Appena tornato da un w.end ad Atene, ecco le mie reazioni a caldo..
Ho fatto da venerdì a domenica, giusto il tempo di assaporare ed osservare il centro città con i suoi punti d’interesse storico ed i quartieri che li circondano.
Il viaggio è stato ispirato anche dai vari racconti presenti sul sito e, oltre a vedere quello che è rimasto dell’antica civiltà greca, ero molto curioso di vedere con i miei occhi gli effetti della crisi economica degli ultimi anni.
Sono partito da due “guide basi” pescate da qui e devo dire che si associano perfettamente a quello visto e provato in questi giorni
(dal sito)
“Se si legge la Storia di Pericle, resta l'Acropoli e qualche museo e la filosofia dei sofisti "modernizzata", che appare quando discutete coi greci stessi.
Se si legge la Storia di Alessandro, vi resta l'apertura al mondo orientale, i traffici marittimi, le grandi comunita' di immigrati asiatici, pakistani, afghani, indiani.
Se si legge la Storia bizantina vi restano diverse graziose chiesette sparse per il centro di Atene, la cattedrale, la religiosita' "fondamentalista" di diversi greci quano parlate con loro, nonche' la forte importanza dei soldi che molti di loro concepiscono; ma anche il nazionalismo-militarismo.
Se si legge la Storia ottomana, vi resta Monastiraki, la Plaka, i mercati, il kebab ed il cibo "greco" ( turco ), la trasandatezza ed il contemporaneo equilibrio di tutta la societa'.
Se si legge la Storia moderna, vi resta l'urbanizzazione spinta, il comunismo e l'anarchismo, i ribelli sociali sempre in lotta con i militaristi ed i "polizieschi
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Mappa dei quartieri
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Plateia Syntagmatos - Parlamento, via pedonale
Plaka - quartiere Turco, stradine, turistico, vie lastricate
Psyrri - hotel, bar e risto, bazar
Thisío/Gazi - residenziale, ex industriale riqualificato, centro vita notturna
Kolonáki - più ricco e chic
Omónia - leggermente degradato, misto di culture
Exarhía - Murales, alternativo, “tossic”
Pireo - mare e porto
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Il primo giorno in realtà sarà più una mezza giornata perché il volo atterra ad Atene verso le 14 locali e tra il trasferimento in metro ed il prendere la camera in hotel sarò operativo solo verso le 16.
Due cose però subito mi colpiscono in questo tragitto.. la grandezza della città (la prima parte di metro è in superficie e si passa dalla classica vegetazione mediterranea a costruzioni e case in continuazione e senza fine) e la caoticità di quello che mi aspetterà nei prossimi giorni tra auto in coda che suonano il clacson, motorini guidati senza casco che sfrecciano ovunque, marciapiedi occupati dai tavolini dei bar e ristoranti e tutto quello che contraddistingue la vivacità mediterranea.
Ancora prima di entrare nella parte “turistica” mi imbatto subito in quello che è oggi l’Atene che soffre, quella che sta subendo la crisi.
L’hotel Evripides è centralissimo, a 300 mt da piazza Monastiraki in direzione nord, e in questi tre giorni avrò modo di passarci un po’ a tutte le ore ma nelle vie intorno ed in particolare in Evripidou, troverò un po’ di tutto… palazzi abbandonati a se stessi, tante serrande abbassate che solo i murales rendono un po’ meno tristi, le poche botteghe rimaste assediate dai negozi di paccottiglia cinese o pakistana, cortili e marciapiedi diventati la casa di poveri o sbandati, tossici che si fanno senza problemi a qualunque ora del giorno, giovani prostitute che cercano di abbordare vecchietti per potersi comprare la dose giornaliera.
Insomma non è un bel vedere ma dopo qualche giorno più che i problemi inizi a notare come mondi così distanti provino a convivere e di come nei volti delle persone ci sia più rassegnazione che altro.
Tanto che poi basta spostarsi di qualche via che tutto cambia, dalla vicina piazza Iroon con i suoi locali molto Hipster alla via Kolokotroni con negozi in ordine e locali alla moda.
Tutto un mondo a parte è la Plaka… pulita, piena di turisti che passeggiano per i negozi di souvenir e che affollano i tanti ristoranti/taverne che occupano quasi tutti i marciapiedi.
Una zona che tende quasi a nascondere i propri reperti storici, inglobati nell’urbanizzazione e dalle costruzioni degli anni passati.
Sistemato mi dirigo subito verso una delle cose che ci tenevo di più a vedere, lo stadio Panatenaico..
Per arrivarci cammino per la via dei negozi Ermou e la sua parallela Mitropoleos con la Cattedrale e, mentre mangio la prima pita gyros, incrocio un po’ di tutto… venditori, turisti, camerieri e giovani a spasso.
Lo stadio mi piacerà moltissimo, già solo l’idea che qui ci sono stati i primi giochi olimpici mi esalta ed anche la ricostruzione per l’olimpiade del 2004 è stata ben fatta.
Passeggio sotto un sole cocente tra le tribune in marmo, mi siedo sui posti “reali”, corricchio sulla pista d’atletica senza però avere il coraggio di salire sul gradino più alto del podio; in lontananza spicca la collina Licabetto mentre all’interno della struttura c’è un mini museo con esposte quasi tutte le fiamme olimpiche.
Insomma, alla fine sarà una delle cose che più mi è piaciuta visitare.
Prima di tornare in centro vado al tempio di Zeus, uno di quelli tenuti meglio (anche perché alcune colonne sono resistite e di una caduta si può osservare la sua composizione e quindi come erano costruite) mentre la colonna di Augusto al suo esterno non mi lascia grandi emozioni.
La colonna sonora che mi accompagna finora è il traffico con le sue auto, ma appena cammino per le stradine della Plaka tutto si calma.. anche i turisti ormai stanno lasciando questi posti ed i negozi chiudono.
Tutta diversa è Ermou con i negozi delle solite grandi marche internazionali, giovani con pacchetti di H&M e un continuo via e vai che collega le piazze Monastiraki a Syntagmatos… io stuzzico prendendo una Koulouria, il pane di sesamo che gli ambulanti vendono ai passanti, prima di concedermi una sosta birra nella piazza Iroon.
Come spesso accade, è durante la sera e la notte che scoprono meglio i luoghi che si stanno visitando.
Uscirò sul tardi dopo aver visto il tramonto dal rooftop dell’hotel con vista Partenone, ma se le 9.30 per me è un orario tardivo, non lo è per i greci.
Le taverne ormai stanno salutando i turisti in attesa della gente del posto che arriverà intorno alle 10; mentre ceno (devo dire che ho sempre mangiato bene in questi giorni) assaggiando funghi con formaggio e costolette di agnello osservo i tavoli vicini.
L’Ouzo con acqua, i piatti messi in mezzo e condivisi, le porzioni abbondanti ed il proprietario che passa a salutare i clienti abituali… anche questo fa parte di un viaggio.
La serata prosegue a Monastiaki, dove i tanti turisti sono ancora padroni del posto, e così decido di andare sulla Kolokotroni st dove i locali sono un po’ più fighetti, i negozi più “puliti” e dove mi fermo in un paio di locali con bella musica e bella gente..
In generale però noto questo stile latino/balcani, dove la gente è più ai tavolini in compagnia a bere e a parlare che in piedi; cosa che si conferma anche a Psirri, con i suoi locali alternativi con dj, tavolini e gente che occupa i marciapiedi e le strade.
La crisi non ha tolto comunque la voglia di uscire e di divertirsi.
Rientro verso l’1.30.. gli zombi intorno all’hotel sono troppo concentrati sul farsi per notarmi e prima di andare a dormire parlo con l’anziano portiere d’albergo, un italiano migrato qui una ventina d’anni fa che mi racconta le disgrazie sue e della Grecia.
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Il sabato è tutto dedicato alla visita dei grandi classici di Atene.
Il Mercato Centrale, sempre caratteristico, dove spiccano i venditori di pesce e di spezie orientali.
La via commerciale Athinas che mantiene i negozi originali e si differenzia dalla più “globalizzata” Ermou
L’antica Agorà e la Biblioteca di Adriano che con i loro reperti resistiti fino ai tempi nostri mi hanno consentito di avere un’idea della vita durante il periodo glorioso della civiltà greca (anche se non c’è paragone con i Fori Romani)
Ed infine le due attrattive principali; primo il Museo dell’Acropoli che l’ho trovato bellissimo! moderno, interessante senza essere pesante e con la sua struttura a salire che guarda il Partenone che ti da l’impressione di essere quasi sullo stesso piano.
Dei 3 piani il mio preferito è stato quello con le statue Kore e le Cariatidi originali e poi la terrazza vista Acropoli.
(piano terra vasi, curve donne, ricostruito.. ni)
La visita dell’Acropoli sotto 35 gradi ha lasciato quel senso un pò particolare.. bello salire in cima passando dal Teatro di Dionisio (emozionante sapere che da qui è partito il teatro come lo vediamo noi ora) e costeggiando il moderno Odeon di Erode, ma in cima… bho, diciamo che è più caratteristico vederlo in distanza, che domina la città sulla collina… tanto che subito dopo sono salito a Filopappo e lì mi sono veramente gustato il momento.
Il resto della giornata è stato un bighellonare tra la piazza del parlamento, soste nei bar a bere ice-coffee guardando la gente (un po’ come fanno i locali) e passeggiare per i negozi di Monastirakiou.
La sera invece vado a Gazi, il vecchio quartiere industriale diventato centro della vita notturna.
Infatti le strade sono piene di taverne, locali, discoteche, rooftop e dalle 10 è un continuo vai e vieni di gente.
Prima mangio ottimo pesce in una taverna e poi in un locale assisto agli ultimi minuti della finale di Coppa di Grecia cercando di capire come muovermi per la serata; però fino a mezzanotte i locali praticamente sono vuoti, tanta gente affolla la piazza in attesa di decidere dove andare.. sicuramente la notte qui durerà fino a mattina.
Per la stanchezza e perché la tipologia di divertimento non aiuta chi come me è da solo torno in centro dove ormai Monastirakiou è diventata un Suq dove giovani immigrati ballano, suonano bonghi, si divertono.. e così opto per tornare in uno dei locali della sera prima.
La domenica mi sveglio con la sensazione di completezza, quello che volevo fare l’ho fatto e quindi tiro fino a mezzogiorno passeggiando per una città deserta.. solo Syntagmatos è piena per una manifestazione ciclistica e così mi fermerò in un bar all’aperto in piazza Omonia guardando la gente e rimbalzano le continue richieste di una moneta dei tanti bambini nomadi che gironzolano da un bar all’altro.
In aeroporto rifletto su come i tempi di Zeus (e anche di Pollon
) siano lontani, di come la città stia vivendo questo momento senza rinunciare alle sue abitudini.. dove i negozi di lusso sono vicini a posti lasciati andare tra immondizia e pensionati che rovistano nei cestini.
Sarà il caldo, lo stile di vita, ma Atene un po’ mi ha ricordato un pochino Beirut, anche se a differenza di quest’ultima ad Atene non c’è stata una guerra civile..