Proseguo subito con un'altra giornata di diario!
Sabato 18 agosto per la seconda volta in 2 giorni ci alziamo quando è ancora buio, alle 5 siamo al ristorante dell'hotel per la colazione, e assieme a noi ci sono molte altre persone che sono arrivate anche da altri hotel, alzandosi quindi prima di noi, che fortuna!
Ci sono tanti italiani, ma anche francesi, argentini, cinesi, russi, americani... insomma da tutto il mondo! Dopo la colazione ci distribuiscono in vari minibus e si va verso i rispettivi luoghi di decollo. Lungo la strada alle prime luci dell'alba passiamo accanto a varie mongolfiere in fase di gonfiaggio e ad alcune che si stanno sollevando già da terra, è già uno spettacolo bellissimo!
Arrivati alla nostra zona, aspettiamo che le
mongolfiere vengano gonfiate ed è interessantissimo vedere e fotografare tutto il processo: è pazzesco come questi mega-palloni vengano riscaldati al loro interno da giganteschi bruciatori e grazie all'aria calda si alzino pian piano facendo raddrizzare il cestello che si portano attaccato sotto. Una volta che la nostra mongolfiera è pronta ci fanno salire: il cesto ha quattro "scompartimenti" agli angoli dove entrano 4 persone ciascuno, più uno spazio centrale per il pilota, saremo quindi 17 persone a bordo. Il nostro pilota è uno svedese che ci racconta di essersi trasferito in Cappadocia perché è il posto migliore al mondo per fare questo mestiere, visto che ci sono le condizioni ideali per volare per circa 320 giorni l'anno. Prima del decollo ci fa provare la posizione di sicurezza da adottare all'atterraggio, ci fa allacciare le cinture e si parte!!
Volare in mongolfiera è di per sè un'esperienza fantastica: a parte il rumore del bruciatore che viene attivato ogni tanto, si è immersi nel silenzio più totale. Ci si solleva da terra in modo quasi magico, e poi si può salire e scendere a piacimento. Il pilota non ha controllo sulla direzione, per cui si va dove ti porta il vento, ma può decidere l'altitudine, e infatti passiamo dal volare alto (massimo 300 metri di altezza) allo scendere dentro le vallate e avvicinarci a pochi metri da terra e poi risalire lungo le pendici vedendo da vicino le centinaia di grotte scavate nelle rocce. Lo spettacolo è davvero magnifico, il panorama della Cappadocia è unico e la presenza di decine e decine di altre mongolfiere nel cielo rende il tutto ancora più bello.
A differenza di altre esperienze aeree come ad esempio il volo in elicottero fatto sulle cascate di Iguaçu in Brasile e durato 10 minuti scarsi, qui c'è tutto il tempo di godersi il volo, il panorama, scattare foto, fare qualche video... e poi di nuovo assaporare le sensazioni, guardare i piccoli dettagli dall'alto, ammirare di nuovo il panorama totale... non ci si stanca mai ed è molto emozionante!
Il volo di regola dura un'oretta, ma noi siamo stati fortunati: quando ci siamo abbassati un po' per iniziare l'atterraggio, il pilota ha deciso che il vento in quel punto non era buono e ha lasciato stare, facendoci risalire (il tutto con molta calma, non come quando succede in aereo!!). Poi per trovare un altro punto buono per l'atterraggio abbiamo dovuto oltrepassare una montagna con in cima la fortezza di Uchisar, per cui il nostro volo si è protratto per circa un'ora e mezza! Bellissimo!!
Anche l'atterraggio è spettacolare. Fin dall'inizio del volo il pilota si tiene in contatto via radio con una jeep che ci segue costantemente. Attaccata alla jeep c'è un carrellino delle stesse dimensioni del cesto della mongolfiera. Quando si decide di atterrare, man mano che la mongolfiera scende si vede la jeep che zigzagando tra i campi cerca di capire dove finirà ad atterrare, e poi quando mancano pochi metri da terra la jeep si ferma e il pilota fa atterrare la mongolfiera esattamente sopra al carrellino, senza sgarrare manco di un centimetro!! Davvero non so come faccia!!!
Si rimane ancora qualche minuto nel cesto man mano che gli addetti sganciano il pallone e lo fanno sgonfiare e cadere di lato in modo che non finisca in testa ai passeggeri. Poi finalmente ci fanno scendere e nel giro di pochi minuti montano un tavolo e preparano un vero e proprio brindisi a base di champagne! Ci raccontano che questa è la tradizione per i voli in mongolfiera, quando si atterra si beve lo champagne, wow! Infine consegnano a tutti una medaglia in ricordo del volo.
Siamo decisamente ultra-felici dell'esperienza fatta e mentre con furgoncini ci riportano ai vari alberghi commentiamo tra noi che l'organizzazione è stata perfetta e che anche se costa un bel po' ne valeva veramente la pena!!
Arriviamo in albergo che ci sembra di aver già visto mezza Cappadocia ma in realtà sono solo le 8 e mezza di mattina e abbiamo tutta la giornata davanti. Dopo un po' di ulteriore riposo in camera usciamo poco dopo le 10 e prendiamo la moto. La prima tappa è a poche centinaia di metri, il
Museo all'Aperto di Goreme. Il parcheggio a pagamento a prezzi esosi e il biglietto d'ingresso altrettanto caro ci ricordano, se non ce ne fossimo già accorti dal volo in mongolfiera, che siamo in uno dei siti turistici più famosi e visitati della Turchia. Si tratta di un sito con chiese rupestri meravigliosamente affrescate che merita decisamente la visita nonostante l'affollamento. Mentre siamo in coda per entrare nella prima chiesa (è piccola e fanno entrare a gruppi) ci mettiamo a chiacchierare con una famiglia americana che è accompagnata da una guida: ci offrono di fare il giro con loro in modo da sentire le spiegazioni della guida senza farci pagare un centesimo, gentilissimi!! Accettiamo e così facciamo le varie visite in compagnia, non solo le chiese ma anche alcuni ambienti più spogli che erano cucine, stalle etc. La guida, un giovane turco che parla inglese, a volte non è ferratissimo sui personaggi e le storie rappresentate negli affreschi, ne sappiamo quasi più noi... ma va bene così!
Alla fine ci salutiamo prima di entrare nell'ultima chiesa che necessita di un biglietto a parte, noi ci andiamo e loro no. Anche questa chiesa è molto bella e secondo me merita le 8 lire turche supplementari.
In nessuna chiesa sarebbe permesso scattare foto ma io riesco a "rubarne" qualcuna ovviamente scattando senza flash. Mi dà sempre molto fastidio questa cosa, capisco proibire di usare il flash, ma non farmi fare foto significa solo che vuoi per forza vendermi cartoline o libri. Preferisco i posti dove ti fanno pagare a parte per il permesso di scattare, ma dove non c'è proprio la possibilità, mi dispiace ma non ci sto...
Finito il giro sono circa le 12, fa abbastanza caldo e ci concediamo un po' di frescura nel grande negozio di souvenir prima dell'uscita. Alla fine decidiamo anche di pranzare con un panino al bar del negozio, in modo da archiviare la pratica pranzo (anche perché avevamo fatto colazione prestissimo!). Grazie al fatto di aver girato un po' per il paese ci rendiamo conto che qui i prezzi sono allucinanti rispetto alle altre zone della Turchia, praticamente doppi, ma non ci possiamo fare niente, siamo in Cappadocia...
Dopo mangiato usciamo ma prima di andarcene visitiamo una ulteriore chiesa rupestre inclusa nel biglietto ma che si trova fuori dal sito principale: anche qui affreschi meravigliosi anche se sono in restauro.
Ripresa la moto ci dirigiamo a una delle altre attrazioni principali della zona: le città sotterranee. Ce ne sono tre di importanti, ovviamente noi ne visiteremo solo una, e la scelta è caduta su quella di
Derinkuyu, che è la più grande e da quanto dice la Lonely Planet è un po' meno affollata della più vicina e piccola Kaymakli.
Appena entrati nella città sotterranea una guida ci propone di accompagnarci per una cifra di 50 lire (circa 25 euro) che ci sembra un po' alta, anche se avere una guida non ci dispiacerebbe. Lui allora ci chiede di aspettare un attimo e corre un po' più avanti a recuperare un'altra coppia giovane di italiani appena passati che avevano risposto alla stessa maniera. Ci mettiamo d'accordo per 40 lire totali (20 a coppia) e iniziamo la nostra visita guidata.
La città sotterranea è molto interessante, sono ben 8 livelli sotterranei dove la gente viveva per mesi e mesi di fila assieme anche agli animali, per cui hanno preso tutta una serie di accorgimenti per avere ad esempio un buon ricircolo d'aria, l'acqua potabile, e per far uscire il fumo senza che però all'esterno si notasse: infatti ci vivevano ad esempio i cristiani per sfuggire alle persecuzioni musulmane, anche se la costruzione delle città sotterranee risale a secoli prima, forse ad opera dei Frigi nel VII secolo a.C.
Avere una guida è decisamente positivo perché se no le varie stanze sembrerebbero tutte uguali, mentre lui ci spiega l'utilizzo che ne veniva fatto e tutte le varie astuzie tecniche: molto interessante ad esempio il disco di pietra che veniva fatto rotolare per chiudere un corridoio in modo da non far passare i nemici. La guida ci mostra i dormitori, le stalle, i depositi di granaglie e di cibo, le cucine, le aule scolastiche, la chiesa... infatti qui dentro vivevano fino a 20mila persone per mesi o anche anni di fila, e la vita continuava come se fossero in superficie! C'è perfino una "stanzetta" per le coppie appena sposate, per avere un po' di privacy!!
Insomma veramente un posto da vedere!
Mentre visitiamo facciamo anche due chiacchiere con l'altra coppia italiana che ci dice di aver pagato la mongolfiera (con un'altra agenzia) solo 100 euro a testa, dopo estenuanti trattative. Vabbè, noi siamo stati così soddisfatti del nostro volo e della qualità dell'organizzazione che passiamo sopra al prezzo pagato, del resto non siamo nemmeno così bravi a contrattare.
Quando usciamo da lì sotto ci rendiamo conto che c'è una fila mostruosa alla biglietteria, mentre noi non avevamo dovuto aspettare per niente, siamo stati fortunati forse anche perché eravamo arrivati all'ora di pranzo.
Ripresa la moto torniamo in hotel per riposarci un po', le alzatacce degli ultimi giorni si stanno facendo sentire. Solo verso le 17 usciamo di nuovo in moto e andiamo a fare un giro per le varie valli dove si possono vedere da vicino i camini delle fate. Devo dire che la cartina della zona comprata stamattina non è precisissima ma senza di quella non sapremmo proprio dove andare, la Lonely Planet non aiuta affatto qui. Vista l'ora lasciamo stare la famosa Love Valley che necessita di più tempo e optiamo per andare verso la vicina
valle di Zelve, segnalata molto bene e dove siamo sicuri che ci siano dei bei camini da vedere. Infatti è così e ammiriamo per bene queste bizzarre formazioni rocciose dovute all'erosione.
Poi ci spostiamo verso
Urgup, cerchiamo il posto dove c'e' la roccia a forma di cammello, e passiamo anche sotto a
Uchisar. Infine decidiamo di rientrare in albergo per un'oretta prima di cena anche se potremmo girare ancora un po', perché a Marco è venuto un bel mal di testa.
La nostra visita della Cappadocia è praticamente finita, in una sola giornata siamo riusciti a vedere molto più di quello che avrei mai immaginato e non ho assolutamente la sensazione di "non aver visto abbastanza". Ovviamente ci sono moltissime altre cose da vedere e fare in questa zona, avrei visitato volentieri Uchisar e avrei fatto qualche trek tra le valli, ma sono estremamente soddisfatta di questa giornata. Ho già detto che quando abbiamo deciso di passare un giorno in Cappadocia ero un po' scettica, mi pareva che fosse meglio rimanere di più nell'est della Turchia e lasciare questa zona a un secondo viaggio quando avremo tempo da dedicarle e visitarla per bene. Invece a fine giornata mi sono completamente ricreduta, valeva davvero la pena di venire qui anche solo per un giorno, soprattutto facendo il volo in mongolfiera che in pratica dà un'idea dell'intera area. Non esagero se dico che tra tutte le meraviglie viste in questo viaggio, la Cappadocia è decisamente al primo posto. E pensare che era solo un posto "secondario" da visitare solo se c'era tempo!!
Dopo il relax in hotel usciamo che il sole sta già tramontando: in centro a
Goreme vediamo la gente che inizia ad affollare i viewpoint per godersi la vista. Un po' mi dispiace non fare come loro e non aver visto bene Goreme con le sue case scavate nella roccia, ma come ho detto sarà comunque da tornare in questa zona. Prima di cenare entriamo in un paio di negozi perché ormai siamo agli sgoccioli del viaggio e ci vogliamo comprare qualche souvenir.
Mangiamo poi in uno dei tanti locali del centro di Goreme, la nostra ultima cena tradizionale turca: Marco sceglie delle specie di ravioli, i manti, mai assaggiati prima, mentre io prendo la zuppa di lenticchie e poi mi strafogo di hummus e falafel che adoro. Infine a nanna presto, che siamo decisamente stanchi!!
Ecco il breve giro in moto fatto oggi (solo 100 km circa in tutto):