Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uruguay

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Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uruguay

Messaggioda obe » 13/11/2015, 14:00

Niente premessa, questa volta lascio scorrere il diario di viaggio così come è stato scritto, senza filtri e senza aggiunte, al massimo farò qualche considerazione finale..

11 ottobre
Aeroporto di Madrid

Ho finito di mangiare il mio bocadillo di Jamon, tra un paio d’ore si prende il volo per Lima e si torna in Sud America dopo 4 anni.
Questa volta ho scelto il Perù, meta abbastanza turistica, almeno negli ultimi anni, con i suoi grandi chef internazionali, il lago Titicaca e l’immancabile Macchu Picchu.
Però dai, quest’ultimo volevo farlo, vedere cosa ci ha lasciato questa civiltà ormai passata e come si incastra tutto questo con i nostri tempi e la nostra cultura.
Anche questa volta sono da solo, ormai sta diventando un’abitudine, una piacevole abitudine; non so dire se ora preferisco viaggiare così o se alla fine lo faccio perché è sempre più difficile trovare amici che mi seguano.. penso sia un po’ una cosa e un po’ l’altra.
Ogni tanto prendere e staccare da tutto e da tutti mi fa bene e viaggiare da solo fa uscire un lato di me spesso nascosto.

12 ottobre ore 17
Lima

Tramonto sull’oceano con succo d’arancia.. pensa te; il posto più bello sul lungo oceano che non serve birra o altro.
Comunque il tramonto è forse la cosa che mi è piaciuta più di Lima, è veramente bellissimo; sono a Miraflores, se guardo da una parte vedo la Lima “bene” con grattacieli nuovi, belle auto, negozi e ristoranti alla moda, se invece guardo a sinistra vedo l’oceano con le sue onde che scolpiscono la roccia ormai levigata da anni e anni di lavoro.
Un particolarissimo strapiombo alto un bel po’ di metri che sembra quasi una diga.. nell’oceano surfisti che cercano le ultime onde mentre giovani coppie si fanno cullare dai raggi del sole; già solo per questo vale la pena di fermarsi a Lima per una notte.
Per il resto che dire? non sarà di certo una delle città più che belle che ho visitato ma mi ha aiutato a darmi un impatto bello forte da subito.
Non me l’aspettavo così, la credevo meno moderna, non più povera ma molto più “sudamericana”, invece ho trovato parecchie zone occidentali, tipo Miraflores ed il quartiere della stazione centrale, che praticamente sono sulla falsariga dei centri commerciali americani con catene tipo starbucks, apple, banana repubblic, kfc, ect.; poi ti muovi un attimo e di colpo sei in quartieri vivaci, colorati, rustici e a loro modo folkloristici.
Ecco, oggi mi sono sentito un po’ un pugile al 9° ring, sballottato di qua e di là; del resto è la prima giornata e sono atterrato a Lima alle 6 di mattina dopo 18 ore di viaggio (tra scali vari).

Aeroporto di Lima non grandissimo e all’uscita trovo Luis, l’autista mandato dall’ostello, simpatico ma filone come tutti i taxisti (razza che proprio non sopporto)
Mi faccio un’idea della città guardando dal finestrino, si passano quartieri molto diversi tra loro e poi l’oceano.. silenzioso ma mai domo; mi sistemo anche se la camera non è ancora pronta, volevo farmi un paio d’ore di riposo ed invece mi trovo a muovermi con i pendolari verso il centro storico.
Prendo il metrobus, una specie di metropolitana su strada con corsia totalmente dedicata ai bus e fermate costruite come quelle della metro; mi guardo intorno… gente d’ufficio in cravatta, signore vestite eleganti, studenti con vestiti da college americano, mi sento confuso ma appena arrivo in piazza San Martin mi tornano in mente le giornate passate nel nord dell’Argentina, a Salta.
Le strade pedonali con ai lati i lustrascarpe, i venditori di bibite/stuzzichini/dolci, ragazzi che consegnano merci ai negozi usando mezzi di trasporto che si trovano solo in Sud America (in genere una moto con davanti attaccato un carretto al posto della ruota principale), venditori di churros, ect. ect
E’ ancora presto, molti negozi non sono ancora aperti e percorro queste vie dove la gente è già in coda per entrare in banca o nei negozi di telefonia.
Oltre a questo, ovviamente, ci sono le costruzioni.. le chiese in stile barocco (Iglesia de La Merced, Iglesia San Agustín, Convento de Santo Domingo, Iglesia La Soledad), i palazzi coloniali, la Cattedrale; io entro in un paio di chiese dove la gente è intenta a pregare, i colori sono vivaci e l’argento risalta nei crocefissi e nelle statue religiose.
Per strada vedo i cambisti, con la loro pettorina gialla che propongono un cambio veloce e chissà se legale ed in ogni angolo ci sono venditori di spremute d’arancia o altra frutta dove io provo quello di papaya.
Di questa zona sicuramente la parte più bella è la piazza Mayor.. colorata, ricca di palazzi con i classici balconi in legno che sporgono al di fuori dalle mura, ampia, verde, con il palazzo del governo… in una parola.. bella!
In giro poi si nota forte la differenziazione per classe sociale.. i discendenti spagnoli sono quelli in giacca e cravatta mentre gli incas vendono oggetti turistici per strada.
Dopo qualche ora, stufo di una zona troppo pulita, esco un po’ dal centro; da lontano si vede il Cristo con le favelas sottostanti e poi punto il mercato centrale.. ecco dov’erano tutti, le strade qui sono stra-piene e si vende di tutto.
Noto anche una piccola chinatown e decido di pranzare a base di zuppa e pollo fritto al mercato, tra un postino ed un macellaio in pausa pranzo.
Quando rientro in piazza le strade sono affollate di gente ed il sole si prende beffa di me uscendo nel momento in cui rientro in ostello verso le 4… tempo strano a Lima, nebbia, grigio e due ore finali di sole… ma è quel grigio che fa molto città del Sud America.

Ora sono al bar Haiti (nome che non so perché mi fa pensare agli anni 80..ad un altro secolo) per arrivare a cena.. penso a quanto sia strana Lima, un coloniale moderno.. mi spiace solo che in ostello non ho trovato nessuno, giusto un francese che si stava guardando un film sul pc.

13 ottobre ore 14.30
Tra Lima e Paracas

Sono sul bus che mi porterà a Paracas, sto lasciando Lima dopo aver fatto una corsa assurda per non perdere l’autobus; iniziamo bene, vatti a fidare dei consigli delle ragazza dell’ostello “ma si, vai tranquillo, hai tutto il tempo”.. se non era per il taxista folle sarei rimasto a piedi.
Però almeno a pranzo ho provato un ceviche come si deve in un ristorante vicino all’ostello (sempre su consiglio delle ragazza); pesce crudo in una zuppetta un po’ acida per il lime e cipolla.. spettacolare.
Finalmente ci si muove, adoro questi spostamenti in bus, guardare dal finestrino come si svolge la vita al di fuori delle città e dei posti turistici mentre la mente viaggia da sola.
Per ora è tutta una serie di costruzioni basse con mattoni color terra alternate a villette con prato inglese e poi i muri con le scritte colorate di propaganda politica.

Ieri sera dopo l’aperitivo con un paio di birre Arequipena ho girato per cercare un bel ristorante anche se a Miraflores ho avuto un po’ di difficoltà; o posti ultra lusso o ristoranti di catene che non mi ispiravano per nulla.
Così appena trovato uno che poteva andare mi ci sono fiondato e non ho mangiato male, pescado leggermente fritto (CHICHARRON) con una salsina chevice e poi pescado al vino e altra salsa saporita.
Nonostante fosse lunedì sera, in giro per il quartiere c’era un po’ di gente però ero in piedi dalle 6 di mattina e così dopo cena sono andato a dormire crollando subito nel sonno.

Oggi invece ho avuto tutto il tempo per passeggiare nel quartiere attendendo di partire; a colazione ho condiviso le prime opinioni con una giovane coppia tedesca e poi sono tornato di nuovo verso l’oceano.
Come sempre Lima alla mattina non mi regala il sole, ma passeggiare per i parchi è ugualmente piacevole; mi bevo la mia spremuta d’arancia mentre dal faro passo al parco dell’amore fino all’hotel Marriott e al centro commerciale Larcomar costruito nella roccia.
Gente che corre, gli immancabili surfisti, qualche turista… e penso a come questa città abbia 3 anime al proprio interno.. quella moderna e ricca di Miraflores, quella storica del centro città in stile coloniale e tutto il resto, molto sudamericano, dove si svolge la vera vita cittadina.
Al parco poi conosco una ragazza di Lima (simpatico il modo visto che mi ferma suggerendomi l’inquadratura migliore per fare una foto del lungo oceano) e con lei passo le restanti due ore a parlare del suo paese chiedendole molto sullo stile di vita locale e sugli usi comuni.

Lima è andata, prima tappa di questo strano viaggio… non so ancora se mi è piaciuta o no, di certo mi ha aiutato molto a capire qualcosa di più di questa parte di mondo, e alla fine viaggiare è anche e soprattutto questo.
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda flyingsoul » 14/11/2015, 7:45

e bravo Obe!
Non ti ferma nessuno! :D
Anche se per quesl che mi riguarda in sud america ci andrei solo per visitare le isole falkland per poi sfondare in antartica 8-)
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda Guido » 14/11/2015, 22:47

sigue.. sigue
Studio è pianifico nei dettagli ogni viaggio... ma poi poi faccio tuttaltro!
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda heartpacker » 15/11/2015, 18:32

Ottimo, ti seguiamo! ma è un diario live o sei già rientrato?
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda cozzi11 » 15/11/2015, 20:52

Non c'è niente da dire,in qualsiasi modo tu faccia i diari è sempre un piacere leggerti!!
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"Sì sì ok,son tutti bravi ragazzi eh,però dovrebbero fare un po' di meno..."

Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri non lavorano PIù!!!
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 16/11/2015, 13:17

Grazie a tutti!
Purtroppo sono già rientrato, però il diario l’ho scritto in tempo reale e quindi contiene riferimenti e sensazioni che vivevo proprio in quel momento
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 16/11/2015, 13:18

14 ottobre ore 15.30
Paracas

Ultime ore a Paracas, sto bevendo il mio Pisco Sour prima di tornare in hotel a prepararmi per un nuovo trasferimento verso il sud del paese.
Sono molto contento di questa giornata a Paracas, un piccolo centro che basa tutto sulla pesca sul nuovo indotto del turismo.
Tra che è tutto in ricostruzione dopo il terremoto del 2007 e poi sembra veramente di stare in un paesino di pescatori con il suo lungomare dove si affacciano le colorate barche rientrate dalla giornata di pesca; anche se si vede l’impulso del turismo con hotel in costruzione, il progetto di un aeroporto per il 2016, ristoranti improvvisati sotto tetti di paglia.. mi ricorda un po’ Playa del Carmen quando sono andato nel 2008, prima dell’arrivo del turismo di massa.
Come sembra lontana Lima.. qui è tutto calmo, relax e sole; anche se rimango sempre più convinto che non si può capire il Perù senza passare per la sua capitale.

Arrivando qui ho subito avuto la sensazione di essere in un altro mondo, la stazione degli autobus è in costruzione e per ora ci sono solo delle mura con pareti e tetto in bamboo e poi la città ha veramente due strade di numero.
All’ostello l’odore del cemento fresco è ancora forte e vengo accolto da Alberto, un arzillo signore proprietario della struttura; oltre alle solite cose mi tira fuori la maglia di Del Piero… è juventino sfegatato tanto da chiamare il figlio Piero in onore del suo capitano (non gli rovino l’immagine dicendogli che il nome è Alessandro e che Piero è una parte del cognome), io da tifoso granata non apprezzo la maglia ma l’accoglienza si.
Esco a fare due passi, la luna illumina le barche dei pescatori ma in giro non c’è molta gente così scelgo un ristorante molto casereccio dove prendo calamari fritti con patatine
Peccato che dopo cena la serata si può già dire chiusa; in ostello un paio di coppie, qualcuno attaccato al pc.. non sento un gran feeling ed alla fine vado a dormire prestissimo cosa che mi farà poi svegliare alla mattina alle 6.

Colgo l’occasione per guardare la “città” che si sveglia ed i pescatori che rientrano al porto mentre faccio colazione vista oceano tra il profumo di mare, pesce e di salsedine.
La giornata è piena, alla mattina escursione in barca ed il pomeriggio giro per la riserva naturale lì vicino.
Belle entrambe.. la prima, in barca sfrecciando verso la penisola per vedere il famoso candelabro, un simbolo dai vari significati (a me il dubbio che sia stato messo lì per i turisti un po’ rimane..), e per scoprire la fauna della riserva.. tra leoni marini, pinguini, granchi rossi, tanti volatili e gruppi di uccelli che volano radenti all’oceano.
I cormorani, pellicani, la sula con la tua testa bianca, l’avvoltoio dalla testa rossa sostano sulle rocce che spuntano al largo e dominano l’ambiente; del resto la chiamano la Galapagos dei poveri.
Sulla barca, Insieme a me, c’è un gruppo di studenti e la curiosità e la vivacità dei bambini è sempre contagiosa.
La riserva naturale invece è il top per le spiagge dove l’oceano ha lavorato da Dio disegnando panorami super; ne giriamo tre (la Catedral, Yamaque e Lagunillas) prima di fermarsi a mangiare pescado alla griglia in un ristorante vista spiaggia e pellicani sulle rocce.
In se la riserva offre anche fossili ma penso che tutti vengano per le sue spiagge dalle forme particolari e dai colori forti ed accesi.
Anche qui molti turisti peruviani che si riconoscono facilmente perché sono gli unici che bevono Inka-Cola, una bevanda dal color giallo fosforescente che devo ancora provare ma che so già che non mi piacerà in quanto troppo dolce.

Ed ora si va, Paracas mi è piaciuta un botto.. forse troppo vento (unico suo difetto) ma è l’ultima meta sulla costa e da domani si sale; lentamente sto entrando nel mood del viaggio, abbandonando lo stile del visitatore e lasciandomi trascinare totalmente vivendo le emozioni al 100%.
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda Leia74 » 16/11/2015, 14:38

Bello bello! Il Peru' e' sulla mia wish list da anni, quindi mi gusto per bene il racconto.
Le mie foto:
http://sabrinastravels.shutterfly.com

Latest trips: Piemonte in dettaglio (pure troppo, ago 2017-mag 2019), New York + Boston (mar 18), Bretagna e Normandia in moto (ago 18), Svezia centrale (ago 2019), Parchi USA Ovest (dic 19-gen 20)
Next: ???
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 26/11/2015, 17:27

16 ottobre ore 16.00

A distanza di parecchio riesco a trovare il tempo per rilassarmi bevendo una buona birra che conclude queste due giornate molto intense.
Ora sono a San Juan de Chuccho, un minuscolo villaggio in mezzo al Canyon del Colca, dove sono arrivato dopo una discesa che dai 3.300 mt mi ha portato ai 2.200 attuali e che risalirò tra 2 giorni.

Dicevo di queste giornate belle intense, anche perché il viaggio da Paracas ad Arequipa non è stato per nulla agevole.
Prima di lasciare il paesino ho salutato Alberto e Piero (Del) con un abbraccio visto mi hanno fatto sentire un po’ come a casa e poi bus con coincidenza e sosta di circa 2 ore ad Ica.
Per fortuna ho trovato qualcuno con cui passare il tempo, una tedesca nata in Perù che è stata adottata da piccola ed ora, per la prima volta, torna in visita al suo paese d’origine; due ore passate velocemente in cui lei, tra le varie cose, ha detto più di una volta di essere tedesca anche se nata qui… come a voler sottolineare questo fatto.
Questi incontri di poche ore mi fanno apprezzare il viaggiare da soli, che può avere tanti difetti, ma ti da la possibilità di essere più aperti con gli estranei.
Il viaggio notturno è stato abbastanza pesante, eppure 4 anni fa l’avevo fatto easy per più tratte ma questa volta le 12 ore le ho sentite parecchio sia sulla schiena che sulle gambe; per fortuna, ho dormito quasi tutto il tempo
Dai, questa era la trasferta peggiore ed è andata e poi sul bus c’è chi ha sofferto di più.. ho visto un ragazzo correre in bagno dal piano superiore per sboccare appena entrato.
Alla fine arrivo ad Arequipa abbastanza rinco e così dopo il check-in in ostello mi bevo un thè (anche per aiutarmi a digerire la cena) e mi metto a riposare per un paio d’ore.

Sarò attivo a mezzogiorno e questo mi farà cancellare un paio di cose che avrei voluto visitare; è un peccato perché Arequipa mi è piaciuta fin da subito, all’inizio mi ha ricordato parecchio Salta con le sue periferie trasandate e povere dove per terra è pieno di bottiglie di plastica, i bambini e i vecchi sono a bordo strada aspettano i macchinoni dei ricchi da lavare, dove l’attività principale è quella dei carrozzieri onnipresenti con le insegne e cartelloni pubblicitari con ragazze in bikini tipo quelle dei carwash americani.
Ma, a parte questo, il centro è molto caratteristico con i suoi palazzi (tipo la casa ricketts) fatti con una roccia bianca (sillar) tipica di questa zona.. del resto la chiamano la città bianca non per altro.
Poi la piazza centrale.. vivace, colorata, con la sua fontana e tutt’intorno una serie di porticati molto spagnoli; peccato che la cattedrale sia in ricostruzione sennò avrei potuto facilmente dire che era meglio di quella di Lima.
Passando per la via commerciale più famosa arrivo al mercato centrale, tappa per me immancabile quando si parla di Sud America.
Mercato molto meno caotico di Lima ma sempre vivace e colorato tra diversi tipi di patate, zampe di maiale, verdura e frutta; qui mi faccio una spremuta (ormai abitudine quotidiana) di chirimoya che non avevo mai provato ma che trovo buonissima.
Mentre mi prepara la spremuta la signora mi dice che qui ad Arequipa si lavora per mantenere quelli di Lima.. mi sembra di averla già sentita una cosa del genere quando sono a Milano e si parla di Roma..
Girando a caso per la città osservo l’esterno di alcune chiese dalla classica facciata barocca ma, a differenza di quelle del nord del paese, non sono scure ma ovviamente di color bianco e così decido di visitare i due siti religiosi più importanti.
Del convento di Santa Teresa mi colpisce per il tranquillo giardino interno, per le tele che rappresentano la va crucis dipinte ad olio ed per alcuni pupazzi molto belli e colorati che rappresentano Gesù, il Re Magi ed altri personaggi del Vangelo.
Poi, anche se stanco, vado al monastero Santa Catalina che è un po’ una cittadella a parte chiusa dentro alle sue mura; belle le strade dai nomi spagnoli con le pareti colorate che portano agli alloggi, alle cucine , al caratteristico lavatoio comune ed alle diverse piazze molto colorate anche loro.
Alla fine la vita dentro al monastero non era così male e poi da qui c’è una vista sul vulcano innevato che è top.
Vulcano che avevo anche visto dal Mirador de Yanahuara, forse il punto più famoso di Arequipa con i suoi archi che sembrano chiudere e rimpicciolire questa vetta che supera i 5.800 mt.

Rientro in ostello alle 5, mi rilasso, preparo lo zaino per il trekking ed esco a vedere la città mentre scende sera; la cattedrale e la piazza sono ancora più vice che di giorno con famiglie e bambini che danno da mangiare ai piccioni.
Io entro anche nella vicina chiesa dove noto un crocefisso con scala ed una specie di falcetto come a voler proteggere i principali lavori locali.
Alla fine ceno con Cevichè di gamberi e corvina a la plancia per poi andare a dormire già alle 9 di sera visto che l’indomani mi dovrò svegliare alle 3 di mattina; rimane il rammarico di aver saltato la visita alla bambina mummificata e l’aperitivo vista piazza ma almeno ho visto tutto il resto che mi interessava visitare in questa gran bella città.
Nota negativa, in ostello anche questo giro non trovo nessuno con cui far due parole.. vabbè ho già avuto dei bei momenti di confronto, a volte inaspettati come al parco a Lima o alla stazione degli autobus, ma pensavo e speravo un po’ meglio negli ostelli.

Oggi invece è andata alla grande, nonostante la sveglia sia suonata alle 2.45.. Tra l’altro quando salgo sul bus del tour, alle 3.15, in giro per la città è un carnaio assurdo, pieno di disco che sparano musica a livello assurdo che si sente fino alla reception dell’ostello.. peccato dover andare via e non testare la nightlife.
Il viaggio è lunghino, circa 3 ore, ma dormo quasi fino alla parte finale; nei dintorni è tutto montagne color marroncino, cave da cui vengono estratti minerali vari, sassi ed animali selvatici e alpaca.
Entrati nel canyon il panorama cambia… l’arido e il sasso lascia spazio a colori più vivaci, le colline sono tutte terrazzate e coltivate, le piante basse sono di color verde bruciato e quasi giallino e da una cima del canyon (che è veramente profondo) vedo per la prima volta lui.. il condor.
Vola maestoso, imponente, bellissimo.. una cosa spettacolare ed emozionante.. non pensavo mi colpisse così tanto; sarà che l’abbiamo visto veramente vicino, ma l’ho trovato affascinante.
Mentre guardo il condor si avvicinano due ragazze svizzere che erano sul mio stesso bus, si fa due parole e mi raccontano che loro fanno 4 mesi in Sud America, son simpatiche e peccato che loro facciano il giro corto di due giorni.
Da qui parte la parte del trekking che ci porterà in fondo al canyon; la discesa è lunga 9 km per circa 1000 metri di dislivello e non è troppo impegnativa.
Parlo un po’ con la guida e mi spiega che negli ultimi 5 anni il turismo in questa zona è esploso, prima facevano un gruppo a settimana mentre ora ce ne sono anche 2 o 3 nello stesso giorno; tutto questo a loro ha portato benefici ma anche una grande inflazione sui beni di primo consumo.
Visto questo, sono fortunato che per ora i villaggi che stanno intorno al Canyon sono ancora autentici dove la gente ci vive senza cambiare abitudini; li vedi zappare la terra, portare al pascolo l’alpaca con i loro vestiti colorati lontani miglia e miglia dalla modernità, ad eccezione del cellulare che usano per messaggiare come adolescenti alle prime armi con la tecnologia.
In mezzo a loro pranziamo mangiando zuppa con farro e verdure e poi stufato di alpaca con riso.. semplice ma molto saporito.

Il panorama è vario, molto roccioso, un po’ di cactus e di fico d’india.. la roccia è molto colorata e quando si arriva in fondo, vicino alla riva del fiume, è un’esplosione di verde con coltivazioni di patate, carote, piante di avocado.
Alla fine è bellissima la sensazione di quando metto i piedi nell’acqua fredda del fiume, rilassandomi e guardandomi intorno.
Per ora posso dire di essere soddisfatto, il giro merita ed anche questo paesino è particolare; minuscolo con tetti fatti in paglia e sacchi di patate vuoti, il campo da calcio più strano mai visto (sassi, terra, 2 porte e rischio di perdere il pallone nel fiume elevatissimo) dove faccio anche due tiri con un francese utilizzando un pallone sgonfio.
Domani si riparte, sarà una giornata easy visitando la parte bassa del canyon.. ed ora vado a far la doccia semi fredda prima che faccia buio.
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 01/12/2015, 16:49

17 ottobre ore 17.00

Quasi al termine del secondo giorno di tour, siamo nell’oasi in fondo al canyon raggiunta dopo una bella camminata di quasi 9 km; oggi però poco dislivello, solo un po’ di sali e scendi ma strada molto panoramica.
Devo dire che forse questi giorni nel canyon sono stati i più belli finora qui in Perù..che emozioni, che vista, che esperienze.. sono a dir poco soddisfatto.
Il bello di questo trekking non è solo il vedere posti indimenticabili ma soprattutto vivere e attraversare questi paesini immergendosi in pieno nella loro quotidianità.
Si passa dalla scuola che ha solo 5 bambini, dalla minuscola chiesetta che fa da centro paese, tra vecchiette con sguardo vispo con indosso vestiti colorati e tra contadini che quando passi si fermano e ti salutano.
Questa cosa è la più bella del posto insieme ad un canyon così particolare.. da una parte del fiume è tutto verde e coltivato mentre dall’altra è tutto secco con piante desertiche rocce che sembrano quasi un organo di una chiesa.
Ovvio che qui è tutto alla buona, giusto un letto, una doccia fredda condivisa, come cibo grandi zuppe e poco pollo con riso.. ma è già un lusso e ci si adatta volentieri.
Devo dire che anche il gruppo di viaggio non è malvagio.. non ci sono i miei amici, con i quali di sicuro la sera avremmo tirato tardi bevendo birra, non ci sono le svizzere beccate sul pulmino, però ho fatto amicizia un po’ con tutti; in particolare con due coppie, una francese e una spagnola.. non giovanissime però facciamo un bel gruppo insieme.

Stamattina appena svegliato, alle 6, il silenzio intorno a noi dominava.. solo gli uccelli e nient’altro, la pace totale.
Come dicevo, la camminata oggi è stata abbastanza leggera.. con parecchie soste in cui la guida spiegava le varie piante, da quelle velenose, a quelle con funzioni mediche a quelle utilizzate per fare la tequila o pezzi di corda.. molto interessante.
Poi i bambini che ti salutano, ti sorridono e ti invitano a giocare a pallone con loro.
In una sosta, oltre al succo di Mango provo il gelato di Lucuma (un frutto che matura solo dopo 9 mesi dalla crescita dei fiori) e un altro frutto simile al melone.. molto buoni e molto saporiti anche se qui i frutti sono tutti molto dolci.

Arrivo all’oasi verso le 3, dal nome mi aspettavo qualcosa tipo resort o simile, ma niente di tutto questo.. molto spartano pure qui; a bordo piscina conosco un po’ di gente dell’altro gruppo, in particolare faccio happy hour lungo con altre due svizzere.. anche queste due fanno 6-7 mesi in giro per il sud-america.. beate loro.

Ora vado, c’è il grande match a calcio.. Perù vs resto del mondo su un campo improvvisato e pieno di dossi.. bisogna difendere i colori italiani.. forza azzurri.

19 ottobre ore 9

Non si fa in tempo a conoscere bene un posto che subito si è “costretti” ad un nuovo trasferimento con direzione verso qualcosa di nuovo, di mai visto.
E’ il bello del viaggio, nulla è scontato o ripetitivo.. un impulso continuo di emozioni nuove o magari già provate, ma che è sempre bello risentirle, mi fanno sentire vivo.
Ora sono in direzione Puno, lago Titicaca, si sale ancora di altura, 3500 mt; un sei ore di bus ma almeno le uso per rimettere a posto e ad incanalare nelle mia mente gli ultimi giorni.
Non so cosa aspettarmi da questo posto, son curioso; a differenza di altri viaggi questa volta ho voluto guardare il meno possibile le immagini o video dei posti in cui sarei andato; già Machu Picchu l’ho visto 3mila volte, almeno il resto voglio che sia un po’ una sorpresa.
Intanto in bocca ho ancora il sapore dell’ultima giornata al Colca, giornata che ha chiuso un 3 giorni fantastici.

Ero rimasto alla partita Perù vs Mondo.. nonostante due goal del DeRossi di Verbania (cioè io), sconfitta per 5-4 sulla lunga distanza.. secondo me i 2000 mt hanno inciso sulla nostra prestazione. ed alla fine, visto com’era messo il campo, l’importante è non essersi fatti male.
La sveglia ha suonato alle 4 di mattina per salire in vetta senza sole e con il fresco mattutino; la sera prima la sensazione generale era di rilassamento, tutti volevano goderci il momento.. con il buio che arriva verso le sei e mezza mentre si fa qualche risata in compagnia, bevendo cerveza, guardando le stelle.
A parte nella zona comune non c’è elettricità, si gira con la torcia in mano per evitare di trovarsi un gallo tra i piedi o la cacca di qualche pecora e si cena con candele e una luce bassa che parte dalle uniche due lampadine presenti.
Per cena ovviamente zuppa e poi…?? pollo?? no.. sorpresa, spaghetti al sugo.
Mentre alcuni prenotano la mula per l’indomani io bevo l’ultima cosa con le due svizzere; la sala si svuota, lentamente tutti vanno a dormire ed io mi fermo a parlare con i due “gestori” dell’oasi, 2 ragazzi argentini.
Grazie alla mia parentela si finisce a stare un’altra ora tra calcio, donne, cibo ed il classico Maradona vs Messi; mi salutano ed in ricordo della serata mi regalo un braccialetto colorato che di solito vendono.

La sveglia non sarà dura, poi è effettivamente meglio salire con il fresco; del resto ci facciamo un dislivello di 1200 mt, non proprio easy.
Alla fine saliamo con un ottimo passo io, 2 giovani americani e 2 polacchi.. 2 ore e 15 minuti con io che scandivo il passo e pause a tutti, sembravo quasi il miglior Ivan gotti dopato del giro d’Italia.
In cima la soddisfazione è enorme e mi godo la vista spettacolare del canyon e il fiume che sembra così lontano.
Radunato il gruppo, colazione, giro per il paese di Cobanaconda e rientro lento verso Arequipa passando tra strade sterrate, tra le viste delle colline coltivate, la cima della Ande a 4.900 mt e una veloce sosta a vedere gli Alpaca e i Lama lì vicino.
Oltre a questo, sosta top alle sorgenti termali naturali che sono piccole piscine costruite vicino al fiume dove arriva acqua calda a diverse temperature; mi ci sciolgo dentro per circa 1 ora e dopo questa camminata ci voleva troppo.

Lascio una zona dove per ora non ci sono alberghi o mega resort, ma solo piccole posade e ostelli, dove tutto è ancora fatto alla meno peggio ma che mantiene naturalezza ed autenticità.
Il rientro ad Arequipa è strano, la trovo diversa ma poi capisco.. è domenica ed il centro è chiuso alle auto.
Io riesco a fare quelle commissioni necessarie per l’indomani e a cena mi godo una cena con i fiocchi in un bel ristorante provando piatti tipici del posto... peperone un po’ piccante ripieno di carne con formaggio e patate e filetto di alpaca con una salsina gustosa.. la migliore cena fino ad ora.

Stamattina son rimasto un po’ rinco, di notte mi sono svegliato presto ed alla fine ho ciondolato in camera su internet perdendo anche l’attimo per far colazione prima di dover uscire.. cose che capitano.
Una cosa in generale sul Perù.. per ora ho trovato turisti di ogni genere… una buona parte di grupponi che stanno nei loro luoghi e che li vedi solo di giorno, tante coppie di ogni età e tante ragazze sole.
Ora mi godo il viaggio, “born to run” del boss mi accompagna verso la prossima meta.
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 03/12/2015, 17:28

ore 22

Sono a Puno nella camera dell’ostello (che a dir la verità è più un B&B).
Sono rientrato dopo aver cenato in compagnia di un ragazzo francese di origini algerine che era seduto vicino a me sul bus; simpatico e alla mano e poi almeno non ho mangiato da solo e ho scambiato due parole confrontandosi sul viaggio che stiamo facendo.

Oggi alla fine è stata più che altro una giornata di trasferimento, 6 ore e mezza in bus guardando dal finestrino queste distese interminabili interrotte da qualche casa o da qualche cava da cui vengono estratti metalli o minerali vari.
Le uniche città passate si caratterizzano per le solite strade sterrate, i car wash con l’insegna con ragazze in bikini (anche se poi a lavorarci sono tutti ragazzi o uomini panzuti) e, in particolare Juliaca, per il gran mercato all’aperto che si svolge a bordo strada.
Finora il sud mi è sembrata la parte più povera del Perù ed è la prima volta che mi sento un po’ “lost in world”, poi durante il viaggio in bus ho riflettuto parecchio e, come sempre, questi viaggi mi fanno capire molto di me.
Puno non mi ha fatto una grande impressione.. una città cresciuta lungo la costa con tutte le case in mattoni rossi che si inerpicano senza regole sulla collina.
In due ore passeggio per il centro con la sua cattedrale molto spoglia, le due piazze colorate, la via con ristoranti e negozi turistici ed infine per il mercato alimentare; finito il giro “turistico” mi fermo a mangiare dei Chicharrones prima di entrare/uscire dai vari negozi di Alpaca.
L’unica cosa veramente particolare è l’abbigliamento delle donne locali.. colorato e con una specie di bombetta come cappello; peccato non essere arrivato di domenica, dicono che sia la città più folkloristica del Perù ed ogni fine settimana ci sono danze e banda musicale per le vie centrali.
Mi becco anche il primo acquazzone, per fortuna alla sera e nelle due ore in cui sono stato in ostello, ma il freddo si sente bene ed anche l’altitudine; i 3.800 mt mi fanno stancare quando cammino veloce e mi viene anche un leggerissimo mal di testa.

Chiudendo, per ora, Puno.. rimandata, vediamo domani dopo il giro sul lago e per le isole.. ora dormo anche perché i due pisco sour si fanno un po’ sentire..


20 ottobre ore 17.00 Puno

Aperitivo time in un bar sulla via commerciale di Puno; per ora dentro al bar non c’è nessuno ma almeno si vede un po’ lo struscio che si svolge al di fuori.
Da 5 minuti ha ripreso anche a piovere, una leggera pioggia che però non pesa anche perché oggi ha fatto sempre bello con sole senza nuvole fino alle 3 di pomeriggio; è probabile che faccia spesso così, mattina bello e verso sera nuvole e leggera pioggia.
Avevo rimandato Puno ad oggi..non posso dire che mi abbia completamente convinto, cioè.. è un bel posto ma molto, forse troppo, turistico.

Comunque la giornata è andata molto bene, in primis perché con il bel tempo il lago veramente si mostra con il suo vestito migliore.
Il lago è veramente enorme, soprattutto quando esci dalla baia di Puno ci sono dei punti dove la riva la si vede veramente lontana, un po’ come un piccolo mare; ma è il colore che me l’aspettavo diverso, più acceso quasi color ghiaccio, invece è molto simile ai nostri laghi.
Io ho visitato le due isole più famose, la prima (isole Uros) si caratterizza per non essere una vera e propria isola terrestre ma un insieme di spazi galleggianti sull’acqua.
Camminandoci sopra la sensazione è veramente strana, è soffice e sembra di avere dei cuscinetti di gomma sotto le scarpe; ci spiegano anche come sono costruite, utilizzando del terreno legato insieme con al di sopra queste canne di tortora che fanno da base per le case e tutto il resto.
Poi i colori dei vestiti delle donne e degli uomini sono vivaci e particolari e come trasporto usano barche fatte con bottiglie di plastica ricoperti delle solite canne di tortora.

La seconda, di nome Taquile, è veramente un’isola.. decisamente più grande e con vita più reale; ci sono le classiche colline terrazzate coltivate e la passeggiata verso la piazza principale è molto carina con i suoi archi e soprattutto perché offre viste spettacolari sul lago.
I vestiti qui sono meno colorati per via dell’origine spagnola e la gente sembra avere due attività principali, l’agricoltura e la produzione di sciarpe, guanti ed altri vestiti in lana.
Ci spiegano che i vestiti variano in base allo status sociale (sposato, nubile, governatore città..ect) e che la popolazione si autoregola con leggi proprie e rappresentanti scelti autonomamente.
A differenza delle prime isole, qui la gente non vuole che la si fotografi e questo è una cosa che mi piace; infatti, anche se gran parte del turismo arrivi qui per questi abiti particolari, quando la cosa diventa ad uso e consumo dei turisti sembra quasi come se fosse sempre carnevale.
Chiudiamo la giornata con pranzo vista lago a base di zuppa e ottimo trota alla griglia.

In generale devo dire che è stata una bella gita, il lago grazioso e la popolazione molto particolare; mi rimane il dubbio su quante di queste tradizioni vengano mantenute per volontà loro e quante per i turisti che portano parecchio lavoro e denaro.
Sceso dalla barca, a piedi faccio la strada verso il centro e finalmente vedo la vera Puno.. con botteghe artigiane, mototaxi fatti a risciò, venditori di cibo per strada, locande alla buona.. e qui mi trovo già più a mio agio.
Poi capito nel rito religioso di benvenuto ai nuovi studenti.. la strada viene dipinta con graffiti colorati, rose e altro ancora mentre al microfono si chiede al Signore una buona annata per i giovani studenti.

Alla fine Puno non è una bella città, forse troppo turistica, ma penso che all’interno di un giro del Perù sia una di quelle mete da fare.. anche solo per navigare nel lago Titicaca baciati dal vento e dal sole o per vedere i colori e la vivacità della sua gente.
Sono contento che domani ci si muova ancora.. l’ultima tappa peruviana si avvicina, mancano solo le classiche 6 ore di bus e finalmente sarò a Cusco e Machu Picchu
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda Samusadork » 03/12/2015, 17:38

Bellissimo racconto Obe, non vedo l'ora di leggere le prossime puntate
Samu è il nome, 's a dork è una constatazione...

Chiedetemi di isole dell'Egeo, Corsica, un po' di Messico, un po' di Giappone.
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 09/12/2015, 17:35

22 ottobre ore 16.30 Cusco

Ed eccoci a Cusco, cosa che seguendo il programma di viaggio sembrava scontata ma che è risultata tutt’altro che agevole.
Infatti ieri è stata una di quelle giornate che non vorrei mai trovare in viaggio e che purtroppo ogni tanto accadono..

Ma andiamo con ordine.. ero rimasto al 20 sera a Puno, serata estremamente tranquilla dove per cena provo la pizza andina, che però non mi conquisterà nonostante il bel forno a legna, e dopo passaggio un po’ per il minuscolo centro città e vado a dormire prima che piova.
La mattina mi alzo tranquillo, saluto calorosamente il padrone di case e moglie e vado alla stazione degli autobus pronto a farmi le 6 ore di viaggio godendomi il panorama mentre mi rilasso fino ad arrivare a Cusco a metà pomeriggio.. completando così la giornata di “riposo” che mi ero programmato.

Qui sorpresa.. bus cancellato perché sembra ci siano dei blocchi stradali e che non facciano passare nessuno, neanche le auto private; e probabilmente lo cosa potrebbe durare fino a dopodomani.
Panico, io purtroppo non posso prendermi 3 mesi di ferie e viaggiare senza pensieri e che se perdo 1 o 2 giorni non succede nulla; a me sinceramente di stare due giorni a Puno a far nulla non interessa e poi il 23 ho l’IncaTrail verso Machu Picchu già programmato (ps. per fare l’incatrail, bisogna per forza prenotare molti mesi prima, per via dei posti d’accesso limitati) e devo arrivare a Cusco in tempo.

Chi ha tempo si fa spostare il bus al tardo pomeriggio di domani, io son indeciso.. sarebbe proprio al limite; poi sento una signora spagnola che si lamenta perché deve prendere un volo aereo da Cusco e quindi deve essere a tutti i costi lì entro domani… riflesso e decido di affiancarla nel tentativo di trovare una soluzione.
Da qui inizia la giornata più stressante ma allo stesso tempo più avvincente e particolare del viaggio.
Cerchiamo di capire se la situazione reale è davvero così esasperata come ci hanno descritto e finiamo nel in un hospedaje per usare internet; la ragazza della reception si mostra gentile e chiama il fidanzato che lavora in agenzia di viaggi per provare ad organizzare un’auto privata.
Purtroppo dopo poco però ci comunicano che anche quelle vengono bloccate e che c’è il forte rischio di rimanere bloccati a metà strada senza sapere cosa fare; usando internet vediamo che c’è un volo aereo da Juliaca (che dista solo 1 ora da Puno) alle 14.45, opzione da usare come ultima spiaggia.
Torniamo alla stazione degli autobus per vedere se la situazione è cambiata, niente.. è confermato che oggi e domani tutti i bus sono stati rinviati in attesa di eventi e così alla fine siamo costretti a prendere la decisione di affidarci al volo aereo.. costerà ma almeno siamo sicuri di arrivare a Cusco in giornata ed io non perderò la caparra per l’incatrail e soprattutto la visita a Machu Picchu.
L’ora e mezza di taxi sarà un misto di emozioni, speranza, fiducia, esasperazione per la lentezza nella guida del taxista.. un bravo e pacato signore che nel viaggio ci parla della sua famiglia, della corruzione del paese e della sua vita.
Ma in aeroporto i problemi non si risolvono subito.. è forse l’unico aeroporto al mondo senza biglietteria e senza connessione internet e così siamo obbligati ad andare in un centro commerciale a Juliaca per poter fare i biglietti al punto Lan.
Se ripenso ad ora al mio stato d’animo quando ci dicono che c’è rimasto un solo biglietto per il volo a lì a poco…. io a quel punto decido di lasciarlo alla signora spagnola, lei perderebbe più di me ed io posso sempre dormire in aeroporto e prendere il primo volo del giorno seguente; sarà stata questa gentilezza o chissà altro, ma dopo 10 minuti salta fuori un altro posto e da lì, felice si corre in aeroporto.
Quando tutto sembra andare per il meglio, a check-in già effettuato… altro problema, volo cancellato!
A Cusco hanno bloccato anche l’aeroporto, l’aereo può atterrare ma hanno bloccato le uscite ed i passeggeri non possono uscire; per fortuna, dopo due ore di attesa, la situazione si sblocca e possiamo partire, volando prima su Lima e dopo verso la nostra meta finale.

Atterrerò a Cusco alle 18.. alla fine solo 3 ore dopo all’orario d’arrivo previsto con il bus.. con 200 dollari in meno, stanco morto, ma con la consapevolezza di aver incontrato tante persone che non avrei mai avuto modo di conoscere… la signora spagnola un po’ pazza con cui abbiamo fatto coppia tipo Pechino express, la giovane ragazza della reception a Puno che si sbatteva per aiutarci e rimaneva genuinamente sorpresa della modernità dell’Iphone che usavo, il taxista che chissà quante ne ha viste, lo spagnolo/peruviano nostro vicino d’aereo che si fa il filmato con gli auguri di buon compleanno fatti da noi da mostrare ai suoi famigliari, il cileno sul secondo volo che da dell’ubriacone a Vidal..
Insomma, avrei potuto attendere il bus, provare a fare all-inn.. se andava bene risparmiavo, ma almeno ora sono qui e con un avventura da raccontare in più.

Arrivato a Cusco condivido il taxi con una ragazza uruguayana con la quale esco dopo esserci sistemati in ostello; scopriamo insieme la città che di notte è fantastica, le piazze, le chiese illuminate, le vie strette.. mi sorprende, non pensavo fosse così bella.
Nel frattempo parliamo un po’, mi da alcune dritte su Montevideo e l’Uruguay in generale e ceniamo insieme, io provo l’Alpaca con curry e yogurt.
Prima di cena, per strada, incrocio la coppia di Madrid con cui avevo condiviso il trekking nel canyon del Colca.. abbracci, saluti amichevoli e scopro finalmente cosa è successo oggi.
A Cusco hanno organizzato due giorni di sciopero totale per protestare contro la privatizzazione di Machu Picchu e degli altri siti turistici regionali.. la prima mattina è stata infernale, tutto chiuso, manifestazioni, aeroporto bloccato, strade da cui si passava solo a piedi, Machu Picchu irraggiungibile, ogni servizio turistico sospeso.
Insomma, un bel casino, anche se giustificato dato il motivo dello sciopero.

Oggi invece è stata una giornata semi-regolare; mi sveglio presto, la voglia di andare a visitare la città è forte ma a colazione, parlando con dei francesi, vengo a sapere che anche oggi Cusco è bloccata.. loro avevano il treno per Machu Picchu ma sono state rimbalzate in stazione.
Non demordo, il sole già bello alto, gli sforzi fatti per arrivare fin qui mi fanno uscire subito; scopro il quartiere di San Blas, con i muri bianchi e le persiane ed i balconi colorati di blu, le sue scalinate tipiche e la sua aria un po’ boheme.
Salendo arrivo a Sacsayhuaman, cittadella conquistata in passato dagli spagnoli e dove c’è stata una delle principali ed ultime rivolte Inca contro i conquistatori europei.
Il sito è bello forte ed io mi ci perdo dentro per ben 2 ore osservando i grandi massi che fanno da muri difensivi incastrati con cura, il resto di una torre con base imponente, la zona religiosa e poi lì vicino c’è il moderno Cristo che domina la città di Cusco con una vista stupenda.
Verso le 11 scendo in centro, piano piano i turisti lasciano il posto ai manifestanti ed una volta in arrivato nella piazza principale la cosa è gigantesca.. chiese e negozi chiusi, polizia, tanta tanta gente a protestare pacificamente; la piazza è ancora più colorata del solito, con vecchi, lavoratori e bambini.. sembrava quasi più una giornata di festa che di protesta, con i vari gruppi che mangiano all’aperto e si danno il cambio per girare le vie cittadine con i cartelli contro il governo.
Io continuo per la vicina piazza Regocijo, salgo verso San Francisco e l’antica porta d’ingresso; proseguo verso il mercato, che purtroppo non è aperto, e per sfogare il primo appetito prendo da una venditrice di strada una buonissima patata dolce, infine chiudo andando su Avenida del Sole e al Museo Qorikancha.
Verso le 3 e mezza noto che tutti lentamente vanno a casa, la protesta è finita ed i turisti si riappropriano della piazza mentre i negozi riaprono.. solo le chiese rimangono chiuse.
Alla fine è stata più che altro una gran bella passeggiata per la città, senza riuscire ad entrare ed ad approfondire alcuni luoghi interessanti (ad eccezione di Sacsayhuaman), ma la giornata mi ha appagato.

Mentre sono qui seduto su una panchina della piazza de Armas ad aspettare l’orario del briefing per l’indomani penso che Cusco con le sue piazze, le chiese, i continui sali e scendi su strade ciotolate è talmente bella da non soffrire la presenza massiccia di turisti.
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 23/12/2015, 14:05

Ore 23.30
Sono rientrato ora da cena, zaino pronto per l’incatrail.. si parte!
I problemi di sciopero sembrano terminati e adesso ho due giorni per godermi Machu Picchu; la sveglia è per le 4.30 ma ormai ci sono abituato.
A cena mi sono trovato ancora con la ragazza uruguayana, molto simpatica e poi è bello confrontarsi sulla propria giornata e parlare del più e del meno.. troviamo un ristorantino molto bello con 3 tavoli, tutta roba cucinata sul momento praticamente di fronte a noi utilizzando solo prodotti locali; infatti il mio alpaca con peperoni e cipolle era super, mi viene appetito solo a ripensarci.

24 ottobre ore 17.00
Stazione di Aguas Caliente, sto aspettando le 6 per prendere il treno che mi riporterà a Cusco dopo questa due giorni nella zona più visitata e famosa dell’intero Perù.
Lasciando questo posto mi sento appagato… un aggettivo che uso raramente, io che sono sempre alla ricerca di stimoli diversi e nuovi, devo ammettere che in questi momenti posso solo apprezzare la fortuna che si ha nel poter vedere queste meraviglie.. visitarle, godersele e cercare di apprendere qualcosa.
Come immaginavo il primo giorno mi sveglio ben prima che suoni la sveglia, l’emozione e la tensione degli ultimi giorni mi fanno alzare alle 4.30
Una volta salito sul pulmino per il trasferimento a Ollantaytambo mi rilasso, faccio due parole con i compagni di questo breve viaggio.. due ragazzi spagnoli e Renato, brasiliano a cui ricordo le performance fuori dal campo di calcio del giocatore Renato Portaluppi; loro faranno il trekking di 4 giorni mentre io dovrò accontentarmi di quello breve di due giorni.
Sul treno che parte da ollantaytambo son vicino a degli americani in tour organizzato.. è incredibile come in genere gli statunitensi amino l’Italia, mi sorprende sempre questa cosa.

Scendo al km 104 e qui inizia una giornata bella tosta; mi raggiunge la guida.. siamo solo io e lei perché gli altri due che dovevano fare il tour non sono riusciti a raggiungere Cusco ed insieme iniziamo a percorrere quella che per gli Inca era una delle vie di transito principali che collegava le varie “fortezze”.
Mi guardo intorno, curioso, trovo la vegetazione abbastanza simile alla nostra con boschi e piccoli corsi d’acqua anche se in alcune parti diventa più tropicale con piante muschiose, orchidee e begonie di diversi colori.
Si parte con il sole e penso che ci voleva una bella camminata con il bel tempo, mentre tra le montagne si mostrano per la prima volta a me le famose terrazze coltivate dagli Inca…dove patate, mais e altre colture si alternavano.
Arriviamo a WinayWayna, il primo sito Inca importante che vedo.. rimango a bocca aperta, un po’ per lo stupore ed un po’ per le scalinate ripide; tra lama liberi di girare scopro come si svolgeva la vita qui e l’importanza del tempio sempre situato vicino a corsi d’acqua per purificarsi prima di entraci.
Dopo Sacsayhuaman e WinayWayna, il mio è un lento avvicinarsi a Machu Picchu, scoprire a piccoli passi questa civiltà famosa ma poco conosciuta a fondo.
La guida poi è proprio simpatica, una ragazza giovane e alla mano con la quale ci confrontiamo anche sulla manifestazione di ieri e su come si vive a Cusco.
Quando tutto sembra andare troppo bene, nel giro di 20 minuti, il sole viene sopraffatto dalla nuvole ed inizia a piovere, prima piano e poi sempre più forte proprio nel momento top in cui arriviamo alla porta del sole (Inti Punku); così Machu Picchu lo vedo per la prima volta da lontano sotto una pioggia battente.
Scendendo lentamente il tempo cambia di nuovo e quando arriviamo al sito è tornato un filo di sole; ne approfitto per fare le prime foto, rischio di inciampare guardandomi intorno mentre cammino e la prima domanda che mi viene da fare è.. “ma perché qui?? Così lontano e nascosto da tutto”
Rientriamo ad Aguas Calientes alle 16.30 in bus, domani ho l’intera giornata per visitarlo bene e poi son un po’ stanco, devo ammetterlo.
A.C. invece mi da subito l’impressione di essere una Disney peruviana, statua di Pachacutec in piazza, ristoranti in stile occidentale con prezzi occidentali..
Ceniamo, io sto leggero prendendo carpaccio e filetto di trota alla griglia, e dopo due parole vado in camera alle 9.30.. orario assurdo ma l’indomani ho altra sveglia alle 4 di mattina.
La prima impressione è che ho fatto bene a scegliere l’incatrail, non solo per la camminata ed il sito WinayWayna (che è possibile vederlo solo così) ma soprattutto per l’avvicinarsi lentamente al sito principale.

La giornata di oggi sulla carta era la più semplice ma come sempre vado a complicarmi le cose; infatti oltre al giro per il sito avevo deciso anche di scalare il monte Machu Picchu e tra il giro ieri e la stanchezza del viaggio la salita non sarà easy.
4.30 ci troviamo alla fermata dell’autobus; aspettando le 5.30 (orario di partenza del primo bus) la coda diventa quasi infinita ma noi siamo in pole position e verso le 6, all’apertura dei cancelli siamo quasi tra i primi ad entrare.
Passo le prime due ore con la guida che mi fa fare il giro completo in un ambiente quasi deserto.. 2 ore dove imparo tante cose sugli Inca e alla fine non li trovo così diversi dagli antichi Romani; vedo i tanti templi e la loro importanza che viene sottolineata dalla diversa struttura fatta con pietra più lavorata, incastrata perfettamente e più fine che quella usata per le abitazioni; le terrazze agricole separate dalle abitazioni; scopro la dedizione che avevano verso la natura circostante con continui ringraziamenti come le riproduzioni nella roccia delle montagne circostanti o il tempio dedicato al condor; il ripetere in maniera quasi ossessiva il numero tre.. 3 scalini, 3 finestre, 3 ingressi.. cosa a cui non si riesce ancora a dare un significato preciso.
Rimane affascinante la loro storia ed il fatto che è da solo 100 anni che si conosce l’esistenza di Machu Picchu.

Salutata la guida, proseguo da solo, vado a vedere il ponte Inca e poi scalo la montagna Machu Picchu; tutti scalini che mi portano più in alto di 1000 mt.. non è una salita facile, mi viene anche da mollare visto che è tutto nuvole e la vetta è coperta di nebbia ma mi sostengo parlando con 2 ragazze australiane ed infine la forza di volontà vince portandomi in vitta in un’ora.
È veramente un peccato che in cima sia tutto nuvoloso ed il sito non si vede.. aspetto un po’ e solo a tratti riappare; la vista della vallata con il fiume, seguire con lo sguardo il sentiero fatto ieri e poi M.Picchu così lontana e bassa.. tanta fatica ma meritata e la sensazione in quei momenti è impagabile.
Becco anche la svizzera incrociata nel Colca e mi fermo mezz’ora con lei a parlare godendoci del panorama offerto.
Tra salita e discesa passano 3 ore, sono le 11 di mattina ed il sole è tornato.. mi regalo una mezz’ora in silenzio, sdraiato sul prato vicino alla casa del guardiano, senza pensare a nulla e godendomi il momento ed il viaggio.
Alla fine penso di essere stato fortunato, nei 2 giorni l’ho visto in tutti i modi.. con la pioggia, con il sole e con la famosa nebbia.
Rifaccio lentamente il giro del sito per fare le ultime foto, ma i turisti sono decisamente aumentati, sembra di essere in coda al supermercato ed anche la stanchezza mi porta più a fotografare che ad osservare.
Ci esco alle 13.30, 7 ore e mezza dopo l’ingresso, prendo il bus a 12$ solo andata.. costa quasi più quello che l’ingresso.. del resto la compagnia è privata ed opera in monopolio.

Sono contento, a volte quando ti aspetti tanto da una cosa rimani deluso, ma non è questo il caso.. anzi, tutt’altro!
Ora si torna a Cusco, domani mezza giornata nella Valle Sacra e poi ultimi scambi di sguardi con l’antica capitale Inca.. anche se ormai sento che il Perù è quasi andato sono pronto ad una nuova partenza e non sarà verso casa.
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 29/12/2015, 15:55

25 ottobre ore 17.30

Ultime ore a Cusco ed in Perù.. sono in ostello e sto bevendo un Coca-Thè mentre guardo Argentina-Australia della coppa del mondo di Rugby commendandola con un francese.
Ultima giornata molto carina, anche se, pur vedendo posti veramente interessanti, dopo Machu Picchu era difficile trovare qualcosa che mi sorprendesse ancora di più.

Ieri dopo l’aperitivo è stato un lungo aspettare il treno delle 6 che mi ha portato in ostello non prima delle 10.30 di sera; devo ammettere che ero stanco morto e che dopo la doccia sono crollato nel letto.
Stamattina il risveglio alle 7 è stato abbastanza pesante, mi sarei girato volentieri dall’altra parte ma avevo la mezza giornata da fare al di fuori di Cusco, alle Salinas Inca e a Moray.
Ho scelto questo giro e non il classico tour Ollantaytambo, Pisac e Chinchero perché quest’ultimo forse lo consideravo troppo simile a M.P. e poi così ho mezza giornata per godermi le ultime ore a Cusco.
Nel tragitto verso le Salinas di Maras sosta in un villaggio molto carino dove viene spiegata l’arte tessile locale, con la colorazione dei tessuti in modo naturale (utilizzando piante o insetti), la tessitura utilizzando antichi strumenti in legno e la conclusione con la filatura con il fuso.
La prima vera tappa sono le Salinas che venivano già sfruttate dagli Incas; è interessante vedere il corso d’acqua salato che risalta e si differenzia dalla zona circostant, e poi vedere che ci lavorano ancora a mano fermandosi solo nei mesi in cui piove, sembra quasi di tornare indietro nel tempo..
E diciamo la verità, le Salines sono veramente molto fotografiche!

In un chiringuito provo la Chicha, un liquore a base di mais, dolce e poco alcolico tipico di qui.. a me personalmente ha ricordato un po’ il nostro vin brulè.

A Moray invece penso sia indispensabile andarci, qui gli Incas testavano l’agricoltura per adattarla ai diversi climi presenti nel loro impero, dal freddo delle Ande Argentine al caldo tropicale dell’Ecuador; avevano creato un impianto naturale dove nelle terrazze riuscivano a simulare le diverse condizioni climatiche (più o meno esposto al vento freddo, più in alto o meno, più caldo o più umido) per poi scegliere quale piantagione coltivare nelle singole zone.
Ingegnoso e poi le forme delle terrazze a cerchi che erano anche un ringraziamento alla pachamama, la terra.
Rientrando osservo la vita contadina che si sviluppa lontano dalla città di Cusco, attività gestita a mano con la terra di un color rosso fuoco, quasi argilloso.

La città di domenica è più tranquilla, giusto in piazza San Francisco c’è festa con musica, bancarelle che vendono cibo alle famiglie.
Vado al mercato che finalmente trovo aperto, mangio un cevichè di trota e frullato di papaya e arance e poi curioso osservando i vari banchi; un po’ assomiglia agli altri mercati peruviani ed al di fuori dei classici venditori si trovano giocattoli, vestiti, verdura particolare e frutta.
Il resto della città è semideserto, qualche turista e poco altro.. vado al museo di Arte Popolare, dove noto le rappresentazioni religiose e quelle che descrivono la vita quotidiana; nel museo ci sono solo io ed una scolaresca, i bambini mi salutano tutti in inglese, magari sanno dire solo “Hello, my name is..”, però la semplicità e l’allegria che trasmettono è contagiosa.
Spendo gli ultimi Soles e niente, le somme le tirerò alla fine, quando sarò in aeroporto, ma ora mi sento soddisfatto di questo viaggio.

26 ottobre ore 13.00 + 2

Aeroporto di Lima, sono già sull’aereo della Lan che mi porterà a Buenos Aires.. è finita una parte di viaggio, anzi è finito un viaggio ed ora ne inizia un altro; un viaggio più corto, più famigliare, un deja vu, ma nonostante questo riesco ancora ad emozionarmi.
Il Perù è finito come si doveva finirlo, con un ottima cena, forse la migliore di queste due settimane, ed un paio di Pisco Sour a chiudere la serata.
Prima di cena, finita la partita di rugby, preparo la valigia, sistemo i vari acquisti (avrò con me almeno una tosatura completa di Alpaca) ed esco a passeggiare per le strette vie mentre scende una pioggia fine, quasi malinconica.
A cena stesso ristorantino provato con l’uruguayana e prendo Alpaca su letto di riso, tutto delizioso; il locale ha giusto 3 tavoli, cuoco tuttofare un po’ lento ma con cui mi fermo a parlare prima di andarmene e che mi spiega come e dove compra i prodotti locali.
Finisco al Museo del Pisco, locale un po’ fighetto e per turisti ma è l’ultima sera.. prendo 2 pisco sour seguendo la band che fa pezzi rock e rientro alle 11.30, un po’ sbronzo per cocktail e stanchezza ma contento della serata.

Della giornata odierna posso dire ben poco, 2 aerei diversi da prendere e 2 ore che perderò con il cambio di fuso orario; sul primo volo ho avuto la possibilità di riflettere sul viaggio.
Anche perché sono state due settimane molto molto intense e devo ancora metabolizzare il tutto, ma le prime sensazioni generalmente sono quelle giuste e posso dire che è stato un gran bel viaggio.. cavoli.. ho visto posti bellissimi, vissuti in luoghi così diversi dall’Europa, conosciuto ed incontrato tantissima gente .. molto più di quello che immaginavo.
Se devo cercare una pecca, il Perù non mi è entrato dentro come altri posti.. come la prima Polonia, la Russia, l’Argentina, la Cina o per ultima la Georgia; però è un viaggio che, tornando indietro, sceglierei di fare al 110%...
Ora mi vengono in mente tutti i posti visitati.. Lima, non bella ma da fare per scoprire cos’è oggi il Perù; Paracas, pacifico paesotto con le sue bellezze naturali; Arequipa ed il Colca, la vera sorpresa, bella città e gran trekking tra paesini ancora reali e poco turistici; Puno, le delusione, troppo turistica, caotica (ps. Riguardando le foto oggi, invece, posso dire che la delusione un po’ mi è passata..) ed infine Cusco e Machu Picchu, che per me rimangono posti che un viaggiatore deve fare almeno una volta nella vita.
Anche la giornata “persa” ha dato un po’ di avventura, una scossa, e mi ha consentito di interagire con la vera gente del Perù, non solo con quelli che generalmente sono a contatto con i turisti.
Questo e tutte le altre persone incontrate hanno inconsciamente reso “mio” il viaggio.. un viaggio su luoghi già molto visitati ma loro lo hanno reso a me unico.

Ora Argentina.. dove ho un ricordo speciale, è un po’ il mio ponte d’accesso al Sud America, anche per stile di vita che sta in mezzo tra Perù ed Europa.
Si parte, l’aereo sta decollando ed ora inizia un nuovo viaggio.
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 02/01/2016, 11:52

28 ottobre ore 08.00

B.Aires.. direzione Colonia, Uruguay.
Per ora la tappa a Buenos Aires è stata breve ma intensa; per me la capitale argentina non è solo una delle tante città visitate ma è un po’ una seconda casa, un luogo dove ci sono parte delle mie origini, quello che avrei potuto essere se mio nonno non decideva di tornare in Italia, un posto dove sentire calore ed affetto anche se a distanza di migliaia di Km.
L’arrivo due sere fa è stato molto “italiano”.. atterraggio puntuale ma attesa di mezz’ora per il bus per il terminal degli arrivi, e poi altre cose che mi fanno subito ripensare a 4 anni fa, come l’umidità che, arrivando dal Perù, la senti subito anche se siamo solo in primavera.
Il taxista che mi accompagna in centro non poteva non essere di origine italiana e tifa Boca; osservo dal finestrino.. pubblicità, case, palazzi.. quanto mi piace B. Aires

Mollo i bagagli in ostello ed esco subito, la notte risalta i colori dei neon pubblicitari in Avenida e l’obelisco c’è ancora come c'e' l’insegna con l’immagine di Evita Peron.
A cena vado alla pizzeria Guerrin, caposaldo della cultura italiana in Argentina; scritte in italiano che dichiarano “la migliore pizza del mondo”, menù con lo stemma del Genoa, gente del posto che mangia seduta o addenta un trancio volante in piedi.. mi sento come se fossi in una parte di Italia che si è fermata nel tempo.
Rientro in ostello e al bar sul terrazzo c’è un gruppo di amici musicisti, ragazzi di 20 anni che tra una cerveza e l’altra giocano a carte con le napoletane, come i nostri anziani che giocano al circolo; battute, scherzi e mi tirano dentro spiegandomi il gioco e ridendo parlando di calcio e di ragazze.
Guardando loro, per la prima volta in questo viaggio, penso che sarebbe bello essere qui con 4-5 amici, non per il classico w.end ma per un viaggio vero, come una volta.

Invece ieri è stata praticamente una giornata interamente dedicata alla famiglia; mi sveglio e mi sembra primavera inoltrata con sole e caldo.
Dopo colazione faccio un giro in centro per via Florida, un po’ in decadenza con negozi molto per turisti, ma con i bei sanpietrini e i tavolini dei caffè sui marciapiedi; proseguo per il cafè Tortoni, la Casa Rosada dove ci si aspetta a breve il cambio del governo, gli eleganti palazzi con gente che corre a lavorare.
Un po’ Europa e un po’ Sud America, forse per questo il paese non e' amato né dall’uno e né dall’altro ma è così.
Alle 11 mi trovo con le 2 mie zie e poi a pranzo anche con le mie cugine.. abbracci, saluti, sono contento ed emozionato; passeggiamo lentamente tra le vie del centro, il parco vicino al monumento dei caduti nella guerra delle Malvines e ci sediamo in un paio di caffè (bellissimi, eleganti, storici, come quello del teatro Colon) per poi pranzare in Galleria Paradiso, il miglior centro commerciale Argentino dove mangio della carne squisita.
Alle 5 lasciamo la parte turistica e con i primi pendolari andiamo verso il loro Barrio.. zona della classe media, case basse e famigliari.. che poi il Barrio è un po’ come una città a parte con i proprio negozi, la proprio chiesa, ospedale e scuola. (anche la gente quando si incontra chiede. di che barrio sei??)
Per il resto è una cena tra cucini, zii, fidanzati in cui si parla di tutto, dalla politica argentina ed italiana, alle usanze, storie personali e curiosità di calcio, del cambio valuta ufficiale/nero, alla Cina che si è presa la concessione in mezza Patagonia per l’estrazione del petrolio…ect
Rientro in auto alle 11.30, mezz’ora di strada per arrivare in centro che passo guardando le serrande abbassate di negozi con nomi italiani e dove paradossalmente ci sono meno barboni in giro che in centro.
Ed ora 3 giorni in Uruguay, un’occasione vista la vicinanza; ho sentito la ragazza uruguayana incontrata in Perù, mi ha detto di provare a contattarla in caso di bisogno che se anche lei è ancora in Perù, amici e famigliari sono a disposizione per qualunque cosa.. ma iniziamo ad arrivare alla prima tappa, Colonia.
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 08/01/2016, 12:18

29 ottobre ore 16.00
Montevideo

Tardo pomeriggio, mi bevo un thè in un bar sulla via principale della città; una pausa lunga visto che bene o male ho già visto quel che mi interessava della città.
Posto strano questo Uruguay, così uguale e così diverso dall’Argentina.. molto simile per quanto riguarda le abitudini, dal dulce de leche, al matè, alla pizza, l’asado.. ma a guardare bene trovo molte differenze tra i due paesi.
Forse in Uruguay si sta meglio, anzi.. levo il forse, non solo per la tranquillità economica ma in generale c’è uno stile di vita più rilassato; si vive meglio anche se personalmente l’Argentina, e B.Aires in particolare, ha un’eleganza che qui si sognano.
Però sono contento di questi 3 giorni, ho visto una nazione nuova, che non immaginavo così e che difficilmente avrei visitato se non fossi tornato dai parenti.

La prima tappa è stata Colonia; minuscolo borgo coloniale a 1 ora di nave da B.Aires; capisco perché è così apprezzato dai portenos che lasciano la città per rilassarsi qui, tra strade a ciottoli, case base colorate, mura dell’antica fortezza, porto turistico e rilassante passeggiata sul lungo fiume/baia con le sue spiagge.
Subito mi rendo conto di una parlata leggermente diversa e mi sorprendono due cose; l’uso che tutti fanno del matè (e questo sarà uguale in tutto l’Uruguay, in ogni angolo trovi qualcuno che beve o si sta facendo il proprio matè con il termos) ed il cambio pesos argentino/pesos uruguayano, dove praticamente applicano l’ufficiale da una parte e quello del mercato nero dall’altra, confermandomi la convenienza ad utilizzare i dollari in terra argentina.
A pranzo a Colonia provo il famoso Chivito.. fetta di carne alla griglia, prosciutto, uovo, salse e formaggio; saporito e ricco ma abbastanza pesante tanto che mi concederò due ore di siesta sdraiato sulla spiaggia prendendo il sole ed ascoltando musica.
Alle 3 mi muovo in bus verso Montevideo; 3 ore in cui dormicchio le prime 2 osservando il paesaggio per il resto del tempo.
Il paese mi sembra molto agricolo, non rurale, ma con una forte impronta verso l’agricoltura; Montevideo invece mi ricorda da subito B. Aires, ma con uno stile tutto proprio, più easy e oltre al matè in giro non è difficile trovarsi qualcuno che si fa una canna al parco o in giro.
Il centro di Montevideo è più piccolo, nella piazza principale svetta il palazzo Salvo che in altre città si mimetizzerebbe tra tanti altri più alti e moderni, mentre qui rimane il punto di rifermento per i suoi abitanti.
Alla sera mi concedo un buon Asado, del resto anche qui sono famosi per la loro Parrilla, ed una birra nell’unico pub frequentato.

Oggi la giornata è stata interamente dedicata alla visita della città.. inizio dalla piazza Indipendecia con l’immancabile protesta (questa volta contro la privatizzazione della scuola) e proseguo per le vie dei negozi dirigendomi verso il porto e città vecchia.
Ci sono tante botteghe, pochi negozi con marche internazionali, insegne in italiano che avranno parecchi anni e poi la città vecchia che trovo abbia un gran potenziale turistico con il vecchio porto ora ristrutturato e pieno di ristoranti e locali dove si stanno preparando alla parrillata/grigliata di mezzogiorno.
Visito il museo del Carnevale, dopo quello di Rio è tra i più importanti del Sud America, dove trovo grandi facce come maschere, colori sgargianti, vestiti folkloristici, video delle edizioni passate.. il museo è piccolino ma molto carino.

In taxi vado allo Estadio Centenario; mi tornano in mente i racconti di Federico Buffa del mondiale di calcio del 1930; lo stadio è come una vecchia nonna.. i suoi anni li vedi tutti ma ti affascina con la sua storia e la sua maestosità.
Pensi ai campioni che hanno giocato e trionfato qui e ti senti in un luogo mitico.
Rientro a piedi verso il centro, milanese di pollo ed empanadas.. piatti tipici di qui, non leggeri ma li voglio provare e chiudo la giornata comprando la maglietta di calcio del National dall’amico della ragazza conosciuto a Cusco.
Nel negozio passo un 15-20 minuti a confrontarci sul calcio, le rivalità ed un vecchietto che entra nel discorso parlando dei calciatori dei suoi tempi; scopro che Recoba pur essendo legato al National è apprezzato ed amato da tutti, anche da quelli del Penarol e di conseguenza anche l’Inter è parecchio amata qui.
Questa è Montevideo, non è la piccola Buenos Aires e nemmeno New York.. è semplicemente l’anima dell’Uruguay, dove tutto è più lento e calmo.
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda Leia74 » 08/01/2016, 12:52

Adoro il tuo modo di raccontare!!!
Le mie foto:
http://sabrinastravels.shutterfly.com

Latest trips: Piemonte in dettaglio (pure troppo, ago 2017-mag 2019), New York + Boston (mar 18), Bretagna e Normandia in moto (ago 18), Svezia centrale (ago 2019), Parchi USA Ovest (dic 19-gen 20)
Next: ???
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 10/01/2016, 14:22

Leia74 ha scritto:Adoro il tuo modo di raccontare!!!


grazie mille! :oops:
diciamo che ultimamente mi metto a "nudo" nei miei diari/racconti

lentamente sul blog sto caricando anche le foto..
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Re: Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uru

Messaggioda obe » 12/01/2016, 12:45

31 ottobre 11.00

Buenos Aires, penultimo giorno; ormai inizio a sentire un po’ la nostalgia di casa.. come quasi sempre quando si avvicina la partenza per ritornare.
Poi in questo viaggio ho visto 3 posti così diversi tra loro, come mi sembra lontano il Perù!.. così differente da qui sia per la gente che per lo stile di vita, e poi quelle due settimane così intense che si contrappongono a questi giorni più calmi e rilassati.

L’ultima sera a Montevideo è stata abbastanza tranquilla, solita parrillata con lomo (filetto) spettacolare e giro per le strade del centro; ma tra la pioggia e locali semivuoti torno a casa abbastanza presto.. si vede che il centro non è il posto migliore per la nightlife.
Ieri invece è stata una giornata in modalità “off” e fino alle 13.30/14 è stata di trasferimento; colazione e città vecchia e poi 2 ore e mezza di traversata con la nave veloce.. forse più veloce dei miei pensieri che passavano nella testa.
Rientro a B. Aires e ritrovo il sole, le strade piene e gli immancabili personaggi che propongono il cambio in nero; faccio un giro alla Galleria Pacifico, bei negozi ma prezzi come o più alti dei nostri.. con il cambio ufficiale non si può dire che B.A. sia a buon mercato, anzi forse è la più cara del Sud America.
Rientro in ostello passando per le vie laterali, ogni tanto qualche punto mi ricorda il mio viaggio di 4 anni fa e alle 5 di sera mi trovo con una mia parente.
Andiamo al famoso Cafè Tortoni; la storia di questo paese, seppur breve, è passata anche da qui.. scrittori, tango, bancone in legno, pavimento e tavolini usurati da chissà quanti caffè.. sicuramente è stata la cosa più bella della giornata.
Passeggiamo, la gente rientra a casa, un thè in uno dei tanti caffè eleganti della città e poi ristorante a provare la pasta fatta in casa.. non male dai, tra le migliori di quelle che si possono trovare all’estero.
Passiamo la serata a parlare della politica, del Sud America, l’Europa, dei cileni, ect ect.. Rientro alle 11, tempo di andare al bar in cima all’ostello e trovo subito dei soci per una partita a calcio balilla mentre si beve Quilmes.

01 novembre 16.30

Ci siamo, sono sull’aereo che mi riporterà a casa, in Italia… sono passate 3 settimane ma sembrano 3 mesi, già in Perù mi sembrava di essere stato una vita fa e devo ammettere che sono anche un po’ contento di tornare.. condividere le mie esperienze, riabbracciare i miei famigliari, incontrare gli amici, giocare a calcetto, tutte quelle piccole cose che però sono molto importanti per me.
Lascio l’Argentina con un legame ancora più forte di quello che avevo prima di partire, qui c’è una parte delle mie radici, c’è gente con cui ci si vuole bene anche se ci si sente poco e ci si vede ancora meno; cose difficili da spiegare o scrivere.
Si può forse riassumere con una frase uscita spontaneamente all’aeroporto salutando i miei famigliari che mi chiedevano avevo messo in valigia per ricordarmi di questo viaggio; ho risposto che le cose più belle sono qui, nel mio cuore.

L’ultimo giorno è stato diverso dai soliti giri turistici, dopo la mattina in cui ho girato per il centro, Casa Rosada e dintorni; poi trasferta a Tigre, città di villeggiatura a mezz’ora da B. Aires, il classico posto che la gente di città apprezza per staccare dalla frenesia ed evadere un po’.
Il Rio del fiume Lujan, con le passeggiate verdi, il mercato un po’ turistico, i negozi che vendono oggetti in legno, i ristoranti, le barche ed i catamarani che navigano nelle nel Rio ed il bellissimo hotel d’epoca a 5 stelle ora diventato museo con giardino curato ed elegante.
Da qui giro per salutare altri parenti, un 3 ore piacevoli e chiuso con la “migliore pizza del mondo” (classico per i Portenos) a casa di mio cugino fino all’1 di notte tra partita in tv e musica locale.
Rientro in centro e scopro che è il sabato sera dei musei aperti, è pienissimo di persone e ne approfitto per fare l’ultima passeggiata tra l’obelisco illuminato e gente che entra esce dai caffè; ne approfitto per visitare la mostra su Evita Peron prima di andare a dormire non senza essere passato dal bar dell’ostello.

Oggi, un po’ come sempre accade nel giorno di chiusura, stanchezza, malinconoia, riflessioni.. questi sono gli stati d’animo che mi accompagnano; spendo gli ultimi pesos nel mercato domenicale di San Telmo ma ormai la testa è in Italia.

Mi ritrovo più povero di soldi ma più ricco di vita, d’esperienze, di gente incontrata, di amore e di luoghi bellissimi scolpiti nella mia mente.
3 viaggi in 1.. Perù con le sue attrattive naturali e storiche; Uruguay luogo pacifico, poco turistico e B. Aires, città che adoro.
Un viaggio che così completo che mai lo avrei immaginato prima di partire.. ora ho sonno, dormirò cullato dai ricordi..
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