Mercoledì 31 dicembre 2008 - la giornata infinita!Oggi uscendo alle 8 e mezza, incredibilmente alle 9 siamo già scesi dalla metro a Friederichstrasse. L’obiettivo è il quartiere governativo, con i suoi vari edifici moderni, e poi il Reichstag. Anche oggi c’è il sole e si prevedono belle foto
Infatti già da subito, costeggiando il fiume Sprea verso il Reichstag, scattiamo delle belle vedute dell’edificio.
Poi attraversiamo un ponte e ci dirigiamo verso la Marie Elisabeth Lüders Haus, un edificio molto recente con grandi vetrate e linee pulite. Dall’altro lato del fiume (quello dove eravamo noi poco prima, ma più avanti) c’è un altro edificio simile, la Paul Löbe Haus, e i due sono collegati da uno snello ponte a più livelli, che noi attraversiamo per tornare in zona Reichstag. I due lati della Sprea qui erano il vero e proprio confine tra le due Berlino, come ricordano varie croci bianche sul parapetto del fiume. Ora questo ponte e questi edifici uniscono le due metà della città e sono un po’ un simbolo della riunificazione, oltre che essere molto fotogenici.
Siamo così sul mega-prato che si stende davanti al Reichstag. L’idea iniziale era quella di arrivare fino in fondo al “prato”, passando accanto al Bundes Kanzleramt (Cancellierato) e arrivando alla Haus der Kulturen der Welt anche detta “ostrica gravida”, due edifici altrettanto moderni ed interessanti, e poi saremmo tornati indietro per entrare al Reichstag. Però ci rendiamo conto che la coda per entrarci è già parecchio lunga, sono solo le 10 di mattina e se aspettiamo può solo peggiorare, quindi decidiamo di metterci in fila. Nonostante siamo al sole, ci congeliamo in maniera paurosa: dopo mezz’oretta quasi non sento più i piedi! Riusciamo ad entrare solo verso le 11.30, dopo un’ora e mezza di gelo!!!
All’interno, altra fila per il metal detector, ma stavolta almeno siamo al caldo, e poi è abbastanza rapida. L’interno del Parlamento Tedesco è stato completamente rimodernato, in contrasto con l’esterno, ma ai visitatori non è permesso entrarci: si viene indirizzati direttamente all’ascensore che porta alla cupola.
La famosa cupola di Norman Foster, che ha sostituito quella originale distrutta durante la guerra! E l’ingresso è pure gratis! La cupola è di vetro, ed ha al centro una specie di enorme colonna a imbuto ricoperta di specchi, alla base della quale una piccola mostra fotografica racconta la storia dell’edificio. Attorno alla base della colonna il pavimento di vetrate fa intravedere la sala del parlamento, ma non ci si può camminare sopra, si vede solo dall’alto. Una passerella a spirale sale all’interno lungo il vetro della cupola fino ad arrivare in cima, dove c’è un “pianerottolo”, e poi ridiscende. La cupola non è completamente chiusa, per cui anche là dentro si avverte un po’ di freddo, ma lo dimentico completamente da tanto sono presa a scattare foto: la spirale, i vetri e gli specchi si prestano ad un’infinita variazione di prospettive, giochi di riflessi, immagini a ripetizione e strane forme. Tra una foto e l’altra, tra un’occhiata al panorama (peccato non si possa uscire sulla terrazza, resa scivolosa dal ghiaccio e quindi vietata) e uno sguardo ammirato alla costruzione, passiamo là dentro più di un’ora e mezza!
Quando scendiamo è quasi l’una e mezza e abbiamo fame: pranziamo decentemente e velocemente con wurstel e patate. Verso le 2 riprendiamo il nostro giro. Propongo di andare subito alla Porta di Brandeburgo, che è là dietro, lasciando stare per il momento gli edifici in fondo al parco che avevamo “saltato” prima. Ho voglia di vedere subito i monumenti più famosi della città, ci sarà tempo (forse…) per gli altri.
Andando dal Reichstag verso la porta di Brandeburgo si cammina dove fino a 20 anni fa c’era il muro. Una striscia di mattoni nell’asfalto ne segna il tracciato esatto: passando involontariamente da un lato all’altro e poi di nuovo di qua, mi rendo conto della portata gigantesca della cosa. La porta è a pochi metri dal Reichstag, ma per cinquant’anni sono stati lontani come se fossero su pianeti diversi. Una cicatrice nel cuore della città e del suo popolo. Ho i brividi.
L’atmosfera di capodanno mi riporta alla realtà: davanti alla porta c’è un casino pazzesco di gente, già a quest’ora del pomeriggio. Ormai è un punto di passaggio e di aggregazione, non più un monolite su una spianata vuota. Operai stanno montando un palco, e palloni grandi e piccoli decorano il monumento. La musica pop tedesca a palla completa il quadro. Argh. Non credo che riusciremo a goderci per bene questo posto, oggi, toccherà tornare (anche per fare delle foto decenti!). Che si fa? Passiamo sotto la porta, arrivando sulla Parisier Platz, ma poi proseguiamo verso sud fino allo Holocaust Mahnmal. Altro posto da brividi.
Si tratta di un memoriale all’Olocausto, una specie di selva di blocchi di cemento di altezze diverse, che appoggiano su un terreno ondulato, disposti in modo da formare delle specie di stradine strette e claustrofobiche, dritte e lunghe. Mette abbastanza angoscia a entrare in questa specie di labirinto.
Noi ci passiamo una mezz’oretta per fare le foto, poi cerco l’ingresso al centro di documentazione annesso (sotterraneo) che vorrei visitare ma oggi è chiuso. La lista dei posti dove tornare si allunga!!!
A questo punto sono le 3 passate, e decidiamo di fare una mezza corsa: vorremmo arrivare alla famosa Colonna della Vittoria, quella con le ali, prima che la luce cali e non si possano più fare foto decenti. L’ideale sarebbe beccare i raggi del sole al tramonto… La strada è tutta dritta, dalla porta di Brandeburgo si attraversa tutto il parco Tiergarten e in mezz’oretta ci si arriva. Però tutta quella strada oggi è affiancata su entrambi i lati da bancarelle di vario genere e moltissima gente ci passeggia. Noi con il nostro passo da maratoneti superiamo tutti, salvo fermarci qualche minuto a osservare e fotografare il monumento ai soldati sovietici con tanto di carro armato. Poi di nuovo si marcia e arriviamo alla colonna appena in tempo! Ore 15.40, ultimi raggi del sole che colpiscono debolmente la statua alata della Vittoria. Già un minuto dopo sono andati. Che corsa! (A questo punto chi non è appassionato di fotografia, se già non l’aveva pensato prima, penserà che siamo due pazzi, ma… siamo fatti così!!!
)
Adesso che si fa? Decidiamo di fare un giretto nel Tiergarten per arrivare a vedere i due edifici moderni che stamattina per colpa della coda al Reichstag abbiamo tralasciato. Dalla colonna risaliamo verso nord, passando accanto al bel palazzo/castello Schloss Bellevue, poi verso est: eccoci arrivare alla Haus der Kulturen der Welt, che appunto per la sua strana forma “bivalve” è chiamata dai berlinesi “l’ostrica gravida”. Ormai è quasi buio, e per terra c’è uno strato di brina che sembra neve. L’edificio è più carino da lontano che da vicino! Continuando la nostra passeggiata costeggiamo il lunghissimo Cancellierato e ci ritroviamo davanti al Reichstag. Sullo sfondo del cielo blu scuro ci sono già i fasci laser colorati che piroettano, e qualcuno lancia anche dei fuochi d’artificio proprio dietro il Reichstag.
Ormai sono le 5 e dobbiamo scegliere se tornare in albergo per poi uscire a festeggiare, o se fare tutta una tirata. Meglio restare fuori, l’albergo è un po’ lontano… Decidiamo quindi di andare a vedere la mitica Potsdamer Platz e il suo Sony Center, dove speriamo di trovare anche un posto per riposarci al calduccio e mangiare qualcosa.
Potsdamer Platz è un altro di quei posti che negli ultimi 60 anni ha cambiato faccia radicalmente due volte. Prima della guerra era una piazza vivace, ma poi divenne una specie di terra di nessuno poiché ci passava il muro, e i pochi edifici rimasti in piedi dalla guerra furono abbattuti. Ora è invece stata risistemata (è ancora tutto in divenire) e vanta una serie di edifici modernissimi firmati da architetti famosi, tra cui il fantastico Sony Center. Al centro di questo complesso c’è una piazzetta circondata di grattacieli di vetro, coperta da una cupola fatta di “vele” stile tendone da circo che di notte si illumina di vari colori.
Dopo le obbilgatorie molte foto, per far passare il tempo e stare un po’ al caldo decidiamo di andare al cinema Imax 3D che si affaccia sulla piazzetta. Una volta usciti, verso le 19.30, il dilemma ci assale: che si fa? Iniziamo a girare per un’altra zona commerciale vicino a Potsdamer Platz, la Daimler City. Stavolta non grattacieli ma moderni edifici lunghi e bassi con i portici. La zona non offre niente di particolare, ma notiamo un Mac Donalds che dice “aperti tutta la notte”. Grande! Sarà la nostra àncora di salvezza per arrivare vivi in prossimità della mezzanotte. Ci accaparriamo un tavolo e ci restiamo delle ore, mangiando, chiacchierando, leggendo la guida, insomma cercando di far passare il tempo. Non mi è mai piaciuto aspettare la mezzanotte!!
Verso le 23 ci incamminiamo verso il centro, ma arrivati a metà strada dalla porta di Brandeburgo, la polizia blocca ogni accesso: c’è già troppa folla in quella zona. Rassegnati cerchiamo di tornare almeno verso la Colonna della Vittoria, insieme ad una fiumana di gente. Attraverso il Tiergarten riusciamo ad arrivare sulla strada che abbiamo fatto di corsa poche ore prima: circa a metà tra la Colonna della Vittoria e la porta di Brandeburgo, che si vede a mala pena sullo sfondo attraverso una enorme ruota panoramica da luna park. La folla è tanta, la mezzanotte vicina, noi ci fermiamo e aspettiamo: i fuochi d’artificio che salutano il nuovo anno danno il segnale per un ulteriore aumento del casino e dei festeggiamenti! Buon anno a tutti! E poco dopo si va a casa, vista la stanchezza e la distanza da percorrere. Meno male che i mezzi funzionano bene anche la notte di Capodanno qui!