Al-Andalus

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Al-Andalus

Messaggioda Moran » 29/04/2009, 16:54

"Per quelli che sono timorati ci sono, presso il Signore, giardini nei quali scorrono ruscelli ed essi vi resteranno in eterno."
(Corano, 3:15)

Il Paradiso per i Musulmani è un giardino fiorito, dove il rumore dell'acqua che scorre è una delle delizie che ricompensano il fedele seguace di Allah. Non è difficile immaginare quanto l'Andalusia dovesse somigliare a questo ideale, ai berberi e ai siriani che sette secoli dopo Cristo attraversarono lo stretto di Gibilterra e lasciarono per altri sette secoli il marchio della loro cultura su questa meravigliosa regione.
Il viaggiatore moderno si trova un mondo da scoprire sotto i suoi occhi, il frutto di una lunghissima tradizione dove i segni della dominazione araba si mescolano con la Spagna più tradizionalista e ultracattolica e con quella proiettata verso il futuro, ma che porta ancora il fardello della povertà del passato. Il tutto in una cornice di assoluta bellezza della natura, specie in questo fantastico mese di aprile non a caso scelto dai sivigliani per la loro festa più importante, la Feria de Abril (che continua adesso mentre sto scrivendo, di ritorno da quella stupenda città).
Man mano che recupero le forze butterò giù un diario di viaggio e qualche foto, che spero renda l'idea della bellezza dei luoghi, anche se ormai non viaggio più con la reflex per questioni di spazio e peso...
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Moran » 30/04/2009, 23:25

Giovedì 23 Aprile
Partiamo (non senza patemi d'animo dovuti alla solita bastardaggine degli addetti al carro bestiam... agli aerei Ryanair) in serata da Cagliari per Siviglia. Il volo è abbastanza privo di eventi a parte il fatto che è il battesimo dell'aria per la mia nipotina di due anni, che passa tutto il tempo a giocare tranquillissima. È il suo primo viaggio e dimostra di avere lo spirito di adattamento della vera viaggiatrice: darà pochissimo fastidio ai genitori (mia cugina e un mio vecchio amico) per tutta la vacanza e ci seguirà dappertutto sempre attenta e curiosa.
L'arrivo è come sempre abbastanza stancante, prima che si prenda il passo del viaggiatore: grazie al ritardo di un'ora nella consegna del minibus che ci scarrozzerà in giro, arriviamo in albergo che sono quasi le undici. Inutile mettersi a cercare ristoranti tipici a quest'ora: ci facciamo consigliare il più vicino e ringraziamo Dio se lo troviamo ancora aperto. Invece ci imbattiamo in una delle più piacevoli sorprese della vacanza: il Rogelio Leon è un tempio per buongustai, in zona non turistica (tranne i clienti del nostro albergo) e con avventori al 90% sivigliani, dove la fatica del viaggio scompare ben presto a colpi di ottimo jamon pata negra e Rioja, consigliato da un simpaticissimo cameriere che in alcuni momenti denota una inquietante somiglianza con Xavier Bardém. Ne approfitto per assaggiare la famosa "Rabo de toro" (coda di toro alla sivigliana): deliziosa. Tra tagliate al pepe e tranci di corvina, mangiamo tutti a sazietà finché arriva un assortimento di dolci andalusi davvero strepitoso. Non contento, il proprietario ci offre non un giro, ma due della specialità della casa: un intruglio di rum e miele delle Canarie, servito in bicchiere con panna montata e cannella. Il tutto per 30€ a testa, prezzo onestissimo per la qualità del cibo ingurgitato. Torniamo in albergo di ottimo umore e solo l'ora tarda ci trattiene dal metterci a cantare allegramente.

Venerdì 24 aprile
Dopo colazione, saliamo sul minibus per un primo giro esplorativo della città. Ci balza subito all'occhio la bellezza e l'eleganza dei grandi viali che costeggiano il centro storico e il Parco Maria Luisa. Fontane e alberi danno un'impressione di buon gusto e di attenzione al decoro urbano: un'impressione che ritroveremo anche in quartieri periferici meno "di rappresentanza", e che non riscontreremo, per esempio, a Granada.
Data la non dimestichezza con la città (e l'arretratezza delle mappe del TomTom) ci ritroviamo subito a imboccare il ponte e a passare sull'altra sponda del Guadalquivir. Meglio, ne approfittiamo per un primo sguardo al quartiere di Triana. Ci colpisce subito il gran numero di studenti e studentesse (in giro a quella che deve essere l'ora di ricreazione) che vestono con l'uniforme del collegio: un'istituzione che qui sembra molto diffusa. Torniamo indietro e dopo essere passati vicino alla Torre de Oro, parcheggiamo e ci avventuriamo nei vicoli del Barrio di Santa Cruz.
L'impronta turistica è evidente, ma il restauro delle vecchie case è stato fatto dappertutto con molto buon gusto e senza snaturare l'architettura del quartiere. La miriade di bar e ristorantini all'aperto crea un'atmosfera allegra, mentre ringraziamo i vicoli più angusti e gli alberi delle belle piazzette per l'ombra che ci ripara da un sole spietato (il termometro dice 29°!) Sbuchiamo accanto all'Alcazar nei pressi della Cattedrale, e subito notiamo un certo assembramento di folla. Scopriamo ben presto il perché.
Questa è stagione di corride, e un attivista di un'associazione animalista si è calato con la corda dal balcone del campanile della Giralda e sta appendendo uno striscione a favore dell'abolizione della corrida, in mezzo alle reazioni contrapposte degli spettatori. Tra grida di "Vai a trabajar" e applausi, il coraggioso scalatore riesce a spiegare lo striscione, gridando: "Abolicion, abolicion", prima di calarsi giù nelle braccia della polizia che prontamente lo carica su una macchina che parte sgommando a sirene spiegate.
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Un attivista di Igualdad Animal all'opera.
Decidiamo di fare una piccola pausa pranzo, possibilmente all'ombra, prima di visitare la Cattedrale. Intorno alla chiesa (ma le vedremo poi anche in altri punti di Siviglia) girano signore gitane che ti mettono senza spiegazioni un mazzo di rosmarino in mano, poi in cambio del "dono" ti chiedono soldi per leggerti la mano. E non accettano spiccioli perché "porta sfortuna". Un mio amico non è abbastanza lesto e si ritrova alleggerito di venti euro...
La Cattedrale è bella, ma per i miei gusti sopratutto per via dell'architettura che conserva il suo impianto gotico: archi a sesto acuto e pilastri slanciati. Non mi piacciono le cose troppo pesanti e ornate, e infatti mi lasciano freddo sia il coro sia l'ornatissimo retablo dell'altare maggiore. Invece è molto bella la volta e simpatica l'idea di disporre uno specchio a 45° sul pavimento in modo che si possa ammirarla (e fotografarla) più agevolmente.
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La volta della Cattedrale.
La salita al campanile della Giralda (che era un tempo il minareto della moschea che sorgeva su questo sito) è agevole per via della pianta larga della struttura, che permette di salire su una serie di rampe e non di gradini. Via via ci si può affacciare dai vari balconi e fotografare agevolmente, cosa spesso difficile in altre grandi analoghe strutture europee. Dalla balconata in cima si gode il bellissimo paesaggio delle case, in prevalenza dipinte di bianco, del centro storico... nonché parecchia gente che si gode un bagno rinfrescante nelle piscine sui tetti: ne conto almeno cinque o sei nelle vicinanze. La prossima volta prenoto in uno di quegli alberghi...
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La Giralda vista dal Patio degli Aranci
Dopo la foto di rito al campanile visto dal basso, dobbiamo fare una sosta all'ombra e bere qualcosa: sarebbe ora di siesta con questa temperatura estiva, non di stare in giro. Così ciondoliamo sotto i tendoni di un bar per un'oretta e mezza, poi, rinfrancati, entriamo nell'Alcazar, altra vestigia di epoca moresca salvata dalla distruzione che toccò a numerosi edifici pubblici di quel periodo in quanto divenne palazzo reale. E qui godiamo subito di due cose: la meravigliosa frescura interna, che ci fa apprezzare l'abilità dei costruttori (almeno 7-8 gradi di differenza tra interno ed esterno) e la bellezza delle decorazioni di piastrelle che adornano le sale centrali, un tempo palazzo degli Almohadi, poi ristrutturato mantenendo lo stile moresco da Pietro di Castiglia detto "il crudele". I giardini sono vastissimi e meriterebbero una mezza giornata da soli: non avendo tutto questo tempo, giriamo solo in quelli più vicini al palazzo e così mi imbatto per caso nei Baños di Doña María de Padilla, una serie di vasche in scantinati dalla volta a crociera, costruiti - si dice - per la moglie di Pietro il crudele, da lui sposata con la coercizione e che pare si sfigurò con dell'olio bollente pur di non cedergli; la leggenda dice che finì i suoi giorni in un monastero.
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I Baños
Dopo il rientro il albergo per la doccia, a sera seguiamo i consigli di un noto forum di viaggi ;) per un posticino un po' spartano e non in pieno centro, agevole da raggiungere in macchina; la Cigala de Oro non ci delude né in un senso né nell'altro: un bell'odore di fritto che si attaccherà ai nostri vestiti e che ci porteremo appresso nella busta della biancheria sporca si accompagna a una cucina più che discreta, dove sopratutto il pesce fritto e il pollo alla griglia si rivelano ottimi: buona anche l'insalata di gamberi e aragostelle con pomodoro, mentre non sono altrettanto validi (ma pur sempre discreti) il tonno, il salmone e il pescespada alla griglia. Tuttavia, con due birre a testa, ci arriva un conto inferiore a 15 €... siamo più che soddisfatti. Prima di andare a nanna, un giretto per la città e un paio di foto a Piazza di Spagna by night (purtroppo la chiudono per ovvi motivi, sarebbe bello passeggiarci sotto i lampioni in stile liberty). Verremo a visitarla domani.
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La luce quasi verde dà un tocco marziano a Piazza di Spagna.
Ma la giornata non è ancora finita per me e un mio amico, il quale sapendo che a Siviglia c'è uno dei più grandi casinò di tutta la Spagna, mi prega in ginocchio di accompagnarlo (la macchina a noleggio la possiamo guidare solo io e un altro amico che non ha voglia di sobbarcarsi la notte in bianco). Detto, fatto e partiamo per Castilleja de la Cuesta, zona di centri commerciali a qualche chilometro da Siviglia, dove sorge la casa da gioco. Se vi piace il genere, il posto è carino: molto grande, un po' disabitato tenendo conto che è venerdì sera. In quanto ospiti di un albergo, non paghiamo ingresso. Il mio amico resta deluso apprendendo che il Texas Hold'em si gioca solo di giovedì, lui voleva venire ieri... comunque ci sediamo e passiamo una serata abbastanza piacevole: io brucio in fretta il mio budget alla roulette e passo il tempo osservando gente che per ogni 10 € che scommettiamo noi ne mette sul piatto 1.000 con la massima indifferenza... Alla fine ce ne andiamo alle quattro e di ritorno a Siviglia vediamo file di giovani che attendono di entrare in discoteca o in qualche club: decisamente una città molto viva, peccato che noi non abbiamo più l'età per fare certi orari tutti i giorni.
(continua...)
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Moran » 05/05/2009, 0:15

Sabato 25 aprile

Data la sfacchinata di ieri notte, l'orario della sveglia viene posticipato. Colazione pantagruelica: l'hotel ha la solita colazione internazionale, dove c'è di tutto dal croissant alle uova e pancetta, ma anche specialità locali quali le torrijas (da non confondere con le tortillas), fette di pane inzuppate nel latte e fritte. A Siviglia si fanno condite con miele e aceto: troppo dolci per i miei gusti. La mattinata viene dedicata a Piazza di Spagna. Questo capolavoro dell'architettura costruito per l'esposizione internazionale del 1929 è impreziosito da una serie di azulejos che ne decorano i vari elementi. L'appassionato di cinema può anche emozionarsi al pensiero che qui sono state girate scene di film così diversi tra loro quali "Lawrence d'Arabia" e "La guerra dei Cloni"... e in entrambi i casi la scenografia era quanto mai appropriata. Ci sono purtroppo lavori di restauro in corso in una buona metà della piazza.
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Piazza di Spagna
Il programma della giornata prevede poi un giro per il centro storico, nella zona dello shopping tra le vie Sierpes e Tetuan. Purtroppo mi tocca sopportare anche giri per negozi che non mi interessano molto... mi consolo osservando particolari architettonici interessanti, come le insegne fatte di piastrelle tipo azulejos. Personalmente continuo a preferire quelli portoghesi, ma anche qui ci sono degli esemplari notevoli, dalla famosa pubblicità dell'automobile Studebaker risalente agli anni '20, fino ad esempi più piccoli ma curiosi, come questa insegna di farmacia con i simboli degli elementi alchemici.
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Farmacia
Oltre agli inevitabili negozi di souvenirs, ci sono diversi esercizi evidentemente con una certa tradizione, che viene spesso conservata con buon gusto.
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Orologiaio
Alle cinque e mezzo i miei amici si dirigono alla corrida; io sono più dalla parte degli animalisti, quindi non vado e rimango a fare da scorta alle ragazze che si scatenano in acquisti. Avrei preferito una bella incursione nel vicino quartiere della Macarena, praticamente deserto di sabato pomeriggio... ma tant'è. Riusciamo però a fare una passeggiata sul lungofiume, godendoci la brezza che spira sul Guadalquivir, e ammirando dall'esterno la Plaza de Toros (la terza più grande al mondo) da dove provengono a intervalli boati di "Olè!!!".
A cena becchiamo l'unica fregatura del viaggio: ingannati dall'insegna Routard su un ristorantino del centro, ci ritroviamo a spendere fin troppo per un servizio mediocre e un cibo buono ma non tale da giustificare i 37 € a testa. Ci servirà di lezione per la prossima volta.
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Voronezh » 05/05/2009, 11:57

Ottimo libro-guida Moran, sto prendendo appunti per una probabile visita quest'estate (prima di agosto).
E davvero espressive le foto, leggendo la scritta "Andalusia" al fondo pensavo le avessi prese da un sito ufficiale andaluso, prima di vedere la tua pagina flickr...
Che reflex usi di solito? Io ho una reflex a pellicola ma ultimamente uso la digitale (reflex single-lens) della mia ragazza, per questione di costi, anche se nella imperfezione della resa delle foto a pellicola i luoghi fotografati mi trasmettono qualcosa in più.

Mi ha colpito il fatto che anche in periferia la città sia curata e mantenga un aspetto "signorile" come in centro.
Spesso questo nelle città meno grandi purtroppo non avviene, e di valore hanno solo il centro.
Per viaggiare basta esistere.
Se immagino, vedo. È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo. Fernando Pessoa
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Moran » 05/05/2009, 12:48

La mia vecchia Nikon F50 a pellicola, ma purtroppo ultimamente la comodità della macchinetta digitale in termini di spazio e peso me la fa lasciare spesso a casa.
Queste foto sono state fatte con la digitalina Fuji, Z10 se non ricordo male, considerando la classe di prezzo ne sono più che soddisfatto. Certo tante cose mi mancano, i controlli manuali sono limitati, però prova e riprova alla fine due-tre scatti buoni vengono fuori.
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Re: Al-Andalus

Messaggioda cozzi11 » 05/05/2009, 15:07

Belle foto davvero :o ,le foto sull'Andalusia mi danno sempre la sensazione di essere rilassato :P e accaldato :geek:
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"Sì sì ok,son tutti bravi ragazzi eh,però dovrebbero fare un po' di meno..."

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Re: Al-Andalus

Messaggioda cametauval » 05/05/2009, 19:58

'azz anche io pensavo che fossero cartoline comperate durante il viaggio :shock: che dire: complimenti :!:
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Moran » 05/05/2009, 23:34

Sabato 25 aprile (postilla)
Avevo dimenticato di citare una cosa che ci ha colpito moltissimo: il grande numero di bambine vestite "da sposa" che incontriamo in ogni angolo pittoresco della città, dall'Alcazar a Piazza di Spagna, con fotografo al seguito... a quanto pare qui c'è l'usanza - in occasione non ho capito bene se della prima comunione o della cresima -, di fare un servizio fotografico completo come per un matrimonio. Vedere queste bambine tutte in bianco che si mettono in pose tipo quelle che siamo abituati dalle nostre parti a vedere per gli sposi fa uno strano effetto. Sarà anche il periodo particolare, è appena finita la settimana Santa ed è imminente la Feria de Abril... Accanto a queste scene di ultratradizione cattolica, ci sono anche coppie di gay che passeggiano tranquillamente abbracciati senza suscitare particolare attenzione, anche la conservatrice Andalusia, rispetto all'Italia, è anni luce avanti in fatto di libertà individuale e tolleranza.
A proposito di spose, vediamo un matrimonio all'uscita dalla Cattedrale a mezzogiorno, con gli invitati che sparano botti (!) e a sera, andando al ristorante, nella piazzetta tra l'Alcazar e l'Archivio delle Indie c'è una sposa che sta facendo delle foto, semplicemente meravigliosa: una mora bellissima, capelli acconciati stupendamente, in quello scenario sembra una dea, mentre lo sposo è bruttino e per di più in sovrappeso... hmmm, se qua le donne bellissime sposano uomini brutti forse c'è speranza anche per me, che sia il caso di trasferirsi? :mrgreen:

Domenica 26 aprile
Purtroppo la giornata non si annuncia bene, infatti le previsioni del tempo si rivelano esatte e al risveglio sta piovendo abbondantemente e la temperatura è "precipitata" (si fa per dire) a 18°. Un po' per questo, un po' per discordanza di pareri, questa sarà la giornata peggiore (o la meno migliore) della vacanza. La mia proposta originale era di partire presto (oggi è previsto il trasferimento a Granada), prendercela comoda e fare una sosta in qualche paesino lungo la strada, magari a Carmona o eventualmente a Santa Fe', vicino a Granada, dove i Mori firmarono la resa all'esercito spagnolo all'epoca della Reconquista. Prevale invece la mozione che ci porta a visitare il quartiere dell'Expo in mattinata prima di metterci in strada, e poi si vedrà.
L'Expo fa davvero una brutta sensazione e non riflette l'immagine che traspare dalle foto delle guide. Gli edifici architettonicamente arditi ci sono ancora e sono anche usati; è il quartiere nel complesso che ha l'aria di un posto abbandonato. Tutti i palazzi sono oggi adibiti ad uffici pubblici e privati: l'impressione che si ha è quella di una zona industriale, dove finito il lavoro (infatti oggi è domenica) scende il silenzio più assoluto. Viale Leonardo da Vinci, la zona pedonale dell'esposizione del 1991, è invasa dalle erbacce, le cupole che erano state studiate per proteggere i visitatori dal caldo e dal sole dell'estate sivigliana sono in gran parte danneggiate. Se non fosse che i palazzi sono puliti e con tutti i vetri intatti, sembrerebbe di essere in una città fantasma. Il terminal ferroviario abbandonato è l'immagine della desolazione. Ci sono, pare, piani di rilancio generale del quartiere grazie anche all'arrivo della metropolitana: solo il futuro lo dirà.
Nel frattempo ha smesso di piovere e quindi ci spostiamo verso Italica. Si tratta dei resti di un'antica città romana, fondata da Scipione l'Africano, a una decina di chilometri da Siviglia. (Ingresso gratis per i cittadini UE). Secondo la guida ci sono reperti di notevole livello. Anche qui ci aspetta una mezza delusione. Per la verità c'è un anfiteatro ovale ottimamente conservato, che vale la visita: ma della città resta solo lo schema delle vie con qualche traccia di pavimentazione e due o tre mosaici di una villa in buono stato. Per chi come noi vive in una città piena di reperti romani in quantità molto maggiore, la vista non è tale da mozzare il fiato. A favore del sito va detto che si trova su una bella collina e circondato da tanto verde, ma il terreno argilloso e la pioggia recente trasformano le nostre scarpe in un blocco di fango arancione che ci seguirà fino a sera. :x
Pranziamo in loco e dato che il tempo si mantiene incerto, decidiamo di non divagare e di sciropparci subito i 260 km. di autostrada fino a Granada. In macchina mi ritrovo a guidare da solo nel ronfare generale e mi godo il paesaggio andaluso sotto il sole che fa capolino tra nuvoloni bianchi e squarci di cielo azzurro. La strada è prevalentemente pianeggiante con grandi campi coltivati, in lontananza ogni tanto un paesino bianco su qualche collina. Se non fosse per il colore bianco delle case e per gli oliveti che si estendono anche in pianura, sembrerebbe di essere a casa nostra, in Sardegna. :mrgreen:
(continua... le foto alla prossima puntata)
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Moran » 06/05/2009, 23:24

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L'anfiteatro di Italica

(...continua)
In vista di Granada la strada si fa più ripida, saliamo in collina e anche il tempo cambia. Entriamo in città sotto una pioggia battente. Granada decide di accoglierci subito con il suo volto peggiore. Innanzitutto con un traffico caotico, con semafori progettati da un cerebroleso (il verde per i pedoni scatta subito dopo il verde per chi gira a sinistra, così è la regola partire al semaforo e ritrovarsi fermi in mezzo all'incrocio al rosso del passaggio pedonale), cui si aggiunge il caos dei lavori in corso per la metropolitana. Il Camino de Ronda, principale arteria di grande traffico che costeggia il centro, e dove si trova il nostro albergo, è completamente sventrato e giriamo a vuoto per venti minuti prima di decidere di infischiarcene dei divieti di accesso (scopriremo poi che è permesso accedere alla zona dei lavori in corso per chi deve "sbarcare" negli alberghi). Per di più ci colpisce la differenza evidente di livello di ricchezza con Siviglia: anche in questa strada che di certo non è periferia estrema, l'impressione complessiva è quella dello stile "palazzinaro italiano anni '70": casermoni brutti e affollati, non proprio squallidi ma che mettono tristezza. Anche l'albergo, pubblicizzato come un quattro stelle, ne merita al massimo tre: poco male, visto che paghiamo appena 50€ per una doppia, ma certo la moquette macchiata e il mobilio vecchio non mettono di buon umore.
Usciamo per la cena e il centro si presenta ovviamente più bellino, ma ce lo godiamo per poco perché ricomincia a piovere. Non possiamo stare a scegliere e quindi ci rifugiamo nel primo ristorante dall'aspetto decente che incontriamo. Mangiamo nel complesso bene, ottimo il piatto di filetto e fegato e buoni i dolci, in particolare la natilla, crema fredda con biscotto e cialda croccante. Prezzo onesto tranne che per l'acqua minerale: 5€ a bottiglia sono un vero furto, ma ce l'aspettavamo visto che la bottiglia sembra disegnata da Giugiaro... purtroppo è quello che capita quando non puoi girare in cerca del posto che più ti attira.
Usciamo stanchi e sfiduciati: abbiamo fatto bene a rinunciare a due giorni in più a Siviglia per venire in questo posto? Ce lo chiediamo seriamente. Per fortuna prima di andarci a coricare decidiamo (dopo una furiosa litigata con il navigatore satellitare) di fare un giro sulla collina dell'Alhambra... e anche se di notte, ci rendiamo conto che anche a Granada le zone belle ci sono eccome. Andiamo a dormire un po' più speranzosi e confidando nelle previsioni del tempo che dicono "sole" per l'indomani.
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Moran » 11/05/2009, 22:48

Lunedì 27 aprile
E sole fu... la giornata si presenta soleggiata, faccio colazione in un baretto vicino all'hotel e la gente sembra simpatica, all'estero mi colpisce ormai come stranissimo la gente che si accende la sigaretta al bancone appena finito il caffè. Ci dirigiamo verso il centro commettendo un errore tattico: pensando che l'Alhambra sia lontana decidiamo di andare in macchina per poi riprenderla nel pomeriggio e salire in collina... in realtà scopriremo che non è così lontana a piedi dal centro, per cui lasciamo il minivan nel parcheggio tutto il giorno e buttiamo via 16€... vabbè, poco male.
Con il sole la città ha tutto un altro aspetto e il centro storico si rivela bellino e pittoresco, anche se Siviglia continua a essere in vantaggio. La Cattedrale domina i vicoletti che si dipartono dalle due strade principali. La visitiamo e non mi piace: troppo rinascimentale, archietettura pesante con grandi colonne che soffocano gli spazi, e questo malgrado il colore candido degli interni. È più bella da fuori, decisamente. Nelle stradine scopriamo il carattere molto "moresco" della città: vuoi per tradizione, vuoi per turismo, lo stile arabo domina in gran parte dei negozi, ma ci sono tracce evidenti anche nell'architettura. Purtroppo la Mesquiza, l'antica università islamica, è in fase di restauro e non molto fotogenica oggi. Ma la maledizione del restauro ci colpirà ancora più avanti...
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La Loggia della seta, un tempo sede di un bazar.
Becchiamo un negozio di spezie chiamato significativamente "Medioevo" e che offre ogni tipo di spezia, erba, bevanda e tisana immaginabile... a proposito, devo ancora andare da mia cugina ad assaggiare il "Tè di Granada", una miscela dicono particolare. Vi saprò dire...
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Spezie su una bancarella a Granada.
Attraverso Plaza Nueva ci imbattiamo nel corso del Rio Darro ai piedi della collina. È la scoperta più bella e inattesa: nella stretta vallicella fra le colline dell'Alhambra alla nostra destra e del quartiere arabo dell'Albaicìn alla nostra sinistra scorre un fiumiciattolo il cui corso è punteggiato da tanto verde, scavalcato da ponti in pietra e costeggiato da stradine pure pavimentate in pietra... sembra di essere in qualche paesino dei nostri Appennini, non nel cuore di una città di 250.000 abitanti.
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Carrera del Darro.
Ci godiamo la splendida giornata passeggiando senza fretta fino al Paseo de Los Tristes, che malgrado il nome è una splendida terazza sul fiume con vista dell'Alhambra lassù in alto. Ma il primo tratto di via si chiama Paseo del Padre Manjòn... un nome, un presagio, e quindi ci fermiamo per il pranzo, vista anche l'ora. Provo la tortilla Sacromonte, specialità locale (ci mettono dentro qualcosa che dà un colore rosso e peperoni verdi), ma francamente per i miei gusti almeno è da dimenticare, meglio quella classica. Buone le tapas, specie quelle con polpette di carne al sugo. Dopo una sosta allietata da un ottimo chitarrista che crea un delicato sottofondo musicale, ci accingiamo a salire verso l'Alhambra.
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Re: Al-Andalus

Messaggioda nelloyanto » 11/05/2009, 23:02

Carl non interviene in questo post?
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Moran » 17/05/2009, 22:32

Lunedì 27 aprile (continua)

La salita verso l'Alhambra è impervia e sopratutto acciottolata. Giungiamo in cima un po' sbuffanti. All'ingresso non c'è traccia delle macchinette automatiche: poco male, allo sportello non c'è fila e quindi ritiriamo i biglietti prenotati via internet in tranquillità.
Subito colpisce la magia del posto. La posizione è invidiabile, i giardini sono bellissimi. L'acqua è un tema che percorre tutti gli spazi dell'Alhambra: dalle montagne innevate della Sierra Nevada già in epoca romana scendeva un acquedotto che riforniva abbondantemente la città; quando arrivarono gli arabi lo conservarono ed ampliarono.
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Giardini nell'Alhambra.
Questa era anticamente una vera e propria cittadella fortificata, al suo interno vi erano non solo palazzi e fortezze, ma case di abitazione, mercati, bagni pubblici e giardini. Tuttora vi sono delle case che furono abitate fino agli inizi del XX° secolo; in una di esse visse il compositore Manuel de Falla. C'è anche un albergo di lusso, per chi può non badare a spese.
La prima tappa importante è l'Alcazaba, la fortezza dove risiedeva la guarnigione. Le mura sono formidabili e impressionanti, tanto viste dal basso quanto dall'alto dei parapetti. La fortezza era imprendibile, e infatti non fu mai conquistata: i Mori dovettero arrendersi nel 1492 per la mancanza di rifornimenti dato che ormai gli spagnoli avevano occupato tutta la regione circostante. Dall'alto della Torre di Guardia, o Torre della Vela, si gode un panorama mozzafiato su tutta la città.
La visita ai Palacios Nazaires è fissata per le 16:30, nel frattempo visitiamo il palazzo che Carlo V si fece costruire proprio di fronte alla fortezza. La salvezza di questo luogo fu infatti la sua scelta come residenza reale, che lo preservò dalla distruzione selvaggia toccata ad altri monumenti dell'epoca moresca. Rispetto a quanto vedremo in seguito, il palazzo non è un granchè: ospita però il museo dell'Alhambra e un altro museo... entrambi chiusi di lunedì. Tenetene conto nel programmare la vostra visita.
I palazzi dei Re Nasridi sono una meraviglia che non tenterò nemmeno di descrivere. Si rimane semplicemente a bocca aperta, tanto più se si pensa al fatto che tutti i materiali utilizzati per la creazione di questo spettacolo sono estremamente basilari e poveri: gesso per gli elaborati stucchi delle pareti, mattoni e piastrelle colorate. Purtroppo il Patio dei Leoni è praticamente spoglio a causa dei lavori in corso, la fontana con i 12 leoni in pietra è in fase di restauro e l'unico leone già restaurato è visibile... nel museo, oggi chiuso. I canali in pietra dove scorre l'acqua, che allieta l'occhio e l'orecchio nelle altre sale, qui sono asciutti... peccato.
L'audioguida è buona e adotta l'escamotage di fingersi raccontata in prima persona da Washington Irving, lo scrittore americano che visse qui per alcuni mesi nel 1829 e scrisse alcuni racconti ambientati nell'epoca moresca, con qualche traccia di storia e molta leggenda. I palazzi erano allora completamente disabitati e abbandonati, e gli unici occupanti erano i gitani: Irving si sistemò in alcune stanze del palazzo che oggi portano il suo nome. Fu solo agli inizi del '900 che il complesso dei palazzi venne restaurato e preservato come bene pubblico.
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Vasca nei giardini dei Palacios.
Proseguendo il giro lungo le mura con le torri che danno verso nord (purtroppo non visitabili) si arriva ai giardini del Generalife. Qui era un tempo la "residenza di campagna" dei re Nasridi i quali vi si ritiravano quando avevano voglia di sfuggire dalla vita formale della corte. I giardini (magnifici) come li vediamo oggi sono moderni: un tempo questa zona era adibita a orti, come ce ne sono ancora dal lato verso i palazzi.
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I giardini del Generalife.
La "casa di campagna" è costruita secondo i dettami dell'architettura islamica: il cortile centrale è semplicemente meraviglioso e il rumore delle fontane che si gettano nella vasca centrale è quasi assordante, eppure rilassante al tempo stesso. Una bellissima balconata garantisce una vista stupenda sul quartiere dell'Albaicìn sulla collina di fronte, e sul Sacromonte ancora dietro. In cima ai giardini ci aspetta l'ultima meraviglia: la scalinata dell'acqua, una scala dove i corrimani sono canali dove l'acqua scorre giù a cascata verso il basso. Impossibile rendere con le sole foto i suoni e i profumi che ci deliziano naso e orecchie: mentre il sole si avvia al tramonto, lasciamo l'Alhambra consci che se anche il resto della città fosse una discarica a cielo aperto popolata di creature mutanti, varrebbe la pena fare il viaggio solo per gettare uno sguardo su questa oasi di pace e tranquillità.
Scendiamo lungo la Cuesta de Gomérez che ci riporta su Plaza Nueva: lungo questa via si trovano molte delle botteghe dei liutai più famosi: Granada, insieme a Madrid, è il principale centro di costruzione di chitarre flamenco. In molte botteghe si possono osservare gli artigiani all'opera mentre creano i loro magnifici strumenti. Tornati in albergo ci accorgiamo che la giornata soleggiata ha lasciato il segno e siamo tutti rossi in faccia come peperoni. :mrgreen:
Per la sera, essendo l'ultima cena spagnola, decidiamo di non badare a spese e andiamo nel migliore ristorante che ci hanno consigliato: notiamo su una parete foto di quelle che sembrano importanti personalità... e non ci sbagliamo: dal premio Nobel, il portoghese Josè Saramago, al motociclista Angel Nieto sono tanti i vip che hanno cenato qui; il posto d'onore spetta al principe Felipe. Ci prepariamo psicologicamente a un conto astronomico... invece con un servizio impeccabile da ristorante di lusso, un eccellente vino di Granada, tagliate di vitello di proporzioni mostruose e il mio ottimo filetto "Nasridi", cucinato all'araba con uvetta e mandorle, ci arriva un conto inferiore ai 35 € a testa. Se volete togliervi uno sfizio e mangiare molto bene o magari festeggiare la fine o l'inizio di una vacanza, vi consiglio caldamente il "Chikito" (in Plaza del Campillo, zona centralissima).
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Moran » 19/05/2009, 22:29

Martedì 28 aprile

E siamo arrivati all'ultima giornata... oggi il cielo è coperto e minaccia pioggia, ma fa caldo. Lasciamo l'albergo abbastanza presto e risaliamo in macchina la collina dell'Albaicìn: oggi abbiamo in programma di visitare l'antico quartiere arabo, che resta uno dei più caratteristici di Granada. Per la colazione ci fermiamo in un baretto dove proviamo i churros: sono quasi identiche alle frittelle lunghe che si fanno da noi, solo senza anice nell'impasto. Buonissime.
Il quartiere è un tripudio di vie acciottolate e di casette bianche. Tutte le insegne dei negozi sono fatte con le piastrelle azulejos, anche quelle dei supermercati, evidentemente c'è qualche regolamento che lo impone. Passiamo sotto la porta della pesa, dove un tempo si pagava il dazio entrando in città, e ci dirigiamo verso il Mirador di San Nicolas. Qui, sotto la chiesa, c'è un belvedere mozzafiato: la vista spazia sui tetti sottostanti e sulla collina dell'Alhambra di fronte. Passeggiamo a lungo tranquillamente per le vie del quartiere, dapprima fino alla chiesa di San Michele e poi giù per vicoli e ripide scalinate, godendoci l'atmosfera da paesino di montagna che a tratti è incantevole. Non mancano però le contraddizioni.
Molte case sono in pessime condizioni accanto ad altre evidentemente restaurate da poco. Ci imbattiamo in un manifesto di un comitato di quartiere che denuncia la politica del comune, che fa dichiarare pericolanti le case in modo che i proprietari possano sfrattare gli inquilini, ristrutturarle e venderle ovviamente ad alto prezzo a ricchi cittadini o forestieri che vogliono vivere in questo angolo così pittoresco. Così però si cacciano gli abitanti originari, tra i quali ci sono probabilmente molti nordafricani, e si snatura il quartiere; lo slogan "il nostro quartiere non è un parco tematico per turisti" la dice lunga sullo scontro in atto.
Le vie nella parte bassa della collina sono ricche di ristoranti, bar e negozi, di prevalente carattere maghrebino. Mia cugina, che ha vissuto dieci anni in Egitto, contratta a tutto spiano in un misto arabo/italo/spagnolo e occhieggia nostalgica dei bei lampadari in ferro battuto in un negozio di oggetti tipici marocchini... prendiamo anche noi qualche souvenir e poi torniamo sul lungofiume già percorso ieri per visitare il Bañuelo (che ieri era chiuso). Questo è l'unico bagno pubblico islamico rimasto dopo che la città fu ripresa dai cristiani: all'epoca dei mori se ne contavano diverse decine. È piuttosto piccolo ma armonioso, ci sono ancora dei begli archi moreschi all'interno. In epoca cristiana fu usato per qualche tempo ma andò rapidamente in disuso... io rifletto su tanti stereotipi razzisti di oggi che vorrebbero gli arabi un popolo sporco e puzzolente, e mi viene da paragonare il musulmano per il quale l'igiene era un precetto sacro con il cristiano che non si lavava e puzzava come una capra, per non parlare delle innumerevoli malattie causate dalle condizioni igieniche dell'Europa del Cinquecento e del Seicento...
Pranziamo in un ristorante arabo che propone un misto di cucine dalla marocchina alla libanese, buone le polpette di carne speziata, il pollo all'andalusa con molto curry, non eccezionale il té alla menta marocchino (non posso purtroppo fare confronti con l'originale, ma era molto meglio quello del ristorante a Londra). Dopodiché sono le tre del pomeriggio ed è ora di partire. Io e un amico dobbiamo risalire a piedi la collina per prendere la macchina e scendere a raccogliere gli altri... e veniamo premiati dal canto di un muezzin che chiama alla preghiera nel silenzio del dopo pranzo nei vicoli. Suggestivo e davvero il modo migliore per comunicare l'atmosfera del quartiere.
Il viaggio in autostrada fino a Siviglia è privo di eventi; arriviamo con un'oretta di anticipo sulla tabella di marcia, così decidiamo di non andare direttamente in aeroporto ma di fare un ultimo giro in macchina per la città. Passiamo sul lungofiume immerso nella luce di un bellissimo pomeriggio soleggiato (che a Siviglia faccia più caldo e ci sia più sole che a Granada non è solo un'impressione) e notiamo che per la Feria de Abril, ufficialmente aperta ieri, molte ragazze e donne girano per la città in abiti tipici: sembrano tutte ballerine di flamenco. Ci sono poi in giro, oltre alle carrozzelle che abbiamo già visto, anche diversi tiri a quattro guidati da cocchieri in abito nero e cappello alla Zorro. Un peccato non avere qualche giorno in più a disposizione, ma abbiamo già sfruttato lo sfruttabile in fatto di ferie. Alle sette siamo in aeroporto in attesa del volo che ci riporterà a casa.
Un viaggio tra i più belli che ho fatto negli ultimi anni, l'Andalusia non ha deluso le mie attese, e c'è ancora tanto che non è stato neanche sfiorato. Cadice, Almeria, un salto a Gibilterra, un giro per i paesini appollaiati sulle colline, un paio di giorni in più per esplorare Siviglia... tutte cose che farò la prossima volta. Perché questo è uno di quei posti nei quali tornerò.
(le foto dell'ultima giornata le metterò prossimamente)
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Leia74 » 20/05/2009, 9:19

Bel report!! Anche a me piacerebbe tanto tornarci, ho visto male Siviglia (ero li' per lavoro) e poi sono stata un giorno e mezzo a Granada e mezzo a Malaga. Decisamente l'Andalusia merita un paio di settimane di esplorazione, magari includendo anche 2-3 giorni al di la' di Gibilterra per vedere un po' di Marocco... :D
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Re: Al-Andalus

Messaggioda Moran » 26/05/2009, 22:14

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Re: Al-Andalus

Messaggioda Moran » 26/05/2009, 22:16

Leia74 ha scritto:Bel report!! Anche a me piacerebbe tanto tornarci, ho visto male Siviglia (ero li' per lavoro) e poi sono stata un giorno e mezzo a Granada e mezzo a Malaga. Decisamente l'Andalusia merita un paio di settimane di esplorazione, magari includendo anche 2-3 giorni al di la' di Gibilterra per vedere un po' di Marocco...
Grazie! Sì, anche secondo me per vederla bene ci vorrebbero due settimane rilassate, oppure dieci giorni "intensi". Ma è un posto che invita al relax... :D
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