Nessun ritocco!!!
Ma la foto è scattata dalla strada, magari da vicino non è così bello...
L'acqua locale era ottima in effetti, ma la marca più nota di acqua in Georgia è la Borjomi che è SALATA e fa schifo!!!!
Il giorno seguente
venerdì 3 agosto partiamo quindi da
Mestia sul nostro mini-van a trazione integrale, in compagnia dei due francesi e di un paio di signore georgiane. Le due sembrano madre e figlia, la madre avrà forse 70 anni, la figlia è almeno 45-50enne e parla un po' di inglese: ci racconta di essere originaria di Mestia ma di vivere a Tbilisi assieme a marito e figli, insegna tedesco. Sono su questo pullmino perchè in vita loro sono state a Ushguli solo una volta, tanto tempo fa, e lo vogliono rivedere ora che è stato inserito nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco. Avere questa signora a bordo con noi è un'altra fortuna, visto che le possiamo fare un sacco di domande sulla Georgia e ci fa anche da interprete con l'autista (che è la copia sputata di Terence Hill in don Matteo!).
I due francesi invece sono nello Svaneti per la terza o quarta volta, si fermeranno a Ushguli qualche giorno per registrare i suoni di una festa popolare che c'è domenica, li usano per lavoro: producono "paesaggi sonori", cioè spettacoli radiofonici per descrivere i posti. Sembra interessante!!!
La strada è lunga 45 km e tutta sterrata, a volte corre sul bordo dello strapiombo, e siamo molto contenti di non esserci venuti in moto: forse ce l'avremmo fatta ma sarebbe stata una faticaccia e non ce la saremmo goduta per niente, arrivando a Ushguli stanchi e mettendoci sicuramente più delle 2 ore abbondanti che ci sono volute in pullmino. Come prima esperienza di sterrato, sarebbe stata bella tosta per Marco!
Lungo il percorso passiamo vari paesini formati da 4 case (veramente QUATTRO), e ad una casa isolata l'autista raccatta un signore sulla settantina che evidentemente conosce, gli dà un passaggio fino al paesino seguente. La signora "interprete" dopo che il tipo è sceso ci racconta che è famoso nella zona per avere un sacco di figli, praticamente fatti uno all'anno... qui d'inverno non c'è molto da fare in effetti!!!!
Io non riesco proprio a immaginare come sia possibile vivere qui, in questi paesini isolatissimi già d'estate, figurarsi d'inverno quando ci sono 2 metri di neve...
Ushguli è la comunità permanentemente abitata più alta d'Europa, anche se formalmente qui non siamo in Europa, lo spartiacque del Caucaso è più a nord e lì c'è il "confine" tra Europa (Russia) e Asia (Georgia).
Ushguli è in realtà fatto da 3 agglomerati di case, non è un solo paesino, e in totale ha circa 200 abitanti. Quando la vallata che contiene questi villaggi si allarga davanti a noi, passiamo di fronte al primo (Zhibiani) e ci fermiamo al secondo (Chubiani). I due francesi ci lasciano qui, vanno in cerca di una guest house, noi invece facciamo una passeggiatina ma risaliamo quasi subito in auto, torneremo qui più tardi (ci sarebbe un museo ma adesso è chiuso). Passando davanti al terzo e ultimo paesino (Chajashi) veniamo portati ancora più avanti ad una chiesetta isolata che visitiamo: gli affreschi sono incredibilmente integri se si pensa alle condizioni atmosferiche che devono sopportare! Poi le due signore tornano in auto e noi due decidiamo di andare a piedi, appuntamento a Chajashi dove mangeremo: intanto facciamo una passeggiatina e scattiamo un po' di foto. Pranzo in paese a base di kubdari, focaccia ripiena di carne e cipolla tipica dello Svaneti. Altra passeggiatina: questo posto mi piace tantissimo, veramente veramente tranquillo, idillico direi. Incontriamo mucche, maialini, cavalli, cani, galline e un paio di gruppi di trekkers stranieri.
Torniamo (noi sempre a piedi) a Chubiani dove stavolta troviamo aperto il museo dentro una casa-torre, interessante sia per vedere come sono fatte dentro queste torri che per i manufatti che sono esposti, dagli oggetti quotidiani alle icone.
Verso le 14 ripartiamo e torniamo a Mestia per la stessa strada di prima, di nuovo 2 ore e mezza di sterrato in mezzo al nulla.
In paese facciamo una passeggiata ma dopo Ushguli questo posto ci sembra fin troppo civilizzato, e lo stanno ulteriormente "civilizzando" asfaltando le strade, costruendo edifici moderni etc. I francesi stamattina ci dicevano che Mestia è cambiata tanto anche solo negli ultimi anni e questo cambiamento non gli piace... nemmeno a noi a dire il vero!
Il museo di Mestia è chiuso, e per le strade si respira la polvere dei lavori in corso, per cui torniamo alla guest house e ci rilassiamo. A cena stavolta siamo puntuali alle 19, oggi ci sono altre 4 persone (tedeschi e svizzeri tedeschi) appena rientrati da un trek. Cibo sempre ottimo e abbondante, in particolare mi piacciono le melanzane con una squisita salsa di noci!
Purtroppo domani dobbiamo già ripartire ma questa zona ci è davvero entrata nel cuore, è un peccato non avere più tempo da dedicarle. Per non parlare del fatto che qui si sta belli freschi mentre più giù ci aspettano 40 gradi... argh!