si ha tempo e pazienza e' molto facile centrare un bersaglio. Pur di non stare sole si accontentano di quello che passa e se il cavallo non va bene o alza troppo il gomito, lo cambiano in quattro e quatrotto. Le donne sole sono diciamo etichettate come "donne dai cattivi pensieri" ( traduzione letterale dal russo) e per questo viste male dai ragazzi di buona estrazione sociale, uomini che a loro volta, senza problemi vanno a puttane. Tuttavia quello che mi ha colpito di piu' e' il livello decisamente basso di cultura generale e una scarsa attitudine ed interesse alla conoscenza e nella maniera piu' precisa, nello sviluppo di una certa presa di coscienza di dove si e' e cosa si fa, come se l'isolamento forzato a cui sono sottoposti o costretti -secondo le diverse interpretazioni, si trasforma in una forma mentale di tipo isolazionistica e sulla difensiva. Niente di nuovo se non fosse che stiamo parlando di una citta in pieno sviluppo e di grandi dimensioni, con una rete internet, che seppure lentissima, e' nella posizione di svolgere perfettamente il suo lavoro divulgativo. Tuttavia, preso per vero quello che mi hanno riferito, l'85% delle connesioni internet sono dirette a Facebook. La gente passa ore a guardare le foto di quello o di quell'altro, a spiare cosa fa quello o quell'altro come se non ci fosse di meglio da fare, e onestamente li capisco. L' inverno dura nove-dieci mesi all'anno. Non ci sono molte cose da fare. Un paio di locali, un centro sportivo e un territorio grande quanto l'europa centrale del tutto disabitato. L'alcol diviene quindi uno dei passatempi preferiti dei giovani, soprattutto dei maschi. A detta delle ragazze cn cui ho parlato, il fatto di bere o meno e' al primo posto tra i fattori di scelta di un uomo. Quando io dicevo che bevevo, mi guardavano come dispiaciute. Io cercavo di spiegargli che il modo di bere "nostro" e' molto diverso e, seppur non so quali siano le ragioni, di rado conduce una persona a comportarsi come uno jacuzio quando beve. Loro sostengono che esso dipenda da un fattore genetico. Se un jacuzio beve perde il senno, diventa agressivo e fa di tutto per trovare il modo di picchiarsi con qualcuno. Io all'inizio la prendo per buona non sapendo nulla in proposito. Poi mi informo su internet e non trovo nessun riscontro scientifico se non semplici dicerie propagandistiche. Ne deduco che esso sia una semplice scusa per potersi giustificare e bere di piu'. Ne ho le prove qualche giorno piu' tardi quando in prima persona ho assistito ad una scena da film, tipo "Il Gladiatore", in cui mi sono imbattuto nella stessa persona in due diverse occasioni, prima e dopo l'atto di bere. Una trasformazione in pieno stile "Dr Jekill e Mr. Hyde". Ne ho un'ulteriore prova che non c'e' nulla di fondato in tale diceria, quando decido di fare un a prova scientifica. Compro 8lt di birra e preparo 400gr di pasta aglio olio e peperoncino. Siamo io e colui che mi ospita. Si chiama Egor ed ha 25 anni. Mangiamo e beviamo esattamente la stessa quantita'. Dopo tre ore di esperimento il risultato e' che siamo decisamenti brilli ma nessuno dei due e' ubriaco. L'unica differenza sostanziale e' che io poi me ne sono andato a dormire, mentre Egor, e' andato a comprarsi un altra bottiglia da due litri. Alle quattro del mattino mi sono ritrovato sopra di me i suoi 85kg e il suo bel culone grasso mi ha dato il benvenuto con una bella scureggia in faccia che grazie a Dio non era una di quelle che puzzano ma fanno solo rumore. Al che gli grido di spostarsi e di levarsi dalle balle. Sebbene sia a casa sua la situazione e' surreale. Cazzo lui ha il suo letto. Che cazzo ci fai qui -gli grido nuovamente. Lui nisba. Anzi si concede il lusso di un bel rutino. Chapeau! Ottacinqe chili di pura inamovibilita'. Inutile cercare una qualsivoglia forma di dialogo. Con sforzo riesco a spostarlo sul fianco. Mi alzo e me ne vado nel suo letto dove con sorpresa c'e' una ragazza. Lui e' un manager, anzi e' il top-manager della piu grande compagnia IT della citta': figuriamoci gli altri. http://www.youtube.com/watch?v=nJmWLqqS--A&feature=plcp

A Jakutsk ci arrivo in notturna. A raccogliere lo sventurato viaggiatore ci pensa una ragazza russa, molto bella ma con decisi problemi d'instabilita' emotiva che con grande rammarico scopriro' quando sara' troppo tardi. In tutti i modi grazie a lei finisco ad una festival di musica metal, hard-core. Non che mi interessasse molto, piu che altro volevo vedere che movida tirasse a Jakutsk. Dopo 20giorni di Kolyma, uno ha anche il desiderio di sballarsi un pochino. Al festival ci arrivo con un micro bus e con un forte disappunto per la mia ospite, Maria, che per chissa quale ragione alla fermata del bus sparisce. Si era presa la briga di fare spesa. Comprare cibo e alcolici. Il bus parte tra 5 min. Il primo supermercato e' distante 800mt. Che faccio? Mando a fanculo lei e le sue schizzofrenie e salgo sul bus. Mi ritrovo da solo sul bus senza cibo e una birra. C'e' odore di gran festa tuttavia. Sul posto ci sono alle 17:30. Appena arrivato subito sono adocchiato da quattro ragazzi che prontamente mi si avvicinano con una bottiglia di vodka. "AT KUDA TI (di dove sei?)" "Italiano?" e ouila' ci risiamo. '' DA....DA YA ITALIANEZ" (si. si io sono italiano) - rispondo. Non l'avessi mai detto, dopo mezz'ora il problema "cibo e alcol" poteva dirsi archiviato. Nell'arco di 15 minuti si sparge la voce che ci sia uno straniero. E una situazione surreale e quasi imbarazzante che mai mi sarei immaginato. Vengo letteralmente preso e spinto a conoscere questo e quell'altro. E giu' di vodka. Ogni stretta di mano, ogni tenda in cui finivo era d'obbligo la penintenza alla graminacia piu esclusiva di Russia. Un dovere. Un lento scivolare verso forme di comunicazione sempre piu rozze e primitive. Dopo due ore che sono arrivato al festival ancora non sono riuscito ne a entrare nella zona palco ne a montare la mia tenda. Non ne sono semplicemente piu' in grado. Non solo stortissimo ma non riesco ad avere un minuto da solo, in pace, per riflettere sul da farsi. I jacuti sono delle bestie. Non mangiano e ingurgitano quantita' inverosimili di alcol che Dio solo lo sa come facciano. Ho visto terminare una bottiglia di vodka da un litro senza succo in nove minuti cronometrati. Eravamo in cinque. Io ho fatto piu' che altro da spettatore. Alle nove di sera riesco finalmente ad avere lo carica giusta per montar su la tenda. Mi infilo in una tenda vicina alla mia. Ci sono tre belle ragazze. Per fortuna non hanno che della semplice birra. Mi offrono un sacco di cibo. Mi ci tuffo. La sbornia cala. Riprendo a respirare. La cloche di nuovo salda nelle mie mani. Dopo un ora rinchuso nella tenda protetto dalle tre ninfe dagli occhi a mandorla riprendo decisamente il timone della situazione. Sara anche l' ora che vada a questo festival, visto che il biglietto l'ho pagato e sono ancora nella zona camping. Nemmeno il tempo di uscire dalla loro tenda, congedarmi con gentilezza, e dirigermi verso la mia, che sono preso sotto braccio da due energumeni dalle ascelle pelose e puzzolenti. Mi invitano a bere. Io rifiuto. Loro non desistono e mi tirano letteralmente su di peso portandomi sulle spalle come un fagotto verso la loro tenda. Dieci secondi in cui penso a come uscirne. I miei tentativi "orali" di dissuaderli non hanno nessunissimo effetto. Sono a due metri dal terreno, portato sulle spalle da due jacuti completamente strafatti. Sono in un gione dantesco la cui fine e' programmata per la mattina sucessiva. Non mi do per vinto. Mi gioco il jolly. Riesco ad ottenere di avere per lo meno i piedi per terra. Mi do alla fuga piu' bieca. Entro nella zona del concerto. Ci sono non piu di 30 persone. Mi rendo conto solo allora che in realta' la gente e' li per fare solo del bordello. Mi metto l'anima in pace e cerco di godermela. Poi la svolta. Incontro casualemnte quello che per molti anni e' stato il mio sogno, ovvero trovare una donna dagli occhi chiari ma dal taglio orientale e con la pelle scura. Se non e' esattamente come la pensavo gli si avvicina di brutto. Rimango impietrito e il meglio che sappia fare e' un flebile "ciao". Gli giro intorno con lo sgurado per un po. La osservo a distanza nascosto da un albero. Si chiama Dasha. Il tipo che le sta appiccicato non sembra tuttavia il suo tipo. Almeno e' la sensazione. Decido di andare. O la va o la scappa. Riesco a portare a casa una foto ricordo e il suo contatto in vk.com. Di piu' non mi e' stato possibile fare. Ero SPROVVISTO di dizionario, lei non sapeva una parola di inglese e io non avevo nessuna intenzione d'imbastire una conversazione tipo "Io Chita tu Tarzan" e giocarmela cosi' su due piedi. Dieci minuti piu' tardi vedo un altra creatura meravigliosa. Uno spettacolo. M'INNAMORO IMMEDIATAMENTE....Cristo parla inglese. DAVAI!!! Attacco subito bottone. Si chiama Viktoria e fa la sua parte L'euforia del primo istante si rivelera davvero effimera. Decido di tirarmi la zappa sui i piedi chiedendole l'eta'. Mai mi sarei immaginato una risposta tanto inequivocabile. Aveva sedici anni. Avete capito proprio bene. Aveva solo sedici fottutti anni. In quel momento mi e' davvero crollato il mondo. Tra un afflato ancora decisamente alcolico ho trovato la forza di non prendermela troppo. Ho preso un bel respiro. Ho celato la forte amarezza. Sono rimasto fedele alla mia morale evitando di scendere a patti con i pensieri piu' biechi. Per contro, come se non fosse gia' abbastanza, abbiamo passato le successive otto ore sempre insieme, uno attaccato all'altro, corroso dai piu reconditi e blasfemi desideri, a guadarsi uno negli occhi dell'altro, come dire, mo che cazzo si fa. Al di la di questo, la notte passa. Ad un ora imprecisata della notta incontro per caso la mia ospite, Maria, totalmente fatta che lacrima mezza nuda impreda a convulsioni isteriche. Che aveva qualche problemino lo avevo intuito gia dal pomeriggio ma fino a questi punti. Cerco comunque di aiutarla. Invano. Mi fa il dito medio e se ne va gattonando tra l'erba alta. La rivedro soltanto il mattino seguente in condizioni nemmeno tanto mali. Sono sorpreso. Sempre nel cuore della notte assisto ad uno dei passatempi giovanili- a detta degli Jacuti- piu' in voga del momento: sedersi tutti attorno ad un focolare, bere fino allo sfinimento e poi per chiarire i concetti espressi, gonfiarsi come pomi finche qualcuno non si fa male seriamente. Quando ho visto questa scena, mi sono subito messo in mezzo cercando di capire la situazione, Parlo con uno con cui avevo parlato qualche ora prima. Apro una parentesi. Lui ha 22anni. E' sposato. Parla un discreto inglese ma non e' stato mai al di fuori di Jakutsk. Dice che e' tropppo costoso. E' brutto ma tanto. Gli mancano un paio di denti. Lavora. Assisto ad una radicale trasformazione. In precedenza si era rivelato gentile, accolturato, con un inglese discreto. Mi aveva aiutato piu' volte ad uscire da alcune situazioni al limite della "pacificita' ". Ora, invece si pone duro eni miei confronti, come l'occidentale che viene qua a dettare la legge, a dire quello che e' giusto o no fare. Io gli ho fatto semplicemente una domanda. Gli ho chiesto quale sia il senso di tale violenza. Lui, implacabile, mi dice che lo fanno per dimostrare il loro coraggio. Ora e' vero che questa pratica puo ricordare vagamente molti dei rituali dionisiaci di alcune tribu', ma in quella situazione contigente (un festival in cui la gente va divertirsi), di rituale ci vedevo ben poco, men che meno una prova di coraggio. Io gli rispondo in maniera secca e provocatoria. Gli chiedo perche' non metessero alla prova il loro coraggio per esempio non andandosene in giro per la Russia o per l'Europa in autostop. La risposta non si fa attendere. "Zachem?" ( a che pro?) Ehhh c'ha anche le sue ragioni... d'altronde come dargli torto..la conoscenza non e' un piatto appetibile...smostrarsi il muso non e' poi cosi costoso. Lui si gioca il "rinforzino", e mi mostra l'anulare destro. Una belle fede al dito. ''Ya rabotayu i dva sin" (io lavoro e ho due figli) -mi dice- come se il fatto fosse una condizione ineluttabile piuttosto che una semplice scelta. Amazza che coraggio sta donna a pigliarsi uno cosi'. Lo rivedro ancora una volta alle nove del mattino. Sigaretta in bocca. Alito decisamente pesante. Birra in mano. Mentre ci salutiamo io ripenso a quello che mi ha detto e m'immagino questi due figli come possano crescere allevati da un tipo del genere che si presenta strafatto a casa ed essere contento di essersi menato gratuitamente solo per dimostrare la propria maschilita. Le differenze culturali sono cosi' ampie che ogni moralismo torna indietro come un frisbi. C'e' poco da discutere. Le donne accettano questo fatto. Ne sono le dirette coorresponsabili. Se sono contente loro che facciano un po' come vogliano. Lui non e' un caso particolare. Nemmeno la norma, ma nemmeno piu' di tanto lontano. Lui e' la prova che non esiste nessun fattore genetico che fa dei Jacuti persone piu sensibili all'alcol. Loro semplicemente bevono quantita' di vodka che una persona comune non e' in grado di assimilare in una sola volta. Un tagiko mussulmano, una volta mi disse:" Ma che dici...i Russi bevono? Ma hai mai visto un Jacuto? ". Crescono in un ambiente culturalmente limitato, con dei valori decisamente terra-terra in cui la violenza e' parte integrante della normalita'. Di risse nella mia vita ne ho viste molte ma mai cosi tante e cosi concentrate in poco tempo e nello stesso luogo. E non e' importante se quello che sta davanti a te e' alto due volte te. Se c'e' da picchiarsi fanno la fila per farlo. Le parole vanno attentamente selezionate. Una parola di troppo e scattano come delle molle con i loro petti in fuori da galli cedroni in tempi di accopiamento. Il clima certo non li aiuta, tuttavia se si fa un discorso del genere non si va da nessuan parte. Il giustificazionismo e' una forma puerile di vilta'. Sono piuttosto convinto che se una decina di migliaia di uomini con un minimo di senso civico e con buone intenzioni andassero a Yakutsk, ci sarebbe una emigrazione femminile da Yakutsk a quattro zeri. Direi quasi, la fila. Il giorno dopo m incontro con una ragazza yakuta. Carina. Due lauree alle spalle. Sposata con un cinese. Ventiquattro anni. Vive a Singapore. Parla un inglese perfetto. Si fa due chiacchere aspettando un amico suo che vivie a Jakutsk. Vuole andare in un locale e vuole portarmici. Io dico: " Figo!" Il suo amico non parla inglese. Veste elegante. Una faccia pulita. Saliamo in macchina. Una bella macchina costosa. L'ha comprata usata a Vladivostok. Andiamo a questo locale. Io non ho parole. Se qualcuno ha visto il film "L'impero dei sensi", ecco il posto assomigliava a quello. Una ristorante cinese che faceva anche da disco e piu' che altro da pesca a strascico per vecchi bavosi. Sala centrale bar e pista da ballo. Un sacco di donne sulla trentina abbondante a cercari vecchi ubriaconi con i soldi. Ai lati tante piccole stanzette isolate dove sedersi e mangiare. La musica un misto tra pop e liscio russo - se si puo' dire. I prezzi sono roba da piazza San Marco. Yakutsk e' una citta' cara quanto Mosca.

Immagine

12,5 eur per 1kg di nocipesche


Immagine

9eur per 60 gr di Bresaola

Io non guardo lui, ma guardo lei e mi chiedo come una tipa accolturata come lei possa andare in giro con un elemento del genere. Dopo due minuti molto educatamente faccio presente che io qui non ci voglio stare un minuto di piu. Loro non obiettano. Mi chiedono se voglio andare a casa. Io rispondo che se c' e' un locale carino, io a casa vorrei non andarci. Loro si guardano senza dirsi nulla, poi lui mi fa: "Ci sarebbe un localino. Si chiama Dragon, ma bisogna stare attenti". ''In che senso" -dico io. "Nel senso che e' facile imbattersi in risse e tu come straniero sei un facile obiettivo" -lui risponde con tono pacato. Deglutto un attimo. Capisco dove vuole andare a parare. Dopo aver visto quello che e' successo al festival, mi sento pronto per provare il Dragon. Si va al Dragon. Sono le due passate e sulla porta ci sono "vagoni di gnocca" tirata al lustro che sembrano tutte aspettare di perdere la scarpetta. Sono stracarico. Ancora una volta l'euforia svanisce presto. Una volta entrato sono letteralmente guardato a vista, nel senso che lui e lei passatoil loro tempo a farmi da guardie del corpo. I miei unici momenti liberi sono stati in un paio di occasioni quando, con la scusa di andare al cesso, me ne sono andato a fare un giro per la sala a vedere che aria tirasse. Non che fosse grande ma era bella piena, della gnocca migliore. Musica dance-house su standard europei. Ballabile con un paio di birre. La situazione era la seguente. Centro della pista dominato da sinuose gambe rigorosamente supportate da agili verticosi tacchi a spillo. Ai lati, a chiudere il cerchio i maschi. Avevo la sensazione di essere allo Zoo dove le bestie erano state liberate e si assisteva ad un lento accerchiamento da parte dei predatori. Tuttavia i burberi jacuti sembravano preferire le birre e starsene puttosto vicini al bancone del bar che alle ragazze. Meglio cosi' dico. Almeno campo largo. Nemmeno lo avessi pensato. Lui mi si avvicina e mi dice: " Che non ti venga minimamente l'idea di andare la' in mezzo. Probabilmente hanno un fidanzato da qualche parte al bancone. Qui e' cosi'. Gli uomini bevono e le donne ballano. Se ti avvicini ad una di quelle "sbagliate" puo' scoppiare il finimondo". Minchia che paranoie...ragazzi. Ma come si va a vivere in un paese del genere. Mi avevano costretto di fatto a ballare esclusivamente con loro. Una rottura di colgioni. Ero tentato di andarmene subito. Trovo modo di andarmene un po in giro, libero da quella marcatura a uomo. Passano non piu' di cinque minuti e scoppia una rissa al centro della pista. Sono tutte donne che si menano alla grande. Nessuno interviene. Nemmeno la security. E' puro spettacolo. Chi fa il tifo per quella chi per l'altra. Altro che Zoo, qui e' roba da neuro. Il tipo mi prende sotto braccio e mi porta via di forza in un altra sala. Porco boia -dico io- calma un attimo. Mi fa piacere che ti preoccupi per me ma cosi non ha senso". Di senso, in effetti, c'e' n'era ben poco. Ero li da un ora e non avevo fatto altro che lo spettatore. Per ballare in quel modo con l'ansia che qualsiasi cosa faccessi potesse in qualche modo dare adito a scatenare della violenza, tanto valeva, andarsene. Mi concedono dieci minuti. Ballavo ora in mezzo alla pista circondato da veneri stupefacenti. Avevo tutti gli occhi puntati addosso. Io cercavo silenziosamente di corrispondere a qualche sguardo cercando di carpire chi poteva essere quella giusta, con la dovuta attenzione a quello che succedeva al banco. Un occhio alle gambe. Un occhio al bancone. Nel frattempo i due mi facevano da palo. A raccontarla uno non ci crede. Riesco a scambiare due parole con una tipa ma l'ansia di creare un problema diventa incontrollabile e la tipa si accorge che con la testa sono da un'altra parte.Sparisce. Ci rinuncio. E' ingestibile una situazione cosi'. Il tipo capisce il mio problema. Si offre di farmi da ambasciatore e portarmi fuori da quella stanza la ragazza che avrei scelto. Io lo ringrazio, ma rifiuto la sua proposta. Gli dico che questo non e' il gioco che a me piace. Balliamo una mezz'oretta ancora. Sul fare di andarcene, quasi sulla porta di uscita, ad un certo punto, del tutto inaspettatamente, vengo letteralmente sollevato di 60cm da terra, da due mani che mi prendono da dietro, sotto le ascelle. ImmagineLa seduta di "sollevamento pesi" dura cinque secondi. Durante il primo secondo ho pensato a che cosa stesse succedendo. Al secondo ho immaginato che uno della security per qualche strano motivo, avesse deciso di levarmi di li. Al terzo, l'inimmaginabile. Giro la testa con l'idea che ci fosse un gigante a solevarmi e con icredibile sorpresa, vedo che e' un semplicissimo tappo di un metro e sessanta, che dall'alto di una piattaforma, posta dietro di me a 50cm dall'altezza, mi sta sollevando. Sono frazioni di secondo. Percepisco il suo volto. Uno sguardo da Iena ridens, un corpo da Orango tango e i suoi denti digrignanti da babbuino in calore. Al quinto secondo, complice la gravita' e la mia reazione mi molla . Allora si lancia in un grido stile King Kong alzando le braccia verso l'alto per poi battere i pugni sul petto. Me ne esco in tutta fretta con il dubbio di essere stato al cinema o davvero allo Zoo. Il giorno seguente ricevo un bel messaggio su FB. E' la tipa che tanto mi piaceva e che avevo incontrato al festival. Si e' ricordata di me e mi vule incontrare. Ci si becca il giorno stesso. Mi armo di dizionario e scopro qualche ora piu' tardi come un semplice libricino possa rivelarsi non solo un arma di incredibile utilita', ma trasformarsi in un valore aggiunto che obbliga la comunicazione tra due persone a prendersi dei tempi ben diversi, delle lunghe pause che permettono giochi di sguardi e meccanismi di body language, che usualmente non vengono applicati o a cui non ci si fa caso. Io per primo, sono rimasto sorpreso dell'efficaccia di un approccio del genere, per cosi' dire "morbido". Alla fine risultera' vincente sebbene avesse il fidanzato. E lei a raccontarmi un sacco di cose e a rivelarmi i segreti delle donne yakute, dei loro complessi e della loro condizione di vita che lei stessa reputa molto difficile, dove il concetto di base e' "accontentarsi di cosa passa dal convento". Per via di lei a Yakutsk ci rimango cinque giorni in piu'. D'altronde come poter fare altrimenti. Sara' l'arrivo della Babuska a forzare la mia partenza. A Yakutsk ci ho lasciato il cuore. Dasha e Viktoria me le portero' sempre dentro di me, ognuna con le sue paranoie e i suoi discorsi puerili, formatosi in una dimesioe spazio-temporale pressoche identificabile con il perimetro della citta' stessa. Lascio YAKUTSK un venerdi mattina dopo una notte insonne. Sono in coma. Sbaglio il numero dell'autobus. In realta' il numero e' corretto, semplicemnte non ho fatto differenza tra trolleybus e bus. Finisco non lontano dal porto, tuttavia al porto io devo andare. Spiego il mio problema al conducente. Lui si adopera per aiutarmi portandomi da un suo collega a cui speiga la situazione. Salgo sull'altro autobus. Mi vengono offerti cioccolatini e un pezzo di pane. Il conducente cerca di spiegarmi che al prossimo incorcio io devo scendere e girare a sinistra e prendere il bus 101. Io capisco sette parole, ma quelle giuste per uscire dall'empasse. Prima che scenda, il conducente mi fa cenno di avvicinarmi. Mi offre 200rubli (5eur) dicendomi che sono per il pranzo. Io lo guardo cercando di trasmettergli tutta la stima che ho nei suoi riguardi e in generali per i russi, per il loro modo di vedere gli stranieri, i viaggiatori. Gli rispondo che i soldi non sono cio' di cui ho bisogno. Lui mi sorride e mi apre la porta. La mia avventura a Yakutsk termina con questo gesto di grande umanita', dimostrandomi che anche nella piccola Jacuzia di realta'ce ne sono tante e che riuscire a descrivere cosa sia la davvero Russia e i russi in maniera obiettiva e' pressoche impossibile.

Immagine



FOTO DI YAKUTSK :

http://www.facebook.com/media/set/?set= ... a500e7f5c1
Ultima modifica di lazzurro il 30/08/2012, 17:22, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda flyingsoul » 30/08/2012, 10:07

e io me ne va do ammmaaalleeeeeeeeeeeeeeee!!!!! :lol:

Però, pur non essendoci mai stato devo dire che la siberia come la racconti tu è esattamente come me l'immagino....e preferisco glissare sulle ragazze ;)
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda lazzurro » 30/08/2012, 17:20

flyingsoul ha scritto:e io me ne va do ammmaaalleeeeeeeeeeeeeeee!!!!! :lol:

Però, pur non essendoci mai stato devo dire che la siberia come la racconti tu è esattamente come me l'immagino....e preferisco glissare sulle ragazze ;)



occhio che questa non e siberia....ma Jakuzia :p
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 30/08/2012, 17:22

lazzurro ha scritto:
flyingsoul ha scritto:e io me ne va do ammmaaalleeeeeeeeeeeeeeee!!!!! :lol:

Però, pur non essendoci mai stato devo dire che la siberia come la racconti tu è esattamente come me l'immagino....e preferisco glissare sulle ragazze ;)



occhio che questa non e siberia....ma Jakuzia :p


Si, io generalizzo e intendo siberia tutto ciò che c'è al di la degli urali ;)
Anche se la jakuzia fa parte della siberia orientale ;)
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda Maxdivi » 31/08/2012, 16:27

flyingsoul ha scritto:
lazzurro ha scritto:
flyingsoul ha scritto:e io me ne va do ammmaaalleeeeeeeeeeeeeeee!!!!! :lol:

Però, pur non essendoci mai stato devo dire che la siberia come la racconti tu è esattamente come me l'immagino....e preferisco glissare sulle ragazze ;)



occhio che questa non e siberia....ma Jakuzia :p


Si, io generalizzo e intendo siberia tutto ciò che c'è al di la degli urali ;)
Anche se la jakuzia fa parte della siberia orientale ;)


Clamorosamente son d'accordo con la definizione di Flyingsoul...tutto piu' succere :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Pero'.... :mrgreen: va escluso secondo me il territorio del litorale pacifico e kamchatka....che non e' siberia...ma alla fine l'importante e' capirsi.. :)
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 31/08/2012, 16:32

Maxdivi ha scritto:Clamorosamente son d'accordo con la definizione di Flyingsoul...tutto piu' succere :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Pero'.... :mrgreen: va escluso secondo me il territorio del litorale pacifico e kamchatka....che non e' siberia...ma alla fine l'importante e' capirsi.. :)


CuGGino ingrato! :evil: Non è così clamoroso, lo fai per spacciare sensazionalismo! :mrgreen:
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda solosiberia.it » 01/09/2012, 18:51

per essere precisi la Yakutia (non si traslittera "Jakuzia"; l'ideale sarebbe scrivere Yakutiya) o repubblica Sakha come si chiama ora ufficialmente, fa parte dell'estremo oriente russo (dalnyj vostok) e non della Siberia (nemmeno orientale).

amministrativamente nel dalnyj vostok (estremo oriente russo) rientrano:
respublika sakha (Yakutia)
chukotka (chukotskij avtonomnyj okrug)
amurskaya oblast (regione del'amur)
magadanskaya oblast (regione di magadan)
kamchatskij kraj (kamchatka)
evrejskaya avtonomnaya oblast (regione autonoma degli ebrei)
primorskij kraj (è la regione di vladivostok)
sakhalinskaya oblast (sakhalin e le curili)
khabarovskij kraj (regione di khabarovsk)

scusate...mi avete stuzzicato e ho dovuto rispondere... :)
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 01/09/2012, 18:55

solosiberia.it ha scritto:per essere precisi la Yakutia (non si traslittera "Jakuzia"; l'ideale sarebbe scrivere Yakutiya) o repubblica Sakha come si chiama ora ufficialmente, fa parte dell'estremo oriente russo (dalnyj vostok) e non della Siberia (nemmeno orientale).

amministrativamente nel dalnyj vostok (estremo oriente russo) rientrano:
respublika sakha (Yakutia)
chukotka (chukotskij avtonomnyj okrug)
amurskaya oblast (regione del'amur)
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scusate...mi avete stuzzicato e ho dovuto rispondere... :)



Allora dovresti correggere wikipedia:
La Sacha-Jacuzia (rus. Республика Саха (Якутия), Respublika Sacha (Jakutija) ) è una repubblica autonoma della Russia, situata nella Siberia orientale.
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda Maxdivi » 01/09/2012, 18:56

solosiberia.it ha scritto:per essere precisi la Yakutia (non si traslittera "Jakuzia"; l'ideale sarebbe scrivere Yakutiya) o repubblica Sakha come si chiama ora ufficialmente, fa parte dell'estremo oriente russo (dalnyj vostok) e non della Siberia (nemmeno orientale).

amministrativamente nel dalnyj vostok (estremo oriente russo) rientrano:
respublika sakha (Yakutia)
chukotka (chukotskij avtonomnyj okrug)
amurskaya oblast (regione del'amur)
magadanskaya oblast (regione di magadan)
kamchatskij kraj (kamchatka)
evrejskaya avtonomnaya oblast (regione autonoma degli ebrei)
primorskij kraj (è la regione di vladivostok)
sakhalinskaya oblast (sakhalin e le curili)
khabarovskij kraj (regione di khabarovsk)

scusate...mi avete stuzzicato e ho dovuto rispondere... :)


Anche la jacuzia non e' siberia?? non lo sapevo...gli altri menzionati si lo sapevo.
vabbe' le traslitterazioni lasciano il tempo che trovano...sono arbitrarie...o si scrive in cirillico..pure quelle imposte al greco dall'inglese non le rispettero' mai 8-)
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 01/09/2012, 18:58

Maxdivi ha scritto:Anche la jacuzia non e' siberia?? non lo sapevo...gli altri menzionati si lo sapevo.
vabbe' le traslitterazioni lasciano il tempo che trovano...sono arbitrarie...o si scrive in cirillico..pure quelle imposte al greco dall'inglese non le rispettero' mai 8-)


Conoscendo la tu a avversione alla più grande e completa enciclopedia del mondo suppongo sia superfluo dirti che non avevi sbagliato 8-)
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda latvia » 02/09/2012, 1:31

al di là della traslitterazione ,Jacuzia è una parola italianizzata,come Mosca (che infatti non si chiama Moskvà) o Siberia (e non Sibir)

io comunque preferisco la traslitterazione con la J ad esempio,la trovo più precisa,e lascia la y per la ы. e quindi,Jakutija e non Yakutiya. non mi piace quando,a fondo parola,per aggettivi (ma anche indirizzi ad esempio) scrivono YY (o Y) al posto di ЫЙ. sono due lettere diverse,e non vanno traslitterate con la stessa lettera

per quanto riguarda la questione Jacuzia in Siberia o meno,si,lo è. geograficamente ma non a livello amministrativo. esiste la Siberia geografica (che comprende anche la Jacuzia e tutto l'estremo oriente russo) ed esiste la Siberia amministrativa,che comprende solo la zona centrale
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda solosiberia.it » 02/09/2012, 10:05

wikipedia può essere un aiuto sul momento, ma se si deve fare un lavoro scientifico (tipo tesi di laurea) non viene accettata dagli insegnanti come fonte nella bibliografia, dunque tendo a non tenerne conto per mancanza di requisiti scientifici valutabili e riproducibili.

una mia sterile precisazione personale, non importante: geograficamente la yakutia potrebbe dividersi in due: siberia fino al lena, ad est del lena estremo oriente russo. su un mio atlante russo del 2010 è infatti cosi individuato il dalnyj vostok dal punto di vista geografico, ma è una divisione pratica per far stare la carta nella pagina secondo me, non ufficiale nè mai individuata da nessuno.

forse si potrebbe dire dal punto di vista geografico che tutto il bacino dell'Yenisej è siberia, oltre, con il bacino del lena, si entra nel dalnyj vostok? ma è un dibattito sterile e mi fermo qui.
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 02/09/2012, 10:40

solosiberia.it ha scritto:wikipedia può essere un aiuto sul momento, ma se si deve fare un lavoro scientifico (tipo tesi di laurea) non viene accettata dagli insegnanti come fonte nella bibliografia, dunque tendo a non tenerne conto per mancanza di requisiti scientifici valutabili e riproducibili.


Infatti, se tu sei convinto di quello che dici, ti ho suggerito di correggerla. Wikipedia funziona così.
Quanto ai requisiti scientifici, se ci sono diatribe di questo tipo, si chiedono anche le fonti, per cui diventa scientificamente corretto. Diversamente wikipedia resta attendibile.
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda Maxdivi » 02/09/2012, 13:36

flyingsoul ha scritto:
Maxdivi ha scritto:Anche la jacuzia non e' siberia?? non lo sapevo...gli altri menzionati si lo sapevo.
vabbe' le traslitterazioni lasciano il tempo che trovano...sono arbitrarie...o si scrive in cirillico..pure quelle imposte al greco dall'inglese non le rispettero' mai 8-)


Conoscendo la tu a avversione alla più grande e completa enciclopedia del mondo suppongo sia superfluo dirti che non avevi sbagliato 8-)


solosiberia.it ha scritto:wikipedia può essere un aiuto sul momento, ma se si deve fare un lavoro scientifico (tipo tesi di laurea) non viene accettata dagli insegnanti come fonte nella bibliografia, dunque tendo a non tenerne conto per mancanza di requisiti scientifici valutabili e riproducibili.
.


Esattamente.Resto contrario a wikipedia anche se e quando mi da' ragione :) per le stesse motivazioni fornite da solosiberia ;)
"Piu' completa enciclopedia del mondo" mi sembra una parola grossa ;) ...soprattutto nei confronti dei milioni di scrirttori e studiosi cartacei venuti ben prima di internet..

solosiberia.it ha scritto:forse si potrebbe dire dal punto di vista geografico che tutto il bacino dell'Yenisej è siberia, oltre, con il bacino del lena, si entra nel dalnyj vostok? ma è un dibattito sterile e mi fermo qui.


Non ho i miei atlanti ( compreso anch'io quello russo che mi fu regalato anni fa 8-) ) qui per verificare e dare una ripassata...magari a tempo perso lo faro' un giorno giusto per curiosita' e sfizio personale..sapete che sono un patito di queste minchiate 8-)
Sappiate pero' che ,come diceva Latvia, prediligo la divisione geografica delle zone a quella amministrativa..per gusto personale ed anche perche' le divisioni amministrative si possono cambiare..quelle geografiche no :) .
la Jacuzia io l'ho sempre considerata siberia...i territori litoranei bagnati dal pacifico come estremo oriente..ma posso anche essermi sempre sbagliato ;)
D'accordo anche sulla scarsa utilita' della cosa ai fini del racconto/discorso......sono semplici nozioni che rimangono li'.
Ma in fondo e' come quando con gli amici si discute degli errori arbitrali delle partite della domenica...il risultato della partita non cambiera'...ma e' comunque bello chiaccherare con degli amici ed esprimere le diverse visioni di uno stesso fatto :D
Insomma non e' un dibattito su chi ha ragione e chi no...ma solo una chiaccherata da intermezzo al racconto..almeno io la vedo cosi'....
torniamo a Yakusk..Jakusk...quello che sia :) ...l'importante e' che ci capiamo.. :D
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