Eccomi, ora sono libera
La questione del "carattere nazionale" dei giapponesi è abbastanza complessa... Intanto ovviamente stiamo generalizzando e come in tutti i popoli ci sono persone diversissime da queste supposte caratteristiche nazionali. Comunque per amor di semplicità parliamo della maggioranza della popolazione.
E' effettivamente vero che i giapponesi sono molto inquadrati, e che possono sembrare gentili per "dovere", ma la cosa va vista con un'ottica particolare.
Noi siamo una civiltà (parlo di quella occidentale moderna) dove l'individuo viene esaltato. Dove se uno pensa prima agli altri che a sè stesso viene visto come "l'eccezione" e magari anche lodato e trattato da "eroe".
In Giappone fin dall'antichità l'individuo non era nessuno. Per essere considerato dovevi e devi essere parte di un gruppo: una famiglia, un clan, una classe (a scuola), una ditta, un club sportivo... Tutto quello che fai deve essere volto a "non dare fastidio" agli altri e ad aiutare la collettività. Devi amalgamarti nel gruppo, non devi eccellere, non devi essere diverso e notevole bensì contribuire in modo invisibile al benessere di tutti.
Da qui deriva tutto il resto: il fatto che sia tutto molto regolamentato, in modo che la gente sappia come deve comportarsi e non crei "fastidi". Il fatto che se poi salta un passaggio di quelle regole scritte, tutti vadano nel panico e non sappiano cosa fare. Il fatto che quando viaggiano all'estero (dove ovviamente non ci sono scritte su qualsiasi cosa le istruzioni dettagliate come da loro) si trovino spaesati e sembrino scemi (ma ovviamente non lo sono, a casa loro sono persone normalissime e intelligenti). Il fatto che la creatività non sia un valore e quindi le persone che vogliono esprimersi come individui siano visti come strani. Il fatto che con gli altri si deve sempre essere gentili e non esternare i propri veri pensieri o sentimenti per non "dare fastidio"...
Tutto questo per un occidentale è assurdo, io stessa quando parlavo con le mie amiche giapponesi nel 98 a proposito delle ferie chiedevo "ma se avete a disposizione 3 settimane di ferie l'anno perchè nessuno le usa?" e non capivo la risposta, che era "per non dare fastidio, perchè mentre sono via il collega deve fare il mio lavoro, e perchè nessuno lo fa quindi non posso essere io la prima a iniziare".
Però noi vediamo tutto dal nostro punto di vista. Il loro è completamente diverso, danno valore ad altre cose e si comportano di conseguenza. Possiamo dire che non li capiamo, che non riusciremmo a vivere in quel modo, che non siamo d'accordo, ma secondo me non possiamo dire che il nostro modo di pensare è in assoluto migliore del loro.
Oltretutto la loro cultura è anche il prodotto di un ambiente naturale ostile (isolato, montagnoso, freddo d'inverno e caldo-umido d'estate, soggetto a terremoti e tifoni) dove la coesione sociale era fondamentale per sopravvivere. Forse per questo la religione originaria giapponese, lo shinto, è una specie di "animismo" che vede divinità nelle montagne, nelle foreste, nei fiumi e negli animali. Forse per questo sono così consapevoli della fugacità della vita, del passare delle stagioni e del tempo. Questi ad esempio sono aspetti che amo tantissimo della loro cultura. Oltre al fatto che l'onestà è una cosa scontata e normale, se ti cade il portafogli lo ritrovi il giorno dopo appoggiato a lato del marciapiede con tutti i soldi dentro, le città giapponesi sono le più sicure al mondo, insomma ci sono anche lati positivi!
C'è anche da dire che le generazioni più giovani sono cambiate e ora la mentalità tradizionale è in netto declino.
Ah e non è vero che non hanno mai inventato niente di originale. Attorno all'anno Mille le dame di corte giapponesi hanno creato una letteratura completamente nuova (i romanzi non esistevano prima). L'arte delle stampe ukiyo-e non ha eguali nel mondo. L'arte dei giardini giapponesi non è certamente copiata da quelli cinesi. L'architettura fatta di legno e carta è sicuramente diversa da qualsiasi altra cosa nel mondo. E anche le cose che hanno preso da fuori, sono state talmente rielaborate da non essere riconoscibili: tra il buddismo Chan (cinese) e lo Zen c'è una differenza enorme. Tra la scrittura cinese e quella giapponese ci sono di mezzo i caratteri "alfabetici" hiragana e katakana. Le arti marziali, la cerimonia del tè, la cucina, sono tutte cose che hanno in parte copiato ma poi hanno cambiato e reso unici, nipponizzandole. In tutta la loro storia si sono alternati periodi di grande apertura verso l'estero, in cui sono arrivate da fuori un sacco di novità, e periodi anche di secoli in cui il paese si è completamente chiuso all'esterno e ha evitato tutti i contatti, e in questi periodi hanno rielaborato tutte le "importazioni" e le hanno rese loro.
E comunque alcune cose sono proprio degli stereotipi. Cioè non è vero che quando sono gentili sono finti! Sono felici di aiutare uno straniero in difficoltà, anche se non sembrano sinceri perchè tendono a mascherare le emozioni, ad esempio quando sono imbarazzati fanno risolini e si mettono la mano davanti alla bocca. Si imbarazzano semplicemente perchè non sanno parlare bene l'inglese. Sapendo il giapponese ho sempre avuto reazioni positivissime da tutti, che sono stati felicissimi non solo di aiutarmi ma anche semplicemente di avviare una conversazione. Se non c'è una lingua comune, piuttosto di non riuscire ad aiutarti per mancanza di comunicazione, ti accompagnano fino dove devi arrivare, e sarà anche vero che lo fanno "per cultura" più che per vera generosità personale, ma a me una cultura del genere piace. (poi ci sono anche quelli che pur di non dire "non lo so" e quindi lasciarti senza aiuto, ti indicano una direzione a caso e ti mandano da tutt'altra parte, ma vabbè....
)
Se volete approfondire un po' il mondo giapponese vi consiglio il blog di questa ragazza che ha sposato un giapponese e vive a Tokyo:
http://www.lauraimaimessina.com/giapponemonamour/La trovo molto delicata e attenta alla cultura giapponese, si capisce che la ama e che la comprende a fondo.
PS SCUSATE IL PAPIRO ma come potete immaginare l'argomento mi appassiona... del resto non l'avrei studiato all'università, non ci avrei vissuto un anno, non sarei immersa nella cultura giapponese quotidianamente da orma 21 anni (ARGH) se non la amassi (anche se ci sono cose che non mi piacciono, tipo il ruolo della donna).