darietto ha scritto:Carl Bro ha scritto:Nei paesi dove manca l'acqua molta di questa viene impiegata per produrre alimenti e prodotti che consumiamo noi, cominciamo a mettergli a posto le conduttore allora.
Sicuro Carl? Non farti traviare dai prodotti cinesi o simili. SOno molti più i beni prodotti in Europa ed esportati verso il terzo mondo che l'opposto. Specialmente in campo alimentare e di trasformazione (leggera o pesante che sia).
Sicuro no
, dipende molto dal paese comunque mi piacerebbe avere dati precisi per vedere la relazione tra i paesi poveri prevalentemente esportatori e quelli con bilancio idrico peggiore.
C'è da dire che in rete tante parole ma dati soprattutto elaborati, pochi.
darietto ha scritto:Carl Bro ha scritto:Mi sa che una delle nostre fonti mente, io so che Israele è in defici in quanto ad acqua.
Mmmh, interessante questa cosa. Io sapevo che era in attivo e che esportava nelle zone limitrove sia acqua che tecnologia per desalinizzare. Sarebbe interessante avere una terza fonte.
Idem come sopra.
Però lo avevo anche studiato all' Università, anche gli States in alcuni stati sono messi male.
Nelle regioni del west più aride molte riserve si sono seccate e per prendere l'acqua devono trivellare sempre più giù (oltre i 1000m).
Ma il problema della gestione delle risorse idriche non esula il Nord Italia (ha i più elevati indici di consumo idrico per unità di prodotto della UE, mentre nell’agricoltura il rapporto prelievo-resa per ettaro irrigato è due volte superiore alla media europea), specie per il problema dell'inquinamento e delle perdite, che rende indisponibile più della metà delle sue riserve.
Certo come dici tu il problema è soprattutto strutturale, ma visto che l'acqua costa e i bacini idrici calano, un uso moderato anche in casa non mi sembra stupido.
Anche perchè (e qui non ci sono fonti diverse) l’Italia è il Paese con il più alto consumo di acqua in Europa, e il terzo al mondo dopo Canada e Stati Uniti. Il riciclo e il riutilizzo non esistono.
I consumi sono così distribuiti:
settore agricolo: 60%
settore energetico e industriale: 25%
usi civili: 15%
darietto ha scritto:Alla fine, comunque, è un'attività economica e quindi quello che conta è far quadrare i conti (scusa il gioco di parole). Compensare le perdite non è affatto semplice ma comunque possibile. Ci sono apposta i fondi di investimento internazionali che servono a finanziare queste cose. Pensa al Sud Africa che anche nelle peggiori zone ha comunque acqua potabile e corrente. Quello che nella maggior parte dei posti manca è la volontà di agire
Si le risorse, dei più svariati tipi, ci sarebbero eccome. Il problema è la volontà ma anche la capacità di trovare qualcuno realmente disposto a investire per fare il proprio profitto+sviluppare le comunità locali.
Spesso questi fondi sono papabili solo da imprese multinazionali con interessi non proprio nitidi.
Comunque mi piacerebbe sapere l'impronta idrica di ognuno di voi.
Non per stare a sindacare, ma giusto per vedere cosa fa skizzare (
) il valore.