"Ma per dove è che sto prenotando?”
Questa era un la domanda che mi correva nella testa a fine aprile quando ho prenotato i voli per questo viaggio.
Una cosa nata un pò così, molto per caso direi.. la necessità di dover segnare 10 giorni di “ferie” in più del previsto, la voglia di evitare il bordello turistico dei giorni di agosto, la curiosità di scoprire un posto nuovo..
E così dopo aver scartato alcune mete, l’attenzione è caduto su questo enorme paese e devo ammettere che fino ad allora le mie conoscenze su questo posto erano molto poche.. i racconti di viaggio letti qui, l’architettura particolare di Astana, il film Borat, il caso dell’espulsione della moglie del rivale politico del presidente ed il padiglione dell’Expo visto a Milano.. niente di più.
Ed è stata proprio la presenza dell’Expo 2017 che mi ha dato l’ultima spinta in fase di prenotazione ed ho pensato che alla fine poteva essere l’anno giusto per andarci.
Una volta presi i voli è partita tutta la parte burocratica e di studio del viaggio che non è stata molto agevole in quanto, finora, si trovano ben poche informazioni ed anche in loco lo sviluppo turistico è ancora in fase embrionale.. ma meglio così; infatti è stato un viaggio sorprendente, un posto che mi ha regalato molte più emozioni di quelle che immaginavo prima di partire e che mai avrei pensato avesse così da tanto da offrire.
Spazi aperti infiniti, dune di sabbia, montagne, canyon, vallate con laghi e fiumi, villaggi sperduti, strade sterrate, ore e ore di viaggio nel nulla, un popolo sorridente e curioso, la capitale sempre più grande e strana.. sono stati 12 giorni intensi e mai uguali.
Purtroppo non ho avuto tempo di scrivere il consueto diario di viaggio ma solo appunti sparsi qua e là.. che, lentamente, cercherò di ampliare e completare in modo da scrivere anche qualcosa di utile.
17 agosto
Per arrivare ad Almaty opto per Aeroflot, sia per la tariffa agevolata che per gli orari che mi consentono di partire nella notte tra il 16 e il 17 ed arrivare in Kazakistan verso le 3 e mezza del pomeriggio seguente.
Durante il volo osservo dal finestrino come i paesaggi cambiano man mano che andiamo verso est.. superiamo il Volga e terreni coltivati per poi arrivare in luoghi più secchi fatti di rocce e steppa infinita interrotta solamente da laghi salati e singole case che appaiono sporadiche collegate da strade sterrate che sembrano essere senza meta.
L’aeroporto è piccolino, i controlli doganali rapidi ed uscendo mi imbatto subito nel problema principale di Almaty.. il traffico.
Ci metterò quasi un’ora per arrivare in centro al mio hotel ma nel frattempo osservo la città e scambio due parole con l’autista che mi ricorda le canzoni di Celentano e rivendica l’invenzione dei maccheroni che Marco Polo avrebbe copiato da loro.
Quando ormai esco il cielo si è fatto buio e così decido di andare subito sulla collina di Kob-Tobe che domina la città dall’alto.
Camminando per le strade inizio a capire le prime cose… le distanze che non sono così brevi, la pulizia generale, il tanto verde con piante e parchi, la poca illuminazione dei marciapiedi e i tanti ristoranti/locali alla moda che occupano il piano terra dei palazzi del centro.
Per salire prendo la moderna funivia e qui, anche se è solo giovedì, trovo un po’ di gente a passeggio che viene per sfuggire dal caldo e godersi una serata all’aperto.
In cima si trova una specie di luna park con ruota panoramica illuminata, autoscontro e altri giochi per bambini, venditori ambulanti, un mini zoo e una statua dei Beatles (saranno mai venuti qui??).. insomma, un bel luogo per passare una serata diversa.
Poi c’è la vista dall’alto sulla città illuminata che da sola merita la salita! La fame si fa chimica e l’unico ristorante aperto è un po’ di alto livello, ma non avendo alternativa decido di provarlo.
Intorno a me la ricca Almaty con gente vestita bene, signore in tiro, accompagnamento musicale locale… a fatica mi faccio capire con la cameriera che parla uno stentato inglese ed ordino subito il piatto tipico.. lo Beshparmak, uno spezzatino di carne di montone passato con cipolle patate e servito sopra un letto di pasta e brodo.
Nonostante non sia leggero, il piatto è saporito e dopo un giorno di viaggio senza pasto completo lo finisco tutto; poi al momento di pagare rimango sorpreso dal costo molto basso della cena e inizio anche a capire il livello del costo della vita che per noi è estremamente conveniente.
Le prime ore in Almaty mi hanno già fatto passare i soliti dubbi che mi passano per la testa prima di ogni viaggio.