Un approfondamento romanzato :
Albania , Ali Pashe , Grecia, Joannina , teste mozzate e la ChameriaPartito da
Berat con balcanica lentezza, il viaggiatore avrà perso il conto dei sobbalzi dell' autobus e delle buche, delle manovre azzardate dell' autista su strade strette e a strapiombo su precipizi e fiumi ( la parola guard rail risulta tuttora sconosciuta ), dell'arrancare sbuffante del mezzo per le strade montagnose del centro dell' Albania.
Un cartello indica la cittadina di
Tepelene, che al viaggiatore smarrito lassù, non vorrà dire un bel nulla.
Riposto il sacchetto di plastica, compreso nella corsa, donato gentilmente dal bigliettaio per tamponare eventuali problemi di stomaco e tirato un sospiro di sollievo per non averlo dovuto usare, Tepelene sembrerà un' ennesima perdita di tempo a raccattare gente come del resto avviene ovunque lungo la strada, la stazione degli autobus è solo una delle centinaia di fermate virtuali di questo viaggio infinito.
Il viaggiatore è già con la mente a Girocastro, ma strada da percorrere ce n'è ancora molta.
Osserva dal finestrito sozzo di polvere questa piccola città albanese uguale a tante altre, l' attenzione è attirata da una statua di un personaggio barbuto, recita la targa
Ali Pashe Tepelene 1740 - 1822.
Chi sarà mai costui ?
In alto si staglia una fortezza non in buonissimo stato, Tepelene scivola via, altri villaggi, i soliti paesaggi montani, case in perenne costruzione ovunque, mezze abbandonate, con bamboline di pezza portafortuna e bandiere albanesi, greggi e pastori, talora piccoli accampamenti di tende e la cerimonia dal vivo dello sgozzamento delle pecore e successivo spellamento, subito dopo verranno appese fresche fresche a ganci in macellerie improvvisate lungo la strada consistenti solamente da un buggigattolo miscroscopico stile chiosco.
Rituali normali e naturali di ogni giorno e di ogni luogo contadino che appaiono brutali solo per i " cittadini " che non li hanno mai visti, qui avvengono alla luce del sole, il sangue cola sulla terra o sul marciapiede, la pelle con la lana viene ammassata accanto.
Il viaggiatore poi sempre con balcanica lentezza ha visitato Girocastro, è sceso verso lo Ionio verso Saranda e Butrinto.
A
Butrinto scendendo verso la penisola archeologica un castello diroccato appare in lontananza una targa sbiadita reca la scritta castello di Ali Pashe, ancora lui.
I pannelli del museo di Butrinto inizieranno a far luce sulla figura di
Ali Pashe nato a Tepelene e quindi albanese, opportunista e scaltro, con alleanze e intrallazzi vari divenne dapprima governatore dell' impero ottomano della zona del sud dell' Albania e dell' attuale Grecia : Epiro e Tessaglia, poi rese il suo regno indipendente fino a reclamarne unilateralmente il risconoscimento dagli ottomani nel 1819.
Pashe insediatosi a
Joannina in Epiro era solito andare a pescare e a rilassarsi nelle tranquille acque di fronte al castello a Butrinto, in questa oasi naturale dalla quale si vede la sagoma di Corfù che è davvero ad un tiro di schippo.
Il suo harem era maestoso e consisteva in circa 400 donne.
Ali Pashe detto appunto il leone di Joannina era temuto e riverito dai sudditi per la sua durezza e severità che esercitava a protezione del suo regno e dei commerci, dai nemici e dalle orde di briganti che infestavano le montagnose zone albanesi, una volta catturati venivano opportunamente bruciati vivi, impiccati , impalati , decapitati o semplicemente fatti a pezzi.
Il suo regno durato trent' anni era piuttosto vasto per l'epoca e spesso vi erano lotte di potere con gli altri pascia che controllavano le zone dell'Albania del nord o il resto della Grecia.
Gli ottomani non stettero però certo a guardare e il sultano Mahmud II a capo del suo esercito assediò per ben due anni la città di Joannina fino alla sua caduta, Ali Pashe venne ucciso e decapitato e la sua testa insieme a quella dei suoi figli, come era nella tradizione turca fu portata ed esposta a Costantinopoli.
A questo punto il viaggiatore curioso e con tempo a disposizione potrebbe percorrere gli 80 km che da Girocastro portano a Joannina e dopo aver sconfinato in Grecia potrebbe avere delle sorprese dalla visita.
Joannina costruita sulle rive di un lago e circondata dalle montagne è la città principale dell' Epiro e di sicuro città molto interessante, la sua storia è essenzialmente legata ad Ali Pashe e alla cultura ottomana, dalla cittadella con fortezza, all' appena restaurato palazzo di Ali Pashe con i suoi cannoni, al notevole il centro storico con le diverse moschee, un bagno turco e tantissime tracce del passato ottomano.
Se il viaggiatore non sarà ancora sazio un traghetto lo porterà dal lago a Niss, l' isola sul lago dove troverà un monastero quello di Pandelimonos dove un museo ricorda il luogo esatto della morte di Ali Pashe, a parte il feticismo per il personaggio questa traghettata molto breve di una decina di minuti lo porterà a quanto si dice in un autentico angolo di paradiso.
Magari il viaggiatore camminando sulla strada del castello di Ioannina chiederà un' informazione ad un vecchio locale, che parlerà italiano e lui offrirà una sigaretta al viaggiatore mentre gli indica la via, magari il viaggiatore scoprirà parlando con lui che Grecia e Albania dalla fine della seconda guerra mondiale sono formalmente ancora in guerra.
Poi forse il viaggiatore si chiederà come mai ? Allora gli verrà suggerito il nome
Chameria e le sue indagini su questo nome misterioso e mai sentito lo porterebbero a scoprire che il nord est dell' attuale Grecia una volta faceva parte della Grande Albania, un territorio vasto come il Montenegro.Ma questo lo sapeva già eppoi?.
Nel 1913 la Grecia riottenne il territorio che fu riempito di Greci che arrivavano dalla Turchia in uno scambio di cittadini : ortodossi greci barattatti con musulmani turchi ( 1923 ) che coinvolse 2 milioni di persone ( sradicando intere comunità antichissime ) e che fece si che la cristianità scomparisse quasi totalmente dalla Turchia e i cham iniziarono ad essere discriminati e non riconosciuti come minoranza, alcuni musulmani vennero spediti in Turchia.
Durante la guerra e soprattutto dopo con la disfatta italiana e tedesca gli abitanti albanesi di fede musulmana della Chameria si parla di 18000 persone, difficile una stima precisa, vennero cacciate dai Greci con la forza e in molti casi uccisi con l' accusa di collaborazionismo con i Nazifascisti.
Uno dei tanti atti di pulizia etnica dimenticati nelle spire del tempo, 70 villaggi furono completamente svuotati, agli albanesi musulmani furono confiscate terre ed abitazioni, ecco perchè la legge marziale persiste e la guerra non è mai finita, per non ridare nulla a chi da quarant' anni non ha perso la speranza di riavere quello che gli spettava ma che continua a richiedere al governo d' Atene, nella civile comunità Europea, ovviamente senza avere risposte.
Si stima che nella zona la comunità cham sia ancora di 10000 persone disperse tra l' Epiro e Igoumenitza.
La comunità parla ancora albanese ma è destinata a scomparire non esistono scuole di albanese ne tutela della minoranza Cham, una delle più vecchie popolazioni dei Balcani.
La soluzione che sembrava sbloccarsi tra Tirana e Atene sembra essere congelata dal ricatto di Atene risarciremo i Cam ma nel caso si potrebbe anche sollevare il problema degli 800000
albanesi immigrati in Grecia che con permessi di soggiorno o senza potrebbero essere rispediti a casa.
Il viaggiatore ora soddisfatto delle sue scoperte avrà una moltitudine di scelte per continuare il viaggio con balcanica lentezza e perdersi nei meandri della Grecia antica e moderna : Igoumenitza, Meteora o.......