Alla mostra del cinema di Venezia sarà presentato il nuovo film di Andrzej Wajda, maestro pluripremiato del cinema polacco.
Il lavoro è incentrato su Lech Walesa e sulla grande epopea di Solidarnosc Spero di vederlo presto
Jena Plissken ha scritto:I cantieri Lenin
Dalla stazione centrale di Danzica raggiungendo Sopot, grazie alla veloce e frequente ferrovia elettrica, si ha una visione completa e sopraelevata dei cantieri di Danzica.
Furono protagonisti degli scioperi e delle proteste legate a Solidarnosc a partire dagli anni 70 , con il loro culmine ad inizio anni ’80, Lech Walesa, elettricista e sindacalista, divenuto simbolo degli scioperi e della rivolta antitotalitaria della Polonia cattolica divenne dopo il trapasso post 89 addirittura capo di Stato , oggi appaiono in tutta la loro vastità e desolazione.
I cantieri intitolati a Lenin la cui targa è stata ripristinata, anche se ora nascosta da un lenzuolo con il simbolo del sindacato Solidarnosc, per permettere di girare ad Andrzej Wajda, la pluri ottant’ enne gloria del cinema polacco il suo film su Walesa, che apparirà a breve nei cinema polacchi e si spera italiani, davano lavoro a più di 20000 persone, una piccola città insomma che durante gli anni del patto di Varsavia costruiva anche navi e logistica per le marine delle nazioni aderenti al patto.
Gli Stocznia Gdanska ovvero i cantieri navali restano ai nostri giorni immobili nel tempo dopo più di vent’ anni dalla Polonia finalmente padrona del proprio destino, i posti di lavoro drasticamente ridotti e riconvertiti verso yacht di lusso nelle nuove locations dei cantieri, ormai nessuno degli operai dell’ epoca ci lavora più , restano le altissime gru metalliche , i carroponti, tralicci, immensi spazi vuoti, carcasse di navi in ferro dimenticate, le decine di edifici abbandonati in mattoni rossi tipici dell’ architettura baltica e anseatica, finestre rotte, il silenzio e la stagnazione.
Le attrezzature da varo vuote, nessun rumore assordante di attività , prati di erba non tagliata, le decine e decine di gru ferme appollaiate come uccelli che non possono più volare.
Varcando i cancelli famosi dei cantieri numero due luogo simbolo degli scioperi e delle rivendicazioni di Solidarnosc si incrocia tutt’ al più qualche sparuto turista curioso e si organizzano ormai tour in bus per nostalgici, una foto di Giovanni paolo II e una della madonna nera di Częstochowa accoglie il visitatore , e per chi come me seppur piccolo ricorda quei giorni che a quanto mi dicono appaiono ricordi sbiaditi, conosciuti o inesistenti per la gioventù polacca delle ultime generazioni, l’emozione è forte.
In fondo era vita reale anche per me, seppur indirettamente attraverso giornali e filmati televisivi che certo non approfondivo ma conoscevo almeno vagamente.
ryancooper ha scritto:Della chiusura dei cantieri non sono aggiornato,rimanendo in tema lo scorso agosto in loco ho visto che stanno costruendo la nuova sede del museo di Solidarnosc che si collocherà alla sinistra dell'ingresso dei cantieri navali frontale al monumento esistente. Sarà una struttura la cui forma richiamerà quella di una nave,la temporanea sede del museo è poco distante e ricavata in un seminterrato.
Jena Plissken ha scritto:Bisognerebbe chiedere a Polce che vive a Danzica avrà notizie più precise , e il Direttore visto che è in contatto per altri progetti potrebbe farlo, dovrebbe essere in costruzione anche un museo dell' Olocausto ma non mi ricordo in che zona, la vecchia sede del museo di Solidarnosc era poco vicina ai cantieri e interessantissima, in alcune parti di edifici del cantiere c'erano altre piccole mostre almeno due anni fa
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