Da quando sono tornato a Kazan, ho pensato e ripensato se scrivere un articolo su Quest’altro stato di fatto ma riconosciuto solo da altri 6 (se si eccettuano altri due a loro volta non riconosciuti) di cui uno, guarda caso, è la Russia.
Perché ci ho pensato tanto? Perché fondamentalmente questa terra è, a mio personale giudizio, una ruberia della Russia ai danni della Georgia. Non c’è una vera e propria cultura abkhazia, sono fondamentalmente zingari russi con tradizioni georgiane (e con questa affermazione mi sono inimicato anche tutti gli Abkhazi), Questa terra è stata trasformata in un semplice luogo di villeggiatura, tra l’altro anche parecchio caro, per il turista russo che vuole andare “all’estero” restando però in contatto con la madre patria.
Di stanza ero a Sochi, nel quartiere di Adler, dove sorge il villaggio olimpico costruito ad hoc per le olimpiadi invernali del 2014.
Anche qui, come per l’Abkhazia, c’è solo turismo e nient’altro. Le strutture sono tutte impostate su questa linea. Sebbene sia una terra naturalisticamente parlando estremamente bella, non vedo una grande differenza con una terra come l’abruzzo che fondamentalmente offre le stesse bellezze, con in più una massiccia dose culturale a base di castelli, monumenti e quant’altro caratterizza questa splendida regione italiana.
Anche qui, inutile dirlo, i prezzi sono da luogo di villeggiatura, tutto costa di più e c’è tutto ciò che un qualsiasi luogo di villeggiatura marino e montano necessita, solo che si paga e caro.
Sinceramente non pensavo che il mar nero potesse esser così pulito, sempre paragonando questa zona con l’Abruzzo, non ho trovato grandi differenze nella qualità del mare, anche se le spiagge sono tutte fatte di sassi, quindi non proprio comodissime.
Di sochi quindi non c’è molo da dire, una città che è cresciuta notevolmente, manco a dirlo, dopo le olimpiadi. Il clima è temperato e di tipo “mediterraneo”.
Segnalo giusto il ristorante Fettuccine, presso il quale ho fatto conoscenza con il cuoco italiano (proveniente da Perugia) e che vive lì ormai da due anni, completamente inserito. Il cibo, così come il vino, davvero degni di nota. Era un anno che non mangiavo così bene!
Passiamo quindi all’Abkhazia.
Su suggerimento della mia conoscenza in quel di sochi, decidiamo di andare per una escursione organizzata di un giorno.Detto da lei, non aveva alcun senso stare di più e, col senno di poi, le do ragione.
Partiamo al mattino per tornare la sera, Il confine è a 10 minuti da Adler, Passare la frontiera russa è una procedura lentissima, non capisco perché, se uno esce dalla Russia, debba esser controllato così da cima a fondo, capisco per chi entra, ma una volta che hai appurato che son straniero, fammi uscire no? No. Così resto bloccato per qualche minuto per verifiche ulteriori rispetto agli altri del convoglio che passano davanti a me. Verifiche effettuate, passo la frontiera. Il fatto curioso è che, come mi era successo per la Transinistria (o prindiestrove) non ottengo il tanto desiderato timbro sul passaporto. Ah, la frontiera ovviamente si passa a piedi, mentre il nostro minibus (targato Abkhazia) segue un altro percorso.
Per i russi è sufficiente il passaporto nazionale, che ha la validità della nostra carta d’identità. In Russia hanno 2 passaporti, uno interno e uno per l’espatrio. Per noi europei è necessario il visto, come riportato dal sito ufficiale del ministero affari esteri dell’Abkhazia.
Questo ufficialmente
Tra l’altro il visto, che di regola ha validità mensile e si richiede via email compilando un semplice modulo, per un loro errore distrazione, mi viene compilato con validità giornaliera! cioè dal 15 giugno al…15 giugno!
Non essendoci tempo materiale per richiederne la correzione (impiegano una settimana) Cambiamo i programmi e ci rechiamo in questa giornata, poi rivelata proficua perché per metà della stessa pioverà.
Superata la frontiera russa, ma non ancora entrati in terra Abkhaza, l’autista tira fuori una bottiglia di cognac fatto in casa, nascosta in un anfratto del minibus!
“Benvenuti in Abkhazia, ormai la frontiera l’abbiamo passata!” il simpatico autista urla a tutta la ciurma, preludio che fa presagire il seguito alquanto esilarante. Giunti alla frontiera Abkhaza, un militare sale sul minibus e chiede in generale a noi viaggiatori:”il passaporto ce l’avete?” bene, andate pure!!
E io che mi ero fatto le paranoie per il visto…
Perché non amo le escursioni organizzate? per due motivi principalmente. Uno perché tolgono il gusto dell’esplorazione e due perché più che un’ escursione è una maratona!
Non c’è il tempo materiale di apprezzare i luoghi visitati e spesso se ne perde troppo in posti decisamente inutili, come per esempio un’ apicultura che vendeva miele fatto in casa. Come se non ce ne fosse da nessun’altra parte…
Da segnalare Pascoli totalmente liberi, sia di Bovini che di equini che passeggiano e sostano tranquillamente in strada o ai bordi di essa, tanto che il viaggio è un continuo slalom tra capi di bestiame. Tutto il viaggio verrà accompagnato tra le descrizioni della guida e l’immancabile celentano a fare da colonna sonora…
Visitiamo il Lago blu, il Lago Riza, il monastero di Afon e il suo complesso di grotte denominato Novoafonskaya Peshchera, in cui una vera e propria metropolitana porta i turisti al suo interno!
Le infrastrutture, se si eccettuano quelle di recentissima costruzione e tutte in legno, risalgono all’epoca sovietica, quindi un certo sapore di viaggio nel tempo lo si avverte.
Tra una visita e l’altra, abbiamo modo di assaggiare i prodotti di una viticoltura locale e, devo dire, che ho davvero apprezzato. Ho assaggiato tutti i vini e gli alcolici offerti. Il Liquore tipico, oltre il cognac, è lo cha-cha, pronunciato scia-scia, che va dai 60° in su, come descritto dal giovane sommelier, liquore che viene condiviso con la tradizione georgiana.
L’ultima chicca da segnalare, al ritorno a Kazan, per la prima volta da quando volo, ho dovuto, con sorpresa e una certa vergogna, per loro, assistere ad un applauso…al decollo! E questi erano tutti russi, mica napoletani (stereotipi, tu napoletano che leggi, sappi che sono partenopeo di origine).