Giovedì 23 ottobre 08.00
Sono le 8 di mattina del 2° giorno a New York, anche stamattina piove e probabilmente farà come ieri.. pioggia per un’ora, smetterà per un paio e poi riprenderà.
Ieri ero troppo stanco per scrivere anche perché la prima giornata è stata ancora più intensa e piena di quel che immaginavo; finora N.Y. è come l’aspettavo.. vibrante, attiva, ricca di spunti interessanti.
Martedì notte l’arrivo in città è stato tranquillo, volo leggermente in ritardo, dogana passata in 5 minuti e poi shuttle diretto all’ostello; era già tutto buio ed ero incollato al finestrino mentre si scendeva dal Queens a Brooklyn e per la prima volta vedevo Manhattan con i suoi grattacieli illuminati.. insomma le famose mille luci di NY.. wow.. e se qualcuno mi avesse chiesto qualcosa avrei potuto solo dire “cazzo..son a New York”.
E’ vero quello che dicono molti, mi sembra quasi di conoscerla e di esserci già stato in passato, non sai bene quando ma ci sono angoli di città che nell’inconscio ti parlano, ti dicono qualcosa.
Però dal vivo fa tutto un altro effetto, ci sono particolari che ti sorprendono e ti lasciano spiazzato e sorpreso.
E’ la prima volta che mi sento così, ho voglia di scoprire quegli angoli più nascosti e vedere tutto con un punto di vista diverso dal solito, cioè dal mio… insomma son stracurioso.
Ieri son uscito presto per via del fuso, alle 7.30 e la città sembrava morta, deserta e solo 1 ora dopo iniziava ad esserci un po’ di gente in giro anche se molti negozi, almeno nella mia zona, non aprivano prima delle 11-12.. praticamente di fianco al market aperto 24 ore c’è quello che invece apre a mezzogiorno fino alle 6 di sera.
Visto il tempo, ho cambiato programma e son partito dai quartieri più esterni, meno turistici.. cioè l’East Village e il Queens; me li sono giocati subito perché con il bel tempo preferirei farmi i grandi classici e poi ero alla ricerca di un impatto forte da subito.
Così colazione a Soho a due passi dall’ostello e….
A proposito di ostello, non è male.. la parti comuni spettacolari, cool e gradevoli, mentre la camera (minuscola con a malapena il letto, uno spazio di fianco con mobiletto, il posto per la valigia e la finestra) praticamente è parte di una camerata con il proprio spazio diviso e delimitato da pareti e una porta ma con soffitto aperto ed isolato solo da una griglia; quindi si sentono i rumori dei vicini anche se con i tappi per le orecchie e dopo una notte ci si fa l’abitudine e ci si dorme bene.
Poi è pulitissimo e in una zona interessante… Certo..80 euro a notte.. ma questa è Manhattan..
Colazione? A si. son andato al Little Cupcake Coffee, posto molto bello, tavolini con sedie in legno, bancone bianco e una Cheesecake da favola.
Da qui son partito alla scoperta del basso East Village camminando per Essex St, Orchard St sotto una bella pioggerella.
I palazzi con le immancabili scale di sicurezza esterne, il fumo che esce dai tombini delle strade, le tantissime caffetterie dove la gente si siede, legge, naviga su internet mentre si fa un caffè (qui le caffetterie son una presenza frequente, son praticamente ovunque e in questa zona le grandi marche tipo starbucks non hanno il monopolio ed ognuna è diversa dall’altra), i murales sulle pareti che personalizzano ogni palazzo raccontando e comunicando qualcosa dei suoi abitanti, le case con le scale che scendono nel sottoterra ….. quante cose!
Peccato per i negozi chiusi e così, per ripararmi dall’acqua, prima entro al mercato della frutta di Essex e poi a farmi un panino da Katz's Delicatessen, l’originale.
Panino di pastrami a metà mattina e ristorante imperdibile.. a parte per il famoso film è la storia del locale, i salami appesi e le pareti piene di foto che ne fanno un’istituzione.
Salendo sulla Bowery son finito a Cooper Sq. (purtroppo il cubo era in ristrutturazione..) e da qui a St. Marks Place fino al Tompkins Park.
Qui è tutto rock con negozi di dischi e di vestiti vintage, murales, gente vestita strana.. faccio l’immancabile foto del palazzo “dei Lez Zeppelin e The Rolling Stone” e dell’ingresso del bar Coyote Ugly.. insomma tanti posti che mi parlano e mi ricordano qualcosa.
Il parco in passato era uno dei tanti “parchi degli aghi”, ora è stato ripulito ed ci si trova, oltre ai classici scoiattoli, qualche famigliola e dei senzatetto in coda per prendere un pasto caldo da un furgoncino di un’associazione caritevole.
Senza rendermi conto arrivano le 11 ed entro nel pub Mcsorley's old ale house, forse il più antico pub irlandese di Ny, a farmi due birre piccole (ne avevo ordinata una.. ma l’offerta era 2x1..).
Tutto in legno, segatura per terra, riferimenti all’Irlanda su ogni parete.. e poi ho scambiato due parole con signore al bancone su Milano, i Jets e di cibo.
Peccato che iniziano ad arrivare i negozi per turisti, con le paccottiglie cinesi e cose simili; invece salendo da qui verso Time Square tutto diventa lentamente più commerciale con le grandi catene di negozi e così prendo la metro e vado a Long Island.. nel Queens.
La metro è a prova di bambino visto che è tutto segnalato bene e basta leggere la mappa per capire quali sono i treni express e quelli locali…… e poi ad accogliermi sui binari c’era l’immancabile ratto gigante.
Il Queens è tutto un altro mondo, tranquillo e calmo e poi Long Island è una gran sorpresa.
La vista da qui è unica, tutta Manhattan a partire dalla nuovissima Freedom tower fino all’Empire state building, il bellissimo Chrysler building, il palazzo dell’Onu e i vari ponti che collegano i vari quartieri.
Nel parco ci sono poi le insegne Long Island ed il cartello della Pepsi che danno quel tocco retrò che non sta per niente male; però la zona è in totale rinnovamento ed i nuovi grattacieli stanno cambiando volto e purtroppo anche i 5pointz son in demolizione, peccato.
La camminata dal molo a qui mi porta a pranzare in una tavola calda.. sandwich al tonno niente di che, ma è il luogo è bellissimo; è il classico locale con panche a sedere in pelle, sgabelli al bancone, poliziotti e operai che prendono il pranzo da portar via, brocca di caffè caldo.. veramente da film.
Da qui ho preso la linea 7 quasi fino al capolinea con la scusa di andare a vedere quel che resta dell’expo del 1964, in particolare la sfera del mondo vicino al Queens Museum.
Durante il tragitto guardo dal finestrino tutto il quartiere, dai grattacieli si passa alle case basse in mattoni e la gente è un miscuglio di razze.. cinesi, afroamericani, sudamericani e poi ognuno con il suo stile, da quelli che son già vestiti invernali a quelli che girano in manica corte.. mi sembra di avere tutto il mondo rappresentato nel mio vagone.
Uscendo dalla stazione della metro non mi sembra neanche di essere a Ny.. porta di uscita in legno dipinto parecchi anni fa, i classici barber shop, bandiere della Colombia che sventolano fuori dalle case basse a 2-3 piani, tanto verde intorno.
Peccato per il vento che c’era ma almeno non pioveva più e così ho fatto una bella camminata nel parco fino ad arrivare al famoso mondo.
Dell’Expo è rimasto solo questo, il museo e un’altra struttura particolare.. però tutto intorno è diventato un parco immenso in cui si intravedono i primi colori autunnali… chissà, magari è un anticipo di quello che mi aspetta a Central Park.
Rientro verso la metro passando per i campi da tennis di flushing meadows e torno a Manhattan dopo sento il bisogno di un buon caffè americano per rilassarmi un po’.
Mi piazzo a uno Starbucks osservando la gente che cammina veloce e ricaricate bene le pile vado nella vicina Central Station.
All’inizio ero incerto se andarci o meno ma ripensandoci sarebbe stato un peccato non passarci.
E’ bellissima, con il suo marmo, la sobrietà ed eleganza delle vecchie biglietterie ancora funzionanti, il soffitto che sembra un cielo stellato.. son rimasto veramente sorpreso anche perché era un luogo che non mi aspettavo e di cui non avevo punti di riferimento.
Purtroppo ha ripreso a piovere e unito al vento è abbastanza fastidiosa.. anche perché l’ombrello si apre e serve a poco.
E per una chiusura di giornata con il botto.. alle 7.30 partita di basket al Madison square garden.. new york knicks vs washington wizards.
Il Madison si nasconde tra negozi e grattacieli ma quando appare di fronte a te, illuminato con i colori dei Knicks, si fa notare.. altrochè se si fa notare.
La partita è di pre-season e il match è divertente.. non gioca il nostro Bargnani ma Carmelo Anthony è in gran spolvero e Ny vince all’ultimo grazie a lui.
Ma è il contesto quello da vivere.. la struttura moderna e confortevole, l’hot dog e birra mangiati sugli spalti, gli scherzi sul maxischermo prima dell’inizio della partita, la musica rock nella pause e a volte anche mentre giocano, l’inno americano tutti in piedi, le cheerleaders, gli spettacoli durante le pause, il momento in cui ti inquadrano mentre balli, i ragazzi che sparano la maglietta al pubblico incitandoli a urlare, i vip a bordo campo..
Insomma, sembra che si divertano più nelle pause che durante il match e diventano pazzi quando finiscono sul maxischermo.. come bambini!
Finita la partita son rotolato a dormire.. il primo giorno nella grande mela è andato e mi rendo conto che tante cose sono come te le aspettavi ma allo stesso tempo diverse.. o almeno questa è la sensazione che provo ora.