20 settembre
E ci siamo, sono a Kiev in attesa di imbarcarmi per Teheran; sono agitato, inutile nasconderlo, anche se lo sono quasi sempre poco prima di un viaggio del genere.. tanti dubbi, tante domande.
Cosa mi spinge a viaggiare e a buttarmi in queste situazioni? Cosa voglio dimostrare agli altri e soprattutto a me stesso? Anche perché ormai penso di aver capito tante cose di me in questi viaggi in solitaria così pieni di emozioni.. quindi cosa cerco di più?
Finora ho veramente avuto la possibilità di vedere tante parti di mondo sia in compagnia che da solo.. mi ritengo fortunato, ma ora è arrivato il momento di questo Iran.
A furia di sentirmelo dire me lo sto chiedendo anch’io, ma cosa cavolo ci vai a fare lì?..
Alla fine la voglia di scoprire le diversità ed il mondo è superiore alle paure e ai dubbi e poi c’è questa storia del visto che non sono riuscito a fare preventivamente; so di avere tutto in regola ma la possibilità (pur minima) di venire rimbalzato un po’ mi lascia tutto in sospeso.. ma forse è un bene perché tutte le mie attenzioni sono indirizzate a quello e non penso al resto.
Cerco di distrarmi guardando le tante belle ragazze presenti nell’aeroporto di Kiev ed al tavolo del ristorante ho scambiato due parole con un signor estone di rientro da conferenza energetica ed anche lui subito mi chiede “ma non è pericoloso?”.. chissà.. non so neanch’io cosa rispondere.
Se non mi faranno entrare sarà il destino, che poi alla fine è tutto destino.. basta vivere ogni momento in pieno.. dai Iran, non farti desiderare, sto arrivando.
21 settembre
Ore 20.00
Teheran, il primo giorno volge al termine; veramente una giornata intensa data anche da un po’ di stanchezza perché l’arrivo, anzi l’ingresso, in Iran si è rilevato più lungo e pesante del previsto.
Il volo da Kiev è stato fin noioso, Ukraine Airlines non è una gran compagnia e lo ha dimostrato in pieno.. posti strettini, personale poco simpatico, cibo scadente.
Un po’ ho dormito, un po’ ho osservato i compagni di viaggio dove, oltre a me, c’era solo un altro paio di coppie di turisti mentre tutti gli altri mi sembrano iraniani di cui la maggior parte uomini; i ragazzi con i tagli di capelli moderni e vestiti alla moda mentre i per i signori di una certa età è il baffo quello che va per la maggiore.
Tre uomini di fianco a me bevono birra e vino mentre le poche signore presenti girano truccate e senza velo; guardandoli, se non lo sapessi, non direi mai che sto per andare in Iran ed anche una volta atterrato non vedo grossi cambiamenti.. giusto l’Hijab (velo che le donne devono indossare per coprire i capelli) e poco altro.
Quando atterro puntuale alle 1 e mezza di mattina mi vedo già in hotel per le 3/ 3 e mezza ma alla fine andrò a letto solo alle 5; l’iter per la richiesta del visto è rapido, si pagano i 75 euro, si compila un foglio con i dati dell’hotel dove si passerà la 1a notte e si mostra la conferma dell’assicurazione medica.
Peccato che il visto mi verrà consegnato solo dopo 2 ore e mezza con molta gente arrivata dopo di me che lo riceverà prima e comunque dopo non meno di un ora di attesa.
Immagino i motivi ma non ne ho certezza, eppure anche il “finto” interrogatorio del poliziotto sui motivi del viaggio e sull’itinerario era stato rapido ed indolore.
Comunque fin da subito ricevo il primo impatto con l’accoglienza e la gentilezza delle persone; prima l’addetto dell’aeroporto che mi aiuta a recuperare il bagaglio (che ormai avevano ritirato dal nastro dopo la lunga attesa) e poi il taxista dell’hotel, con cui mi scuso più volte per la lunga attesa e poi parlo soprattutto di calcio, tra ricordi del Milan degli olandesi, di Roberto Baggio, del derby locale e della loro nazionale già qualificata per i Mondiali.
L’avvicinamento alla città mi fa rendere conto che finalmente ci siamo, sono in Iran!
Il mausoleo khomeini, le strade con tante bandiere della nazione o verdi, i famosi murales che dovrebbero abbellire la città e le scritte in farsi a cui mi dovrò abituare.
L’hotel è bellino ed il ragazzo della reception parla italiano.. sono le 5 di mattina e non mi molla più ma dopo un po’ lo lascio.. devo riposare.
Nonostante tutto metto la sveglia alle 9.30, devo prendere subito il ritmo e poi sono curioso.
Quando scendo per strada trovo la città già attiva e mi rendo conto di essere nella strada dei lampadari dato che ci sono solo negozi di quel genere.. tra quelli moderni e quelli un po’ kitsch e maestosi.
Nel resto della giornata mi sembra sia frequente questa cosa di mettere i negozi di un genere tutti vicini o nella stessa strada (tipo quelli di scarpe o di gioielli).
Altra cosa particolare è il cambio.. quello ufficiale è applicato solo in banca ma ci sono tanti uffici di cambio che ne applicano uno molto più vantaggioso; poi mentalmente ero già preparato al cambio Toman/Rial 1:10 ma non ai piccoli tagli della carta moneta tanto che, cambiando 300 euro, mi ritrovo il portafoglio gonfio come uno sceicco.
E come dimenticare il famoso traffico di Teheran?! Non credevo ma effettivamente è bello tosto attraversare ed in genere seguo sempre un local prima di buttarmici in mezzo e poi non si può stare tranquilli neanche sul marciapiede con queste moto che ti sfiorano contromano magari stra-cariche di merci o con su tutta la famiglia (padre,madre e figli).
Prima tappa della giornata è stato il Bazar e la sua moschea, luogo che è un po’ simile ad altri già visti ma forse qui è più reale in quanto la maggior parte degli abitanti viene ancora qui a far la spesa; poi è infinito e devo ammettere che mi sono perso girando tra stoffe, tappeti, argenterie, frutta secca, spezie e “falsi d’autore”.
Anche qui dentro bisogna sempre fare attenzione alle moto o ai carretti che trasportano un po’ di tutto e se non li eviti ti vengono anche addosso; sono talmente tanti che tutti hanno anche la targa e molti vengono spinti da ragazzini molto giovani.
Il Bazar mi è piaciuto anche se rimangono posti che sono contento di visitare ma che non fanno parte del mio stile di vita, però è molto particolare con la sua struttura che alterna costruzioni eleganti che sembra quasi di stare all’interno di ricchi palazzi ad altre parti che sembrano cadere a pezzi.
Al suo interno e nelle strade adiacenti inizio a trovare ragazzi che chiedono da dove vengo, si fa due parole e tutti concludono con un “welcome to Iran” e non è raro sentire un “fuck Trump”.
Provo anche il cibo, succo di melograno, datteri (spesso lasciati in assaggio) e una specie di Kebab con salsicce un po’ piccanti e verdure.. è solo l’inizio ma voglio provare tutti i sapori che il paese offre.
Devo ammettere, sono travolto da tutto questo, non sono abituato ai sorrisi e a vedere la gente curiosa, disponibile ed amichevole.
Lì vicino c’è il palazzo Golestan, ne approfitto e lo visito.. sembra un’oasi rispetto al Bazar e all’esterno spiccano i muri con piastrelle colorate che formano dei disegni armoniosi, i giardini e le tipiche fontane mentre all’interno trovo alcune ricchezze raccolte dall’ultimo Scià, Mohamad Reza (tanto avorio, le sale a specchi e brillanti, tutto luccicante) e si capisce quanto lusso abbia ricevuto dagli altri paesi durante il suo regno.
Abbastanza stanco, riposo nel bel parco Shahr, la gente fa altrettanto, alcuni fanno anche dei picnic.. è un bel luogo per la siesta; poco fuori un murales di un giovane khomeini mi ricorda la storia recente del paese che, a primo impatto, sembra ignorare tutte le preoccupazioni occidentali e va avanti come nulla fosse.
Prima di rientrare mi fermo al famoso cafè Naderi, uno dei più antichi della città, per prendere un tea (servito con zucchero cristallizzato) e cheesecake mentre gente del posto affronta argomenti quotidiani o semplicemente si gode la fine della giornata.
Ora sono a cena, ho già capito che questa zona non è molto vissuta di sera, è più una sede commerciale con i tanti negozi ma non ho trovato molti ristoranti.
Mentre mangio con riso, pane (fatto sul momento) e agnello, alla tele passano la partita del Persepolis che è seguita con passione dai clienti e dai proprietari che alternano servizio, narghilè e commenti sulle azioni principali.
Teheran non è di certo la più bella città vista, però mi sta aiutando ad entrare nella mentalità locale, un posto per vedere come si vive in una metropoli, forse il luogo più aperto.. per appagare anche la vista, aspetto di scendere verso sud.