E' un periodo piuttosto travagliato, di transizione fra un passato che non avrei mai pensato di dovermi lasciare alle spalle e un futuro ancora completamente nebuloso. Decido di sfruttare il ponte del 25 aprile/Primo maggio per un viaggetto solitario all'insegna dell'introspezione: la meta, scelta con il criterio del quale-volo-ryanair-costa-meno, è Volos. Una volta lì, si vedrà.
25 aprile - incontri casuali
Spulciando i vari siti ho maturato l'idea di avventurarmi a piedi sul monte Pelio, coperto di boschi e sedicente dimora dei Centauri, che si staglia verde e massiccio ad oriente di Volos. Ovviamente, non ho la benchè minima preparazione fisica nè tantomeno l'equipaggiamento per affrontare un trekking. Assemblo uno zaino alla bell'e meglio, punto la sveglia alle sei ed eccomi, la mattina del 25 aprile, calcare le vie in direzione della stazione Principe con ai piedi le fide reebok verdastre. Nello zaino un paio di cambi, un sacco a pelo, un'amaca e poco altro. Non ho neanche una torcia, per fortuna per i cinesi di Sottoripa la Liberazione deve ancora arrivare e riesco a procurarmene una (pessima, scoprirò poi). Mi presento in stazione in larghissimo anticipo; per ammazzare il tempo mi lascio volentieri intortare da una coppia di vecchiette desiderose di testimoniarmi l'infinità bontà di Geova. La tenzone dialettica dura una buona mezz'ora, al termine della quale ciascuna parte si ritira senza essersi smossa di un millimetro dalla posizione originaria. E' ora di prendere il treno.
Flash forward fino ad Orio, dove m'imbarco senza problemi. La trasvolata scorre liscia e l'approccio scenografico dal mare al minuscolo aeroporto di Nea Anchialos mi consegna in perfetto orario alla terra ellenica.
Il bus della locale KTEL, i cui servigi imparerò ad apprezzare nei giorni a seguire, mi deposita nel centro nevralgico della città - non è vero: in realtà non c'è nulla a parte le due stazioni dei bus (urbano e suburbano), l'ufficio del turismo e un supermercato, ma questo è esattamente ciò di cui ho bisogno, quindi... Mi precipito all'ufficio informazioni dove una ragazzina paffuta dalle enormi tette - visibilmente entusiasta di trovarsi di fronte il primo ed unico visitatore della giornata - mi consegna una lista degli alberghi della città e mi ammannisce una serie di lepide informazioni sui dintorni - nulla che non fosse già sulla brochure raccattata in aeroporto, ma il contatto umano fa sempre piacere.
La saluto calorosamente e ignoro il consiglio finale di lasciar perdere gli alberghi a una stella - anzi, mi dirigo decisamente verso il più prossimo di essi.
L'alberghetto affaccia sulla strada principale, a ridosso del porto. La signora parla inglese come io parlo greco, ma con un po' di buona volontà e un bloc notes per scrivere le cifre riusciamo ad accordarci. L'hotel Argo sarà la mia casa per stanotte.
Esco nuovamente e compro un minimo di viveri, un coltellino e una mappa (l'ottima Terrain "Kentriko Pilio 1:25000", che ho sott'occhio anche in questo momento per ricordarmi i percorsi), poso la spesa in camera, pianifico il tragitto dell'indomani e mi tuffo nella Volos by night.
L'animo greco non finirà mai di stupirmi: è mercoledì, c'è la crisi, siamo in mezzo a una campagna elettorale tesissima, eppure il lungomare coi suoi dehors trabocca di gente intenta a bersi l'aperitivo o l'immancabile frappè. Faccio un giretto, addento un gyros comprato alla rosticceria del quartiere, dove tento di tirarmela con le tre parole di greco che conosco ma vengo sgamato prima ancora di aprir bocca, e poi si torna in albergo. Domani sveglia presto, direzione Kalà Nerà.
La chiesa grande (Aghios Nikolaos?)
Non filosofeggiare, lotta!