da obe » 22/08/2016, 11:58
Mercoledì 20 luglio
Ore 19.30 o 20.30 in treno
Per l’ora.. dipende da quella che si vuole considerare.. se quella di Ekaterinburg o di Omsk.
Secondo tratto in treno iniziato, dopo la prima è tutto più semplice e veloce e poi da qui in avanti nelle cuccette sarò nel posto inferiore che vuol dire molti meno problemi con bagaglio, più comodità nello spostamento e possibilità di godersi il panorama.
E veniamo ad Ekaterinburg, città a cui non avrei dato un soldo prima di partire ma che invece mi ha sorpreso piacevolmente.. e pensare che fino al 1990 era chiusa agli stranieri per la sua importanza industriale, ed ora, pur mantenendo l’impronta post sovietica, è in rinnovamento con tanti palazzi moderni in dubai-style e con i suoi lati piacevoli da scoprire trascorrendoci un paio di giorni.
Ora, mentre dal finestrino vedo betulle che si alternano ai prati verdi, ripenso un po’ a questi giorni… ho avuto la fortuna di trovare belle giornate di sole, anzi forse un po’ troppo afose per i miei gusti, ma soprattutto ho avuto la fortuna di trovare tanta brava e simpatica gente.. ognuno fatto a modo suo ma quasi sempre socievoli e ben disposti verso me; penso al ragazzo trovato al ristorante a Kazan, alle ragazze conosciute con lui e con cui ho passato la serata, alla famiglia incontrata sul primo viaggio in treno con cui ho parlato quasi tutto il tempo, all’amica di T., che mi ha fatto scoprire Ekaterinburg con gli occhi di una persona del posto e non solo quella del turista e a tutte le altre persone con cui ho scambiato una parola o un semplice sguardo.
Siamo in Asia direzione Siberia.. e che dire della Russia? L’ho trovata cambiata in questi 8 anni , a parte che ero stato nelle sue città più famose e quindi questo viaggio fa testo a parte.. ma in generale, nonostante i suoi problemi (che non sono pochi), la trovo un po’ più moderna, più in ordine o comunque con la voglia di fare quel tentativo di fare quel passo verso il turismo; e poi la sento più sicura (sta a vedere che questa gufata mi tornerà indietro nei prossimi giorni)..
Nelle parole e nelle domande della gente leggo quella preoccupazione e curiosità sull’opinione che abbiamo di loro, la paura che li vediamo come assassini o una minaccia e questo mi dispiace perché alla fine forse siamo più simili di quello che uno può pensare o di quello che vogliono farci passare i media.
Odio questa barriera della lingua, vorrei ascoltare e parlare di più con la gente e, per colpa mia, non è possibile.. questo è forse il mio unico limite in questo viaggio.
Ekaterinburg.. sono arrivato alle 8 di mattina; dopo aver dormito molto bene ho fatto le ultime due ore a guardare dal finestrino.. tempo un po’ grigio che assecondava boschi-prati in fiore-boschi-qualche casa-prati in fiore-boschi; esco dalla stazione, taxista abusivo armeno con cui parlo di mikitarian, di Arat… che poi parlare è una parola grossa ma devo stargli simpatico se mi fa vedere anche la foto delle figlie sul cellulare.
L’hotel che ho prenotato è uno di quelli che in altri tempi sarebbero stati di lusso con hall e ristorante in grande stile e le camere belle spaziose ma con l’arredamento un po’ datato….il potere del rublo basso.
Mangio dei bliny e poi mi trovo con l’amica di T.. la ragazza è stata veramente troppo gentile e disponibile, ha preso giornata di ferie dal lavoro per scarrozzare uno sconosciuto; però ci siamo trovati subito e la giornata è volata via velocemente.
Per prima cosa andiamo fuori città, al confine tra Europa e Asia dove faccio la classica foto; lei era già stata nel w.end visto che è un luogo famoso per fare le foto di nozze.. tra l’altro la leggenda narra che qui lo Zar ha inaugurato il confine bevendo una bottiglia di vino in Europa e una in Asia, e da quel momento questo luogo è diventata la linea immaginaria che separa i due continenti.
Per continuare a seguire la storia degli Zar la tappa successiva è stata Ganina yama, vecchia miniera dove sono stati buttati i resti della famiglia dell’ultimo Zar, Nicola II, dopo che erano stati trucidati dai bolscevichi in città; ora il luogo è un centro religioso molto frequentato, dato che la famiglia degli Zar è stata perfino fatta santa dalla chiesa ortodossa.
2 o 3 chiese, i busti dei reali e nella fossa candele, fiori e un manifesto di richiesta di scuse per quello che è stato fatto; il luogo è in mezzo al bosco e tutte le chiese sono fatte in tronchi con gli interni in legno.
Certo che la chiesa oggi ha riacquistato un grande potere in Russia.
Rientriamo in città ma prima di andare nella zona turistica passiamo per un centro commerciale vicino a casa sua, ci tiene a farmi vedere una parte di vita reale e penso anche per mostrarmi che, a differenza di quello che vogliono farci passare, in Russia i prodotti alimentari arrivano nonostante le sanzioni europee.
Poi è sempre bello vedere i posti frequentati dai locali ed il Centro Commerciale è nuovo, ha un bel parco vicino che ha riqualificato il quartiere con laghetto, camminata, piste per il pattinaggio, giochi per bambini.. piacevole da passarci una domenica o una giornata festiva.
L’interno è un classico centro con negozi e nel supermercato mi faccio spiegare l’uso di un po’ di prodotti locali come il latte, il formaggio, la maionese usata per l’insalata russa, le 3.000 bottiglie di vodka, il caviale (chiuso con il lucchetto.. del resto 80 euro per 100 gr) e poi provo una bevanda gasata di mais che a me ricorda un po’ il tamarindo.
Tornando in centro passiamo vicino allo stadio in rifacimento per i mondiali del 2018, Ekaterinburg è la città più a est tra quelle che ospiteranno una partita e della vecchia struttura terranno solo la facciata principale.
La Istorichesky è la parte più centrale e turistica della città, camminiamo sul lungo fiume (l’odore di certo non invita a pescare) fino ad arrivare alla grande piazza che fa da diga al lago artificiale dove ci sono fontane, passeggiate, musei ed arriviamo fino al Boris Eltsin museum.
Ci tenevo particolarmente a visitare questo luogo anche perché mai avrei creduto di vedere un museo a suo nome, un uomo che fa discutere perché avrà anche aiutato il processo di “libertà” dal regime sovietico ma ha anche svenduto il proprio paese.
Bè il giro nel museo è stato molto molto interessante, saremo stati dentro un’oretta abbondante, e nel percorso si inizia da una breve introduzione della storia russa con un filmato a cartone animato, poi si salta nella storia moderna fino al 1987 ed il periodo di mezzo fino al 1991 a cui viene dato maggiore risalto ed approfondimento.
Oltre a ringraziare Eltsin per la “libertà” (la parola freedom è scritta ovunque insieme al fatto che è stato il primo presidente eletto democraticamente) è interessante la ricostruzione di quei giorni con tanti pannelli informativi e tanti filmati che rendono la visita attiva, intuitiva ed interessante.
Alla fine la mia opinione del personaggio non cambia ma sono stato contento di esserci andato.. una curiosità, tra i finanziatori ci sono tra gli altri Abramovich, Putin e altri oligarchi russi.
Dalle 5 ho girato da solo nella via pedonale Vainer e nel centro commerciale Grinvich dove curioso un po’ per i negozi comprando la maglia di calcio dell’Ural Ekaterinburg e finalmente capisco perché la città è stata chiusa fino al 1990.. troppo pericolosa, troppe belle ragazze.
Alla sera esco con lei, cena e birra artigianale in un bel pub; rientro a mezzanotte, alla fine è solo martedì e quindi vado a dormire pensando alla bellissima giornata
Oggi invece ho seguito il classico itinerario turistico.. teatro, monumento ai caduti (molto bello), la nuova ed immensa chiesa sul Sangue costruita sul luogo dove vennero uccisi gli Zar, il lungo lago e visito il museo della storia della lavorazione dei minerali e gioielli, vicino al bellissimo palazzo Sevastyanov, dove vedo pietre bellissime e di colori mai visti prima.
Faccio due parole con il tipo del negozio di souvenir che mi parla della mafia russa (che ha preso tutti i posti di potere), che la malachite negli Urali è praticamente finita e quella che si trova in vendita arriva tutta dall’Africa e della sua voglia di andarsene da lì.
Saluto Lenin che sembra che faccia canestro sui vicini centri commerciali e cerco un posto dove mangiare.. quello che non ho trovato ad Ekaterinburg è un bel bar o un ristorante con tavolini all’aperto.. fa caldo, vorrei sedermi e godermi il passaggio all’aria aperta ma niente, sono tutti al chiuso; riflettendoci penso che qui fa caldo 2 mesi all’anno ed è normale che sia così e che per questo ci siano tanti Centri Commerciali dove la gente può passeggiare e passare il tempo anche con temperature sotto lo zero.
Mi adeguo e vado a pranzare nel moderno Centro Commerciale vicino a Lenin, ristorante self service ma di buona qualità dove tra le altre cose provo l’insalata russa; alla fine gli piace questa storia della mensa, un po’ come ai tempi sovietici.. saranno cambiati i prezzi, la qualità e la disponibilità del cibo ma l’idea gli è un po’ rimasta dentro di loro.
Le ultime ore sono di transizione.. passeggio, mangio un gelato, guardo la gente.. in città per chi ha un buon lavoro ci sono parecchie opportunità e tante cose da fare mentre immagino a come sia totalmente differente nei villaggi visti dal finestrino del treno; sembrano due mondi diversi, separati, staccati e con stili di vita quasi opposti.. in comune hanno che quando l’inverno.. i i -30° non fa sconto a nessuno
Chiudo la visita della città con una sorpresa.. avevo letto di un birrificio abbastanza famoso, la jaws beer, che aveva un punto vendita vicino all’hotel; così lo cerco ed entro a provarne un paio.. poi il ragazzo parla bene l’inglese e mi spiega la storia del birrificio, mi illustra le birre disponibili e sedendosi vicino a me parliamo della crisi economica, della vita locale, mi chiede se mi è piaciuta Ekaterinburg e mi dice che stanno tentando di farla diventare una meta interessante per il turismo nazionale ed internazionale.
Ora vado ad Omsk, sulla carta la città più brutta o meno interessante.. ma molti dicevano così anche di Ekaterinburg ed è stato tutto il contrario… ludmilla radchenko (forse la persona più famosa nata ad Omsk) aspettami.. tra qualche ora sono lì.