La mia Cina

In questa sezione del forum si può discutere, postare notizie e chiedere informazioni riguardo le proprie esperienze, emozioni ed avventure di viaggio.

Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 21/01/2013, 14:24

Usciti dal quartiere tibetano, verso le 8, vediamo un bel po’ di gente che entra nel ristorante e così decidiamo di andarci anche noi.
Il ristorante è pieno e dopo un po’ di coda ci sediamo al tavolo. Qui prendiamo qualche raviolo di accompagnamento, Teri dell’anatra affumicata e io provo la carne di Yak.
Tutto molto saporito, forse un po’ troppo però non male dai.

Tornati in ostello, ci docciamo e ci rilassiamo un attimo al bar dell’ostello bevendo qualche birra..e verso le 10 usciamo.
Puntiamo secchi ad un locale trovato su internet che si diceva frequentato anche stranieri, il Club Panama.
Il taxista ci lascia davanti a una piazza con intorno una specie di minicentro commerciale a due piani; è presto per le nostre abitudini ma il posto è già bello pieno.
Prima cosa, pit stop in bagno… è un cesso pubblico e l’odore che esce è una cosa mai sentita prima, quasi da svenire, è senza dubbio il bagno più sporco in cui sia mai stato.
Corsi fuori iniziamo a muoverci per il locale.. è piccolino; c’è un bancone laterale, una pista da ballo, televisori con programmi occidentali sulle pareti e dei tavolini appena fuori.. sembra un mini discopub nostrano.
Come gente c’è un po’ di tutto.. alcuni ragazzi/uomini occidentali, delle turiste americane e delle ragazze cinesi.
Prendiamo le prime birre e studiamo la situazione; notiamo che siamo marcati a uomo da due giovani ragazze, una molto molto carina con la giacca rosa, se ci muoviamo da una parte loro subito ci seguono.. però ci manca ancora lo spunto del cobra e non affondiamo il colpo.
Forse l’età media non altissima (intorno ai 20-25 anni) ci spinge a muoverci dal locale in cerca di fortuna.
Così alle 11 prendiamo un taxi verso la discoteca Babi (altro locale che avevo trovato su internet), il taxista non la conosce e utilizzando le mappe provo ad indicargli il posto.. niente da fare, giriamo a vuoto lungo strade deserte e buie.
Scendiamo dal taxi e proviamo a chiedere a un giovane ragazzo, ci dice di seguirlo e prendiamo un taxi con lui (lo stesso che ci aveva portato lì e che furbamente non si era mosso) e alla fine il giovane ha scroccato un passaggio fino ai suoi amici e ci ha mandato in una zona a sud della città.
Questa zona effettivamente è piena di locali, però ci da l’impressione di non essere molto accogliente.
Qui non ci sono occidentali, nei bar son tutti seduti e la discoteca Babi è vuota.. Niente, ci muoviamo di nuovo e visto che siamo per strada ci fermiamo allo Shamrock per vedere la situazione.. il locale è mezzo vuoto e troppo tranquillo e quindi optiamo per tornare al Panama.

Dopo aver perso 1 ora in giro per la città arriviamo al Panama a mezzanotte, con piacere notiamo che è ancora più pieno e che di fianco si è animato anche un secondo locale.
La birra scorre a fiumi, la serata scorre veloce e intorno a noi si vedono le scene più assurde.. occidentali al tavolo con cinesi, alcuni ragazzi di colore che vengono rimbalzati dalle cinesi e ripiegano sulle turiste americane, rapper orientali..c’è un po’ di tutto.
Alle pareti poi stanno facendo vedere in diretta la partita Juventus-Napoli, Teri si fa un po’ distrarre e mentre beve birra da un po’ d’attenzione alla pista e un po’ al match della sua squadra.
Io mi fermo a parlare con una ragazza a bordo pista e ad un certo punto sento una persona che mi prende per la camicia, mi strattona, mi urla nell’orecchio… non capisco cosa succeda, magari il fidanzato geloso o un amico ubriaco… lo guardo bene in faccia, è Teri che esulta come il peggiore degli Ultras per il goal della Juve..
Io cerco di mantenere un aplomb inglese e continuo a parlare con la ragazza facendo finta di nulla ma ovviamente lei scoppia a ridere per la scena.
Ci muoviamo tra i due locali e quando torniamo rivediamo le tre spagnole della sera prima ma quando sto per andare da loro mi appare di nuovo lo Chuck Norris della sera precedente..è un illuminazione.. e no, son in Cina e devo conoscere le cinesi.
Vado a prendermi un Cuba e torno in pista, Teri rimane lì e finisce a parlare con un gruppo di ragazzi e ragazze occidentali tra cui le spagnole (che in realtà sono portoghesi).
Così da solo aggancio due ragazze e finisco con il passare il resto della serata con una di queste che tra le varie cose mi chiede quante ragazze ho in Cina.

Verso le 4 e mezza riappare Te-ri, propone di seguire il gruppo al Karaoke e di portare anche le mie amiche cinesi.. Per convincermi si mette a cantare canzoni italiane usando il famoso “sciambadule .sciambadula” di Eros Ramazzotti.
Mi viene in mente che alla mattina la sveglia suonerà alle 8 per andare al Qingcheng, e alle 5 il gruppo occidentale cambia idea e decide di optare per un McDonald… le cinesi decidono di andare a casa e noi quindi torniamo nel nostro ostello.
Il nostro gioco alla Luis Enrique non ha portato i frutti sperati.

In taxi, quando tutto sembra tranquillo e siamo in fase relax, un pazzo ubriaco si butta in mezzo alla strada a dorso nudo e urla qualcosa al taxista.. andiamo a dormire e penso che questa è una città di pazzi!


21 ottobre Qingcheng

E’ domenica sera, siamo appena tornati da cena e siamo abbastanza stanchi; oggi siamo stati al Qingcheng, una montagna taoista un po’ fuori Chengdu che, nonostante non fosse nel programma originario, ci è piaciuta parecchio.

La giornata, come era prevedibile, è iniziata abbastanza in salita.. l’essere andati a dormire alle 5 e mezza dopo una serata di livello fa si che, quando la sveglia è suonata solo 3 ore dopo, non siamo così freschi e riposati.
La doccia rigenerante e un’abbondante colazione ci ridanno un po’ di energie e alle 9 e mezza siamo già alla stazione dei treni per muoverci.
La nostra idea era di prendere il moderno e veloce treno che nel giro di 20-30 minuti ci avrebbe portato ai piedi della montagna; però non abbiamo valutato il fatto che è domenica e che quindi chi può cerca di fuggire dalla città verso le mete più tranquille.
Di conseguenza non c’è neanche un posto libero, tutti i treni sono già full e noi dobbiamo cercare un’alternativa.

Leggendo la guida si parla di un bus che ci metterebbe un’oretta, così corriamo in metro verso la stazione degli autobus e proviamo a vedere se c’è veramente e se riusciamo a prenderlo.
Mentre ci avviciniamo alla stazione notiamo come la città sia ancora ferma, è la prima volta che vediamo un luogo in Cina così tranquillo, non c’è traffico, la gente sui marciapiedi è poca, sono aperti solo pochi negozietti..
Siamo sfortunati, l’ultimo bus è partito una decina di minuti prima del nostro arrivo.. son già le 10 e mezza e incominciamo a pensare che oggi non è giornata, ci va tutto storto.
Però ormai siamo in piedi e quindi cerchiamo di organizzarci. Ci mettiamo d’accordo sul provare a prendere un taxi per l’andata e al ritorno ci penseremo poi una volta arrivati là; stabiliamo un budget massimo di 200 yuan (25 euro) e chiediamo al primo taxista fuori dalla stazione.
Gli chiedo quanto vuole e lui mi dice.. 170 yuan.. io faccio la mia solita faccia sorpresa ed indignata e gli dico che è troppo.. e dopo una rapida contrattazione arriviamo a 150.
Nell’oretta di tragitto crolliamo nel sonno e ci svegliamo solo quando siamo quasi arrivati.

Arriviamo e capiamo come mai il Qingcheng è una delle mete preferite dagli abitanti di Chengdu per il weekend; nonostante la presenza di molta gente il posto è veramente tranquillo, la natura, il camminare in mezzo al verde, il laghetto e la pace dei diversi templi rendono veramente piacevole la camminata.
L’unica cosa è il costo d’ingresso, pazzesco per gli standard cinesi; ma almeno i biglietti d’ingresso sono belli, sembrano quasi delle cartoline con raffigurate le immagini principali dell’attrazione.. da conservare!

Comunque noi siamo partiti vestiti da montagna, sembravamo quasi due testimonial della North Face, però le gambe in salita risentono della fatica dei giorni precedenti e soprattutto del sabato sera appena passato; così quando veniamo superati da una ragazza in infradito capiamo che per arrivare alla vetta non possiamo contare sulle nostre gambe ma dobbiamo appoggiarci alla traghetto prima e alla funivia dopo.
In questo modo arriviamo a metà montagna e da qui iniziamo il nostro percorso a piedi.
Notiamo subito alcuni punti di sosta che sembrano usciti da un dipinto, i tetti sembrano fatti sulla falsariga di quelli della Città Proibita e alcuni anziani si riposano parlando e ascoltando il rumore di un fiumiciattolo lì vicino.
Salendo il nostro ritmo migliora, superiamo alcuni venditori ambulanti di frutta e attraversiamo i diversi templi che si propongono a noi.
Anche questi cambiano man mano che saliamo, quelli in basso più che a un ruolo religioso assomigliano a dei moderni bazar dove i cinesi comprano un po’ di tutto… statuette, candele, nastri rossi e braccialetti; invece in quelli più alti son meno sfarzosi ma sicuramente più dedicati alla preghiera.

Qui poi facciamo forse uno dei migliori pranzi fatti finora; a metà scalata, dietro a un tempio, vediamo un’antica struttura.. facciamo un giro e troviamo un mini bar dove vendono acqua e altre bibite, osserviamo meglio per trovare qualcosa da mangiare e notiamo una sala con dei tavoli e una cucina.
Ci avviciniamo e proviamo a chiedere alla signora cosa si può mangiare; ovviamente lei non parla inglese e ci da un menu scritto solo in cinese.. rimaniamo un po’ perplessi finchè non ci porta in cucina e ci dice di dirle cosa volevamo.
Con piatto in mano le indichiamo dei noodles, diverse verdure e altri condimenti che consegniamo al cuoco che ce li spadella in tempo reale.
Insieme a questo prendiamo anche la classica ciotola di riso bianco da un grande contenitore in legno.
Mangiamo così il nostro pasto, con il verde tutto intorno e la tranquillità del luogo in ambiente modesto ma piacevole, forse in uno di quei posti che si sognano prima di partire per un viaggio del genere.
Ps. Il tutto ci è costato 50 yuan in 2, quindi 3 euro a testa.

Rifocillati, riconquistiamo le energie e arriviamo facilmente in vetta; superiamo anche dei cinesi sudatissimi in canottiera (che va molto di moda) e ci godiamo questo spettacolo.

Sotto di noi si vede solo la strada che ci ha portato qui, tutto il resto è avvolto nella nebbia, sembrava quasi di essere sopra una nuvola e alla sensazione di magia e mistero si unisce quella di misticismo.
Sentiamo l’odore dell’incenso delle candele e a colpirci, più che il tempio, sono i tantissimi nastri rossi appesi un po’ ovunque.. sulle scale, sulle piante, sui tetti, questi nastri di un rosso accesso sono i desideri o le speranze di tanta gente che è arrivata qui prima noi.. rimaniamo senza parole.
Scendiamo con una soddisfazione e una pace interna pazzesca e pensare che qui non dovevamo neanche venirci.
La discesa la facciamo tutta a piedi, niente funivia e il percorso ci porta praticamente in mezzo a un bosco e a fare il giro del laghetto prima di arrivare alla fermata degli autobus.
Ora si pone il problema del rientro a Chengdu.
Seguendo la Lonely rifiutiamo le varie esose offerte di taxisti improvvisati e prendiamo il bus che ci porterà dall’ingresso della montagna alla cittadina poco distante.

Arriviamo alla stazione dei treni e cerchiamo di vedere se c’è un posto sul treno veloce, ma è tutto pieno e i primi posti ci saranno solo dopo 3 ore.
Così torniamo alle fermate degli autobus e proviamo a chiedere alla gente il primo bus per Chengdu.
Grazie all’aiuto di una giovane ragazza compriamo il biglietto e aspettiamo il nostro mezzo.
Lentamente fa buio, intorno a noi tutta gente del posto che pazientemente aspetta.
E’ curioso che prima di salire l’addetto che ci aveva venduto il biglietto ci fa mettere in ordine e in fila.. i primi a salire saranno anziani e le donne con bambini piccoli in braccio e dopo si procede in ordine d’acquisto del biglietto.. praticamente chi prima ha comprato il biglietto ha diritto a salire e a scegliersi il posto preferito.
Anche qui, come a Xi’an, gli ultimi vengono fatti sedere su dei sgabelli messi in mezzo nel “corridoio” del bus.
Dopo 1 ora veniamo mollati in periferia, al capolinea, però c’è la metro e con questa rientriamo in ostello.

In ostello ci rilassiamo un po’, poi è domenica sera e, anche volendo, non ci sarà niente di interessante da fare.
Andiamo allo Shamrock giusto per mangiare un buona bistecca e una birra fresca.. oltre a noi c’è poca gente, qualche faccia già vista che guarda le partite di calcio alla tv e basta; così finito di mangiare torniamo subito a dormire.

Prima di spegnere la luce in ostello, buttando giù le sensazioni odierne, ho riflettuto su come sia dura per un occidentale lavorare qui in Cina, in un ambiente totalmente differente da noi e che alla fine si è quasi costretti a cercare un luogo famigliare e a cercare il contatto con gente che è nella tua stessa situazione.. sicuramente non è facile.

Vabbè, domani mattina si dorme un po’ di più, lasceremo l’ostello per l’Emei Shan.. buona notte
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Re: La mia Cina

Messaggioda vilmer7 » 21/01/2013, 14:45

bel racconto Obe!
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Re: La mia Cina

Messaggioda Leia74 » 21/01/2013, 16:02

Bellissimo!! Ma qualche fotina?? :-)
Le mie foto:
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Latest trips: Piemonte in dettaglio (pure troppo, ago 2017-mag 2019), New York + Boston (mar 18), Bretagna e Normandia in moto (ago 18), Svezia centrale (ago 2019), Parchi USA Ovest (dic 19-gen 20)
Next: ???
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 21/01/2013, 17:11

Grazie!! :D

Per le foto, le ho caricate solo sul mio blog (vedi mia firma). Dove c'è lo stesso racconto con qualche immagine
Anzi, stase ne caricherò di nuove
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Re: La mia Cina

Messaggioda geom.Calboni » 22/01/2013, 16:58

obe ha scritto:Se Pechino è iperattiva qui non è da meno; forse è meno curata o pulita, ma quello che mi è piaciuto è stato il contatto con la vita reale visibile nei mercati e non centri commerciali moderni che stanno sorgendo come funghi.
Capisco quella voglia di nuovo ma spero non si tramuti in una brutta copia dell’Occidente, come potrebbe essere una finta borsa louis vuitton.

Con parole differenti ma è quello che predico da anni :)

Bell' itinerario e bel racconto ;)
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 23/01/2013, 14:56

22 ottobre Chengdu – Emei Shan

La giornata odierna è stata la prima di transizione, nel senso che più che per visitare posti è servita per riordinare un po’ le cose e muoversi verso la prossima meta dove ci attende la trasferta all’Emei Shan e a Leshan.

La sveglia è suonata finalmente un po’ tardi; un po’ di riposo era necessario dopo i ritmi infernali tenuti da quando siamo partiti e la lunga dormita non è mai stata così rigenerante.
Alzati e docciati prepariamo lo zaino per questi 2 giorni via, lasceremo la valigia nel deposito bagagli dell’ostello e viaggeremo solo con quello; approfittiamo anche della lavanderia e molliamo lì un bel pacco a testa di indumenti in modo da trovarli puliti al nostro ritorno.

Il resto della mattinata invece la utilizziamo per ritirare la caparra dell’auto che avevamo versato prima di partire per il tour a Tagong, tour poi cancellato per le cattive condizioni della strada.
Prendiamo la metro e per arrivare all’ostello dove aveva base il tour dobbiamo camminare una mezz’oretta.
E’ una zona nuova, i negozi tutti uguali si alternano come nel resto della città (ma vendono tutti le stesse cose.. come fanno a vivere?!?!). Durante questa camminata vediamo come i venditori di cibo siano presi d’assalto dalle scolaresche, praticamente al posto che andare in mensa gli alunni vengono portati qui.
I ragazzi/e poi sono tutti vestiti uguali, ma non portano un’uniforme da college inglese ma hanno una tuta con scritto sul retro l’anno scolastico.. forte!
A fatica, e dopo aver chiesto a molte persone, abbiamo trovato l’ostello e qui ci aspetta una sorpresa.. secondo loro tra commissioni bancarie e tasse d’importazioni del mio bonifico originale di 120 euro ne rimangono solo 85. Non è tanto, ma sul momento mi son girate veramente… 35 euro buttati per un tour annullato.

Avendo ancora un po’ di tempo, verso mezzogiorno ne approfittiamo per visitare il tempio buddista di Wenshu.
Anche qui sono due le cose che ci colpiscono.. la pace e la tranquillità all’interno del tempio e le strutture commerciali che hanno costruito appena fuori.
In particolare è quello che c’è all’esterno che ci stupisce; hanno ricostruito un piccolo quartiere con negozi e punti di ristorazione con strutture “antiche”, ma che si nota subito che sono moderne e appena rifatte..
Penso che i Cinesi abbiano imparato in fretta il business del turismo capendo che i luoghi religiosi possono diventare una bella fonte di reddito.
Comunque il tempio, all’interno, merita la visita; ancora incenso, diversi Buddha e tanto tanto verde.
Nel parchetto poi è facile incontrare anziani che si rilassano chiacchierando tra loro in mezzo a piante, bonsai e pappagalli in gabbia.
Finita la visita, decidiamo di mangiare qualcosa prima di partire.
Ci sediamo in uno dei tanti punti di ristoro e scegliamo un po’ dal menu…..ravioli, noodles un poco piccanti e gamberi gratinati… un ottimo pranzo!

Alle 3 è ora di lasciare Chengdu; in metro, quando passiamo i nostri zaini nel metal detector le giovani poliziotte ridono, il tizio davanti a me paga il biglietto con lo smartphone; questa è la Cina.. ultra moderna, timida e antica nello stesso tempo.

Il bus per Emei parte alle 4 puntuale e il tragitto durerà un’oretta; siamo abbastanza stretti e osservando dal finestrino vediamo la città che lascia spazio alla campagna.
Si vedono contadini che lavorano a terra a mano o che camminano rientrando a casa.. anche se in questo momento il tramonto mi da un po’ di nostalgia.
Quando ormai è buio sentiamo l’autista del bus che ci chiama, tutti ci indicano e ci fanno gesti per farci scendere.. all’inizio non capiamo ma poi comprendiamo che quella è la nostra fermata.
Cavolo, se tutta la gente se ne fosse infischiata chissà dove saremmo finiti; invece arriviamo, anche grazie ad un taxista abusivo, al nostro alloggio a Baoguo, il paese ai piedi del monte, la location perfetta per partire domani mattina.

Ci sistemiamo nel nostro hotel e grazie ai consigli del proprietario organizziamo la scalata del giorno successivo.
Docciati usciamo a mangiare qualcosa, del resto Baoguo è veramente minuscola e tutti i ristoranti son nella stessa via.

Gironzolando ci imbattiamo in alcuni signori di mezz’età, ci fermano parlando in cinese e continuano a guardarci come per dire “ma non capisci?”.
Nel frattempo si avvicinano anche due giovani ragazze, una delle due parla inglese e ci fa un po’ da traduttore, appena dice ai signori che siamo italiani questi si mettono a parlare e uno fa come per calciare qualcosa…. dice Juventus ..quando io indignato dico ..”no… juventus no….” Lui mi fa “napoli?”… io provo a convincerlo che son del Torino, ma va bene così
Comunque facciamo delle foto con loro e chiediamo aiuto alla ragazza anche per ordinare da mangiare.
Noodles freddi (mai assaggiati prima), ravioli e qualche spiedino possono bastare (a 5 euro per entrambi, birra compresa), domani c’è la grande scalata!

Ora siamo in camera a riposare, riflettendo posso dire che una mia opinione su questo popolo me la sono fatta..
Alla fine son un po’ zozzi ma sempre con civiltà, quasi sempre sorridenti e molto ospitali.
Altra cosa che ho imparato in questi giorni è il modo in cui dare il denaro nel momento in cui si paga; sempre con due mani, quasi come per porgerlo a chi ti sta di fronte.. è una cosa che d’ora in avanti cercherò sempre di fare, per rispetto ai luoghi che mi stanno ospitando.. è il minimo.
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Re: La mia Cina

Messaggioda flyingsoul » 23/01/2013, 15:33

obe ha scritto:…. dice Juventus ..quando io indignato dico ..”no… juventus no….” Lui mi fa “napoli?”… io provo a convincerlo che son del Torino,


In fondo tu abiti a Torino o a Juventus(tu in senso lato ovviamente)? ;)
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Re: La mia Cina

Messaggioda Leia74 » 23/01/2013, 22:47

La cosa del porgere gli oggetti (non solo il denaro) con due mani c'e' anche in Giappone.
Bellissimo racconto!!! Non vedo l'ora di sentire come prosegue!!!
Le mie foto:
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Next: ???
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 29/01/2013, 14:47

23 ottobre – Emei Shan

Eccoci di ritorno dall’Emei Shan, stanotte dormiamo ancora a Baoguo e domani mattina si parte presto verso Leshan.

Diciamo subito che la scalata all’Emei Shan è stata un po’ deludente, forse è perché le nostre aspettative erano alte o comunque ci immaginavamo un posto un po’ differente.
Molto bello il verde, l’ambiente religioso e la natura circostante però questa località ha un difetto, è ultra-frequentata e quindi alla fine passi gran parte del tempo in mezzo a comitive di turisti che seguono la loro guida che parla ad un microfono con tanto di cassa audio portatile.

Noi ci aspettavamo un posto molto più tranquillo, una scalata da fare con poca gente che avrebbe pregato nei vari monasteri presenti.. quindi più una camminata religiosa in mezzo a questa natura.. e purtroppo non è quello che abbiamo trovato.
Nel complesso comunque una visita vale lo stesso la pena di farla perché comunque posti affascinanti se ne trovano (soprattutto la vetta).

La sveglia è suonata presto, 6 e mezza e dopo una colazione abbondante andiamo alla vicina stazione degli autobus per prendere il bus che ci porterà ai piedi dell’ultima salita.
Il viaggio durerà un paio d’ore e prima di arrivare al Leidongping point (a 2400 mt) facciamo un paio di soste.
La prima per prendere il biglietto d’ingresso al parco (che costa veramente un botto!) e la seconda per sgranchirsi un po’ le gambe e sfruttare alcuni venditori ambulanti e negozietti per le ultime cose; alcuni ne approfittano per giocare a badminton e noi curiosiamo tra le bancarelle.
Tra le cose particolari che troviamo in vendita ci sono i Noodles istantanei (delle confezioni monodose che riscaldano da sole in pochi minuti prima di aprirle), le lattine di RedBull e i tanti venditori di bastoni di bamboo o di mantelline per il freddo.
La giornata non è limpida e man mano che saliamo vediamo la strada sotto di noi che scompare nella nebbia.

Scesi dal bus iniziamo la salita verso il Jieyin Hall, intorno a noi tanta tanta gente e non solo.
Infatti richiamati dal cibo accorrono sul percorso delle scimmiette… le vedi che afferrano cibo e rubano bottiglie di bevande ad alcuni turisti.
Saltano da un ramo all’altro e poi si mettono a bere dalla bottiglia rompendo con le unghie il fondo delle stesse. Che brutte!

Lungo questa parte del percorso ci sono ancora venditori ambulanti, alcuni propongono dei funghi dalle forme particolari che di certo non ispirano granchè dal punto di vista culinario; oltre a loro ci sono dei “faticatori” con delle lettighe che si propongono di portarti in cima alla vetta senza fare nessuna fatica.
Vediamo l’ora, e se vogliamo completare il nostro itinerario dobbiamo appoggiarci alla funivia.. ci sentiamo un po’ sconfitti, ma alla fine si è rilevata la scelta migliore per star dentro nei tempi.

Così arriviamo a 2900 mt e possiamo fare l’ultimo pezzo prima della vetta, il Golden Summit.
La vetta ci fa dimenticare il viaggio e tutte le guide turistiche.. siamo a 3000 mt e l’ambiente intorno a noi è veramente bello.
Il gigante Buddha dorato padroneggia l’intera montagna.. intorno a lui un paio di templi e soprattutto la nebbia e le nuvole che ti fanno sentire veramente in cima al mondo.
La scalinata finale che ci porta al Buddha è un alternarsi di gente in ginocchio che prega a portacandele sacre da cui esce un forte odore d’incenso.
Con calma giriamo tutta la vetta e facciamo mille foto.
Ad un certo punto, vicino a noi, ci sono due giovani monaci buddhisti, uno sta facendo la foto con l’Iphone… questa unione di modernità e sacro è forse il segno dei nostri tempi.. dove tutto è possibile.

La discesa fino al Leidongping point la facciamo a piedi, dobbiamo pur smaltire la grossa colazione!
Da qui prendiamo il bus per la Wannian Bus Station, dove abbiamo una prova d’orgoglio e per arrivare al Wannian Temple, ignoriamo la funivia e saliamo a piedi.
Facciamo il misto di scalini e sentiero motivandoci a vicenda alla Livio Sgarbi di Campioni e quando arriviamo al tempio siamo soddisfatti.
Ci beviamo la nostra Red Bull mentre intorno a noi è pieno di guide che non smettono di parlare nei loro microfoni… passare dalla tranquillità della vetta a questo bordello non è proprio il massimo.
Così scendiamo verso l’altra stazione dei bus passando per il Qingyin Pavilion.
Questo tempio è bello, si differenzia dagli altri per gli oggetti appesi, sono delle specie di chiavi rosse con scritti i desideri dei fedeli.
Poi un gruppo di cinesi si mette a girare intorno a una pianta sfregandola in alcuni punti particolari.. sicuramente sarà stato un rito porta fortuna.
Solo i monaci sembrano finti, ogni tanto suonano il gong ma soprattutto si mettono a vendere braccialetti sacri o altri oggetti.. come se il loro ruolo lì non fosse aiutare la gente a pregare ma più che altro a svuotare il loro portafoglio.

Nella parte finale della camminata tornano i mercatini e i venditori ambulanti che costeggiano il laghetto presente.
Si vede che sull’altra sponda stanno costruendo hotel e alberghi.. praticamente stanno svuotando il significato religioso che aveva questo luogo.
Arriviamo all’ultimo bus della giornata per rientrare a casa, siamo rilassati quando una signora ci offre un biscotto e con il suo stentato inglese cerca di comunicare un po’ con noi..

Alla sera, dopo una doccia rigenerante e un po’ di riposo, siamo usciti a cena nella solita via piena di ristoranti/punti di ristoro.
Teri non sta molto bene e quindi non ha molto appetito, io prima mi faccio un paio di spiedini e poi ci sediamo a mangiare un po’ di noodles con carne e verdura
Teri opta solo per del riso in bianco e quando ordina lo ordina la signora che ci serve lo guarda come un alieno.. è come se da noi al ristorante uno prendesse solo del pane!
Mentre stiamo mangiando, i due vicini di tavolo ci chiedono se vogliamo assaggiare un po’ del loro pesce.
Per educazione accettiamo e così finiamo al tavolo con loro..
Ci fanno assaggiare tutte le pietanze da loro ordinate, pesce. Zuppa. Verdure… e si finisce a parlare un po’ di tutto (aiutati anche dal traduttore cinese-inglese del loro cellulare).
Si parla dei cambiamenti che stanno avvenendo in Cina, di come si vive Italia, di calcio italiano, del cibo, del turismo cinese in espansione, dei giovani che ascoltano quasi solo musica americana/occidentale..
Ma quello che li colpisce più di tutto è quando sentono quante ore e quanti giorni a settimana lavoriamo noi in Italia.. ce l’hanno chiesto per 3 volte, non volevano crederci.

Verso le 11 ci lasciano con un caloroso “Welcome in China” e pagano le birre che avevamo bevuto insieme.
Come spesso capita, si parte per visitare un luogo o un posto ma quello che rimane dentro è altro.. e quindi penso che alla fine ne sia valsa la pena venire fino a qui.
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Re: La mia Cina

Messaggioda radaulpa » 29/01/2013, 19:07

rinnovo i complimenti!!(emoticon che applaude!!)

veramente un bel racconto e un bel viaggio!!!
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 01/02/2013, 13:18

24 ottobre Leshan – ritorno a Chengdu

Ore 19.00
Oggi siamo tornati a Chengdu concludendo il nostro tour nella provincia dello Sichuan.
Incredibile è stata l’accoglienza ricevuta al nostro ritorno in ostello; c’erano i ragazzi/e della reception che ci chiedevano com’era andato il giro, se ci era piaciuto tutto.. veramente bello, è stato un po’ come tornare a casa.
Ora, dopo aver ritirato la biancheria pulita, ci rilassiamo un po’ in camera in attesa di uscire a cena e poi andare allo Shamrock per passare l’ultima serata qui.

Stamattina siamo partiti presto per andare dall’Emei a Leshan.
Quando prendiamo il bus delle 9 veniamo subito svegliati a modo.. appena saliti la signora di fianco a noi rutta, l’autista litiga con due vecchi perché vuole decidere lui dove loro devono sedersi, il ragazzo vicino a Teri si mette a scatarrare di continuo e l’antica televisione ci propone canzoni romantiche cinesi con video assurdi dove il cantante è in mezzo alla natura più selvaggia.
Benvenuti in Cina!
L’ora di viaggio scorre via veloce, il cielo è un po’ grigio.. ma non è per il brutto tempo, dietro alla cappa si nota un pallido sole.
Ad una fermata intermedia ci scontriamo nuovamente con alcune assurdità di questo paese.
C’è una signora che sta pulendo una ringhiera arrugginita.. Probabilmente le avranno detto di farlo e lei rispetta gli ordini, ma che utilità ha questo lavoro??

Leshan è una città moderna, a bordo fiume ci sono anche qui dei nuovi grattaceli ma non è questo quello che ci interessa, noi vogliamo andare a vedere il Buddha gigante.
Dalla stazione degli autobus prendiamo un taxi.. tutto tranquillo, anche se l’autista sembra essere Jos Verstappen (un vecchio pilota di F1 più famoso per gli incidenti che per i suoi risultati); ad un certo punto si mette a sorpassare un bus in curva, io son sul posto davanti e in un attimo vedo un Suv che va in derapata per evitarci … incredibilmente il nostro taxi riesce a rientrare tra bus e suv e ridendo il taxista ci alza il pollice come per dire tutto ok.
Superata la paura, arriviamo ai piedi del Buddha e possiamo iniziare la visita.

Anche qui è pieno di comitive con la guide che urlano al microfono, però inserendoci tra un gruppo e l’altro riusciamo a goderci questo parco.
Camminiamo un po’ e poi lo vediamo.. o meglio vediamo parte della testa; e’ enorme, del resto è alto 82 metri e noi siamo sulla terrazza ad altezza fronte.
Ci appoggiamo alla ringhiera, facciamo foto ma soprattutto lo osserviamo con calma, cerchiamo di captare ogni singolo particolare.
Il bello del Buddha è che si vede che è ha migliaia di anni, non è ricostruito come tante attrazioni religiose qui in Cina.
Immaginiamo a come sia stato costruito, al lavoro che c’è dietro e soprattutto rimaniamo sbalorditi dalla sua dimensione. E’ spettacolare, la forma, i particolari comunque dettagliati e anche il colore un po’ rossiccio.. ci piace e siamo contenti di essere venuti fino a qui.
Poi scendiamo anche la scalinata per arrivare nello spiazzo a bordo fiume, dove potremmo stare ai piedi del Buddha.
La coda è lunghissima, ma ne vale la pena; mentre scendiamo notiamo che parecchia gente ci osserva, è incuriosita e ovviamente qualcuno ci chiedere di fare le classiche foto con loro.
Una cosa negativa invece è che nei blocchi dove c’è il “fuoco” per accendere le candele, per tenere viva la fiamma, mettono dell’immondizia.. pensiamo alla schifezza che si respira lì vicino e che nessuno dice nulla.

Finite le classiche foto di fianco ai piedoni del Buddha, ci tocca risalire e proseguire il giro nel parco.
Qui sentiamo la stanchezza fisica che un viaggio del genere porta.. abbiamo le gambe dure, anche la scalinata più semplice ci sembra come una tappa del Giro d’Italia.
Passiamo per un tempio e puntiamo ad andare a vedere quello più lontano, ma quando vediamo la strada e la salita ci rinunciamo.. siamo cotti.
Così verso le due cerchiamo l’uscita e una volta trovata andiamo nel primo ristorante che troviamo.
Il pranzo è anche questa volta ottimo, maiale con funghi e maiale con bamboo, tutto accompagnato da un paio di birre (che qui non ti danno mai fredde o gelata ma sempre a temperatura ambiente).
E’ uscito anche il sole e dopo la mangiata abbiamo recuperato un po’ di forze; torniamo così alla stazione degli autobus e prendiamo il primo per Chengdu.

Nell’ora e mezza di viaggio abbiamo tempo per riflettere un po’.
Penso a tutti questi nuovi grattacieli in costruzione, a chi ci andrà abitare e a come potrà permettersi di acquistarli… al traffico pazzesco che si trova in ogni città e a come usino il clacson preventivo.. alla campagna coltivata ancora a mano, con la gente che si spezza la schiena.. alle costruzioni di strade sopraelevate e futuristiche.

Una volta risistemati e docciati, visto che era ancora presto decidiamo di fare un giro per negozi a Chendgu.
Ovviamente il centro commerciale è vuoto mentre la via pedonale è stra-piena.
Venditori che urlano, musica a palla che esce dai negozi, gente che mangia, belle ragazze e soprattutto i bazar di vestiti economici presi d’assalto.
Giriamo anche un supermercato che vende prodotti occidentali… è così strano vedere le marche italiane in questi scaffali, ovviamente a prezzi esorbitanti.

Vabbè, si fa tardi, andiamo a fare questa serata.. lo Shamrock ci aspetta.
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Re: La mia Cina

Messaggioda sbernaz » 01/02/2013, 14:04

Obe,mi unisco agli altri nei complimenti !
Ottimo racconto,che peraltro e'ancor piu' gustoso con le foto che si vedono nel tuo blog.

Domanda: per un sette giorni in Cina tu come li distribuiresti???
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 03/02/2013, 15:09

sbernaz ha scritto:Obe,mi unisco agli altri nei complimenti !
Ottimo racconto,che peraltro e'ancor piu' gustoso con le foto che si vedono nel tuo blog.

Domanda: per un sette giorni in Cina tu come li distribuiresti???


grazie! :D

sette giorni in Cina? un pò pochini.. però sicuramente partirei da Pechino e la sua muraglia, poi a questa abbinerei solo un'altra tappa, ma dipende da cosa vuoi vedere.
Se vuoi andare a visitare un'attrazione di interesse storico, potresti andare a Xi'an a vedere l'esercito di terracotta, se invece preferisci la modernità o Shanghai oppure hong kong (anche se personalmente Shanghai è stata la meta del mio viaggio che mi ha meno "conquistato"), se invece cerchi natura o ambiente un pò diverso lo Sichuan potrebbe fare per te..
Come vedi c'è ampia scelta, ma sicuramente farei Pechino!
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Re: La mia Cina

Messaggioda flyingsoul » 03/02/2013, 15:33

Giovedì sera ho parlato un po' con un cinese da poco trasferitosi a torino per studio, ho fatto una domanda simile, mi ha risposto che ci vuole un anno per visitare la cina! :D
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 05/02/2013, 12:07

Aeroporto di Chengdu, velocemente scrivo sull’andamento della serata.
A cena siamo andati allo Shamrock, ogni tanto un po’ di cibo all’occidentale ci vuole, e una buona bistecca è il meglio che si può volere.

Comunque era mercoledì sera e capitiamo nella classica “latin night”, quindi musiche e balli latinoamericani.
Il posto lentamente si riempie; oltre ai “ballerini” cinesi ci sono i soliti occidentali.. Chuck Norris, De Jong e i soliti già beccati nel weekend.
Alla 2a birra vengo rapito da una tipa tigrata con un bel fisico; a ballare ci son anche altre tipe ma io ho occhi solo per lei.
Però vengo frenato dal professionismo che c’è in pista, non son i classici balli da dilettanti ma le movenze e i passi son eseguiti bene, quasi da scuola di latino-americano.
Così io e Teri decidiamo le tattiche di gioco; io cercherò di inserirmi in pista con la tigrata mentre Teri si metterà a scandagliare le retroguardie e a trovare qualcosa tra le tipe sedute ai tavoli.
Il conto delle birre bevuto aumenta anche perché a metà serata non son ancora riuscito ad agganciare la tipa.. vengo sempre anticipato da quello che potrebbe essere il maestro di ballo.

Quando vado a prendere al bancone a prendere una birra, faccio un’altra mossa alla Kansas city.. al bancone c’è seduta una ragazza da sola che sembra essere interessante, così con una scusa attacco bottone e in un attimo son seduto sullo sgabello vicino al suo.
Si parla del più e del meno, ci si conosce, ordiniamo da bere e alla fine passo la serata con lei.

25 ottobre Chengdu – arrivo a Guilin

L’ultima mezza giornata a Chendgu è dedicata a una delle attrattive principali della città, la visita ai Panda!

Per arrivare alla Riserva naturale dei panda giganti abbiamo optato per il tour proposto dall’ostello.
Sveglia alle 7, un’oretta di viaggio in modo da arrivare lì di prima mattina quando i panda si son appena svegliati e sono un po’ più attivi.

Ovviamente, vista la serata precedente, il risveglio è stato abbastanza pesante però con una colazione da campioni da starbucks recuperiamo le energie per affrontare la giornata.
Il tragitto verso la Riserva lo facciamo su un’auto privata di gran lusso.. sedili in pelle, televisore che trasmette il film “I mercenari 2”, comodità assoluta ed insieme a noi ci sono anche un paio di ragazze che viaggiano da sole.

Arriviamo nella Riserva una decina di minuti prima che i panda si sveglino e così abbiamo il tempo di piazzarci ed aspettarli.
Quando li vediamo arrivare ci scappa una risata… son troppo buffi, si muovono goffamente e vanno verso le piante di bamboo per mangiare.
Ovviamente ci scateniamo in foto ed osserviamo i vari movimenti che fanno.
C’è quello che rotola, quello che si sdraia mangiando, quello che salta sopra l’amico, quello che cade ma non per questo smette di mangiare… troppo forti.
Proseguiamo poi all’interno della riserve e ne vediamo di tutte le forme ed età..
Molto particolari sono quelli rossi, sembrano quasi delle volpi e camminano tranquillamente in mezzo alla gente.

Dopo un oretta capiamo come mai la partenza per il tour era prevista così di prima mattina, dopo aver mangiato i panda vanno in quasi in catalessi.. li vedi sdraiati e mezzi addormentati in posizioni assurde e troppo comiche; quelli che sono sui rami delle piante potrebbero quasi cadere da un momento con l’altro.
Alla fine andiamo anche a vedere, attraverso una vetrata, i piccoli neonati che vengono allattati da un’infermiera.. troppo teneri!
Ultimo step del giro è il museo in cui parlano della storia e dell’evoluzione dei Panda e in particolare del rischio estinzione che corrono (anche per via del fatto che le femmine sono molto selettive nella scelta del partner)
Verso mezzogiorno torniamo indietro, soddisfatti e contenti di aver visto dal vivo questi buffi animali.

Lasciati al nostro ostello abbiamo ancora qualche ora da passare a Chengdu visto che il volo per Guilin è previsto per la tarda serata e così torniamo nella via pedonale per goderci lo struscio cittadino; è uscito anche un po’ di sole e si sta benissimo.
Dopo aver mangiato una cosa veloce ci piazziamo sulle panchine al centro della piazza… siamo veramente stanchi, i polpacci ci fanno male e quasi non abbiamo più le forze.. l’unico pensiero è che dobbiamo fare una bella dormita.
Intorno a noi vediamo gli ultimi spunti che ci offre questa città.. i vecchi che si siedono vicino a noi e ci fanno le foto con il cellulare… i ragazzini vestiti alla “giapponese” che martellano tutte le tipe che passano senza ottenere grandi risultati, le tante ragazze che girano con la gonna e le calze basse per cui si vede la parte alta delle autoreggenti (mi sa che è una moda).

Per tornare al nostro ostello ripassiamo dalla piazza moderna e centrale; vedere la statua di Mao così piccola intorno a tutto il resto mi fa quasi tenerezza.. la storia non guarda proprio in faccia a nessuno.
C’è Teri che poi è impazzito, non vuole lasciare Chengdu… vuole rimanere qui per far serata allo Shamrock e al Panama.. continua a dirmelo “rimaniamo qui!”.. “che ci andiamo a fare a Guilin?” oppure “prendiamo il volo e torniamo qui per il sabato sera”… è fuori di testa!
Alle 5 lasciamo questa città, con il suo inquinamento acustico e le sue polveri che coprono il sole ma che in fondo ci ha un po’ conquistato.
All’aeroporto arriviamo in taxi dando il passaggio a una signora svizzera che proseguiva verso l’India e, come al solito, l’aeroporto è gigante e ipermoderno.
Tra poco ci imbarchiamo, di fronte a me c’è una tipa da sola niente male, alla destra di Teri due giovani turiste americane; arriveremo a Guilin alle 9 e mezza passate.. sinceramente non vedo l’ora di andare a dormire.

Cavolo mi stavo dimenticando di una scena molto importante.. tornati dal tour, andiamo in banca a cambiare un po’ di soldi; finalmente hanno un bancomat che li cambia in automatico, quindi niente attese chilometriche.
Mentre studiamo come fare si avvicina a noi un signore.. ci propone di cambiarci lui i soldi ma lo mandiamo via, però il tipo torna alla carica e ci fa capire che avrebbe prelevato dal bancomat e che quindi che non ci avrebbe dato soldi falsi o simili…
Qui capiamo l’importanza che può avere il fatto di possedere valuta estera come dollari o Euro.
Ovviamente noi abbiamo rifiutato e anzi è anche arrivato un poliziotto ad allontanarlo da noi.
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 13/02/2013, 13:42

26 ottobre Guilin – crociera sul fiume Li e Yangshuo

L’arrivo a Guilin ci ha totalmente spiazzato; quando ormai pensavamo di aver capito alcune cose sulla Cina attuale, arriviamo qui e troviamo un ambiente totalmente differente da quello incontrato finora.
Premesso che lo Guangxi è forse una delle zone più visitate del paese, qui troviamo una città in cui l’offerta alberghiera è varia e notevole, le agenzie turistiche sorgono come funghi e le zone sono prese d’assalto dai tanti turisti cinesi da parecchi anni.

L’arrivo è puntuale alle 21.30 e già in aeroporto capiamo che c’è qualcosa di diverso dal solito.
Al posto dei moderni e giganteschi aeroporti incontrati finora, questo qua è piccolino e anche abbastanza “vissuto”.. poi altra cosa strana, al ritiro bagaglio per poter prendere la propria valigia bisogna mostrare il ticket del check-in.. infatti Guilin ha la fama di essere la Napoli della Cina, dove borseggiatori e ladruncoli operano di gran carriera.
Per fortuna noi non veniamo accolti da qualche ladro ma da Kakà.. l’ex giocatore del Milan infatti spadroneggia sui cartelloni pubblicitari, peccato che al posto del classico RingoBoys abbiano fatto un photoshop e messo una marca di caramelle cinesi.. grandissimi.. copiano pure le pubblicità!

Comunque ritirati i nostri bagagli prendiamo il taxi che ci porterà al nostro ostello; il viaggio durerà una mezz’oretta circa e per gran parte della strada percorreremo un vialone a 2 corsie.
Osservando fuori dal finestrino vediamo il continuo alternarsi di grandi alberghi, palazzi e ponti con luci fosforescenti e pagode illuminate a giorno.

Per far rendere l’idea del ritmo tenuto finora e di come ormai eravamo “persi” nel viaggio è significativa la scena accaduta durante il Check-in in ostello.
Quando la ragazza ci chiede da quale città proviamo.. io mi giro verso Teri e con sguardo dubbioso gli chiedo.. ”ma da dov’è che arriviamo??”.. in quel momento non mi ricordavo neanche che 3 ore prima eravamo a Chengdu. È bello perdersi viaggiando!
Comunque, stanchi morti andiamo a dormire, non prima di aver prenotato il tour per domani.. crociera sul fiume Li e Yangshuo.

**

Sveglia alle 7, però ci siamo svegliati belli riposati e pronti per il nostro giro!
Così scendiamo per far colazione, la ordiniamo alla bella cameriera, ma la lentezza nel preparare un cappuccino ce lo fa quasi perdere visto che quando ce lo portano arriva anche il ragazzo del tour.

A differenza di quanto fatto finora al posto di muoverci con mezzi locali e autogestiti abbiamo deciso di appoggiarci al tour dell’ostello; quando saliamo sul bus, per poter raggiungere il luogo dove ci imbarcheremo per la crociera, essendo il viaggio con guida in inglese, oltre a noi ci son altri turisti occidentali.. qualche coppia, dei ragazzi che girano da soli, un paio di amici.. in totale non siamo neanche una decina.. bene così.
Durante il tragitto la guida cerca di far passare il tempo con giochini da villaggio turistico.. ovviamente il migliore è Teri, che li vince praticamente tutti.

La giornata è un poco nuvolosa, ma tende a schiarirsi.. più che altro ci son temperature finora mai provate, siamo sui 25/30° ed è solo mattina.
Arrivati al molo, ci imbarchiamo sul traghetto che ci porterà fino a Yangshuo. Due piani con tavoli dove sedersi a mangiare e il terrazzo superiore totalmente aperto in modo da gustarsi il panorama che la crociera offre.

Prima di salire vengo subito preso di mira dai traghettatori rivali, infatti mi spruzzano un getto d’acqua sui piedi facendo morire dal ridere Teri; ma la vera minaccia ci aspetta appena entrati nel nostro traghetto... quando mettiamo piedi sulla barca veniamo subito portati al tavolo e la cameriera quasi ci minaccia di prendere qualcosa da mangiare.. facciamo per alzarci ma lei ci intima di stare seduti e quasi ci lancia il menu.. e che cavolo, abbiamo già fatto colazione! Solo quando nessuno ordina lei se ne va urlandoci qualcosa in cinese e possiamo finalmente salire sul terrazzo…

A minaccia sventata ci piazziamo in cima e ci godiamo la crociera. il tragitto durerà circa 4 ore, il ritmo è lento e ci consente di goderci in pieno dei panorami che questa zona offre.
In particolare è il susseguirsi di collinette e spuntoni rocciosi che sembrano esplodere dal terreno e con intorno nulla.
Questi spuntoni hanno tutte delle forme particolari che rendono interessante cercare di capire a cosa potrebbero assomigliare o semplicemente osservarle incuriositi; sembrano veramente buttati lì a caso, perché è tutta pianura e poi ci sono queste rocce che salgono con intorno tutta la vegetazione.
Tra l’altro una particolare visuale è anche rappresentata sulle banconote, tanto che è obbligatorio fare la classica foto con il soldo in mano e dietro il panorama reale.
Oltre a questo si osservano anche alcuni villaggi poco abitati con bambini che giocano nell’acqua e i venditori di frutta e pesci che si avvinano ai traghetti con le loro minizattere in bamboo.
Nella quattro ore di crociera abbiamo anche il tempo di inquadrare i vari personaggi presenti.. c’è il gruppo di signore italiane, il latin lover belga over 60 con il Panama in testa, la tedesca che fa 3 ore e 50 di filmato con la cinepresa da mostrare a casa al suo ritorno, l’inglese senza cappello che dopo 15 minuti era già rosso dal sole… insomma dei bei personaggi.
E poi c’è lei… la ragazza che era da sola di fronte a noi mentre aspettavamo l’aereo a Chengdu; il caso ha voluto che oltre al nostro stesso volo prendesse anche la stessa barca.
E’ tampinata da un cinese che è nel suo stesso gruppo di tour, lui gli fa da accompagnatore ma si vede da lontano che lei non ci sta..
Così quando il cinese scende un attimo, io mi avvicino e con la scusa di offrirmi di farle una foto provo ad attaccare bottone.. quando ormai già mi vedo abbracciato a lei per il resto della crociera, ritorno sulla terra e, visto che lei non parla inglese e non c’è modo di comunicare, dovrò accontentarmi di godere di questi paesaggi con Teri…

Incredibile invece è come la gente sparisca appena si apre il buffet del pranzo… la terrazza panoramica si svuota di colpo e tutti si affollano per andare a mangiare; eppure stiamo arrivando al punto più bello della crociera! Sta di fatto che facciamo mezz’oretta ad essere solo in 4.. con il sole che splende e il silenzio più assoluto.. bellissimo.

Quando arriviamo a Yangshuo troviamo un luogo molto turistico; in origine era un paesino di pescatori molto caratteristico, ma con l’arrivo delle crociere le vie vicino al porto si son trasformate in bazar di cianfrusaglie e souvenir vari.
Peccato perché il luogo è veramente carino e sarebbe stato bello poter passeggiare qui senza essere attorniati da venditori ambulanti ed insegne occidentali tipo KFC o MC DONALD.
Così dopo mezz’oretta proseguiamo il tour che ci porterà all’interno in un villaggio di campagna… ma prima accade una cosa che mi abbatte moralmente, il ragazzo che ci guida, per farsi seguire, alza una bandierina che tiene sollevata… noooo. Mancava solo il microfono ed eravamo finiti.

Per fortuna il villaggio è molto carino e direi che ne è valsa la pensa..
Ci sono una serie di vecchie case ed intorno alcune nuove costruzioni con elettricità e acqua corrente.
All’inizio ci portano in una vecchia abitazione di campagna dove all’interno c’è una signora… ci vogliono far vedere come si “vive” vicino ai campi ma sicuramente è come si “viveva” e scommetto che la sciura sta qui solo quando vengono i turisti.
Comunque, quando arriviamo sulla riva del fiumiciattolo abbiamo il tempo di guardarci bene intorno.
La vegetazione, le piante di riso, gli animali al pascolo fanno da contorno alla vita del luogo… c’è la giovane coppia di sposi, con lui che indossa delle ciabatte bianche che davanti son fatte come scarpe eleganti da cerimonia, i contadini che viaggiano sulle zattere di bamboo, padri con bambini che sfrecciano su moto alzando polveroni assurdi, vecchie signore con la gobba che portano i segni del faticoso lavoro dei campi di riso.
Anche noi non possiamo rifiutare un giro sulla barchetta di bamboo e qui la pace e la tranquillità la fanno da padrone… e pensare che al posto di Teri potevo essere con la tipa della crociera.. mannaggia a me!

Anche qui c’è lo scontro moderno-antico; scontro direi onnipresente ora in Cina.. in questo posto che rappresenta la campagna e la vita contadina, ci sono tante giovani coppie che fanno il book fotografico per il loro matrimonio e lì vicino vengono subito stampate le foto digitali con nuovissime stampanti… Questa è la Cina!

Torniamo a Guilin in bus quando ormai si sta facendo buio, lungo la strada vediamo anche qui nuovi palazzoni in costruzione.. del resto se tutto il paese sta facendo questi “progressi”, perché dovrebbe essere da meno la sua zona più turistica?

Ora andiamo a vedere come si evolve la serata di Guilin… Teri mi ricorda che se fosse per lui a quest’ora saremmo ancora a Chengdu pronti ad andare allo Shamrock.. avrà ragione???
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 19/02/2013, 12:32

A cena usciamo tardi e dal nostro ostello scendiamo a piedi verso il centro città.
Finiamo subito in una stradina laterale che ci porterà nel vialone principale e veniamo subito accolti da una serie di profumi di cibo e bevande che si mescolano ad altri odori poco gradevoli.
Cercando un ristorante consigliato dalla Lonely abbiamo la possibilità di osservare quello che ci circonda.. qui è molto più bazar che nelle altre città, ci son tanti ambulanti che vendono per strada di fronte alle vetrine dei negozi.. ti propongono di tutto, dagli accessori per cellulari alle calze da donna.. E’ praticamente un mercato improvvisato che si presenta ogni sera.
Finiamo in un ristorante a caso attratti dal menu in fotografia presente all’esterno e diciamo subito che è stata una belle peggiori cene fatte in Cina.

A parte che il locale sembra uscito direttamente dagli anni 80, con le pareti di plastica color rosa acceso e luci forti ma è soprattutto il cibo che è immangiabile..
La carne ordinata è dura come il sasso e totalmente insapore e per questo ci strafoghiamo di riso e verdure.
Tra l’altro, quando entriamo, le cameriere son sedute tutte intorno ad un tavolo, qualcuna mangia, qualcun’altra è al telefono, un paio guardano la tv… a noi e agli altri clienti proprio non ci considerano.. stanno lì a farsi i fatti loro mentre noi aspettavamo di ordinare.. mah…

Finito di mangiare torniamo sul vialone principale e si vede proprio che è una città turistica, le strade son piene di gente e sembrano quelle da passeggiata in riva al mare… con stand pubblicitari e mercatini per turisti.
Qui poi, per la prima volta, veniamo fermati per strada da gente che ci propone di fare massaggi… ovviamente partendo da quello standard fino ad arrivare a quelli più hot.
Ovviamente noi ci rifiutiamo, è venerdì sera e proviamo ad andare in un locale universitario consigliato sempre dalla guida.
Prendiamo il taxi e in 10 minuti siamo in una zona della città a noi sconosciuta; ci sono tutti i marciapiedi pieni di tavolini e griglie.. spiedini di carne e pesce, verdure, noodles.. tutto cucinato all’aperto e mangiato sul momento.
Peccato che è un ambiente chiuso, siamo guardati come degli alieni e comunque son tutti seduti in compagnia; proviamo a cercare il locale consigliato ma alla fine si tratta di una semplice sala biliardo.. niente di interessante.
La serata inizia a prendere una piega storta… e quindi decidiamo di tornare in centro.. vediamo le belle pagode sul laghetto che illuminate rendono parecchio e poi proviamo ad andare in una disco.
Forse è il luogo più tamarro visto finora.. musica pesante, tutti ragazzini e la solita impostazione a tavolini senza pista da ballo.
Quando arriva a cantare un rapper ciccione capiamo che stavolta la fortuna ci ha girato le spalle ed abbandoniamo il locale… uscendo notiamo che molti gruppi salgono al piano di sopra e così andiamo anche noi a dare una sbirciata.
Praticamente ci sono delle sale con dentro la playstation o altre cose dove la gente va a giocare per staccare dalla musica della disco… cose dell’altro mondo!

Per chiudere la serata facciamo un ultimo tentativo nel locale più famoso di Guilin, peccato che quando facciamo per entrare la bella ragazza all’ingresso ci spiega come funziona.. è una delle famose sale karaoke presenti in Cina… sinceramente, visto com’è stonato Teri, di sentirlo cantare non ho proprio voglia e così verso l’1 torniamo al nostro ostello delusi e pensando che la maledizione di Chengdu ha colpito!

27 ottobre Guilin – risaie a Longsheng

Ore 19.00
Siamo in ostello e siamo appena rientrati dal tour alle risaie di Longsheng.

Infatti, dopo la crociera, oggi abbiamo optato per un altro grande classico per chi viene in questa zona.. la camminata attraverso le famose colline di risaie locali; del resto siamo in Cina e non potevamo perderci qualcosa collegato al riso!

Devo dire che la mattinata non è iniziata molto bene; ieri sera quando abbiamo organizzato la visita, visto l’assenza di mezzi locali diretti, abbiamo prenotato il tour/transfert con l’ostello.
Però, prima di confermare la nostra presenza, mi ero ben assicurato che avremmo potuto camminare nella parte meno turistica (quella alta intorno al villaggio di Dazai) evitando la parte bassa tra il villaggio di Ping’an e Huanglo Yao.
Bè stamattina alle 7, al momento di partire, quando la nostra guida ci comunica che invece staremo proprio in quest’ultima parte non vi dico il nervoso e penso che la mia faccia parlasse da sola, tanto che quando ho chiesto chiarimenti in ostello lamentandomi delle errate informazioni hanno cercato di scusarsi in tutti modi offrendoci anche la colazione.
Vabbè, ormai eravamo svegli e domani abbiamo già l’aereo per Shanghai.. quindi anche se un po’ incazzati saliamo sullo scrancio automezzo da 8 persone verso la nostra meta.

Il viaggio, che dura un paio di orette, le passiamo parlando un po’ con i nostri compagni d’avventura.. in particolare con la coppia olandese vicino a noi, o meglio lui è vicino a me e lei invece è di fianco a Teri.
Guardando dal finestrino osserviamo la campagna interrotta solamente dai lavori stradali.. infatti tutta la strada è in costruzione, dallo sterrato stanno lavorando ininterrottamente per asfaltare il tutto.
Ovviamente le buche non si contano e lo sballottamento è continuo.. mi viene in mente allora il tour che avremmo dovuto fare a Tagong.. un viaggio di 6-7 ore tutto così non penso che l’avremmo retto.
Osservare i lavori poi è molto interessante, è tutto fatto a mani nude, senza protezioni per gli operai né mascherine per la polvere.
La prima sosta è un villaggio dove assisteremo a uno spettacolo artistico… qui la mia incazzatura raggiunge il limite massimo, vedere delle donne vestite in abiti “tipici” che cantano e ballano muovendo i loro lunghi capelli non è il massimo della mia aspirazione.
Però almeno moriamo dal ridere a vedere i gruppi di Cinesi come partecipano entusiasti e felici a questa messinscena fatta ad uso e consumo per i turisti.
In se il villaggio ci da degli spunti interessanti.. le galline che girano indisturbate per le stradine, case costruite sull’argine del fiume, impalcature fatte di bamboo, ponti di legno, moto simili alle vecchie Guzzi ovunque.. e poi il pranzo nella locanda è stato veramente ottimo e vario (riso, ravioli, verdure, bamboo, maiale).
Finalmente all’una di pomeriggio arriviamo allo scopo della nostra giornata… la camminata in mezzo alle risaie panoramiche.

Giriamo da soli per almeno due ore facendo continui saliscendi in modo da poter gustare in pieno dello vista dall’alto.
La prima parte, nei dintorni del villaggio, è abbastanza turistica e con le casette dei venditori ambulanti che quasi coprono il panorama; però salendo verso l’alto e camminando nei sentieri più nascosti riusciamo a godere dello spettacolo scenografico che offrono queste colline piene di risaie.
Sembra veramente di essere in un antico film con le mondine che tagliano a mano i campi mettendo il raccolto nei gerli di legno.
Man mano che poi ci siamo allontanati dalla zona turistica le cose che si offrono ai nostri occhi son sempre più interessanti, reali e gli scorci panoramici si sprecano.
Ci sono i campi con ancora l’acqua dentro, quelli mezzi tagliati e quelli con il raccolto sistemato e pronto ad essere portato a valle.
Nella camminata due scene simpatiche accadono.. mentre facciamo una foto a due mondine, una delle due ci fa “money money”..(ovviamente non gli abbiamo dato niente) e poi quando scendiamo verso il villaggio ed incrociamo una vecchia che ha nel gerlo una bottiglia di coca-cola.. si può dire che in quell’attimo l’occidente ha incontrato l’oriente.

Dopo queste due ore siamo soddisfatti, alla fine il tour non è stato così male.. e glielo confermo anche alla giovane nostra guida che continuava a preoccuparsi per il misunderstanding avuto con l’ostello.
Il rientro verso Guilin è un momento un po’ di riflessione.. mentre nell’Ipod passa Liberi Liberi di Vasco Rossi ho una bella sensazione.. attimi come questi son da gustarli e viverli.
Dal finestrino osservo con più attenzione la vita dei paesini.. le strade son piene di venditori ambulanti che vendono frutta o verdura, la gente si ferma, pesa con le vecchie bilance a mano, compra e poi riparte; superiamo anche carretti e moto stracarichi di roba mentre continuiamo a saltare per i buchi presenti nella strada.
Ogni tanto poi si incrocia un campetto di basket con dei ragazzini che giocano, l’effetto Yao Ming (il famoso cestista che ha giocato in NBA) si fa sentire.

Tornati in ostello, decidiamo di riposarci per un po’.. è sabato sera, speriamo di trovare il posto giusto dove passare la serata e poi domani notte arriveremo a Shanghai.. l’ultima meta del nostro giro.
Ultima modifica di obe il 24/02/2013, 19:14, modificato 1 volta in totale.
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Re: La mia Cina

Messaggioda Emarti » 19/02/2013, 18:55

Anche io feci un viaggio in Cina, ad Agosto 2011...La Cina è un paese bellissimo, ti invidio un po ci tornerei davvero volentieri....
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 27/02/2013, 12:00

Che serata!!
Alla fine anche Guilin ci ha regalato una vera pazza notte in salsa cinese.
Eppure, quando siamo usciti, visto il venerdì sera a dir poco deludente, non eravamo molto carichi e fiduciosi.. anzi c’era Teri che continuava ad insistere sul prendere un volo per Chengdu, per poi andare direttamente a Shanghai da lì.

A cena siamo andati in un ristorante consigliato dalla guida, l’abbiamo trovato a fatica in quanto più che un ristorante è una cucina con dei tavolini fuori dove sedersi e mangiare.
Be, abbiamo preso i famosi Dumpling ed erano fantastici.. ne abbiamo ordinati di diversi tipi per poterli assaggiare un po’ tutti e si scioglievano in bocca.
Il tutto innaffiato da birra e in una situazione molto particolare.
Infatti i tavoli all’esterno erano bassissimi, quasi per bambini e poi tutt’intorno potevamo osservare come la via si animava durante il sabato sera.. con ragazzini in giro con i cellulari, i vecchi che giocavano a mahjong, i ristoranti che buttavano avanzi nel cassonetto arrugginito, biciclette e motorini che strombazzano.. un po’ di tutto.
Poi quando avevamo quasi finito, un signore, nostro vicino di tavolo, si mette a far due parole con noi.. si parla delle solite cose ma è bello sentire la sua voce curiosa e divertita.

Finito di cenare torniamo sulle vie principali che sono pienissime di gente.. nella piazza centrale poi sembra di essere ai baracconi.. ci sono ambulanti di caramelle, venditori di pupazzi e poi delle macchine simil-autoscontro con i genitori che fanno fare un giro ai bambini più piccoli; praticamente di sera la piazza diventa una pista e la gente ci cammina in mezzo tranquillamente.

Verso le 10 e mezza dobbiamo decidere dove andare, passiamo davanti alla birreria Paulaner ma non ci sembra molto movimentata così proviamo ad andare in locale che avevo trovato su internet mentre ci preparavamo.. il Joyce.
Entriamo dentro e finalmente troviamo il posto che fa per noi.. è la classica discoteca cinese, con tavoli e divani ai lati, tanti tavolini con sgabelli, bancone e il cubo rialzato che fa da pista da ballo.
La musica non è martellante, un giusto mix di disco commerciale e così ci piazziamo al bancone ad aspettare gli eventi.
Iniziamo a bere una serie di birre e prendendo quelle di importazione l’iter è complicato.
Noi la ordiniamo al cameriere al bancone, questo chiama un collaboratore che poi manda un galoppino a prenderle nel retro per poi riportarle al cameriere che ce le apre.
Nel frattempo vediamo che il locale si riempie e l’ambiente si surriscalda.
I Cinesi per il momento fanno solo una cosa.. giocano a dadi ai tavolini e bevono.. bevono e giocano.. giocano e bevono.. si interrompono solamente quando parte la famosa canzone Gangnam style per i quali vanno a dir poco pazzi.

Ad un certo punto veniamo fermati da 3 ragazze, ci fermano con la scusa di fare una foto con noi e poi parliamo un po’ con loro.. son felici come una pasqua, manco a Natale da bambino ero contento come loro.
Però non ci convincono in pieno e così iniziamo i nostri giri strategici per il locale, facciamo un po’ di vasche per studiare la fino a quando non è il momento di buttarci in mezzo ai tavolini.
Ora stanno tutti cantando e ballando e quando arriviamo vicino ad un tavolino con 4 ragazze in un attimo siamo lì con loro.
All’inizio ci avvicina una vestita di nero con le lenti a contatto da zombie (si festeggia halloween) e ci presenta le amiche.
Tra un ballo e qualche birra passiamo la serata lì.. e verso le 2 arrivano anche gli occidentali visti al Paulaner, son tutti in maschera anche loro per halloween.
Proseguiamo poi anche in un altro locale fino alle 5 quando si va a mangiare qualcosa in una via piena di venditori di cibo da strada.


28 ottobre – Guilin e arrivo a Shanghai

E’ domenica e dopo aver fatto le 6 di mattina la sveglia è obbligatoriamente suonata tardi.
Poi la giornata odierna è dedicata al trasferimento in aereo verso Shanghai ed avendo il volo alle 7 di sera e non dovendo fare nessun escursione abbiamo potuto prendercela veramente comoda.
Così ci svegliamo, commentiamo la pazza notata precedente, prepariamo i bagagli e liberiamo la camera poco prima di mezzogiorno.

Facciamo una rapida colazione ed andiamo a visitare la città di Guilin, visto che finora l’avevamo vista solo di sfuggita.
Il tempo non è granché, è tutto nuvolo e a volte scende una leggere pioggerella.. siamo stati fortunati, fare oggi la crociera o le colline di risaie non sarebbe stato molto bello, buon per noi.
Come anche a Chengdu, la domenica le città sembrano prendersi un po’ una pausa, il traffico, qualche negozio chiuso ma soprattutto l’atteggiamento della gente è più rilassato e solo le varie comitive animano un po’ le vie centrali e i luoghi d’interesse turistico.

Prima meta del nostro giro odierno è stata la Collina della Proboscide dell'Elefante, che è un po’ il simbolo della città di Guilin.
Entriamo al parco (anche questo abbastanza caro) e scaliamo senza fretta la collina che termina con la famosa proboscide.
Dall’alto osserviamo come si sviluppa tutta la città, le case e gli hotel la fanno da padrone e sono interrotti solamente dal fiume (che tra l’altro ha uno strano colore verde).
Quando scendiamo arriviamo finalmente nel lato migliore per osservare questo famoso scorcio.. effettivamente ha una forma un po’ da elefante e le foto che facciamo penso rendano un po’ l’idea.
Intorno a noi si alternano diversi gruppi di Cinesi e a volte osserviamo le foto che fanno.. son troppo assurde, chi con la proboscide tagliata, quelli a mezzo busto, quelli che coprono la collina con il loro corpo.. spettacolari.
Quello che invece sorprende è il loro modo spontaneo di essere.. non si fanno problemi a girare in canotta bianca o perfino con la maglietta alzata in modo da mostrare la pancia gonfia.. in Italia sarebbe impensabile trovare una comitiva così, tutti sarebbero precisi o comunque posati. Qui invece ognuno fa quello che si sente.
Ma la scena migliore accade quando una bambina si avvicina a noi e ci chiede se può far una foto con noi.. i genitori con un sorrisone mai visto prima ci fotografano con lei e poi ci chiedono se possono farla anche loro.
Una volta dato il via, poi si sono susseguiti altri a chiederci di fotografarci insieme.. eravamo quasi più ricercati noi che la proboscide dell’elefante.

Finita la visita proseguiamo verso le 2 pagode presenti nel laghetto artificiale, ci camminiamo intorno ed essendo domenica troviamo sono parecchie coppie che fanno il giro romantico sulle barche a remi che si possono affittare.
Il tempo scorre veloce così chiudiamo la nostra visita andando a cambiare dei soldi in banca e a mangiare nella “street food”, dove ci sediamo e prendiamo del riso con pesce e verdure.
Verso le 4 torniamo in ostello a prendere i bagagli ed in taxi andiamo verso l’aeroporto.. nel durante vediamo un incidente tra un’auto e un motorino, la tipa in moto cade, si rialza, non guarda neanche i danni e riparte.. incredibile.

Arriviamo a Shanghai alle 21.30 passate; appena sceso dall’aereo Teri si fionda sui pc che danno connessione internet presenti in aeroporto per controllare il risultato della Juve.. che purtroppo ha vinto.
Visto l’ora non possiamo prendere il treno super-veloce Maglev che viaggia a 350 km/h e dobbiamo affidarci ai taxisti di turno; a parte il fatto che facciamo una coda della madonna il problema è che ci tocca forse il taxista più pazzo di Shanghai.
In autostrada viaggia a una velocità pazzesca sorpassando a destra e a sinistra, il tutto mentre tiene il finestrino abbassato e la radio che spara musica house a palla.
Di colpo poi, abbassa la radio e chiede se ci disturba se risponde al telefono.. ma che cavolo.. fino ad ora ci hai rotto i timpani con l’autoradio e ora ci chiedi se ci disturba una telefonata???
Vabbè, comunque in 30 minuti esatti siamo davanti al nostro hotel, l’Astor House Hotel.

Infatti per il gran finale avevamo deciso di alloggiare comodi e un po’ sopra il nostro budget e quindi avevamo prenotato questo storico hotel a due passi dal famoso Bund.
L’Astor House oltre ad essere un ottimo hotel è anche una attrattiva turistica, infatti tutte le guide fanno partire l’itinerario consigliato del Bund da qui, visto che in passato ci avevamo dormito Charlie Chaplin e Albert Einstein.
Entriamo nella hall e andiamo alla reception, la sala bar è elegante e curata e di fronte a noi c’è un cartello con scritto che è richiesto un abbigliamento decoroso.
Noi arriviamo così.. Teri con jeans semi-strappati ed io con pantaloni north face e maglietta con la lingua dei famosi Rolling Stone che quasi mi sembro Mike Jagger.
Comunque facciamo il check-in e saliamo in camera accompagnati dal fattorino che porta le nostre valigie.. in pochi giorni siamo passati dal puzzolente ostello di Xi’an a questo antico ma semi-lussuoso hotel.

Sistemati, andiamo a dormire.. domani è lunedì ed andremo alla scoperta di Shanghai, la città più moderna e cosmopolita della Cina.


29 ottobre – Shanghai

Eccoci a Shanghai… città che ci ha sorpreso ma finora anche un po’ deluso.. perché alla fine è come ce l’aspettavamo ma allo stesso tempo è diversa da quello che in fondo pensavamo/speravamo di trovare.

Alla fine Shanghai è forse l’emblema della Cina moderna, la città più occidentale, lo specchio da mostrare al mondo con orgoglio, il luogo più all’avanguardia e futuristico, ma anche il posto più “freddo” e sicuramente quello meno diverso dal nostro mondo.
Diciamo che Shanghai, in questa prima giornata, ci ha dato quella sensazione di atterraggio morbido che ci farà ritornare nel “nostro” mondo con calma, una tappa intermedia tra la Cina visitata finora e l’Europa.

La giornata inizia di prima mattina, il tempo è bellissimo, sole e zero nuvole.
Facciamo colazione da Starbucks e poi possiamo dedicarci all’intera visita del Bund.
Effettivamente il valore scenografico di questa zona è notevole, la lunga camminata sul lungofiume ci consente di vedere l’altra sponda da tutte le sue angolazioni con i suoi famosi grattacieli colorati che fanno gara a chi è più alto.
All’inizio il Bund ci lascia un po’ spaesati, è tutto pulito… preciso.. non sembra quasi di essere in Cina.
Veniamo poi subito colpiti da una bella scena; superato il Waibaidu Brigde arriviamo al Monumento agli Eroi del Popolo e qui troviamo una scolaresca che sta effettuando una commemorazione.. è stupendo vedere questi giovani ragazzi che, tutti ordinati e precisi, recitano frasi e poesie in onore dei soldati che hanno perso la vita in battaglia.
Con l’aiuto della guida proseguiamo poi nella parte bassa del Bund, osservando meglio i vecchi palazzi coloniali che ora son diventati banche o boutique di lusso.
Sul fiume invece è incredibile vedere il continuo passaggio di navi cargo, ogni 5 minuti ne passa una piena di merci.. di certo non si può dire che la Cina sia un paese non in movimento.
Ce la prendiamo talmente con calma che in un attimo arriva mezzogiorno e così decidiamo di farci birra e sandwich dalla baretto in cima all’osservatorio dal quale abbiamo una doppia visuale.
Se guardiamo da una parte vediamo gli “antichi” palazzi di fine 1800 che hanno in cima almeno una sventolante bandiera della nazione, mentre se voltiamo lo sguardo dall’altra troviamo il moderno skyline famoso in tutto il mondo.

Ormai abbiamo quel clima da fine viaggio, lo percepisco da come ci muoviamo con calma, senza fretta, ci prendiamo i nostri tempi senza correre.. ma non per questo siamo meno attratti ed interessati da quello che vediamo.

Dopo proseguiamo presso la via commerciale, la Nanjing Road.
Per prima cosa entriamo nell’appena ristrutturato Peace Hotel dove la sua eleganza signorile ci riporta un po’ indietro nel tempo a quando faccendieri e signore in abiti eleganti frequentavano questi posti.
Poi torniamo alla modernità camminando per la strada pedonale che ha ai suoi lati i negozi delle marche più famose.. (ci colpisce la vetrina di un centro commerciale che è un grosso acquario con dentro un piccolo squalo).
Anche qui i centri commerciali con marchi occidentali sono semi-vuoti, anzi direi proprio vuoti.. finora il consumismo non ha ancora attaccato la classe medio-bassa.
Per curiosità entriamo anche nel negozio sportivo della Li-Ning.. la sua linea sportiva è uguale identica alle più famose Nike, Adidas e perfino alle Diadora.
Usciti di poco dalla via principale facciamo uno spuntino di ravioli e involtini comprati da un venditore di strada e poi, quando è buio, torniamo verso il Bund.
La cosa fastidiosa durante la camminata in Nanjing Road è il continuare a venire agganciati da personaggi che ti propongono di tutto.. si avvicinano e iniziano a sparare a raffica le seguenti proposte “orologi? Borse? Vestiti? Massaggi? Sex massage? Sex?”.. non fai in tempo a cacciarne uno che subito si avvicina un altro.

Alle 5 e mezza è già buio e puntiamo ad andare in uno dei bar del Bund per vedere il Pudong e i suoi grattacieli tutti illuminati.
Prima di entrare al Bar Rouge veniamo avvicinati da un ragazzo e da una signora.. ci parlano del più e del meno in inglese fino a quando non scappa la classica proposta dell’andare in una casa da Thè con spettacolo.. non poteva proprio mancare il tentativo di truffa! Ovviamente liquidiamo i due ed andiamo al Bar Rouge..
L’ambiente è moderno e si trova sopra ad una galleria d’arte.. si vede che Shanghai sta spingendo parecchio da questo punto di vista.
Bè di notte la vista è a dir poco spettacolare, le luci la fanno da padrone e penso che anche solo per questo valga la pena di venire a Shanghai.
Noi ci beviamo il nostro Negroni mentre il locale lentamente si riempie.. più che altro ci son turisti o occidentali che lavorano qui e che si bevono una cosa dopo il lavoro.
Quando scoccano le 7 torniamo in hotel per rilassarci un attimo per poi uscire a cena, è lunedì sera e sinceramente non ci aspettiamo molto.

Poi quando siamo usciti a cena, troviamo anche il tempo cambiato.. ora c’è una leggera pioggerellina che da anche un po’ di fastidio.
Per mangiare andiamo in un ristorante consigliato dalla guida dentro una traversa del Bund; il posto è giovanile e ben frequentato tanto che dietro di noi c’è tavolata di 6-7 tipe americane di cui alcune niente male
Finalmente prendiamo il famoso granchio peloso di shanghai con riso e gamberi; cena veramente ottima e comunque a buon prezzo (30 euro in 2, pur essendo a due passi dal Bund).
Usciti dal ristorante la pioggia è ancora più intensa e così optiamo per tornare in hotel.

Non so domani che giornata ci aspetta, anche perché le previsioni danno brutto tempo e decideremo appena svegli cosa fare, però son curioso.. voglio vedere se tutta Shanghai è così.. o se nascosta da qualche parte c’è ancora la sua anima storica, dove ritrovare il vero stile di vita cinese.
Anche perché secondo me questa occidentalizzazione non può durare e soprattutto non potrà mai conquistare l’intera nazione.
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 06/03/2013, 15:22

30 ottobre - Shanghai

La giornata di oggi direi che è stata interlocutoria; un po’ perché ci siamo svegliati abbastanza tardi (dopo 17 giorni a girare, il dormire in un letto comodo e spazioso ha fatto si che uscissimo dalla stanza solo verso le 10 e mezza) e un po’ perché ha piovuto tutto il giorno abbastanza intensamente.
Quindi durante la classica colazione da Starbucks ci siamo messi a studiare le mosse per i prossimi giorni… eliminiamo l’eventuale trasferta a Shouzou, rinviamo a domani il giro per la concessione francese e oggi sarà totalmente dedicato allo shopping selvaggio nei mercati del “falso”.

Mentre andiamo a prendere la metro rivediamo il Bund e lo Skyline del Pudong; con questo tempo i colori son molto attenuati ed effettivamente rendono poco.. i grattacieli sembrano meno particolari e più uguali a quelli presenti in tante altre città del mondo.
Comunque raggiungiamo il nostro obiettivo con poche fermate.. è l’Underground Market presente alla fermata della Metro Science and Technology Museum.
Il mercato è proprio sottoterra, ad altezza della metropolitana e si espande per parecchi metri quadri.

Qui si trovano venditori di ogni tipi… vestiti, scarpe, cappotti, completi, cellulari, cuffie, riproduttori audio, abbigliamento sportivo, mazze da golf, borse, cinture, valigie, souvenir di ogni tipo, ect ect… qualunque cosa prodotta in Cina per le grandi e famose marche la si può trovare qui.
Ovviamente anche la qualità è variabile, si passa dal falso contraffatto malissimo a quello di buona qualità che ad occhio poco esperto può passare per originale.
Fatto sta che passiamo qui dentro 4 ore abbondanti; all’inizio giriamo curiosando e facendoci un’idea di quello che c’è e poi ci diamo dentro con gli acquisti, un po’ per noi e un po’ da portare a casa a parenti e amici.

Ad acquistare qui si vedono per lo più facce europee/occidentali.. qualche turista, qualcuno in trasferta d’affari.
E’ comunque un divertimento visto che la contrattazione è obbligatoria, così come i tentativi di “furto” di clienti tra i vari negozianti che lottano tra loro ribassandosi i prezzi.
Poi Teri mi fa spaccare dal ridere e se fossi un venditore lo prenderei a mazzate.. inizia chiedendo il costo, quando il negoziante spara alto lui ribatte con un prezzo bassissimo; poi la contrattazione va avanti, Teri non alza di un euro il suo prezzo e quando il venditore stremato accetta il prezzo proposto, lui si tira indietro e non compra nulla… da odiare!!
Alla fine usciamo dal Market con due borse belle piene a testa, il tutto spendendo molto poco.
Quando rientriamo in hotel il tempo sta finalmente migliorando ed ha appena smesso di piovere.. così stabiliamo di prepararci alla svelta ed uscire presto per la serata.

Mentre sto aspettando Teri che si prepari faccio un po’ di considerazioni su Shanghai.. per quello visto finora, l’ho trovata molto moderna e potrebbe essere in qualunque altro posto del mondo; è molto differente dalla Cina vissuta finora.. mentre Pechino mantiene il suo modo originale di porsi e proporsi al visitatore, qui sembra che tutto sia stato sovrapposto al passato e che la gente cerchi di assomigliare al mondo occidentale.. mi sembra quasi di essere in Europa!
Poi un’altra cosa.. finora in giro avevamo incrociato parecchie cinesi molto molto carine, anche quando camminavi per strada l’occhio scappava sempre su qualcuna… qui a Shanghai invece no.

Alle 7 ci imbattiamo nel traffico, prendiamo un taxi per andare nel quartiere francese e ci mettiamo una vita per fare pochi km.
Quando arriviamo in questa famosa zona di Shanghai, vediamo palazzi moderni, sedi di multinazionali con vetri a specchi, macchine di lusso parcheggiate, cinema multisala ed intorno a noi è tutto pulito e preciso; è presto, così camminiamo per un po’ nella zona pedonale Xintiandi dove scopriamo che anche le costruzioni e i ristoranti son in stile europeo.
Sarà sicuramente sarà una zona molto interessante per un cinese, ma a noi, anche se molto piacevole e tranquilla, questo quartiere da un po’ quella sensazione di finto, di copia.
Comunque a mangiare andiamo in ristorante consigliato dalla guida, il xxx, che fa cucina tipica della zona di Shanghai.
Da oggi questo ristorante diventerà il nostro punto di riferimento culinario in città visto che la cena è stata eccezionale; spettacolari i famosi Dumplings alla polpa di granchio, ma anche il pollo e i noodles erano ottimi.
Finito di cenare torniamo sulla strada pedonale e decidiamo di bere una cosa al birrificio della Paulaner; son le 10 e il locale è pieno, ci sono molti occidentali ma anche tanta gente locale….. vedere i camerieri cinesi vestiti da Bavaresi ci fa morire dal ridere al contrario del conto, dato che paghiamo 20 euro per due birre medie alla spina!.
Intorno a noi notiamo anche un bel giro di pu****e, le vedi che girano per i tavoli e al bancone in cerca di qualcuno che le fermi e le offra da bere… insomma l’ambiente non ci esalta e così verso le 11 decidiamo di cambiare locale.

E’ martedì sera e prima di uscire avevo cercato su internet un po’ di locali aperti fino a tardi, tra quelli vicino a questo quartiere c’è il Soho club.
Così lo raggiungiamo e all’ingresso troviamo una discreta coda.. buon segno!
C’è la pre-festa di Halloween e pagando 100 (12 euro) abbiamo anche consumazioni illimitate tutta sera.. ovviamente noi non ci tiriamo indietro.
Il locale è bello pieno e facciamo una serie di vasche al suo interno; poi sfruttiamo un po’ del free drink e balliamo anche noi in mezzo alla pista.
Inoltre gli spettacoli proposti dallo staff son veramente belli! Dal cantante che balla come Micheal Jackson, alla sosia di Lady Gaga e poi lo show con tutti vestiti da zombie…
La serata finisce verso le 2 e mezza.. ordino l’ultima birra giusto per il gusto di lasciarla quasi piena sul bancone e ce ne andiamo; va bene così.. domani sera è Halloween e sarà la nostra ultima nottata qui!

31 ottobre – Shanghai

E’ l’ultima giornata completa che passeremo a Shanghai, incominciamo a sentire voglia di casa, di amici, di parenti.. un po’ come se il nostro percorso qui fosse quasi completato.. mancano giusto le ultime cose da scoprire e da visitare.
Per fortuna la pioggia di ieri ha lasciato spazio a una bella giornata di sole, un po’ freschina ma comunque piacevole.

Oggi decidiamo di visitare bene l’intero quartiere francese, volevamo vederlo anche di giorno dopo averci passato la serata precedente.
Torniamo in metro al quartiere Xintiandi e di giorno l’impressione non cambia.. è praticamente una piccola copia di un quartiere europeo, c’è la fontana, i negozi dai prezzi alti, gli edifici ricostruiti seguendo l’antica architettura; tutto è elegante, pulito, senza una carta per terra.. sembra quasi di non stare in Cina.
Decidiamo poi di proseguire per le strade nei dintorni, senza una meta particolare ma giusto per osservare se troviamo qualche negozietto particolare o una parte nascosta ed interessante delle città.
Però, a parte qualche venditore di vestiti classici cinesi da donna o delle boutique di moda contemporanea “particolare”, non c’è molto d’interessante.
Così decidiamo di andare nell’altra zona del quartiere, il Tianzifang.
Sicuramente questa parte ci è piaciuta molto di più.. è molto turistico anche qui, però ti da la sensazione di essere in un vecchio Hutong, un po’ come quelli vissuti a Pechino.
Le stradine piccoline, le biciclette parcheggiate, il mercato dove comprare Thè, verdure e ogni tipo di pesce; poi al di fuori del quartiere i grattacieli circondano le case basse con i mattoni grigi che ormai son diventate bar o negozi di souvenir.. sembra quasi di essere in una riserva in mezzo alla giungla.
Finito il giro, verso le 5 torniamo in hotel. Stavolta scendiamo in un fermata della metro differente dalle solite e capitiamo in mezzo a un bazar.
Ci sono una marea di bancarelle che vendono di tutto, cibo da strada, odori e profumi mai più sentiti da quanto siamo arrivati qui.
Ecco, alla fine anche Shanghai ha il suo lato cinese… magari nascosto o comunque non in vista, però c’è.. non si può cancellare il proprio essere e le proprie abitudini.
Camminando verso l’hotel abbiamo anche una visuale differente del Pudong..il sole sta tramontando ed è uno spettacolo.

Ora ci prepariamo, stasera si esce presto.. vogliamo andare a far l’aperitivo da uno dei grattacieli del Pudong.
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