Giovedì 23 Aprile
Partiamo (non senza patemi d'animo dovuti alla solita bastardaggine degli addetti al carro bestiam... agli aerei Ryanair) in serata da Cagliari per Siviglia. Il volo è abbastanza privo di eventi a parte il fatto che è il battesimo dell'aria per la mia nipotina di due anni, che passa tutto il tempo a giocare tranquillissima. È il suo primo viaggio e dimostra di avere lo spirito di adattamento della vera viaggiatrice: darà pochissimo fastidio ai genitori (mia cugina e un mio vecchio amico) per tutta la vacanza e ci seguirà dappertutto sempre attenta e curiosa.
L'arrivo è come sempre abbastanza stancante, prima che si prenda il passo del viaggiatore: grazie al ritardo di un'ora nella consegna del minibus che ci scarrozzerà in giro, arriviamo in albergo che sono quasi le undici. Inutile mettersi a cercare ristoranti tipici a quest'ora: ci facciamo consigliare il più vicino e ringraziamo Dio se lo troviamo ancora aperto. Invece ci imbattiamo in una delle più piacevoli sorprese della vacanza: il Rogelio Leon è un tempio per buongustai, in zona non turistica (tranne i clienti del nostro albergo) e con avventori al 90% sivigliani, dove la fatica del viaggio scompare ben presto a colpi di ottimo jamon pata negra e Rioja, consigliato da un simpaticissimo cameriere che in alcuni momenti denota una inquietante somiglianza con Xavier Bardém. Ne approfitto per assaggiare la famosa "Rabo de toro" (coda di toro alla sivigliana): deliziosa. Tra tagliate al pepe e tranci di corvina, mangiamo tutti a sazietà finché arriva un assortimento di dolci andalusi davvero strepitoso. Non contento, il proprietario ci offre non un giro, ma due della specialità della casa: un intruglio di rum e miele delle Canarie, servito in bicchiere con panna montata e cannella. Il tutto per 30€ a testa, prezzo onestissimo per la qualità del cibo ingurgitato. Torniamo in albergo di ottimo umore e solo l'ora tarda ci trattiene dal metterci a cantare allegramente.
Venerdì 24 aprile
Dopo colazione, saliamo sul minibus per un primo giro esplorativo della città. Ci balza subito all'occhio la bellezza e l'eleganza dei grandi viali che costeggiano il centro storico e il Parco Maria Luisa. Fontane e alberi danno un'impressione di buon gusto e di attenzione al decoro urbano: un'impressione che ritroveremo anche in quartieri periferici meno "di rappresentanza", e che non riscontreremo, per esempio, a Granada.
Data la non dimestichezza con la città (e l'arretratezza delle mappe del TomTom) ci ritroviamo subito a imboccare il ponte e a passare sull'altra sponda del Guadalquivir. Meglio, ne approfittiamo per un primo sguardo al quartiere di Triana. Ci colpisce subito il gran numero di studenti e studentesse (in giro a quella che deve essere l'ora di ricreazione) che vestono con l'uniforme del collegio: un'istituzione che qui sembra molto diffusa. Torniamo indietro e dopo essere passati vicino alla Torre de Oro, parcheggiamo e ci avventuriamo nei vicoli del Barrio di Santa Cruz.
L'impronta turistica è evidente, ma il restauro delle vecchie case è stato fatto dappertutto con molto buon gusto e senza snaturare l'architettura del quartiere. La miriade di bar e ristorantini all'aperto crea un'atmosfera allegra, mentre ringraziamo i vicoli più angusti e gli alberi delle belle piazzette per l'ombra che ci ripara da un sole spietato (il termometro dice 29°!) Sbuchiamo accanto all'Alcazar nei pressi della Cattedrale, e subito notiamo un certo assembramento di folla. Scopriamo ben presto il perché.
Questa è stagione di corride, e un attivista di un'associazione animalista si è calato con la corda dal balcone del campanile della Giralda e sta appendendo uno striscione a favore dell'abolizione della corrida, in mezzo alle reazioni contrapposte degli spettatori. Tra grida di "Vai a trabajar" e applausi, il coraggioso scalatore riesce a spiegare lo striscione, gridando: "Abolicion, abolicion", prima di calarsi giù nelle braccia della polizia che prontamente lo carica su una macchina che parte sgommando a sirene spiegate.
Un attivista di Igualdad Animal all'opera.Decidiamo di fare una piccola pausa pranzo, possibilmente all'ombra, prima di visitare la Cattedrale. Intorno alla chiesa (ma le vedremo poi anche in altri punti di Siviglia) girano signore gitane che ti mettono senza spiegazioni un mazzo di rosmarino in mano, poi in cambio del "dono" ti chiedono soldi per leggerti la mano. E non accettano spiccioli perché "porta sfortuna". Un mio amico non è abbastanza lesto e si ritrova alleggerito di venti euro...
La Cattedrale è bella, ma per i miei gusti sopratutto per via dell'architettura che conserva il suo impianto gotico: archi a sesto acuto e pilastri slanciati. Non mi piacciono le cose troppo pesanti e ornate, e infatti mi lasciano freddo sia il coro sia l'ornatissimo
retablo dell'altare maggiore. Invece è molto bella la volta e simpatica l'idea di disporre uno specchio a 45° sul pavimento in modo che si possa ammirarla (e fotografarla) più agevolmente.
La volta della Cattedrale.La salita al campanile della Giralda (che era un tempo il minareto della moschea che sorgeva su questo sito) è agevole per via della pianta larga della struttura, che permette di salire su una serie di rampe e non di gradini. Via via ci si può affacciare dai vari balconi e fotografare agevolmente, cosa spesso difficile in altre grandi analoghe strutture europee. Dalla balconata in cima si gode il bellissimo paesaggio delle case, in prevalenza dipinte di bianco, del centro storico... nonché parecchia gente che si gode un bagno rinfrescante nelle piscine sui tetti: ne conto almeno cinque o sei nelle vicinanze. La prossima volta prenoto in uno di quegli alberghi...
La Giralda vista dal Patio degli AranciDopo la foto di rito al campanile visto dal basso, dobbiamo fare una sosta all'ombra e bere qualcosa: sarebbe ora di
siesta con questa temperatura estiva, non di stare in giro. Così ciondoliamo sotto i tendoni di un bar per un'oretta e mezza, poi, rinfrancati, entriamo nell'Alcazar, altra vestigia di epoca moresca salvata dalla distruzione che toccò a numerosi edifici pubblici di quel periodo in quanto divenne palazzo reale. E qui godiamo subito di due cose: la meravigliosa frescura interna, che ci fa apprezzare l'abilità dei costruttori (almeno 7-8 gradi di differenza tra interno ed esterno) e la bellezza delle decorazioni di piastrelle che adornano le sale centrali, un tempo palazzo degli Almohadi, poi ristrutturato mantenendo lo stile moresco da Pietro di Castiglia detto "il crudele". I giardini sono vastissimi e meriterebbero una mezza giornata da soli: non avendo tutto questo tempo, giriamo solo in quelli più vicini al palazzo e così mi imbatto per caso nei Baños di Doña María de Padilla, una serie di vasche in scantinati dalla volta a crociera, costruiti - si dice - per la moglie di Pietro il crudele, da lui sposata con la coercizione e che pare si sfigurò con dell'olio bollente pur di non cedergli; la leggenda dice che finì i suoi giorni in un monastero.
I BañosDopo il rientro il albergo per la doccia, a sera seguiamo i consigli di un
noto forum di viaggi per un posticino un po' spartano e non in pieno centro, agevole da raggiungere in macchina; la Cigala de Oro non ci delude né in un senso né nell'altro: un bell'odore di fritto che si attaccherà ai nostri vestiti e che ci porteremo appresso nella busta della biancheria sporca si accompagna a una cucina più che discreta, dove sopratutto il pesce fritto e il pollo alla griglia si rivelano ottimi: buona anche l'insalata di gamberi e aragostelle con pomodoro, mentre non sono altrettanto validi (ma pur sempre discreti) il tonno, il salmone e il pescespada alla griglia. Tuttavia, con due birre a testa, ci arriva un conto inferiore a 15 €... siamo più che soddisfatti. Prima di andare a nanna, un giretto per la città e un paio di foto a Piazza di Spagna by night (purtroppo la chiudono per ovvi motivi, sarebbe bello passeggiarci sotto i lampioni in stile liberty). Verremo a visitarla domani.
La luce quasi verde dà un tocco marziano a Piazza di Spagna.Ma la giornata non è ancora finita per me e un mio amico, il quale sapendo che a Siviglia c'è uno dei più grandi casinò di tutta la Spagna, mi prega in ginocchio di accompagnarlo (la macchina a noleggio la possiamo guidare solo io e un altro amico che non ha voglia di sobbarcarsi la notte in bianco). Detto, fatto e partiamo per Castilleja de la Cuesta, zona di centri commerciali a qualche chilometro da Siviglia, dove sorge la casa da gioco. Se vi piace il genere, il posto è carino: molto grande, un po' disabitato tenendo conto che è venerdì sera. In quanto ospiti di un albergo, non paghiamo ingresso. Il mio amico resta deluso apprendendo che il Texas Hold'em si gioca solo di giovedì, lui voleva venire ieri... comunque ci sediamo e passiamo una serata abbastanza piacevole: io brucio in fretta il mio budget alla roulette e passo il tempo osservando gente che per ogni 10 € che scommettiamo noi ne mette sul piatto 1.000 con la massima indifferenza... Alla fine ce ne andiamo alle quattro e di ritorno a Siviglia vediamo file di giovani che attendono di entrare in discoteca o in qualche club: decisamente una città molto viva, peccato che noi non abbiamo più l'età per fare certi orari tutti i giorni.
(continua...)