geom.Calboni ha scritto:A SPB ho fatto incetta di mappe stampate in Russia e...tutte presentano l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud come stati autonomi ed indipendenti
geom.Calboni ha scritto:Riporto un attuale articolo di Giulietto Chiesa su Abkhazia ed Ossetia del sud:
Abkhazia e Ossetia del Sud: piccoli popoli che dovremmo difendere
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10 ... A.facebook
E questo sulle recenti relazioni tra Abkhazia ed Italia:
http://www.2duerighe.com/esteri/17237-i ... l-sud.html
Maxdivi ha scritto:Ieri sera sulla Rai ( proprio per competare la parzialita' dei media nostrani sulla questione Ucraina ) e ' stato trasmesso il parzialissimo film georgiano "5 days of war".
Per fortuna avevamo i nostri Jena e Calboni inviati sul campo, sicuramente piu' affidabili
Credo sara' molto difficile il riconoscimento ufficiale italiano dele due repubbliche proprio per quella logica della "nuova guerra fredda" che sia io che l' articolo citiamo.
Ossezia del Sud: il “piccolo stato” del Caucaso lotta per il riconoscimento internazionale
Cinque anni fa (una notte dell'agosto 2008) il presidente georgiano Mikhail Saakashvili ordinava di avviare le operazioni militari e di occupare la Repubblica “ribelle” dell’Ossezia del Sud. Dalle imbarazzanti dichiarazioni dello stesso Saakashvili ai membri della commissione di inchiesta parlamentare sulla guerra in Ossezia del Sud, confermate dall’ex ambasciatore georgiano a Mosca Erosi Kitsmarishvil, è risultato che la leadership georgiana discuteva da tempo di lanciare un'operazione militare contro l’Abkhazia e l'Ossezia del Sud.
La gente sapeva! Ed infatti molti, a migliaia, erano evacuati, tra il 2 e il 7 agosto, in Ossezia del Nord. Perché i primi cannoneggiamenti erano cominciati allora. Tutti si aspettavamo un assalto, ma molti pensavano che fosse una delle solite provocazioni, qualche colpo di cannone, qualche sventagliata di mitragliatrice. Gli ossetini vivevano in queste condizioni da diciassette anni e non potevamo immaginare una guerra con bombardamenti aerei e razzi grad che piovevano al ritmo incessante di uno ogni due o tre secondi.
Due giorni di offensiva georgiana avevano distrutto la capitale; interi quartieri non esistevano più; case, già povere prima di essere colpite, rivelavano le loro nudità di intonaci sbrecciati. I georgiani avevano bombardato le case della gente ma avevano anche sparato con i cannoni contro tutti gli edifici pubblici di una qualche importanza: distrutta l’università, colpiti gli ospedali, incendiata la biblioteca. Azzerare era evidentemente l’ordine, eliminare ogni traccia di convivenza civile.
Due giorni dopo lo scoppio del conflitto, la Russia annunciava l'invio di truppe a difesa della popolazione dell’Ossezia del Sud. Questi eventi sono passati alla storia come “la guerra dei cinque giorni” e hanno portato al riconoscimento ufficiale dell'indipendenza di Ossezia del Sud da parte della Federazione Russa, salvando così la piccola Repubblica dall’orrore di nuovi attacchi e di nuove minacce di aggressione da parte del vicino georgiano.
Visitando oggi Tzkhinval, la capitale, a cinque anni dal conflitto, si vede una città moderna in cui spicca il colore rosso-verde dei tetti. Il centro cittadino, sottoposto a un parziale intervento di recupero, offre una gradevole vista anche per i turisti che visitano la città. Ad un esame più attento, però, si capisce che il processo di ricostruzione non è stato completato e che molte infrastrutture e strutture sono tuttora da ricostruire.
A maggio si svolgeranno nuove elezioni politiche; circa 50.000 saranno gli elettori e diversi sono i partiti politici ufficiali a conferma della vitalità dei processi politici della Repubblica. Chiunque vorrà, potrà recarsi in Ossezia del Sud in quei giorni e verificare di persona la regolarità delle operazioni di voto.
“Abkhazia e Ossezia del Sud parlano due lingue antichissime che nulla hanno in comune con la lingua georgiana, che ha un bell’alfabeto suo proprio, senza eguali altrove nel mondo. L’abkhazo ha addirittura 64 lettere ed un alfabeto così spigoloso che contiene ben sette variazioni della ‘k’, consonante principale che a noi latini è sconosciuta. Si scrive in caratteri cirillici, ma ne hanno dovuti inventare di speciali per coprire un alfabeto molto più ricco del russo. L’osseto non è meno complicato, almeno a prima vista. Incomprensibili tutti e tre per noi stranieri, ma incomprensibili anche tra di loro.
Abkhazi ed Osseti (del sud e del nord) da una parte e Georgiani dall’altra nulla hanno in comune, se non una reciproca, inconciliabile inimicizia. E’ una constatazione. E’ un punto fermo che non può essere negato. Chiunque abbia visto da vicino la situazione non può che giungere alla stessa ed innegabile conclusione. Nessuno, che sia sano di mente, è in grado di negare ciò. Il perché, le cause, di questa insanabile, irreparabile in ogni arco di tempo prevedibile, divisione e inimicizia aperta, è oggetto di dispute altrettanto feroci circa le responsabilità, le colpe, i crimini che l’hanno creata. Poiché è evidente che ci sono responsabilità, lontane e vicine, quando tali inimicizie si creano e si diffondono in tutti gli strati di un popolo” (rif. Giulietto Chiesa).
La Georgia non ha abbandonato la speranza di riprendersi questi territori, tanto che ai colloqui di Ginevra, che tuttora si svolgono sotto la triplice egida di Onu, Osce e Ue, non ha ancora oggi accettato il “cessate il fuoco” proposto dai negoziatori osseti ed abkhazi.
Il Ministro degli Esteri dell’Ossezia del Sud, S.E. David Sanakoev così come il suo omologo abkhazo, effettua una incessante attività diplomatica per promuovere il riconoscimento della realtà statuale ed anche in questi giorni ha incontrato politici italiani e sammarinesi ed ha ottenuto il loro appoggio e sostegno (nella foto lo scambio di doni tra delegazioni dei partiti socialisti: sammarinese ed osseto).
La Repubblica dell’Ossezia del Sud e la Repubblica dell’Abkhazia, hanno avanzato richiesta ufficiale di riconoscimento alla Repubblica di San Marino. Quella Repubblica di San Marino che nell’immaginario collettivo può vantare tradizione di libertà e di indipendenza, difesa con saggezza e determinazione, quella Repubblica che resistette agli attacchi di Sigismondo Maltatesta, grazie all’aiuto dei vicini duchi di Urbino e delle Repubbliche di Venezia e di Firenze (esattamente come Ossezia del Sud e Abkhazia resistettero agli attacchi del vicino georgiano ed ottennero aiuto dalla Federazione Russa); quella Repubblica che diede asilo a molti patrioti italiani ed all’ ”eroe dei due mondi” Giuseppe Garibaldi, correndo il rischio di mettere a repentaglio la propria sovranità statuale.
A San Marino, la cui linea politica internazionale è basata sulla vicinanza ai popoli che lottano per la propria autodeterminazione, Paese che ha sempre fatto di pace e libertà i suoi valori di battaglia, Paese che può parlare al mondo con l’autorevolezza ed il prestigio di pregevoli ed autonome iniziative, viene chiesto dunque di pronunciare la propria disponibilità al riconoscimento dell’ indipendenza delle Repubbliche caucasiche di Ossezia del Sud e Abkhazia.
Jena Plissken ha scritto:http://it.rbth.com/mondo/2014/08/27/putin_saluta_il_nuovo_presidente_dellabkhazia_32449.html
elezioni e nuovo presidente
geom.Calboni ha scritto:Segnalo che dal 15 agosto è possibile ottenere il visto d' ingresso in Abkhazia direttamente al punto di frontiera di Psou, quindi entrando dalla Russia.
Ciò permette di evitare di richiedere il visto in via telematica almeno 1 settimana prima dall' ingresso, procedura in vigore finora e che comunque resta alternativa alla nuova di richiesta in frontiera.
flyingsoul ha scritto:Anche se poi nessuno te lo controlla
geom.Calboni ha scritto:flyingsoul ha scritto:Anche se poi nessuno te lo controlla
Si ma per entrare il permesso devi averlo. Ora ti presenti direttamente in frontiera anzichè, come tu stesso hai sperimentato, chiederlo on line giorni prima dell' arrivo e non devi più andare all' ufficio, col permesso d' entrata, e farti consegnare il visto.
Cosi funziona, da sempre, in Transnistria.
Questa ottima mossa del governo abkhazo favorirà il turismo.
Nelle prossime settimane la procedura funzionerà anche alla frontiera con la Georgia (Ingor).
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