Dal diario di Jena Plissken : 2 Gennaio 2009
La capocarrozza sveglia i passeggeri bussando vigorosamente alle porte degli scompartimenti, stiamo per raggiungere Kiev , è tempo per un chai ( the ) e per restare incollati al finestrino per gustarsi le prime visioni della città riscaldata da un tiepido sole invernale.
La periferia di Kiev, innevata, emerge piano piano tra i fumi delle sue fabbriche, qualche figura spettrale cammina vicino ai binari, il sole riscalda l' atmosfera ovattata, blocchi socialisti, nuovi immensi palazzi in costruzione, si passa sul lungo ponte che attraversa il fiume Dniepro ghiacciato, qualcuno fa buchi nel ghiaccio e ci pesca dentro in un' atmosfera " polare ", ancora poche decine di minuti e si giungerà alla stazione centrale di Kiev.
Dalle osservazioni del Kgb registrate dalle 9.00 alle 14.00
Jena Plissken sceso dal treno gira nervosamente per la stazione di Kiev, biglietterie, sale d' attesa, esce fuori a fumarsi una sigaretta, si guarda intorno come se cercasse qualcuno, prende un caffè, preleva dei soldi all ATM, parla con i suoi amici segnalati dai rapporti dell' Ovir come Marxim, il Geometra e Brunello, poi gira ancora per la stazione per circa un ' ora.
Alle 11 prende un taxi insieme ai suoi tre amici, fino ad un agenzia di affitto appartamenti poi a piedi si dirige in un appartamento in Horkovo 10.
I quattro armeggiano con il codice del portone poi dopo vari tentativi e l' aiuto di una passante riescono a entrare.
Dal diario di Jena Plissken
Kiev il primo impatto.
Dopo essere giunti all' appartamento prenotato su internet e lasciati a riposo i malati della campagna di Minsk, Marxim e Brunello, inizio con il fido Geometra la visita della città.
Il freddo è accettabile, seguiamo la nostra cartina per un itinerario improvvisato alla scoperta della città, iniziamo con il parco Shevchenko innevato, con la statua del poeta, ecco l' università con il suo colore rosso sangue a ricordo di zariste repressioni studentesche.
Giocatori di scacchi si sfidano incuranti del freddo.
Si devia fino al boulevard Tarasa Shevchenka ecco la nostra prima chiesa ortodossa di Kiev la chiesa di fine ottocento in stile bizantino di St. Volodymyr’s.
Si ritorna sulla Voladymyrska con il teatro dell' opera, bei palazzi, la porta d' oro.
L' antica porta di ingresso della città attualmente in ristrutturazione.
Entriamo nel perimetro a pagamento del monastero di Santa Sofia, con le sue cupole dorate rese brillanti dal sole, i suoi affreschi e le sue icone, riappaiono per la prima volta in questo viaggio i primi turisti esclusivamente " sovietici ".
La piazza circostante presenta bei palazzi e una statua di Khmelnytsksy , comandante cosacco ed eroe nazionale che combattè per l' indipendenza del paese dalla nobiltà polacca.
La visita prosegue con il monastero di San Michele, con il suo colore azzurro cielo, costruito nel 1188, fu distrutto dal regime sovietico nel 1930 e ricostruito nel 2000.
Accanto si nota una lapide in ricordo della Grande Carestia che fu voluta da Stalin per piegare i contadini ucraini, la carestia uccise per fame almeno tre milioni di persone ma potrebbero essere molte di più quasi il doppio, in Ucraina si cucinavano cani e gatti qualcuno venne arrestano perchè vendeva carne umana, furono segnalati anche casi di cannibalismo.
L' Ucraina era il granaio dell'Unione Sovietica e i contadini dovevano dare allo stato quote esagerate dei raccolti che a quanto si dice venivano lasciate ammassare da Stalin nei magazzini russi.
Spesso gran parte del cibo non solo legato all' agricoltura veniva confiscato.
Un chiaro esempio di genocidio mai riconosciuto ufficiamente.
Dopo varie ore di camminata il freddo si fa sentire si torna a casa per un po' di riposo.
Dalle osservazioni del Kgb registrate dalle 22.00 alle 2.00
Jena Plissken e i suoi amici lasciano l' appartamento e a piedi si dirigono verso Khreschatyk per proseguire per un pub ristorante accanto a Piazza dell'Indipendenza.
Jena mangia un Borsch e patate lesse e beve un paio di birre ucraine.
Uno dei tre Marxim febbricitante torna a casa in taxi, Jena e i due amici si dirigono verso l'Arena center e passano lì alcune ore nel discobar al secondo piano senza parlare con nessuno.
Dal diario di Jena Plissken 3/4 gennaio 2009
Il secondo giorno di visita nevica, si prevede una visita al grosso complesso del monastero di Lavra, raggiunto grazie alla metro Arsenalna, osserviamo la città dall' alto , il Dniepro, i ragazzi si divertono a scendere con le slitte giù dal parco totalmente innevato.
Il complesso del monastero con varie chiese barocche, musei, torri e catacombe, rende Kiev la Roma dell' ortodossia ed è visitato da tantissimi turisti ogni anno.
Ricordiamo che Kiev è una delle città più antiche sia della Russia che dell 'Ucraina.
La cosa più interessante e particolare sono le catacombe ( Pechera ) dei monaci costruite intorno all 'anno mille, si visitano a lume di candela, nelle varie cripte ci sono i corpi mummificati dei monaci dentro teche di vetro, che vengono baciate dai fedeli.
L' atmosfera che ne risulta è davvero suggestiva ed irreale, unica pecca l' affollamento che rende la visita un po' scomoda e confusa.
Si prosegue con il monumento ai caduti in Afghanistan e con il museo della guerra patriottica ( sicuramente uno dei più interessanti visti a riguardo ), con le numerose statue sovietiche , i soliti carrarmati e l' immensa statua di Madre Ucraina in nickel cromato alta 90 metri.
La sera si gira in centro, osserviamo il panorama sul porto del Dniepro, accanto c'è l' arco dell' amicizia, scintillante in notturna e illuminato dai colori dell' arcobaleno ( costruito nel 1982, in Titanio, raggiunge i 50 m di diametro).
Ai piedi dell' arco la statua sovietica dell' amicizia russo ucraina e un' altra raffigurante cosacchi.
Tira un vento gelido la stanchezza si fa sentire.
Il terzo giorno si fa ancora i turisti, vediamo la chiesa di Sant' Andrea costruita nel 1753 dal famoso architetto italiano Rastrelli, molto apprezzato anche per le realizzazioni di San Pietroburgo poi si scende per Andreevsky Spusk verso il pittoresco quartiere di Podil con il suo mercatino in cui si può trovare un po' di tutto, le sue gallerie d' arte e i suoi ristoranti.Sembra quasi di essere in un altra città in una specie di Old town europea.
Infine cerchiamo il museo di Chernoby, è domenica e risulta chiuso, peccato, fuori di esso ci accontentiamo di vedere alcuni mezzi di soccorso dell' epoca dello scoppio della centrale.
Facciamo ancora due passi in centro e esploriamo i sotterranei del centro commerciale Globus che arriva fino alla bellissima Piazza dell' Indipendenza, Maidan Nezalezhnosti. .
La piazza rinnovata agli inizi del 2000 divenne famosa e spesso inquadrata nel 2004 ai tempi della Rivoluzione arancione per le manifestazioni di migliaia di persone che chiedevano un cambiamento politico.
Da notare le splendide fontane chiuse ovviamente in inverno, le statue dei fondatori della città, la colonna simbolo dell' Indipendenza del 1991 e la statua dell' arcangelo Michele, patrono di Kiev.
Non può mancare una visita ai Magazzini Gum.
Dalle osservazioni del Kgb registrate dalle 17.00 alle 19.00
Jena Plissken attende di fronte ai magazzini Gum da solo, poco dopo incontra un ragazza vestita con un cappotto rosso identificata come Tanya S....ova, fanno due chiacchiere, una passeggiata e bevono un caffè vicino a piazza Indipendenza.
Controlli sulla vita di Tanya non rivelano particolari di rilievo.
Dalle osservazioni del Kgb registrate lunedi 5 gennaio dalle 12.00 alle 14.00
Jena Plissken, Il Geometra e Brunello salgono su un Suv che in circa 40 minuti li accompagna all' aereoporto Borisov dal quale lascieranno la città, diretti a Riga.
Dal diario di Jena Plissken tornato a casa in Italia
Kiev sembra una città russa a tutti gli effetti, dal cirillico al traffico, alle chiese che ricordano quelle moscovite, eppure oggi ha un atmosfera sicuramente occidentale.
I pomposi monumenti di guerra sovietici e l' architettura staliniana, convivono con le onnipresenti bandiere nazionali gialle e azzurre e gli antichi simboli dell' Ucraina han sostituito falci e martello.
Kiev divenuta capitale dell' Ucraina nel 1934, rinasce dopo la guerra dopo la distruzione nazista e quella dell' armata rossa nei tentativi di riprendere la città.
Singolare come parti della città quali il Teatro dell' opera rimasero intatti in quanto i tedeschi una volta occupata la città tolsero le mine salvando numerosi edifici storici dalla distruzione.
Dopo la guerra la città si sviluppa intorno all' allora anonima zona di Khreschatyk.
L' architettura staliniana ovviamente si impone con le sue megalomanie mischiando lo stile barocco a quello classico e rinascimentale.
Tra il 1944 e il 1950, fu incaricato della ricostruzione uno degli architetti preferiti di Stalin il moscovita Aleksandr Vlasov, ma solo nell' era Kruscev le licenze allo stile " imperiale " possono essere permesse.
Quello che resta impresso nella lunghissima Khreschatyk è ciò che è di chiara matrice staliniana ( ovvi i riferimenti alle 7 sorelle moscovite ) : l' enorme casa nel mezzo della via all' incrocio con la Teresa Shevncenka, il palazzo centrale delle poste o l' hotel Ukraina in piazza dell' indipendenza.
Una città davvero bella in definitiva, da rivedere in estate per godersi i parchi, le numerose attrattive in una atmosfera più rilassata, a mio avviso merita per vedere l' essenziale almeno 4 giorni di visita .
Link : un bellissimo sito per informarsi e programmare una visita a Kiev
http://www.kievcityguide.net/index.html