C'e' chi dice che esiste il mal d'Africa. Non ne dubito, probabilmente per chi ha visto la vera Africa deve esser cosi'.
Io so che soffro di mal d'Asia. Ogni volta che cerco una nuova destinazione lo sguardo volge sempre ad est, e sempre piu' in la', li' dove sorge il sole.
Ho iniziato a comunicare qualche emozione nel topic sul Mekong, vorrei provare a scrivere qualcosa di piu' articolato, se avrete la pazienza (e la voglia) di seguirmi.
Un primo piccolo plauso va alla compagnia aerea scelta, Air France. Non ci volavo dal lontano 2001 (per i voli a lunga tratta), e mi sono ritrovata come allora davvero benissimo. Non ha nulla da invidiare alla blasonata Emirates.
Arriviamo a Phnom Penh il giorno 28 giugno, mattina presto. attiviamo subito una sim locale per navigare e fare qualche chiamata ancorche' sia io che Michel abbiamo una sim internazionale. La guesthouse prenotata ci e' venuta a prendere con una macchina, e il primo impatto, familiare, e' sempre quello: caldo, umido, appiccicaticcio, e aria condizionata a palla in tutti i luoghi chiusi. La Cambogia si presenta subito simile a quanto ho letto essere il Vietnam, nelle grandi citta': piena di motorini, di gente che guida in modo improvvisatissimo, senza casco, in 3,4 anche fino a 5 su uno scooter, pero' il bello e' che nessuno si arrabbia, se attraversi si fermano per farti passare, fanno anche qualche pezzo contromano e nessuno si arrabbia, c'e' un traffico della madonna e a nessuno frega nulla hanno un modo di prender la freneticita' delle strade veramente invidiabile.
La gente e' giovane. Ma la spiegazione e' fin troppo semplice nella sua crudenta', il regime dei khmer rossi ha spazzato via quasi tutti quelli nati prima degli anni 60-70. Consiglio vivamente di non andare in Cambogia senza essersi documentati un po' sulla sua storia. Lo so che questo forum e' frequentato da gente colta e preparata, ma una ripassatina a quello che e' successo qui e' essenziale, un po' come andare in Argentina e non sapere nulla dei depararecidos.
Phnom Penh e' una citta' vivace e accogliente, ma attenzione, qui e' un po' come in Marocco o Turchia, si tratta per tutto, viene proposto di tutto, non si possono fare due passi che ti si mette davanti un tuk tuk per chiederti se vuoi andare da qualche parte. Purtroppo, siamo la combinazione piu' bersagliata, la coppia, ho avuto modo di esperire sia viaggiando da sola sia anche in questo viaggio quel paio di volte che sono andata da qualche parte senza Michel che da soli non ti scoccia quasi nessuno. vedono la coppia in vacanza e automaticamente pare ti spunti in faccia il cartellino "bancomat". comunque vabbe', io alla fine lo trovo persino divertente, e poi basta dir di no e amen. Pero' un po' son contenta che andro' in Vietnam da sola.
Phnom Penh ha poco da offrire quanto a turismo vero e proprio, l'unica cosa visitabile e meritevole e' il palazzo reale, e il museo nazionale che pero' abbiam trovato chiuso. Ma il suo lungo fiume, ne ho parlato nell'altro topic, e' brulicante di vita, e passarci la sera, traversarlo, vivere nei suoi ristorantini o anche solo prender qualcosa da mangiare da un banchino e passeggiare e' veramente bello.
La moneta locale, il riel, e' usato poco e nulla. Meglio pagare in dollari.
La mattina dopo facciamo un breve giro al russian market, molto famoso, e poi siam gia' sulla volta di Siem Reap. Il costo dei bus e' scandalosamente basso. 6 ore di viaggio in bus con aria condizionata, wifi, acqua e piccolo snack compresi costa tra i 10 e i 15 dollari. il paesaggio rurale che ti si para innanzi nel viaggio e' meno monotono di quel che si possa pensare, si entra nei villaggi autentici, le case sono quasi tutte su palafitte anche se non c'e' acqua in terra, ma ci spiegano che si allaga tutto spesso e facilmente, e quindi giocoforza...
arriviamo a Siem Reap giusto in tempo per cenare e fare un giro nel night market. Siem Reap e' carinissima. ancora, piena di vita, motorini, traffico, gente che ti vuol vendere la qualunque, localini deliziosi, una intera strada dedicata al divertimento e alla vita notturna, pub street, sembra di stare nella temple bar di dublino.
Ma Siem Reap e' solo un punto di appoggio, qui si fermano tutti per vedere la vera meraviglia della Cambogia, i templi di Angkor. Il sito dista circa 6 km e tutte le guesthouse ti propongono due itinerari base, il piccolo e il grande anello, da fare in due giorni con un tuk tuk che ti fa da guida per l'intera giornata a un prezzo ridicolo. Quello che costa molto e' l'accesso ai templi, ma lo trovo corretto. E' la loro vera unica fonte di ricchezza. E comunque i soldi li merita tutti.
Forse l'unica cosa che avrei da obiettare e' che portare il turista, che per quanto preparato non potra' mai capire cosa si sta davvero per trovare davanti, come prima cosa proprio ad Angkor Wat e' sbagliato. Bisognerebbe portarlo prima in qualche tempio minore. Togliergli il fiato sin dall'inizio significa rischiare di non fargli poi apprezzare il resto. Che pure merita.
Comunque, Angkor Wat. Gia'. Angkor Wat. No vabbe' non penso possa essere possibile descriverlo a parole. E' studiato a tavolino dal re che lo ha commissionato nel tempo che fu per farti quell'effetto. Non lo vedi subito. inizi con un corridoio di accesso che sara' lungo circa 8-900 metri. poi passi una specie di arco. e poi lo vedi. vedi quelle guglie. vedi quella magnificienza. e no tutto il resto si ferma in quel momento. ti manca quasi la terra sotto i piedi. cammini verso Angkor Wat e ti senti finito in un'altra dimensione. ci siam stati DUE ORE tonde. L'interno, per quanto bellissimo e magnificamente conservato, non regge manco alla lontana con l'impatto che ti fa la facciata frontale mentre percorri quel corridoio. Angkor Wat e' una delle cose piu' belle che esistano sulla faccia del pianeta. Mette allo stesso tempo paura ed esaltazione.
Poi per fortuna la nostra guida ci ha portato a vedere un paio di cose piu' soft per smaltire tutta l'eccitazione. Cosa fondamentale, perche' se si pensa di non poter vedere o reggere qualcosa di ancora superiore beh, ci si sbaglia. Perche' dopo 2-3 tempietti minori (ma sempre bellissimi, come il tah kheo) arrivi al Bayon. E, signori miei, addio. il Bayon e' persino piu' indescrivibile di Angkor Wat. li' regnava la magnificenza, la grandezza. qui regna il mistero, l'alchimia, l'enigma. Entri qui e l'unica cosa che puoi davvero fare e' sentirti inadeguato. Il tempio si regge su 216 effigi del buddha scolpite nella roccia che sembrano guardarti (e giudicarti) da qualsiasi parte tu ti stia dirigendo. Io il Bayon me lo sono sognata per due notti a venire e attualmente sta lottando fianco a fianco col il Tori giapponese di Miyajima per prendersi il posto di cosa piu' bella che abbia mai visto in tutta la mia vita. Il Bayon e' un'esperienza mistica. non riesco a dire nulla di altro o di diverso.
E chiudo con la ciliegina sulla torta, il Ta Phrom. Dopo quello che ho detto pensate che questo tempio non avesse piu' possibilita' di stupirmi? no, non e' cosi'. Entriamo in un mondo completamente diverso. La storia dei templi di Angkor va letta prima, con calma, per capire. per molti decenni sono stati abbandonati, e poi ripresi e in parte restaurati. I templi di Angkor servivano per testimoniare la magnificenza e il potere dei re sulla natura, e la natura dopo sembra essersi voluta vendicare riprendendone possesso. Il Ta Phrom e' un tempio da fiaba, perfettamente integrato con la natura, radici ed alberi sono cresciuti NELLA roccia e le si sono avviluppati, e ormai fan talmente parte della storia del tempio che non ne verranno mai separati, sono la sua essenza.
E questo e' stato il primo giorno. Il secondo, abbiam fatto il grande giro, che non comprende piu' templi ma alcuni templi che sono abbastanza lontani, in particolare uno delizioso chiamato banteay Srey. Un tempio piccolo, di pietra rosa, chiamato non a caso "the ladies temple", il nome letteramente significa proprio fortezza delle donne. e' uno dei meglio conservati e ricco di decorazioni, ma la bellezza di questo tempio e' anche il viaggio per arrivarci, dista infatti una trentina di km dall'aerea di Angkor, che fatti in tuk tuk attraversando villaggi e natura sono veramente un piccolo viaggio bellissimo. Abbiam pure chiesto alla nostra guida di fermarci a mangiare in un villaggio di questi, sulla strada, ed e' stato bellissimo.
Ma il terzo giorno a mio parere e' stato il piu' bello. La nostra guesthouse offriva un servizio di biciclette gratuito, ne abbiam prese due e siamo tornati ai templi in piena autonomia. Ho trascurato di dire che il tempo il primo giorno era bruttino, non pioveva ma il cielo era coperto e scuro. Il terzo giorno c'era un sole splendido e pieno. E rivedere Angkor Wat e il Bayon col sole e' stato come vedere una cosa nuova per la prima volta. Poi la bici ti impone tempi piu' lenti, quindi ci siam fermati per strada a chiacchierare con la gente, abbiamo incrociato scimmiette ed elefanti, siamo usciti dai percorsi soliti ed abbiam visto un altro tempio immerso nella natura simile al Ta Phrom e un altro, piccolissimo, ma particolare perche' costruito in mezzo ad un laghetto. In totale abbiam fatto quasi 30km tra anda e rianda in bici, il mio compagno si lamentava di avere il fondoschiena quadrato ma ci siamo divertiti tantissimo, anche nonostante la pioggia presa al rientro, purtroppo qui e' usuale, c'e' il sole ma tempo 5 minuti puo' arrivare un'acquazzone (che dura pochissimo ma che ti rovescia addosso secchiate d'acqua).
la nostra esperienza cambogiana s'e' conclusa con una serata di cena e spettacolo di danza khmer organizzato dalla nostra guesthouse, una cosa prettamente turistica va detto ma... beh molto bello lo spettacolo, non mi sono pentita di aver ceduto
la mattina dopo avevamo l'aereo per la Thailandia, Air Asia, ed e' cominciata una nuova avventura... di cui vi raccontero' piu' avanti.