Date: 18 - 29 agosto
Percorso: Tehran - Kashan - Isfahan - Yazd - Tehran
Giorno 1
[Fuck you, I won't do what you tell me] https://www.youtube.com/watch?v=vAaLeJ53umE
Sono pronto a partire. L'Iran è un viaggio che, per una serie di ragioni, inizia mesi prima. Visto, mail ai vari alberghi per ottenere la prenotazione, scarso numero di risposte, amici perplessi sulla meta, madri che si chiedono come mai hanno partorito un figlio così scemo, etc. etc. etc.
Insomma, duri a morire i pregiudizi.
Prima della rivoluzione gli iraniani erano gente affabile e cordiale. Poi, le stesse persone sono diventate assassine in cerca di sangue occidentale, da un giorno all'altro (che poi al massimo dovrebbero avercela con americani e inglesi per via della guerra con l'Iraq dell'agente CIA Saddam Hussein e relative bombe al fosforo sulla popolazione o per il golpe a Mossadeq anni prima, ma lasciamo perdere. In effetti americani e inglesi hanno più difficoltà nell'ottenimento del visto).
Confusione varia e ignoranza la fanno da padrona. Confusione, perché vorrei capire come si può pensare al Medio Oriente come a uno stato invece che a un'area geografica. Ci sono violenza e guerra in Iraq. Casini in Palestina. E via dicendo. Automaticamente c'è violenza e guerra in Iran. Un po' come se a un americano nel 93 fosse stato detto "ma perché vai in Italia, non sai che c'è la guerra in Bosnia?".
Ignoranza, perché si confondono sunniti con sciiti. E si confondono i Persiani con gli Arabi.
Quindi per settimane mi sono sentito dire "rapiscono gli occidentali" (da quando lo Yemen è l'Iran?), "decapitano" "sei un incosciente" "io non capisco quelli che vanno nei paesi a rischio e poi bisogna andare a ripescarli con i soldi pubblici" (ma quando è successo in Iran?) "non hai paura degli attentati?" e altre amenità varie.
Una infinita rottura di balle. Tornassi indietro avrei detto fino a 5 giorni prima "vado in Grecia" per poi rivelare la meta reale. Non tanto per il pensiero della gente, di cui me ne frego, ma per evitare le rotture conseguenti. Più o meno c'ero abituato, ma questa volta la situazione ha raggiunto vette elevate, esasperanti.
Il giorno prima la sorpresa gradita dell'arrivo a Crema di un altro forumista a cui ho fatto da guda turistica per la città, che mi ha raccontato avvenimenti ed episodi iraniani della sua sortita in Persia anni fa, ha allietato una giornata che, per motivi personali, sarebbe stata sicuramente più triste, e in questo modo ha accresciuto l'attesa per il viaggio.
So già che quello che mi dice la gente ha poco di vero, se non nulla. Mi aspetto invece di trovare quasi tutto vero circa cose lette in Internet o pronunciate da chi c'è stato. E, più o meno, così sarà.
A farmi arrivare a Tehran sarà FlyPegasus. A parte i ritardi vari (4 ritardi su 4 voli, en plein) si dimostra buona anche se, per varie ragioni, se tornassi indietro sceglierei altro.
Anche la lunga attesa in aeroporto a Istanbul scorre via velocemente. All'arrivo turco faccio conoscenza con un imprenditore bresciano e un ragazzo bergamasco in viaggio per lavoro, due aziende diverse e tutti e due diretti in Georgia. Anche loro hanno una lunga attesa e quindi finiamo per parlare di cose varie, di paesi ed altro al bar dell'aeroporto. L'imprenditore bresciano per motivi di lavoro ha viaggiato per il mondo e si dimostra una persona molto interessante, ricca di esperienze varie; in Iran ci andò 20 anni fa. Fa strano come ogni tanto ci si ritrovi a parlare in dialetto tra noi, a Istanbul. Se lo facessi a Milano, al di là della diversità del dialetto milanese con il mio (o nostro, se riferito agli altri due interlocutori) nessuno o quasi mi capirebbe.
Altra cosa notata a Istanbul è la rilevante presenza di donne con il burqa. Fa un certo effetto, non lo nascondo.
Poi ci dividiamo e io vado ad attendere l'imbarco per Tehran al mio gate e noto che le donne in attesa, a parte alcune eccezioni, non portano né l'hjiab né il mantou (spero di aver scritto giusto), ovvero l'abbigliamento "obbligatorio minimo" per loro e vestono "occidentale". Solo all'arrivo a Tehran dell'aereo, prima di scendere, procederanno all'opera di vestizione. Noi uomini indossiamo tutti sin da subito i pantaloni lunghi. Sul volo per Tehran ho come vicino di posto un francese di origine italiana, di Lione, che ha il passaporto italiano e si considera italiano, alla sua seconda visita iraniana. Il viaggio scorre via velocemente. All'arrivo in aeroporto trovo ad attendermi l'uomo mandato dall'albergo. Non parla una parola di inglese.
Anche se notte fonda, mi metto subito a visionare il tragitto e la città dal finestrino. Smog, caldo, i primi palazzi, l'imponente Mausoleo di Khomeini, i furgoncini con frutta e verdura diretti ai bazaar cittadini, un primo assaggio del traffico (è l'alba) e subito mi rendo conto dell'immensità della capitale iraniana.
Dopo circa 40 minuti siamo arrivati in albergo. Ho prenotato un hotel un po' caruccio, ma non troppo per gli standard cittadini. E' perfetto, solo un po' decentrato: Hotel Saina, circa 38 euro a notte. Sbrigo le pratiche di registrazione e mi dirigo subito in camera, sono le 6 ora locale (le 3:30 italiane e non chiedetemi il perché di quei 30 minuti di fuso, non l'ho mai capito) e come arrivo in camera mi butto subito a letto. Qualche ora di meritato riposo e sarò pronto a tuffarmi nelle strade e nel famigerato traffico cittadino.