con manovra aggirante le compariro' da dietro, chiudendole gli occhi: sara' una bella sorpresa. Cosi' faccio e nostante io sia atteso, l'accoglienza e' strepitosa, urletti di giubilo ed abbracci multipli. Mi sento un po' rockstar con le groupies. Questa e' ovviamente la ma soddisfazione piu' grande, aver lasciato un gran ricordo di me nei cuori e pensieri di amici lontani qui e li' per l'europa...anche a distanza di anni. Sono felice. Porto sempre un regalino, nel caso una mini tazza romana presa a fiumicino, minuscola ma simpatica, adatta all'occasione, affermo in serbo massimese, il famigerato serbese: " Veceras samo malo pivo"
.L'obiettivo e' ora quello di bere qualcosa, dopo le presentazioni con un tedesco Mathias Maioneseer ( per via del cognome originario del ragazzo ) ed un serbo Milos. In flila indiana ripercorriamo il mare di corpi, addirittura vengo preso per mano dall'amica...mentre il fratello rimasto dietro Milos si perde piu' volte ovviamente
. Il trenino dovro' fermarlo piu' volte. Le marche piu' famose mi vengono descritte come costose, siamo dunque diretti alla Black Turtle, dove servono birra ai mirtilli, gia' assaggiata qui la bellezza di sei anni fa. Qui c'e' un po' di spazio per chiaccherare del piu' e del meno con gli amici vecchi e nuovi...e si radunano altri stranieri gia' noti al gruppo. Si tratta di un andaluso, Alvaro Falso Nueve, di Siviglia, con la maglia della roja numero nove appunto, somigliante in realta' piu' al figlio pelato di Gheddafi che ai calciatori
e di un catalano di barcellona, senza infamia e senza lode...poco personaggio, non ricordo il nome..lo chiamero' in maniera del tutto arbitraria il Jordi Cualunque...prorio perche' anonimo nello stile. Faccio notare come siano presenti stranieri in buon numero qui al Beer fest..in poco tempo gia' visti tedeschi e spagnoli. Fatto improbabile anni fa...eravamo noi gli unici stranieri. Vengo invitato dall'amica a ripetere questo discorso anche al tedesco, che non ci credeva. La gente si stupiva per strada a quei tempi...gli anziani ci ringraziavano della visita. Il giorno dopo anche l'amica mi ringraziera' per "aver avuto il coraggio di venire in Serbia anni fa"....le rispondero': " non e' coraggio se si sa quello a cui si va incontro".
Il tedesco tuttavia non e' nuovo di questi posti, e' gia' stato nel 2009, e' un viaggiatore, allacciato all'erasmus, ha fatto Guca quest'anno, Belgrado e l'indomani andra' a Budapest. In questi giorni e' al Garda. Che dire beato lui come tutti quelli che possono viaggiare con frequenza e a lungo.
pertanto nulla da segnalare su questo fronte. Il fatto di queste presentazioni e' di per se' abbastanza normale in Serbia, almeno a Belgrado. I serbi sono un popolo che ama il contatto umano diretto e se si e' in una cerchia di amici immediatamente si puo' venir circondati, anche da donne, il che non significa necessariamente che vi sia un interesse fisico. Non serve neanche eseere introdotti, basta essere in presenza di un amico/a in comune e potrebbero essere proprio gli altri/e a venire da voi in assalto. Questo fatto sinceramente mi e' capitato di piu' con le donne. Al contrario amano poco le corrispondenze o i rapporti virtuali o a distanza in genere, sempre che non vi sia un'amicizia solida alle spalle. Farsi nuove conoscenze serbe tramite web e' ad esempio un'impresa incredibilmente ostica a maggior ragione per un non serbo...e' come dover entrare in un clan. Personalmente ho difficolta' ad allargare la cerchia da qui, nessuan difficolta' in loco. Per fare nuove conoscenze sul posto autonomamente, senza la "scia di amici" dipende piu' che altro di chi incontri, dalla situazione, da come ti presenti, ci sono tante variabili. Il contatto diretto e' fondamentale...ed uff...quanto si chiacchera in questo paese.."non si sputa mai per terra" direbbero dalle mie parti.. 
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