Vi racconto questa storiella per riflettere su una delle cose di cui parlo ad esempio qui http://www.solosiberia.org/Solosiberia.htm e che incidono e non poco sui viaggi.
il 16 agosto stavo viaggiando sul treno tynda-kislovodsk, vagone 12 posto 11. arriviamo alla stazione di novaya chara alle ore locali 18.43
sale un po' di gente, è una delle stazioni più grandi tra tynda e il bajkal. sale uno straniero, accompagnato da qualcuno del posto che gli porta valige, saluti e quant'altro. scappa qualche "ciao" e in corridoio sento anche questo individuo parlare con qualche frase di italiano, ma il mio sesto senso sviluppato in siberia si mette in funzione e non alzo nemmeno la testa per guardare chi passa nel corridoio. vedo solo le gambe di questo personaggio, con dei pantaloni chiari. annuso subito una puzza di maleducazione, superbia, prepotenza, arroganza, ignoranza e immoralità varie. per un micro secondo mi era balenata l'idea di andare a fare conoscenza, ma dopo aver sentito questo qua che apre la bocca 2 volte, chiudo la porta dello scompartimento e vado avanti a parlare con la tipa che viaggia con me da tynda, nonchè dezhurnaya po stanzii kyukhelbekerskaya.
in meno di 10 minuti dal suo ingresso sul vagone john pepper (john randolph pepper) ha già chiamato 5 volte la provodnitsa a voce alta e ripetuta (cosa peraltro inusuale) per farsi portare lenzuola e addirittura farsi fare il letto! (cosa mai vista in 80.000 km da me viaggiati sulle ferrovie russe). da qui in poi è un crescendo di maleducazione e tratta pure male la traduttrice di pietroburgo che viaggia con lui (la seconda da quando è entrato in russia, la prima l'ha abbandonato per litigi da lui provocati con richieste assurde). ogni tanto parla in italiano ma si capisce che la sua lingua è l'inglese e dai modi di onnipotenza si capisce ancor meglio che sto "uomo" è americano. è il loro tipico modo di fare da padroni del mondo. parla a voce alta (cosa mal vista sui treni russi), continua a camminare in corridoio e a chiamare la provodnitsa e dà fastidio a tutti. la cosa ancora peggiore è che si spaccia per italiano (forse sa che gli americani nn son cosi ben visti?). ridicolo e lurido. poi sparisce un po' al vagone ristorante, costringendo a seguirlo la riluttante interprete. quando torna tutti i presenti sul vagone già non lo sopportano e le parolacce nei suoi confronti (dette nei discorsi tra i russi presenti e riguardanti lui) le sento con le mie orecchie.
di notte spesso passeggia sbuffando in corridoio.
2 giorni dopo sono a staraya chara e in taxi vado verso novaya chara. il tassista è figlio di un uzbeco trasferitosi qui con la bam. è un ragazzo giovane e parla di una persona intrattabile (un italiano) che è stato li pochi giorni prima e che lui ha trasportato in qualche posto. dice che ha lasciato dietro di sè una scia maleodorante di ricordi negativi e gente incavolata. collego subito le due cose e capisco che si tratta di quell'individuo da me visto in treno. il ragazzo mi dice il nome e insieme deduciamo che non sia italiano, ma che gli piace farsi passare per tale. è un fotografo e si reputa importante. ha dei modi assurdi.
qual è la morale di sta storia? qualunque straniero passerà a chara dopo di lui subirà l'influenza dei ricordi brutti a lui legati e chi dirà di essere italiano porterà a galla la negatività sparsa da sto ometto.
ho scritto ste righe perchè sta faccenda mi ha dato parecchio fastidio.