Alcune considerazioni tratte dalla scorsa settimana-giorni:
La situazione catalana si e' inasprita.
Arrestato Puigdemont al rientro in Belgio dalla Finlandia. Precedentemente gli era stata imputata l'accusa di ribellione oltre quelle gia' pendenti da ottobre.
Nel frattempo continuano a saltare l'elezione del presidente regionale a Barcellona, sistematicamente boicottata dal governo di Madrid che puntava l'indice sui vari possibili candidati secessionisti da succedere a Puigdemont. Nei giornis corsi si era rifugiata in Belgio anche la nuova leader di Erc ed era stato arrestato il nuovo leader designato a Barcellona.
Del resto la strategia era chiara gia' da ottobre, piuttosto semplice e tipica di un galiziano quale Rajoy, e ne parlai:
Commissariamento, elezioni e ritardare il piu' possibile nuove investiture in modo da prorogare il piu' possibile il commissariamento e portare allo stallo politico per arrivare a nuove elezioni nei primi sei mesi di questo 2018. Di modo da provare a sfaldare il fronte secessionista e disilludere la gente dall'idea indipendenza provocando anche una situazione economica instabile e non rassicurante per il cittadino catalano da spingerlo a votare per un passato piu' rassicurante rispetto ad un futuro carico di incertezze e problemi.
Strategia banale ma per ora vincente, visto che a far saltare alcune candidadature erano stati dei franchi tiratori in parlamento, causando defezioni importanti nel fronte secessionista.
Puigdemont oramai diventato scomodo per tutti, visto che andava a perturbare la stabilita' di altri paesi Ue. Errore grave muoversi in Finlandia, ma forse non gli era rimasta altra scelta in questi giorni.
Nel frattempo oggi a Barcellona arriva il Giro di Catalogna, evento classico di festa locale e sociale, chissa' se si tramuta in qualche protesta visto che nei giorni scorsi diversi tifosi hanno cercato di politicizzare la corsa con bandiere, scritte e slogan.
Post voto ( un paio di mesi fa ) alcuni sondaggi che davano i secessionisti in calo. Il mercato delle vacche parlamentare, nonche' le faide tra comunisti e democristiani ( assopite dalla Pax Puigedemont ) che poi ha fatto mancare i voti alla nuova elezione del successore di Puigedemont conferma come alcuni secessionisti dell'ultima ora ( ne parlai durante la crisi di ottobre ) si stiano marcatamente svincolando per salvarsi la carriera politica, le proprie finanze,intrasigenza agli accordi partitici ecc.
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/e ... 54344.htmlhttp://www.repubblica.it/esteri/2018/03 ... 191986876/Al momento stimerei i secessionisti ( di vari gruppi ) tra il 35-40 per cento, questo aldila' delle intenzioni di voto strette. Chiaramente la situazione e' mutevole giorno per giorno ed a seconda degli eventi non sono impossibili ribaltoni o soprese di pasqua.
Comunque le elezioni precedenti le ho sviscerate nei numeri ( scontati ), parlano chiaro:
nessuna ascesa della vecchia e spaccata Convergenza ed Unione ( Puigdemont ) da quando ha imboccato la via secessionista i voti li ha persi.
Al contrario ascesa dei partiti nuovi. Semmai il problema per Madrid e' il partito di Junqueras e non comunque l' "ignavo" Podemos ne' l'unionista Ciudadanos, nuova stella del firmamento politico catalano.
Comunque e' una situazione in forte movimento, resto in osservazione.
Per la mia opinione, l'errore dell'entourage Puigedemont e' stato quello di fare politica attiva in altri paesi Ue. Da un lato era una mossa utile, ma andava fatta con maggiore attenzione. E' un discorsetto piuttosto lungo:
Fino a quando tu fai conferenze in un paese come il Belgio, dove il potere dei fiamminghi nelle amministrazioni centrali e' paragonabile a quello del Quebec per il Canada ( vedi Trudeau a scendere ), e si tratta di forti consistenze etniche-sociali, di buon numero, per un paese essenzialmente diviso a meta' ( fiamminghi-valloni con una monarchia di "concordato" ed una identita' nazionale mista, quindi non etnica ) tutto va bene.
Stessa storia quando tu fai delle conferenze in un paese come la Danimarca, che e' piuttosto estraneo con pendenze eventualmente ( non piu' di tanto accese oggi ) al di fuori del territorio nazionale, extra Jutland, quindi Groenlandia e Far Oer. Allora tutto va anche bene alle alte sfere continentali.
Quando al contrario, vai ad "agitare le acque" in un paese come la Finlandia, a forte identita' etnica, con consistente nazionalismo ( ricordate il mio post romanzato e provocatorio sul <<Maidan in Finalndia>>? ), nel quale sono molti sentiti problemi quali la Lapponia, le Aland e l'Ostrobotnia, e soprattutto queste comunita' di minoranze sono effettivamente minoritarie rispetto al gruppo etnico-sociale primario ( i finnici ), ecco che nasce il problema.
Un paese rigido come la Finlandia ( ma potrei citare anche l'Estonia che blocco' Giluietto Chiesa che di fatto andava a fomentare/aizzare gli animi con le sue conferenze la comunita'-minoranza russofona di Tallin e dintorni ) non ti fa passare liscio l'invito di un "semplice" parlamentare lappone e creare eventuali parallelismi Catalogna-Lapponia per la comunita' pubblica.
Ecco che la Finlandia arriva a concordare con Madrid che Puigdemont costituisca un problema comune, e si offre ,con telefonatina,pronta ad impacchettartelo via estradizione. Di qui la fuga dall'aeroporto di Helsinki, ma i paesi europei hanno servizi sviluppati, ed ecco la cimice gps che ha fatto localizzare Puigdemont in Germania.