Ore 20.00
In attesa di cena con anche questa giornata che sta volgendo al termine; comunque alla fine Yazd mi ha già riempito una giornata e mezza.
Dopo la corta siesta post pranzo vado finalmente alla palestra Zurkhaneh; avevo letto di questo “sport” su una rivista dedicata all’Iran e mi aveva incuriosito.
L’edificio a cupola è all’interno di una vecchia cisterna dell’acqua con alle pareti disegni rappresentativi e foto o ritratti dei vecchi campioni; il mezzo c’è uno spazio circolare e gli atleti eseguono diversi esercizi accompagnati da un tipo che suona un tamburo e che canta.
Gli esercizi sono diversi, in particolare quelli in cui devono ruotare su se stessi fino a quando non sbandano e quelli in cui devono usare delle mazze circolari.
Finito l’allenamento mi rimane quell’impressione che sia un misto di preghiera, ballo ed attività fisica; poi vedere i più anziani che giusto simulano le mosse ma già contenti di stare nel gruppo.
Finito l’allenamento mi siedo in piazza, le luci la illuminano ed osservo il via vai di gente.. parlo con due ragazzi afgani e ricevo i soliti saluti di benvenuto da diverse persone mentre cammino.
Comunque ora che ho finito il mio Chelo Kebab con riso e yogurt alla menta posso dire come questi giorni di festa religiosi siano sentiti.. le moschee sono tutte piene, la gente partecipa volentieri anche perché di altre attività serali c’è giusto un po’ di shopping nei negozietti o una passeggiata in piazza.
Ultima cosa un po’ sarcastica, io sono convinto che se vuoi farli fuori, gli iraniani, non servano armi.. con tutto lo zucchero che usano (dolci, bevande, tè) lo fanno già da soli
Ps2 .a cena ho trovato una coppia di serbi con bambino che a Teheran erano nel mio stesso hotel, alla fine l’itinerario base è questo, poi uno aggiunge o toglie giorni, ma è facile ritrovarsi ed anche scambiare due parole con facce che ormai ti sembrano famigliari.
Ora vado in hotel, preparo per domani e mi butto a letto.
29 settembre
15.30
Appena rientrato dal giro fuori Yazd, 6 ore veramente interessanti girando per i paesini poco distanti dalla città.
Comunque ieri quando pensavo che la serata fosse finita ecco che tutto si ribalta e diventa interessante.. prima sul rooftop del ristorante incontro un gruppo di 4 ragazze e un ragazzo che erano lì per fare delle foto ed alla fine si fanno le classiche due parole, tante risate, discorsi sul cibo e sui vestiti e si chiude con il classico selfie di gruppo.
Poi, in una piazzetta davanti all’ingresso del mio hotel, era strapieno di persone, un continuo flusso di gente che andava a prendere il cibo gratis (una zuppa) servita in una cucina lì vicino.. (ho visto anche il record di persone su moto -in 4 .. padre, 2 figli e madre che teneva le zuppe con le due mani); qui c’era un bambino che ostacolava l’ingresso della mia porta ed così inizio a gironzolare fino a quando non si avvicina la famiglia della casa di fianco e curiosa mi chiede se avevo bisogno di qualcosa.
Appena dico che vengo dall’Italia il padre, che commercia tessuti, impazzisce e vengo circondato dalle ragazze della famiglia che parlano inglese.
Dopo le classiche domande, le giovani si sbottonano un po’ ed iniziano a lamentarsi delle regole attuali, dell’hijab obbligatorio, del governo e della depressione economica del paese.
Alla fine della festa vengo invitato per a casa e al suo interno trovo tutta la famiglia al completo, una 30ina di persone.. chi mangia, chi gioca, chi fuma. Io sono un po’ al centro delle attenzioni e mi offrono torta e tè.. le donne di una certa età mi chiedono se sono sposato e tutti prendono in giro la giovane con cui parlavo di più come se fossi il suo promesso fidanzato.
Rientro a mezzanotte con nella mia memoria un'altra serata a sorpresa .. chi l’avrebbe mai detto?
A volte sorge il dubbio che sia come nell’Unione Sovietica dove gli stranieri venivano invitati in finte famiglie per far vedere quanto fossero felici ma poi la spontaneità e la gentilezza non si possono costruire e quindi questi dubbi cadono subito.
Nel tour di oggi sono andato a Chak Chak, Meybod e Kharanaq e si vede che è venerdì ed è festa; tutto è chiuso e la cosa andrà avanti fino a domenica.
Per muovermi non avendo trovato tour da condividere, ho optato per un auto privata che comunque mi è costata poco per i nostri canoni.
Prima tappa sarà Kharanaq che è un piccolo storico paesino che è totalmente disabitato (solo un signore anziano ci abita ancora) con le case sono quasi tutte a pezzi, fatte di terra essiccata e con la torre della moschea ancora in piedi.
Sembra incredibile camminare sui tetti che non sai come reggano e guardarsi intorno con le piante di pistacchio che vengono coltivate nei campi vicini.
Poi il contrasto tra questo parte antica tenuta come era con accatta la parte moderna ed abitata in totale contrapposizione tra nuovo e vecchio.. tanto che mi chiedo perché, a differenza di Abyaneh, non abbiano ristrutturato le vecchie case.
I trasferimenti sono semplici, le strade in generale sono ben tenute, intorno ci sono le classiche montagne, intravedo un qanat e niente di più.
Chak Chak invece non mi ha entusiasmato, bella la posizione incastrata in mezzo alle rocce ma arrivare fin qui e fare la salita a piedi per vedere un goccio d’acqua che scende con una croce e un porta candele..
Però la gente sembra apprezzare tanto che il gruppo che trovo prima di me non si limita in selfie senza fine.
Meybod al contrario mi è piaciuta molto; è più grande e ha un antico castello costruito con lo stesso materiale delle case e poi è l’unico punto che si eleva sulla città e dalla sua cima si può controllare tutto l’orizzonte e quindi la vista è molto bella.
Camminandoci al suo interno conosco una famiglia di Teheran in vacanza, uno è tifossimo della Juve (ma come si fa??) e mentre parlo con i più giovani la madre ci riprende con il cellulare, quando ci salutiamo tutti mi salutano con affetto e con il solito selfie tutti insieme.
Dopo il castello giro per la città andando a vedere l’antica ghiacciaia (molto bella e incredibile immaginare come possa venire conservato il ghiaccio qui) e la torre dei piccioni.
Che dire? È un giro che non tutti fanno ma se si ha tempo lo consiglio anche per non vedere solo le grandi città ma anche i posti un po’ più piccoli.
Alla fine, alla lunga, Yazd mi ha conquistato, bel posto e bellissima gente