Turchia, Georgia e Armenia in moto

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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 14/07/2013, 23:56

Per stasera mi fermo qui (wow sono riuscita a mettere altre due giornate del diario!!! :oops: )
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Echmiadzin
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Zvartnots
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Zvartnots
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Garni
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Ghegard
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda geom.Calboni » 17/07/2013, 19:48

Grazie per avermi fatto rivivere Erevan...
Un località visitata sulla quale però, per tutta una serie di motivi, non ho mai scritto niente...
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 18/07/2013, 9:25

Prego geometra :-)
Spero di continuare nel weekend... spero.... (che casino costruire una casa gente!! ogni minimo dettaglio richiede che si valutino 10 tipi diversi di materiali, di finiture, di specifiche tecniche, devi girare 4-5 negozi per i preventivi, diventi esperto di quella cosa che prima non avevi nemmeno sentito nominare... e una volta scelta quella ce ne sono altre mille da decidere e i fine settimana se ne vanno cosi'!!! ARGH!)
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 11/08/2013, 12:58

Vediamo se l'infortunio e il periodo di inattività forzata mi fanno almeno terminare sto racconto del viaggio di un anno fa...

Siamo arrivati al sabato 11 agosto, giornata in cui ripartiamo da Yerevan direzione sud dell'Armenia. Il programma fatto prima di partire era di fermarsi a Goris a dormire ma pensiamo invece di entrare subito in Nagorno Karabakh e dormire a Stepanakert, tanto il nostro visto del NK parte da oggi.
Ecco il percorso di oggi:

Tappa 14 Yerevan-Stepanakert.jpg
Tappa 14 Yerevan-Stepanakert.jpg (227.93 KiB) Osservato 6923 volte


La strada che esce dalla capitale e va verso sud costeggia per un bel tratto il confine (chiuso) con la Turchia. Dopo poco si inizia a vedere alla nostra destra la sagoma del monte Ararat, simbolo della nazione armena ma ora totalmente in territorio turco, vicinissimo ma inavvicinabile. C'è un po' di foschia ma nemmeno troppa, la montagna si vede abbastanza bene e quindi dopo poco decidiamo di fermarci a visitare il Khor Virap, uno dei 3 monasteri che volevamo vedere lungo la strada. Avevamo deciso di farli tutti 3 al ritorno ma meglio approfittare del bel tempo almeno per questo, non si sa mai. Il monastero si trova a poche centinaia di metri dalla statale, praticamente a ridosso del confine turco (dal monastero si vede benissimo il filo spinato che lo chiude) ed è una delle immagini "iconiche" dell'Armenia, con la sagoma incappucciata di neve dell'Ararat sullo sfondo. Noi facciamo ovviamente le foto di rito man mano che ci avviciniamo, poi visitiamo gli interni che come spesso succede mi colpiscono meno degli esterni, forse anche a causa dell'affollamento e del caldo.

Ripartiamo verso sud e maciniamo km: i paesaggi cambiano, si sale di altitudine e siamo in una zona semiarida, davvero molto bella. Peccato che le condizioni della strada non siano delle migliori e tra buche e rattoppi si balli parecchio. Dopo una veloce sosta "pranzo" ad un baretto dove mangiamo dei gelati, ci avviciniamo al passo Vorotan (2344 metri) e qui ci fermiamo per qualche foto: è un posto magnifico, quasi epico con le due colonne che segnano il punto esatto del valico, i prati e le spoglie montagne tutto attorno. E per esaltarci del tutto mancava solo un cartello che ci fa sognare di essere sulle orme di Marco Polo... "Armenian Silk Road" (vedi foto successive) :-)

La strada è molto trafficata, è l'arteria principale che collega Georgia e Iran, infatti ci sono molti camion con targa iraniana e ci verrebbe tanto di proseguire fino laggiù, ma per entrare con un proprio mezzo serve il carnet de passage che non abbiamo, e comunque non c'è tempo... ci andremo in un'altra occasione.
Sempre più a sud, si arriva a Goris. Da quello che ho letto dev'essere una cittadina carina da visitare, ma noi abbiamo deciso di saltarla per vedere il NK e quindi facciamo sosta solo qualche minuto per risolvere un piccolissimo problema alla moto (vite specchietto svitata) da un meccanico che vediamo aperto lungo la strada. Dalla strada che l'attraversa Goris non mi è sembrata niente di che ma probabilmente non siamo passati nelle zone più interessanti.

Superata Goris ci inoltriamo verso nord-est, ormai siamo quasi al confine col NK e siamo curiosi di vedere come sarà questa frontiera-non-frontiera. Proseguiamo su strade di montagna ma tenute meglio di prima, senza capire se siamo ancora in Armenia o se abbiamo già sconfinato. Un paio di cartelli sembrano dire che siamo già in Karabakh ma il check-point ancora non si vede... si vedono invece dei camion militari che trasportano dei carri armati: uhm, siamo sicuri che sia tutto ok da queste parti???
Finalmente dopo un bel po' di strada ecco il punto di confine: poco più di una baracca a lato strada con un segnale di stop. Parcheggiamo e andiamo allo sportello, facciamo vedere i passaporti e il documento con segnati i posti che intendiamo visitare, e dopo pochi minuti siamo liberi di proseguire. Velocissimi!!

Penso che la situazione del NK sia nota a molti frequentatori di Otra. In modo brevissimo (e non precisissimo) possiamo dire che si tratta di un territorio originariamente armeno, annesso al soviet dell'Azerbaijan ai tempi dell'URSS, che ha tentato di tornare al soviet dell'Armenia senza successo e che dopo la dissoluzione dell'URSS si è autoproclamato indipendente scatenando così una guerra contro la "madrepatria" Azerbaijan e col sostegno dell'Armenia. A causa di questa guerra i confini tra Armenia e Azerbaijan sono tuttora chiusi. In realtà i combattimenti sono finiti da 20 anni almeno nelle zone centrali del "paese" (non riconosciuto da nessuno se non dall'Armenia) ed è visitabile tranquillamente. Solo che nonostante sia ufficialmente parte dell'Azerbaijan, le zone di confine tra NK e AZ sono inavvicinabili e si può invece entrare nel NK dai confini con l'Armenia. La popolazione rimasta è quasi tutta armena e cristiana (gli azeri sono musulmani), si usano i dram armeni, i caratteri armeni etc. con la differenza che se ti succede qualcosa in Armenia sei coperto dall'ambasciata italiana, invece in NK come anche in Transnistria non ci sono rappresentanze consolari nè altri aiuti. Faccio anche notare che con un visto del NK sul passaporto non si può entrare in Azerbaijan per i successivi 5 anni.
Comunque insomma noi siamo entrati senza nessun problema. E in Azerbaijan ci andremo quando avremo cambiato i passaporti :P

Tornando al racconto, lasciato il gabbiotto della "dogana" nel giro di poco siamo nelle vicinanze di Stepanakert, la capitale del Karabakh. Gli ultimi km li facciamo in coda ad un corteo di macchine bardate da matrimonio, e pian piano le superiamo tutte anche perché sui tornanti a scendere vanno decisamente piano. Quando ci ritroviamo dietro alla prima macchina della fila, ci accorgiamo che è quella degli sposi e che il loro cameraman ci sta riprendendo!!! Siamo diventati co-protagonisti di un video di matrimonio armeno!!!! :P
Appena entriamo in città altra scena comica: per fare benzina diciamo la cifra (in dram armeni) che vogliamo mettere nel serbatoio e il vecchietto alla pompa ci guarda con tanto d'occhi! La Stelvio tiene 32 litri e il tipo non riesce a credere che ci stia tutta quella benzina! Probabilmente le uniche moto che ha mai visto in vita sua sono dei 125 con un serbatoio piccolissimo. :-)

Arrivati in centro ci rendiamo conto che non possiamo fare affidamento sul GPS, non riporta le strade della città se non molto sommariamente.
Sono già le 17 passate e uno dei due musei che volevamo visitare dovrebbe chiudere alle 18, quindi come prima cosa giriamo un po' con la moto e cerchiamo questo museo. Ovviamente nonostante vari giri non lo troviamo, anche se dalla spiegazione della guida dovremmo essere nel posto giusto. Boh.
Vabbè ci rassegniamo e iniziamo a cercare un hotel basandoci sui nomi che dà la Lonely Planet. Peccato che io non mi accorga che nella guida c'è anche una piantina di Stepanakert fino a sera inoltrata!!! :oops: :lol: Senza cartina siamo costretti a fare avanti e indietro per le 4 vie principali della città (appena se ne usciva l'asfalto iniziava a lasciare il posto alle buche) per cercare gli alberghi nominati dalla guida, e dopo aver scartato l'unico hotel evidentissimo, una cosa ultra-lussuosa sulla piazza principale, finalmente ne troviamo uno di buon livello ma non troppo lussuoso. Entro a chiedere ma non hanno più stanze doppie, gli è rimasta solo una suite. Costa l'equivalente di 70 euro... è tantino ma non abbiamo molta scelta, la prendiamo. Lasciamo la moto nel parcheggio dell'albergo (al piano terra ma sotto l'hotel, come se fosse un "portico" gigante) e saliamo con i caschi e poco altro in camera, anzi nella nostra suite con due camere, due bagni e un bel salottino. Ah finalmente ci possiamo riposare un attimo!!! Argh... ma.... cos'è questo??? Un terremotoooooo!!!!!!

Manco il tempo di sederci e rilassarci un momento che la terra trema e la stanza balla parecchio. Siamo decisamente spaventati! Questa è una zona sismica e in passato vari terremoti hanno devastato l'Armenia, quindi ci preoccupiamo non poco. Scendiamo alla reception (dovevamo portare su altri bagagli) e chiediamo alla tipa che per fortuna parlava un inglese decente: ha sentito il terremoto? E lei tranquilla: quale, quello di 3 minuti fa o quello delle 16:30? Scopriamo quindi che ce n'era stato un altro un'ora prima e pure più forte!! Argh.... Torniamo in camera e cerchiamo notizie su internet: l'epicentro si trova nel nord dell'Iran a circa 250 km da dove siamo noi, ci sono state due scosse molto forti, una addirittura del sesto grado Richter (scopriremo poi che questo terremoto ha fatto centinaia di morti...). Il fatto di essere abbastanza lontani dall'epicentro un po' ci tranquillizza, ma mentre siamo in camera sentiamo altre due scossette che non ci lasciamo per niente sereni!

Verso le 20 usciamo e andiamo a piedi alla piazza principale: c'è un sacco di gente in giro, molti giovani e famigliole con bambini, del resto è un sabato sera. Non sembra che nessuno sia spaventato dal terremoto e comunque all'aperto le scosse non si sentono. Ci rilassiamo un po' anche noi e passeggiamo per il piccolo centro cittadino, in pratica solo la piazza e una adiacente grande rotonda con un parchetto in mezzo e la sua fontana dalle luci colorate. Ceniamo all'aperto ai tavolini di un baretto, il menù dice "cheeseburger" ma ci portano due semplicissimi panini al formaggio, che delusione... ma va bene così, già è tanto che siamo riusciti a ordinare qualcosa, qui nessuno sa l'inglese :-) Ci rifacciamo con due gelati ed ecco che anche stasera lo stomaco è stato soddisfatto in un modo o nell'altro :-)

Comunque Stepanakert non ha molto da offrire e dopo cena torniamo con calma in hotel. Ovviamente appena in camera sentiamo un'altra scossa di terremoto e decidiamo di riportare alla moto i caschi e le giacche (legandoli) in modo che se dovessimo scappare in piena notte potremmo farlo con l'attrezzatura minima indispensabile. Dormiamo coi vestiti addosso e le scarpe e il marsupio accanto al letto, non proprio una situazione tranquilla. In viaggio non ci facciamo mancare niente noi, neanche il terremoto!!! :P

(le foto a dopo pranzo!! :mrgreen: )
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 11/08/2013, 13:57

Ecco le foto (immagino che non ci sia nessuno online in questi giorni, ma almeno vi ritrovate qualcosa da leggere o guardare al vostro rientro :mrgreen: )
Allegati
DSC_5653.jpg
Monastero di Khor Virap con sullo sfondo l'Ararat
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Khor Virap
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Qui si vede la stradina con filo spinato che segna il confine con la Turchia (vista dal monastero Khor Virap)
DSC_5680.jpg (259.81 KiB) Osservato 6922 volte
DSC_5694.jpg
lungo la strada
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DSC_5705.jpg
lungo la strada
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Sognando Marco Polo
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Passo Vorotan
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lungo la strada
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Goris da lontano
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formazioni rocciose vicino Goris
DSC_5875.jpg (327.08 KiB) Osservato 6922 volte
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Entrando in Nagorno Karabakh
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entrando a Stepanakert
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DSC_5955.jpg
entrando a Stepanakert
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piazza di Stepanakert
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Stepanakert
DSC_5964.jpg (225.74 KiB) Osservato 6922 volte
DSC_5967.jpg
piazza di Stepanakert
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DSC_5969.jpg
piazza di Stepanakert
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DSC_5972.jpg
Stepanakert
DSC_5972.jpg (324.02 KiB) Osservato 6922 volte
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 11/08/2013, 14:13

Domenica 12 agosto ci svegliamo dopo una notte non tranquillissima (altre scosse di terremoto).
Dopo colazione usciamo a visitare Stepanakert di giorno. Prima di tutto andiamo in cerca di un paio di musei che vorremmo vedere: uno dei due, il Museo di Stato dell'Artsakh, secondo la Lonely Planet è aperto anche la domenica... ovviamente quando ci arriviamo davanti lo troviamo inesorabilmente chiuso! Peccato, qui ci sarebbero stati dei manufatti locali e una sezione relativa alla recente guerra con anche armi fatte in casa. Beh, almeno ammiriamo il portone d'ingresso con begli intagli.
Visto che non è lontano, proviamo poi a cercare l'altro museo, quello che non siamo riusciti a trovare ieri pomeriggio: alla fine scopriamo che era nascosto sul retro di un cortile!! Si tratta del Museo dei Soldati Caduti, con foto, armi e "memorabilia" di chi ha combattuto nella guerra. Secondo la Lonely la domenica è chiuso ma visto quanto è affidabile 'sta guida speriamo che anche in questo caso abbia torto... naturalmente stavolta ha ragione e il museo è chiuso. Chissà se ieri pomeriggio era aperto, e fino a che ora. Bah non lo scopriremo mai.
Oltre a questi due musei non c'è molto a Stepanakert, quindi rifacciamo la passeggiata di ieri sera sulla piazza principale, dove si affacciano il Palazzo Presidenziale e il Parlamento. Stamattina è decisamente meno affollata di ieri sera e dopo un po' decidiamo di tornare in hotel. Check-out e alle 11 siamo di nuovo su strada!

Prima di uscire del tutto dalla capitale però vogliamo vedere un monumento particolare, si chiama "We are our mountains" ma viene più comunemente chiamato "Papik u Tatik" cioè "nonno e nonna" :P e viene considerato il simbolo dell'appartenenza armena del Karabakh. Si trova lungo la strada che dobbiamo comunque percorrere, ci fermiamo un pochino a lato strada e Marco attraversa per andare a vederlo da vicino. Io invece non ho molta voglia di farmi la salita fino in cima e rimango accanto alla moto ad aspettarlo facendo foto da lontano. Mentre torna indietro viene seguito da tre bambini che sono interessati alla moto: uno alla volta li facciamo salire e gli scattiamo una foto tutti contenti. Un altro di quegli incontri che ti lasciano con un sorriso. :-)

Proseguiamo verso il monastero di Gandzasar, in mezzo alle colline e alle montagne. La strada è buona ma in alcuni tratti stanno rifacendo l'asfalto... a scacchi!!!! Ci sono dei rettangoli letteralmente mancanti e se non ci si fa attenzione si rischia di cadere!
Poco prima del monastero c'è il villaggio di Vank dove un eccentrico miliardario nato qui ha costruito un hotel a forma di nave. Particolare è dir poco!!
Gandzasar è il monastero più importante del Karabakh e infatti quando arriviamo troviamo un sacco di gente, famiglie intere accorse per la messa domenicale. È molto suggestivo vedere una parte della cerimonia, ed è anche bello fermarci nel cortile del monastero dove almeno altrettanta gente passeggia o chiacchiera seduta sull'erba mentre i bambini giocano. Fa caldo ma all'ombra si sta bene. Il monastero in sé è simile agli altri già visti, cominciamo ad averne forse abbastanza di monasteri armeni? Ma ce ne aspettano altri due tra oggi e domani! :P Facciamo anche qualche foto al vicino piccolo cimitero con le tombe sparse in mezzo agli alberi, suggestivo anche questo.
Anche qui quando torniamo alla moto veniamo quasi circondati di uomini che fanno domande, ormai ci siamo abituati! :P

Verso l'una ripartiamo e torniamo indietro, superiamo Stepanakert e sulla via del ritorno in Armenia ci fermiamo nella cittadina di Shushi (Susa in azero). Si tratta di una cittadella su una collina, circondata da mura per un pezzo. Noi le mura le vediamo passandoci accanto con la moto, nel tentativo di arrivare in centro o almeno in una zona dove ci sia qualcosa di interessante. In realtà non ci troviamo niente che ci faccia venire voglia di fermarci un po', a parte un mini-market dove compriamo dei biscotti che ci mangiamo seduti sul marciapiede all'ombra di un albero, mentre dei signori si spulciano la moto in ogni suo dettaglio. :-)
Secondo la guida questa città una volta era abbastanza grande ma si è spopolata a causa della guerra. Oltre alle mura vengono nominate una chiesa (che vediamo da lontano) e una moschea recentemente restaurate, un museo e perfino una zona di case antiche, ma queste noi non le vediamo. Forse ci siamo fermati nel posto sbagliato, non siamo riusciti a passare in quella zona, ma in questo momento non siamo poi così interessati, almeno io.

Credo che per me questo sia stato uno dei momenti più di "stanca" del viaggio. Eravamo nel punto più lontano da casa che avremmo raggiunto, da qui in poi sarebbe stato tutto "ritorno", ma avevamo ancora un sacco di km e di giornate davanti a noi e invece avrei voluto essere già quasi a casa. Cominciavo ad averne abbastanza di paesaggi semi-aridi e di monasteri vari, ma soprattutto per me era la prima volta che superavo le 2 settimane di viaggio in moto e probabilmente iniziava a pesarmi, anche visti i nostri ritmi non molto riposanti!!

Appunto, non ci lasciamo molto tempo per riposare e dopo aver "pranzato" coi biscotti verso le 14:30 risaliamo in moto e ripartiamo: non siamo così interessati a Shushi, si va in direzione Armenia! Nel giro di poco siamo di nuovo al "confine", i militari allo sportello ci controllano i documenti in un secondo, si trattengono il foglietto con le zone che volevamo visitare e ci fanno uscire senza problemi. Ripassiamo da Goris ma anche stavolta non ci fermiamo, chissà magari un giorno ci ricapiterà di poterla visitare un pochino. La nostra prossima tappa è il monastero di Tatev, non lontano da Goris. La strada per arrivarci passa accanto alla stazione di partenza di una funivia, sul momento non ci facciamo caso ma subito dopo capiamo a cosa serve...
In pratica il monastero sorge sull'orlo di una gola abbastanza profonda anche se larga, ma ovviamente sul lato opposto della gola rispetto a dove siamo noi. Per arrivarci ci rendiamo conto che dobbiamo scendere fino al fondo della valle e poi risalire dall'altro lato. L'altra opzione è prendere la funivia che ti fa sorvolare la gola e ti deposita accanto al monastero, peccato che ce ne accorgiamo quando siamo già ben oltre. Poco male, ce la facciamo in moto e ci godiamo i bei paesaggi... fino a che arrivati in fondo ci accorgiamo che la strada per risalire dall'altra parte è sterrata! Ormai non ci aspettavamo più di dover fare sterrati, non ne abbiamo nemmeno molta voglia anche se sono solo 6 km, ma non è che ci sia molta scelta. Iniziamo la salita e dopo solo due tornanti, mentre stiamo affrontando il terzo, la moto va lentamente ma inesorabilmente verso il lato della strada (lato montagna per fortuna) e quando siamo praticamente fermi cadiamo sul fianco sinistro. Non è una vera e propria caduta, quasi più un "appoggiarsi" per terra, quindi non ci facciamo niente né noi né la moto (a parte un bozzo a una delle due borse laterali che deve essere finita su una pietra). Però risollevare quel peso non è semplice...
Per fortuna proprio in quel momento un pullmino sta salendo per la stessa strada: lo fermiamo e chiediamo aiuto. A bordo ci sono tre ragazzi e molto gentilmente ci danno una mano, così in un attimo la moto è di nuovo in piedi. Io e Marco ci guardiamo, siamo un po' stanchi, quasi quasi... ok ci proviamo: chiediamo ai ragazzi se ci possono portare su loro col pullmino, e ci dicono di sì!! Lasciamo la moto sul bordo della strada e saliamo tutti contenti nel nostro nuovo mezzo di trasporto. In 10 minuti siamo su e i ragazzi non vogliono nemmeno essere pagati. Che gentili!!

Il monastero di Tatev è abbastanza grande, all'interno delle mura ci sono non solo la chiesa ma anche vari locali (in rovina) dove vivevano i monaci, biblioteche, sale da pranzo etc. C'è anche una colonna ottagonale che si dice faccia da "sismografo" in quanto può scuotersi senza rompersi.
La visita è molto interessante, ma personalmente sono un po' delusa dalla zona circostante. Avevo visto delle foto bellissime del monastero sul bordo del canyon, ma ovviamente per fare quelle foto bisogna essere per aria perché quella vista non si ottiene dalla strada da cui siamo venuti (si vede poco il monastero), forse si vedrebbe meglio dalla funivia ma noi non l'abbiamo presa... Inoltre nei dintorni del monastero ci sono altre costruzioni, moltissimi turisti, tante auto parcheggiate e la stazione di arrivo della funivia, il che rovina decisamente l'atmosfera.
Dopo un po' di relax all'ombra cerchiamo un passaggio per tornare giù alla moto, per fortuna ci raccatta quasi subito un altro pullmino stavolta pieno ma ha due posti liberi. Credo che sia un gruppo di persone che l'ha noleggiato privatamente, perché non ci sono mezzi "pubblici" che fanno questa strada. Oltretutto hanno anche una guida che parla inglese! Mentre scendiamo la guida ci fa notare un altro monastero in rovina a fondovalle, poi ci lasciano alla moto anche stavolta senza volere nulla per il disturbo. Fantastici!

Ripresa la nostra cavalcatura :-) facciamo pian piano il pezzetto di sterrato finale a scendere e poi di nuovo su asfalto risaliamo dall'altro lato della valle e torniamo sulla strada principale. Sono circa le 18:30 e vorremmo risalire il più possibile verso nord, decidiamo di andare avanti ancora un'oretta e di cercare da dormire nel paese di Vayk. La strada è la stessa di ieri fatta nella direzione opposta, quindi le buche ci sono ancora tutte, ma la luce del tardo pomeriggio è stupenda e i paesaggi ci emozionano.
Vayk non è proprio una città, è più un paesone tagliato in due dalla statale, ma è abbastanza grande da avere un albergo segnalato dalla Lonely Planet che si affaccia appunto sulla statale in quello che pensiamo sia il centro. È un posto abbastanza decente anche se un po' trascurato, e alla reception ci dicono che hanno camere libere ma il wi-fi non funziona (prego notare che un alberghetto in un paese delle campagne armene ha il wi-fi free... in Italia quanti lo hanno??) Peccato ma ci fanno uno sconto sul prezzo già basso della camera, sarà il posto dove pagheremo di meno in tutto il viaggio, 20 euro in tutto.
Mi dicono anche che c'è in corso una festa per un matrimonio e che la musica andrà avanti non più tardi di mezzanotte... seeeee come no, ci credo. Vabbè fa niente, Marco non sente niente quando dorme e io ho i tappi :P

Prima di parcheggiare la moto definitivamente chiediamo dove potremmo cenare: un ragazzo dell'hotel gentilissimo ci accompagna in macchina (noi lo seguiamo in moto) fino ad un posto che conosce e che da soli non avremmo mai trovato, tra l'altro ormai era quasi buio. Un ristorantino locale dignitoso, dentro ci sono un paio di tavolate di famiglie con bambini e la signora che ci serve non parla inglese, ma il ragazzo che ci ha accompagnato si offre di fare da interprete mentre ordiniamo: qui siamo davvero nell'Armenia degli armeni e non certo dei turisti. Il nostro accompagnatore se ne va e noi ceniamo con dell'ottima carne e patate "barbecue". Siamo davvero soddisfatti anche di questa serata!

Tornati in hotel non ci resta che sistemarci in camera (senza aria condizionata!!! c'e' un ventilatore però) e sperare di riuscire a dormire: per fortuna la musica finisce presto come promesso!!! Peccato per il caldo, ma non si può avere tutto. :P
Questa è la nostra ultima notte in Armenia in questo viaggio!!!

Allego cartina col percorso di oggi:
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 11/08/2013, 14:31

Ed ecco le foto della giornata:
Allegati
DSC_5975.jpg
Stepanakert - museo 1
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Stepanakert - museo 2
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Stepanakert - cartello pubblicitario di uno dei due musei
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DSC_5994.jpg
Stepanakert
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DSC_5995.jpg
Stepanakert
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DSC_6016.jpg
Uscendo da Stepanakert
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Papik u Tatik
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Bambini curiosi :-)
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DSC_6030.jpg
Voragini lungo la strada
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DSC_6045.jpg
Gandzasar
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DSC_6052.jpg
Gandzasar
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DSC_6066.jpg
Gandzasar
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DSC_6073.jpg
Gandzasar
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DSC_6100.jpg
Shushi
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DSC_6101.jpg
Shushi
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DSC_6158.jpg
Tatev
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DSC_6161.jpg
Tatev
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DSC_6179.jpg
Tatev
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DSC_6198.jpg
Tatev
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paesaggio verso Vayk
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Le mie foto:
http://sabrinastravels.shutterfly.com

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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 12/08/2013, 14:35

Il lunedì 13 agosto ci aspetta un bel po' di strada: vogliamo attraversare quasi tutta l'Armenia da sud a nord ed entrare in Georgia. Rispetto al programma fatto prima di partire dovremmo arrivare più avanti (il programma era abbastanza leggero) e forse riusciamo di nuovo a recuperare una giornata da dedicare alla Cappadocia sulla via del ritorno. Ecco il percorso di oggi:

Tappa 16 Vayk-Vardzia.jpg
Tappa 16 Vayk-Vardzia.jpg (229.97 KiB) Osservato 6918 volte


Dopo una veloce colazione in camera con due biscotti ci rimettiamo in moto e in breve tempo arriviamo al punto in cui dalla strada principale si dirama la breve deviazione per il monastero di Noravank, ultimo posto che vogliamo visitare in Armenia. La strada si inoltra in un fantastico canyon dalle alte pareti di roccia rossa, inizialmente stretto e poi un po' più largo. L'aria che già alle 10 del mattino iniziava a farsi calda, qui dentro è più fresca e si sta benone. Alcuni cartelli ci spiegano che quella è una zona faunisticamente importante, infatti nelle macchie di alberi che si trovano lungo il canyon nidificano varie specie di uccelli.
Il paesaggio è molto bello ma ci sorprende ancora di più quando scorgiamo il monastero, in alto sulla parete di roccia: il colore dei mattoni con cui è costruito fa sì che si mimetizzi un po' con le rocce del canyon e la posizione lassù è davvero spettacolare.

Dopo una sosta foto saliamo con la moto fino al parcheggio all'ingresso del monastero: la visita è un po' infastidita da un gruppone di turisti arrivati assieme a noi ma il posto è comunque splendido. Il monastero è composto di due chiese, una delle quali ha anche un piano superiore: per accedervi bisogna salire dei ripidi e stretti gradini addossati alla parete, senza una benché minima protezione. Io ci rinuncio anche se mi dispiace un po', ma Marco sale e così posso vedere cosa c'era dentro attraverso le sue foto :D Non che fosse niente di eccezionale o diverso dal solito ma mi sento un po' sconfitta per non aver voluto sfidarmi e superare questa piccola paura.
Prima di andarcene entriamo anche nel piccolo museo dove sono esposte delle icone e dei quadri nonché tutti gli attrezzi con cui i pittori di un tempo dipingevano.

Terminata la visita torniamo sulla strada principale, non senza un po' di rimpianto per il fatto di dover lasciare questo posto così bello, e ci dirigiamo risoluti a nord lungo la statale dall'asfalto ridotto abbastanza male che abbiamo già conosciuto due giorni fa scendendo in direzione opposta. Sono ormai le 11:30 e il caldo inizia a farsi sentire pesantemente!
Quando ripassiamo nelle vicinanze del monastero di Khor Virap siamo contenti di averlo visitato all'andata, oggi infatti c'è più foschia e il monte Ararat quasi non si vede.
Per andare verso il confine con la Georgia dobbiamo poi superare Yerevan e il GPS ci fa passare all'interno della città, cosa non troppo simpatica visto il traffico! Quando ne usciamo decidiamo di fermarci a lato strada presso un baracchino per pranzare: la signora che serve non parla una sola parola di inglese ma ci capiamo a gesti e con qualche parola internazionale: almeno il kebab e l'acqua riusciamo ad ordinarli!!! :P

Dopo pranzo ci facciamo tutta la strada per Gyumri, che attraversa un paesaggio piatto e arido, con solo alcune montagne all'orizzonte. Il caldo ci perseguita, e la strada è tutta dritta con qualche saliscendi, insomma è una noia. Dopo Gyumri il forte vento ci dà un po' fastidio ma si sale di altitudine per cui il paesaggio diventa più verde e la temperatura scende un po'. Arriviamo tranquillamente al confine e prima di passare cambiamo i nostri pochi dram armeni rimasti in lari georgiani. L'ufficetto che si trova all'interno di una casetta a lato strada mi fa sentire davvero in un posto di frontiera in mezzo al nulla!

Entrati in Georgia troviamo subito un asfalto migliore e il paesaggio continua ad essere verdeggiante. Ad un certo punto vediamo dei cartelli che indicano "Turkish border" e ci facciamo incuriosire: dalle informazioni che abbiamo il posto di confine aperto tra Georgia e Turchia si trova molto più a nord, sapevamo che ce n'è uno anche qui ma pensavamo fosse chiuso... certo però che tutti questi cartelli fanno pensare che invece sia utilizzabile. Se lo fosse ci farebbe risparmiare un bel pezzo di strada!! Vedremo domani, magari possiamo chiedere informazioni a qualcuno...
Intanto per oggi la nostra meta è ancora in Georgia: vogliamo arrivare alla città nella roccia di Vardzia, che si trova alla fine di una strada laterale in mezzo alle colline. Non siamo sicuri che la strada sia tutta asfaltata e siamo un po' preoccupati per questo. Per il momento però ci godiamo la statale che per un pezzetto costeggia un torrente sul fondo di una gola e ci piace un sacco.
All'incrocio tra la statale e la strada per Vardzia si erge un bel castello, la fortezza di Khertvisi, che però vediamo solo di sfuggita: non credo fosse visitabile ma probabilmente almeno una sosta per ammirarlo per bene la meritava. In realtà avendo tempo sarebbe stato carino fermarsi una giornata intera in questa vallata e fare qualche giro anche a piedi... peccato, chissà se torneremo mai da queste parti.

In ogni caso la strada laterale è asfaltata ed in ottime condizioni, per cui ci possiamo godere il paesaggio e anche fermarci a fare qualche foto della vallata col fiume e dei resti di un castello dall'altro lato. Quando arriviamo a Vardzia sono circa le 18 e secondo la guida la città scavata nella roccia che siamo venuti a visitare chiude proprio a quest'ora. Potremmo andare subito in cerca di alloggio ma vista la bella luce decidiamo di andare comunque verso la città nella roccia per fare magari qualche foto e informarci su orari di apertura effettivi e prezzi.
In pochi metri siamo arrivati e parcheggiamo, ammiriamo la bellissima vista e notiamo subito che dentro la città ci sono ancora molti turisti. Chiediamo informazioni e ci dicono che si può ancora entrare... peccato che la biglietteria sia chiusa e chi ce lo dice non sembri esattamente un dipendente del sito turistico. Però oltre a noi ci sono altre persone che entrano senza farsi problemi per cui decidiamo di approfittarne e paghiamo l'equivalente dei biglietti a questo tizio "non ufficiale" che ovviamente non ci rilascia ricevuta né biglietti. La sensazione è quella di aver semplicemente regalato i soldi al tipo, ma vabbè, facciamo finta di niente ed entriamo, sperando di non venir cacciati in malo modo dopo 5 minuti da qualche guardia ben più ufficiale.

Nonostante i nostri timori nessuno ci rompe le scatole, ci sono ancora parecchie persone dentro e c'è gente che entra anche dopo di noi. Ormai la zona è già in ombra per cui le foto non sono spettacolari ma a parte questo siamo contentissimi di riuscire a visitare questo sito oggi, cosa che ci permette di recuperare almeno un paio d'ore domani.
La visita è molto piacevole (a parte la faticata di arrivare a piedi lassù in cima quasi di corsa!!!) e permette di esplorare anche dei cunicoli che collegano le varie grotte e dei locali completamente sotterranei. Il clou è sicuramente la chiesa, molto bella e affrescata (non si possono fare foto dentro). Ad un certo punto si arriva ad una zona dove non si può entrare, infatti qui ci vivono tuttora i monaci e ovviamente una parte del monastero è off-limits per i turisti.
Mentre scendiamo verso la moto siamo sempre più contenti di aver visitato questo posto già oggi! Dopo una sosta per rinfrescarci con dell'acqua (non oso pensare cosa succeda a chi visita il sito in pieno giorno, noi eravamo morti di sete pur essendo sempre all'ombra!!) ripartiamo e andiamo in cerca di un posto per dormire. In questa vallata ci sono dei piccoli gruppetti di edifici e qualche casa isolata, più che un vero e proprio paesino. Una persona che conosciamo ci ha consigliato un b&b che anche la Lonely Planet segnala favorevolmente, e quindi vorremmo provare a chiedere lì se hanno una stanza: ci mettiamo un po' a trovarlo perché le indicazioni su un cartello dicevano "1 km" mentre in realtà sono 2 o 3, per fortuna quando stavamo per arrenderci e tornare indietro abbiamo visto da lontano un posto che poteva essere lui... e in effetti lo è!

Fortunatamente hanno una stanza da darci, anche perché sono già le 19:30 e avremmo dovuto tornare indietro un bel pezzo per trovare qualche altra guesthouse. Inoltre accettano anche il pagamento in euro, una manna dal cielo visto che i nostri lari sono quasi finiti.
Le stanze per gli ospiti si trovano in un edificio a parte in legno molto carino, mentre la casa dove vivono i padroni e il "padiglione" aperto dove si mangia sono dall'altro lato del bel giardino. Sembra davvero un posto paradisiaco! Ovviamente essendo così isolato in mezzo alla campagna offre il servizio di cena, che noi accettiamo di buon grado: mentre aspettiamo che arrivi il cibo ci godiamo la pace e il rumore del ruscello che passa accanto alla casa.
La cena è davvero ottima e abbondante, con un piatto principale che fa un po' specie a guardarlo: un pescione infilzato a mo' di spiedino! Però è buonissimo!! Ovviamente accompagnato da vari piatti di contorno e dal pane. Al tavolo vicino al nostro è seduta una coppia di spagnoli e finiamo per fare due chiacchiere nella loro lingua.
Insomma questa giornata lunga e calda si conclude in un modo molto rilassante e piacevole, siamo proprio contenti di essere qui!
Le mie foto:
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 12/08/2013, 14:51

Foto di Noravank, Vardzia e della strada fatta oggi:
Allegati
DSC_6415.jpg
Noravank visto da sotto
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Noravank visto da sotto
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DSC_6448.jpg
Noravank
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DSC_6460.jpg
Noravank
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Noravank
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Noravank
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Noravank
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canyon di Noravank
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paesaggio georgiano
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casa in stile georgiano
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castello di Khertvisi
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Vardzia dal basso
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DSC_6775.jpg
Vardzia
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DSC_6777.jpg
Vardzia
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Vardzia
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Vardzia
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DSC_6795.jpg
Vardzia
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Cena alla guesthouse di Vardzia
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 12/08/2013, 15:16

Ed eccoci al nostro ultimo giorno nei paesi caucasici, il martedì 14 agosto. Percorso:

Tappa 17 Vardzia-Igdir.jpg
Tappa 17 Vardzia-Igdir.jpg (183.23 KiB) Osservato 6918 volte


La nostra ultima mattina in Georgia inizia con una ottima colazione abbondante e un po’ di relax nel giardino fiorito della guesthouse. Peccato che ci facciamo prendere da un’eccessiva sicurezza e non chiediamo informazioni ai gestori o ad altri ospiti riguardo al posto di confine con la Turchia che indicavano i cartelli visti ieri. Partiamo belli tranquilli pensando di avere tutto il tempo del mondo, visto che questo confine ci farebbe risparmiare un paio d’ore sul percorso preventivato. Infatti seguendo la strada che ci dava il navigatore e che avevamo programmato in origine, una volta usciti dalla vallata di Vardzia dovremmo andare a sinistra sulla statale, salire a nord fino a Akhaltsikhe, passare il confine con la Turchia a Vale - Posof e poi scendere di nuovo verso sud in Turchia. Con questo “nuovo” confine possiamo girare a destra fuori dalla valle, prendere la strada per il confine da Akhalkalaki ed essere già ben più a sud una volta entrati in Turchia vicino Cildir.

E quindi noi senza chiedere conferma a nessuno ci facciamo la strada verso sud, che in tutto richiede poco meno di un’oretta per arrivare nei pressi del confine. I paesaggi sono sempre molto belli, verdi e punteggiati di laghetti, e anche il confine si trova al bordo di un lago. Peccato che quando avvistiamo una baracchetta a lato strada il giovanissimo militare che la presidia ci faccia una bella croce con le braccia a significare che di là non si passa!!!!!! Ma come??? E tutti quei cartelli “Turkish border”???? Lui non parla inglese ma capiamo benissimo che ci dice di andare al confine di Vale. OTTIMO!! Avevamo giustappunto recuperato un paio d’ore riuscendo a visitare Vardzia ieri sera, e le abbiamo appena buttate nel ce**o con questa furbissima mossa di non chiedere informazioni prima di partire!!! Il nervoso monta ma siamo decisi a non farci rovinare la giornata, non c’è molto altro da fare, si fa dietrofront e rifacciamo tutta la strada al contrario!! Ad un certo punto incrociamo un’altra moto (di italiani per di più) e li avvisiamo della chiusura del confine, risparmiandogli quasi un’ora di strada tra andata e ritorno. Una buona azione che mi fa sentire un po’ meglio...
Ripassiamo davanti alla fortezza all’imbocco della valle di Vardzia e mentalmente rimettiamo a zero il conto della strada da fare oggi. Sono già le 11:40 e abbiamo fatto 120 km per niente, ma meglio non pensarci...

(nella cartina che ho messo sopra, la nostra guesthouse è segnata con un pallino nero, si vede bene come da lì siamo andati prima a sud e fino al confine, poi di nuovo a nord...)

Passiamo dalla città di Akhaltsikhe dove vediamo di sfuggita una fortezza che sembrerebbe interessante, ma ovviamente proseguiamo senza fermarci. Dopo un po' passiamo il piccolo villaggio di Vale e ci aspettiamo che la strada diventi sterrata dietro ogni curva, visto che ci avevano detto che da qui al confine non c'è asfalto. Invece sembra l'abbiano appena asfaltata e la cosa ci fa piacere perché ci permette di andare abbastanza rapidi.
Per fortuna anche il passaggio di frontiera non è troppo lungo anche se la solita trafila di ben quattro passaggi per entrare in Turchia è un po’ una rottura. Stavolta però si fa tutto dentro uno stesso edificio, parcheggiando la moto di fuori e passando tranquillamente da un bancone all’altro. Almeno sono organizzati decentemente e parlano un po’ di inglese! L’unico “problema” è dato da un pezzetto di sterrato dentro la dogana, niente di che comunque. La cosa migliore di questo passaggio è che riportiamo gli orologi indietro di un'ora, guadagnando un po' di tempo in questa giornata "di corsa".

Una volta entrati in Turchia l'asfalto che speravamo di trovare ottimo è invece in condizioni non buonissime. La strada corre in una zona del tutto isolata e si supera un passo ad un'altitudine di 2550 metri, per lo meno non fa caldo!! Man mano che ci avviciniamo alla civiltà e torniamo su strade più importanti l'asfalto migliora.
La rabbia della strada sbagliata di stamattina ci fa andare avanti senza mai fermarci e maciniamo km su km. Arriviamo nei pressi di Kars e prendiamo la deviazione per le rovine della città di Ani, il primo dei siti che vogliamo visitare in Turchia durante il viaggio di ritorno. Da Kars a Ani ci sono 45 km di superstrada senza praticamente nessun altro scopo che portare i turisti ad Ani: infatti da qui poi non si può proseguire e bisogna per forza tornare indietro.

Ani fu la capitale armena dal 961 per circa un secolo con una popolazione di circa 200 mila persone. Poi il regno armeno fu conquistato da vari imperi (bizantino, persiano) ma la città rimase importante. Nel 1319 fu però semi-distrutta da un terremoto, e da lì in avanti iniziò il suo declino. Il tutto fu dovuto anche a cambiamenti politici e di rotte commerciali, e ad un certo punto divenne una città abbandonata. Le sue rovine hanno continuato a sgretolarsi e solo di recente sono stati avviati dei restauri. A dire il vero le imponenti mura sono state praticamente ricostruite e si vede lontano un miglio che sono "nuove". Nonostante questo sono una vista impressionante.
Oltretutto la città si trova esattamente al confine con l'Armenia, costruita proprio sulle alte rive di un fiume il cui corso divide adesso le due nazioni. Per cui per un certo periodo era quasi diventata off-limits e per visitarla era necessario chiedere un permesso nella vicina città di Kars. Ora per fortuna non è più così, ma alcune zone delle rovine rimangono tuttora inaccessibili in quanto troppo vicine al canyon e al confine.

Sono circa le 15 quando arriviamo davanti alle mura di Ani dopo essere passati attraverso il piccolo paesino che è sorto lì accanto. Subito dopo di noi arriva anche una macchina da cui scende una famiglia italiana con tre figli, che sta girando la Turchia con l'auto a noleggio. Mi sa che stiamo tornando in zone più battute dal turismo!! Inoltre ci sono dei bambini che cercano di vendere qualcosa o che chiedono l'elemosina, cosa completamente inesistente in Georgia e Armenia. Ci rendiamo conto di essere tornati in un paese islamico dai veli delle donne. Il posto se non fosse per Ani sarebbe veramente desolato.
Prima di fare qualsiasi altra cosa entriamo nel piccolo bar-negozietto lì accanto e mangiamo qualcosa, siamo digiuni dalla colazione e per i nostri stomaci sono oltretutto le 16, non le 15. Ovviamente non hanno molta scelta, ma biscotti e patatine vanno bene ugualmente.
Sistemati i bisogni primari (ci sono anche dei bagni per fortuna) entriamo a visitare la città verso le 15:30, tenendo a mente che alle 17 chiude. Per fortuna un'ora e mezza è sufficiente per la visita anche perché sotto il sole cocente di oggi non resisteremmo molto di più.

Oltre le mura si stende ciò che resta della città cioè... quasi niente!! Sinceramente si stenta a credere che questo ampio spazio praticamente vuoto fosse un tempo una città vivace e popolosa. Sono rimasti solo alcuni edifici parzialmente in piedi e sono quelli a cui ci dirigiamo durante la visita. Molto bella una chiesa rimasta quasi intatta, sul bordo del canyon, con dei bellissimi affreschi soprattutto all'interno, rovinati ma belli. Anche l'antica cattedrale ci lascia a bocca aperta, pur senza il tetto e priva di qualsiasi decorazione, per le dimensioni impressionanti.
Più avanti una moschea col suo minareto, un cartello dice che si tratta della prima moschea costruita in Anatolia dai turchi Selgiuchidi. Poi le fondamenta di alcune abitazioni, in lontananza una fortezza non visitabile... e mentre siamo vicini al canyon vediamo le torrette di avvistamento del lato armeno e pensiamo di nuovo all'assurdità di queste situazioni. In basso si vedono i resti di un ponte che collegava le due rive, ora ovviamente distrutto. Un paio di ragazzini che stanno pascolando delle capre dall'altro lato ci salutano, loro in Armenia e noi in Turchia...
Tornando verso le mura ci sono alcuni altri edifici da visitare, tra cui anche i resti di un tempio zoroastriano, ma verso la fine siamo un po' stanchi e passiamo veloci. Comunque la città ci è piaciuta tantissimo, è davvero un posto affascinante!

Verso le 17 ripartiamo, rifacciamo l'unica strada possibile fino a Kars e poi proseguiamo verso sud.
Nel programma originario oggi avremmo dovuto arrivare da Vardzia dopo averla visitata e dormire a Kars, visto anche che il centro della città poteva avere qualcosa di interessante da vedere nell'attesa di poter visitare Ani domani mattina. Siccome però Ani l'abbiamo vista preferiamo tralasciare Kars e cercare di recuperare un po' di tempo (sempre pro-Cappadocia) andando a dormire il più vicino possibile al prossimo posto che vogliamo visitare, il palazzo di Ishak Pasha a Dogubayazit.

La strada prosegue abbastanza veloce ma ad un certo punto ci ritroviamo improvvisamente senza asfalto: uno sterrato causato da lavori in corso! Ma perché devono distruggere tutto per poi rifarlo??? Ci tocca quindi rallentare l'andatura tanto da farci sorpassare da tutti, compresi dei camion che ci riempiono di polvere e ci impediscono di vedere davanti a noi. Davvero non so come fa Marco a proseguire... e la cosa è anche abbastanza lunghetta, ritroviamo l'asfalto solo dopo 7 km. Argh.
Per fortuna dopo un po' il paesaggio ci ripaga con delle rocce rosse che nella luce calda del tramonto sono davvero favolose.
Ci rendiamo presto conto che arrivare a Dogubayazit prima che faccia buio è abbastanza difficile, anche perché qui nell'est della Turchia l'ora è la stessa che a Istanbul ma il sole tramonta un'ora prima, verso le 19. Peccato, se solo non avessimo sbagliato strada stamattina... ma vabbè. Decidiamo quindi di fermarci a dormire a Igdir, città antica ma senza particolari attrattive, vicino al confine con l'Armenia, scelta solo perché è il primo centro grosso dove dovrebbero esserci degli hotel. Infatti arrivati in centro troviamo subito due alberghi uno davanti all'altro, scegliamo il più decente e troviamo posto senza problemi, anche se alla reception non parlano una parola di inglese e la stanza costa circa 60 euro. Però hanno parcheggio, wi-fi, aria condizionata e colazione, quindi va bene!

Dopo esserci sistemati in camera usciamo per cenare ed essendo in centro non fatichiamo a trovare un localino dove mangiare il solito kebab e le solite polpette kofta. Il gestore è gentilissimo e sorridente e questo un po' mi fa sentire meno "fuori posto", visto che nel locale ci sono solo uomini. Per fortuna in strada ci sono molte donne in giro con la famiglia (è ancora periodo di Ramadan) e anche se siamo in una zona tradizionalista della Turchia non mi sento esageratamente "evidente" anche se senza velo in testa.
Comunque non rimaniamo molto fuori, torniamo in hotel quasi subito: la stanchezza si fa sentire e anche la voglia di usare un po' internet dopo due notti senza (a Vayk e a Vardzia). Quanto ci siamo abituati ad averlo sempre disponibile!!!
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Messaggioda Leia74 » 12/08/2013, 15:31

Foto di questa giornata:
Allegati
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Alla guesthouse di Vardzia
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Akhaltsikhe, fortezza
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paesaggio georgiano o turco?? non ricordo
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Mura di Ani
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Ani
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Ani
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Ani
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Ani
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Ani, la cattedrale
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Ani, la cattedrale
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Ani
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Ani
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Ani
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Rocce rosse in Turchia
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 12/08/2013, 19:11

E siamo arrivati a mercoledì 15 agosto, ecco il percorso di oggi:

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Tappa 18 Igdir-Batman.jpg (141.89 KiB) Osservato 6903 volte


Stamattina vogliamo partire prestino perché abbiamo tanta strada da fare se vogliamo davvero recuperare una giornata, anche se siamo già a buon punto del recupero :-)
Dopo la colazione in hotel (a buffet oggi!!) e un prelievo di soldi dove ci cloneranno le carte di credito (ma lo scopriremo solo due mesi dopo quando cercheranno di usarle) verso le 9:15 ci muoviamo in direzione sud. La prima tappa dopo circa un'oretta di strada è la città di Dogubayazit, ma prima ammiriamo di nuovo il monte Ararat dalla strada, stavolta dal lato turco dopo averlo visto da quello armeno.

Attraversiamo la città con un po' di strade di scorrimento trafficate, seguendo i cartelli che indicano il palazzo che vogliamo visitare. Passiamo in una zona commerciale con negozi e bancarelle, e infine troviamo la strada lastricata che porta fuori città sopra una collina fino alla nostra meta: il palazzo di Ishak Pasha, risalente alla fine del 1600.
Le foto di questo posto viste su internet ci avevano attratto tantissimo, ma quando ci arriviamo rimaniamo un po' delusi: ci sono dei lavori in corso e delle parti ricostruite che si vede sono nuove nuove, ma soprattutto una parte del palazzo è coperta da dei tetti di vetro e acciaio che sembrano quasi pannelli solari e che rovinano completamente la bellezza del posto! Passiamo comunque un po' di tempo a scattare foto da fuori, salendo anche più in alto per riprendere il palazzo e il panorama attorno. Peccato per la leggera foschia e per il momento della giornata non proprio ideale per scattare queste foto. Alle nostre spalle sulla montagna c'è anche una specie di castello e una moschea di cui non sappiamo nulla, visto che la guida non li nomina nemmeno.

Per entrare nel palazzo dobbiamo passare in mezzo ad un vero e proprio cantiere, con la sabbia che ci entra negli occhi a causa del vento e gli operai che ci passano accanto con le carriole. Per fortuna la gran parte del cortile interno è libera e si possono ammirare le bellissime decorazioni delle pareti. Poi entriamo nei vari locali, quasi tutti abbastanza spogli tranne una bellissima sala da pranzo con colonne, bassorilievi e capitelli lavorati, coperta proprio da quei tetti di vetro che rovinano la vista ma proteggono lasciando comunque passare la luce. Vediamo un po' tutto il palazzo anche se alcune sale come l'enorme biblioteca a colonne non sono visitabili causa lavori, e in altri punti si nota tantissimo che le pareti sono state completamente ricostruite e sono "nuove". Per completare l'opera visitiamo anche alcune zone sotterranee.
Alla fine ne usciamo un po' delusi sia per colpa dei lavori e dell'orrendo tetto, sia per il palazzo in sé che a parte il cortile e la sala da pranzo non ci è sembrato così "da mille e una notte" come lo descrive la Lonely Planet.

A questo punto le visite vere e proprie per oggi sono già finite, sono solo le 11:30 ma ci aspetta un sacco di strada con qualche paesaggio meritevole di sosta. Ci dirigiamo verso sud-ovest passando vicinissimi al confine con l'Iran (prima o poi ci andremo!!!) e superando vari pezzi di lavori in corso con sterrati e ghiaietto. Arriviamo sul lago Van e iniziamo a costeggiarlo sul lato sud, godendo dei bei paesaggi di questo lago (il più grande della Turchia) e ammirando anche l'isola non distante dalla riva dove sorge un monastero armeno. Prima di partire avevo pensato che mi sarebbe piaciuto visitarlo ma, dopo tutti i monasteri che abbiamo visto, questo non mi attira nemmeno più!!! Meglio, perché tanto non avremmo comunque avuto il tempo di andare sull'isola e vederlo. :P
Facciamo una pausa per un mini-pranzo in una specie di autogrill vicino Gevas, poi ci toccano 8 km di asfalto rovinato e sassolini (argh) e poi si prosegue sempre verso ovest, senza quasi fermarci se non per la benzina o per bere qualcosa, alternando l'asfalto rovinato a pezzi di superstrada nuovissima.

La strada dopo il lago Van è costeggiata da paesaggi aridi e a volte da qualche canyon; siamo su un altopiano ma fa decisamente caldo. Siamo nella zona del Kurdistan, per cui lungo la strada ci sono spesso dei posti di blocco dove bisogna rallentare, incanalarsi lungo una sola corsia e passare accanto alle baracche della polizia o alle loro auto, però non serve fermarsi se non te lo dicono e la maggior parte delle volte ci fanno passare senza problemi. Solo una volta veniamo fermati e ci chiedono semplicemente di dove siamo, da dove arriviamo e dove stiamo andando: secondo me erano solo curiosi di questi due matti che girano in moto :D

Verso le 18 arriviamo alla città di Batman (ebbene sì, si chiama proprio così) e non possiamo non fare una foto col cartello col nome!! Anzi, questa era una delle foto che Marco non vedeva l'ora di farsi!!! :P
Poi ci inoltriamo nella città e decidiamo di fermarci a dormire qui, anche se potremmo continuare ancora fino ad Hasankeyf (nostra prossima destinazione da visitare): la guida dice che là non ci sono hotel mentre qui a Batman è pieno. Ieri sera avevamo anche cercato su internet qualche posto dove dormire e ci eravamo segnati il nome di un albergo, abbastanza a caso devo dire. Proviamo ad andare direttamente là anche se nel farlo passiamo davanti a svariati altri hotel.
L'albergo ha posto e non costa nemmeno troppo, l'unico problema è che non sappiamo dove parcheggiare la moto. Il marciapiede è alto almeno 20 cm e non ci sono punti in cui si abbassi, meno che meno delle "rampe": provare a salirci con la moto è impossibile. I gestori dell'hotel si fanno in quattro per trovare una soluzione, si vede chiaramente che non vogliono farsi sfuggire questi clienti, e alla fine riusciamo a fargli capire che anche un garage a pagamento ci va bene. Per fortuna ce n'è uno a poche decine di metri dove possiamo finalmente parcheggiare, prendere i bagagli e salire in camera dove ci leviamo i pesanti vestiti da moto e ci rinfreschiamo con l'aria condizionata. Davvero qui fa un caldo pazzesco, e ce lo confermano anche i ragazzi dell'hotel dicendo che questa è la zona più calda della Turchia!

Dopo un'oretta buona di relax in camera usciamo per cenare: ci facciamo tutta una strada piena di negozi (aperti) e di mercanzie stese a terra sui tappeti, molto bello e interessante ma gli unici posti che vendono cibo sono dei banchetti di kebab tipo bancarelle, non c'è nemmeno il posto per sedersi e noi ne abbiamo davvero bisogno. Per puro caso alla fine della strada più grande ne percorriamo una minore dove ci sono solo alcune luci di negozi, e qui troviamo un locale che ci soddisfa. Più che un ristorante sembra una versione turca di un pub, con tavolini bassi e il bancone che serve bibite, ma fanno anche da mangiare e a noi va bene così. E' anche carino come ambiente! Peccato che non ci sia nessun'altro cliente e non parlino una parola di inglese, ma il cibo è buono... indovinate cosa ordiniamo? Kebab e kofte!!!!! Che fantasia!!!

Verso le 21 siamo già di nuovo in hotel, siamo stanchini! Però prima di dormire soppesiamo le varie possibilità per domani e le giornate seguenti. Siamo ormai sicuri di riuscire ad arrivare in Cappadocia dopodomani e di poterle dedicare un'intera giornata, quindi prenotiamo due notti in un hotel di Goreme. Io sono ancora un po' scettica, da quello che ho capito la Cappadocia merita almeno 2-3 giorni pieni e mi chiedo che senso abbia passarci una giornata sola, non sarebbe stato meglio vedere qualche posto in più (o girare con più calma) nelle zone che stiamo attraversando (meno facile che ci torniamo)? Ma Marco ci tiene tantissimo e a me non dispiace affatto l'idea in sé, e allora Cappadocia sia!
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 12/08/2013, 19:24

E ovviamente le foto di oggi:
Allegati
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Monte Ararat dal lato turco
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Dogubayazit
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Palazzo di Ishak Pasha, Dogubayazit
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Fortezza e moschea vicino al Palazzo di Ishak Pasha, Dogubayazit
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Palazzo di Ishak Pasha, Dogubayazit
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Palazzo di Ishak Pasha, Dogubayazit
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Palazzo di Ishak Pasha, Dogubayazit
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Palazzo di Ishak Pasha, Dogubayazit
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Palazzo di Ishak Pasha, Dogubayazit
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Palazzo di Ishak Pasha, Dogubayazit
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Palazzo di Ishak Pasha, Dogubayazit
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Dogubayazit
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Lago Van
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Isola di Akdamar sul lago Van, con chiesa della Santa Croce
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attraversando una città
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per la strada
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Arrivando a Batman
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Cena a Batman
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Ramadan a Batman (foto by Marco)
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 13/08/2013, 11:20

E siamo a giovedì 16 agosto, ecco il percorso della giornata:

Tappa 19 Batman-Nemrut_ok.jpg
Tappa 19 Batman-Nemrut_ok.jpg (93.67 KiB) Osservato 6893 volte


Oggi vogliamo partire presto perché vorremmo arrivare a destinazione entro le 17. Dopo colazione chiediamo all'hotel se ci possono aiutare a prenotare la guesthouse dove vorremmo dormire stasera: non ha e-mail o siti internet quindi serve telefonare. Per fortuna ci fanno fare questa telefonata (in Turchia sono tutti gentilissimi!!) e abbiamo una camera per stasera.
Partiamo verso le 9 e come prima cosa andiamo verso sud, perché vogliamo visitare Hasankeyf per poi tornare a Batman e proseguire verso ovest.

Hasankeyf è un villaggio molto antico sul fiume Tigri, e già il nome del fiume mi fa pensare alle prime lezioni di storia delle elementari in cui si parlava della Mesopotamia, delle prime civiltà, dei Sumeri e Babilonesi... Insomma mi affascina non poco! Inoltre pare sia destinato ad essere sommerso quando una diga in costruzione da queste parti creerà un bacino artificiale (il progetto è stato molto contestato quindi non si sa se e quando sarà completato). Abbiamo deciso di includerlo nel nostro itinerario proprio per questo motivo, vogliamo vederlo prima che sia troppo tardi. In questa zona ci sarebbero altri posti da visitare, per esempio Mardin e Sanliurfa: oggi non ne abbiamo il tempo ma speriamo di poter tornare in futuro (anche perché come ho già detto prima o poi vorremmo andare in Iran e ci piacerebbe farlo via terra passando necessariamente da queste zone).

In circa mezz'oretta da Batman arriviamo a Hasankeyf, e fa già caldissimo. La prima cosa che si nota arrivando da nord è il fiume Tigri e un mausoleo del XV secolo in stile iraniano, con le mattonelle azzurre. Si trova appena fuori dal paese e ci fermiamo per visitarlo. L'interno è spoglio ma all'esterno mi piace un sacco.
Quando torniamo alla moto siamo simpaticamente assaliti da un gruppetto di ragazzini che avranno massimo 10 anni ma fumano già tutti... sigh.
Passiamo il moderno ponte sul fiume da cui si vedono i resti di quello antico, ed entriamo nel piccolo centro. Parcheggiamo vicino all'ingresso e ad una moschea del 1400 e pagati i biglietti visitiamo la Cittadella, l'ennesimo caso di città almeno parzialmente scavata nella roccia. Ci sono almeno 40 gradi e noi siamo vestiti da moto, ma non rinunciamo a salire le centinaia di gradini ed arrivare in cima alla collina, con un po' di fatica e molto sudore!!! Da lassù ammiriamo il panorama e visitiamo le rovine di un piccolo palazzo.
Una volta tornati giù urge una pausa all'ombra per riprenderci dal caldo e bere almeno mezzo litro d'acqua. Devo ammettere che mentre scendevo pensavo "se non svengo stavolta non svengo più"!!! Si sente che questa è la zona più calda della Turchia!!!

Verso le 11:30 ripartiamo, ripassiamo per Batman e proseguiamo verso ovest. A parte un paio di soste presso dei benzinai per bere, mangiare, andare al bagno e anche fare benzina, la giornata prosegue semplicemente andando.
Un piccolo intoppo ci frena un po' attraversando Diyarbakir, la "capitale" del Kurdistan turco: la strada statale a 2 corsie per senso di marcia all'improvviso finisce: ci sono dei grandi lavori in corso e il traffico è deviato senza troppi cartelli sulle vie dei quartieri laterali ancora mezzi in costruzione, vie che sono completamente sterrate e senza indicazioni!!! Noi tentiamo di proseguire per un po' paralleli alla statale ma poi ci perdiamo, per fortuna il navigatore ci dà una mano e dopo un po' di giri a vuoto riusciamo a tornare sulla strada principale in un punto in cui l'asfalto c'è ancora (o già?).

Verso le 14 durante una sosta da un benzinaio ci viene offerto del tè dentro l'ufficetto dei gestori: come rifiutare? :-) Oltretutto così ci riposiamo una decina di minuti e ci riprendiamo dal caldo grazie all'aria condizionata. I gestori sono simpatici e parlano anche un po' di inglese, davvero un bell'incontro!
Lungo la strada ci sono anche i posti di blocco per prevenire il terrorismo curdo ma non ci fermano praticamente mai.

Finalmente arriviamo al fiume Eufrate, altro nome mitico assieme al Tigri! In questo punto il fiume si allarga a formare un lago creato da una diga artificiale: noi dobbiamo prendere un traghetto che ci porti dall'altra parte. C'è un cartello con gli orari (uno all'ora) ma il ferry arriva dopo poco nettamente in anticipo, meglio! Con calma si sale tutti, non è una barca molto grande e la moto non viene legata, per cui Marco preferisce rimanerle accanto, mentre io salgo al piano di sopra per ammirare meglio il panorama. Ci sono un sacco di famiglie con bambini e mi diverto anche a fare un po' di foto.

Sbarcati dal traghetto siamo ormai quasi arrivati, nel giro di una mezz'ora ci ritroviamo sulla strada non più asfaltata ma lastricata (era sterrata fino a poco tempo fa) che porta al Monte Nemrut, parco nazionale nonché famoso punto di interesse turistico della Turchia. Attraversiamo il villaggio di Karadut, qui ci sono delle pensioncine ma noi abbiamo deciso di dormire ancora più su, nella guesthouse più vicina possibile all'ingresso del parco (si chiama Cesme Pansion). Quando parcheggiamo la moto accanto all'ingresso della guesthouse sono le 16:45, siamo riusciti ad arrivare in perfetto orario!

La pensione è un posto semplice ma carino, e il gestore parla bene l'inglese. La stanza ha solo i letti e un tavolo ma c'è il bagno. Ci rilassiamo una mezz'oretta ma poi usciamo di nuovo, il motivo per cui siamo qui ci aspetta: vogliamo vedere il tramonto dalla terrazza ovest sulla cima del monte, dove il re Antioco I nel primo secolo a.C fece costruire quello che si suppone sia il suo mausoleo.
Ripresa la moto facciamo sì e no 200 metri e arriviamo all'ingresso del parco dove si devono pagare i biglietti. Poi ci sono altri 8 km e svariate curve su per una strada lastricata in mezzo ad un paesaggio arido e affascinante, fino ad arrivare all'ampio parcheggio e al ristorante-bar. Da qui si deve camminare una ventina di minuti o farsi portare su a dorso d'asino per raggiungere le due terrazze (ce n'è una a ovest e una a est), e io che sono decisamente fuori forma arranco un po' mentre Marco va su tranquillo e veloce. Per fortuna quando arrivo su il sole è ancora ben sopra l'orizzonte e lo spettacolo delle teste delle statue cadute a terra secoli fa e illuminate dai raggi del tramonto è davvero suggestivo. Peccato solo che ci siano decine e decine di persone!!! Siamo tornati non semplicemente in una zona più turistica ma in uno dei siti inseriti in quasi tutti i tour organizzati della Turchia, per cui non ci stupiamo di trovare grupponi di italiani (ma anche francesi, inglesi, etc.) che si scattano le foto a vicenda.
Dopo poco il sole finisce dietro a delle nuvole, e Marco ne approfitta per andare a vedere anche la terrazza est che ovviamente a quest'ora della giornata è totalmente in ombra. Per fortuna prima di toccare l'orizzonte il sole riemerge da sotto le nuvole, e la luce illumina direttamente le statue ancora per un po'. Ormai di foto ne ho scattate tantissime, mi godo completamente questo meraviglioso tramonto su un paesaggio altrettanto meraviglioso.

La discesa è ovviamente molto meno faticosa della salita, poi riprendiamo la moto e torniamo alla guesthouse. La cena viene servita all'aperto e ce la assaporiamo per bene, abbiamo praticamente saltato il pranzo oggi! Poi a nanna presto, ci aspetta una sveglia in piena notte!
Ultima modifica di Leia74 il 13/08/2013, 18:39, modificato 1 volta in totale.
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 13/08/2013, 11:36

Foto del 16 agosto:
Allegati
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Hasankeyf
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Hasankeyf
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Hasankeyf
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Strada statale (!!!) a Diyarbakir
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Benzinai ospitali
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sul traghetto sull'Eufrate
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sul traghetto sull'Eufrate
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sul traghetto sull'Eufrate
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Nemrut Dagi (Mt Nemrut)
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Nemrut Dagi (Mt Nemrut) panorama da sopra verso il parcheggio
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Nemrut Dagi (Mt Nemrut)
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Nemrut Dagi (Mt Nemrut)
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Nemrut Dagi (Mt Nemrut)
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Nemrut Dagi (Mt Nemrut)
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Nemrut Dagi (Mt Nemrut)
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Nemrut Dagi (Mt Nemrut)
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda sbernaz » 13/08/2013, 15:32

Foto e viaggio magnifici!
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda radaulpa » 13/08/2013, 16:29

ciao!
bellissimo report e bellissimo viaggio.
non ricordo se te la avevo già segnalata, ma quando ero andato io c' era una guida in pdf
a glimpse to sud east turkey
scaricabile gratuitamente
lì si trovano info su monumenti che sulla LP non ci sono
Ultima modifica di radaulpa il 13/08/2013, 17:38, modificato 1 volta in totale.
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 13/08/2013, 16:52

Ciao Rada!
No di quella guida non ho mai sentito parlare. Magari me la scarico, tanto in quella zona ci sono rimaste mille cose da vedere e spero che prima o poi ci torneremo!
Grazie anche dei complimenti a tutti e due! :-)
Aggiungo: sono appena andata a rileggermi il primo post di questo diario, dove dicevo che volevo scrivere poco e mettere soprattutto foto, ovviamente man mano le parole scritte sono aumentate a dismisura, mi spiace se sono troppo prolissa ma sono fatta così.... :oops:
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda Leia74 » 13/08/2013, 23:15

Scusa Rada ma la guida che dici tu dove la trovo?
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Re: Turchia, Georgia e Armenia in moto

Messaggioda radaulpa » 14/08/2013, 10:11

ciao!
la guida la ho cercata anche io , ma non la trovo :oops: . sono abbastanza sicuro che si chiamava
"a glimpse to south(o sud)-est turkey"
e la avevo trovata in pdf abbastanza facilmente, mi sa che ha cambiato nome.

sulla sinistra di questa pagina
http://seanatolianheritage.org/eng/
ci sono delle guide.

sono divise per città, ci sono anche delle belle foto e sembrano abbastanza complete.
potrebbe anche essere la stessa, ma non sono riuscito a capirne il nome e quindi non lo so :D
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