Tornati a Jablanac, risalimmo a nord sempre sulla litoranea, ci fermammo a pranzare a Senj e visitammo la Tvrdjava Nehaj, fortezza costruita dagli Uscocchi nel XVI secolo.
Riprendemmo la strada ed arrivammo a Plitviča Jezera (patrimonio dell'Unesco), ci sono due villaggi uno è più a sud e l'altro a 2 Km. a nord, ai laghi si accede circa a metà strada, vicino agli alberghi, noi trovammo alloggio da privati nel villaggio a nord e scendemmo all'ingresso a piedi. Trovandoci nel pomeriggio, facemmo il biglietto valevole anche per la mattina del giorno successivo, costa poco di più di quello di un solo giorno.
Del Parco quel pomeriggio ne visitammo una parte, poi a sera andammo a cena in un bel ristorante che era vicino al parcheggio di ingresso, non ricordo il nome, mangiammo molto bene. Il mattino successivo facemmo visita alla parte rimanente.
All'interno del parco, in tutto (pomeriggio e mattino dopo) ci rimanemmo circa 5/6 ore.
Lasciammo i laghi che era quasi mezzogiorno e tornammo verso Senj, nelle vicinanze di Otočac, già nel pomeriggio del giorno prima, avevamo visto l'impronta della guerra (tra Croazia e Serbia terminata nel 1995), molte case portavano i segni di mitragliatrice ed armi pesanti, alcuni campi erano incolti e recintati ed erano circondati da cartelli con indicazioni inequivocabili.
A dieci anni dalla fine della guerra, quegli strumenti di morte erano ancora là a testimoniare il massimo dell'idiozia degli umani.
Ci fermammo a Otočac a mangiare e parlandone con il cameriere, questi si stringeva nelle spalle, allargava le braccia e scuoteva la testa.
La vallata che si percorre scendendo verso Senj è molto bella, si incontrano contadini che vendono i loro prodotti.
Eravamo già in vista dell'Adriatico, quando si accese una strana spia sul cruscotto, non l'avevo mai notata, ci fermammo e cercammo sul libretto della manutenzione auto: Avaria al servosterzo, rivolgersi ad una officina autorizzata.
Rijeka la città più vicina, ma era Venerdì pomeriggio, puntammo in quella direzione guidando con attenzione, ogni tanto ci si doveva fermare per 10/15 min., ripartendo per un po' stava spenta, poi si riaccendeva. Ci arrivammo che l'officina era già chiusa, andammo a Lovran a dormire.
L'indomani mattina decidemmo di rientrare in Italia, procedemmo come nel pomeriggio precedente, ci fermammo a Basovizza a visitare le Foibe.
Ripartimmo e quella spia si riaccese, per un po' si riusciva a guidare poi lo sterzo cominciava a venire duro (specialmente nelle manovre) e dovevamo fermarci. L'addetto di una officina lungo l'autostrada che consultammo, ci disse che gliela dovevamo lasciare. Continuammo.
Arrivammo a casa a notte inoltrata ma veramente contenti di tutta quella avventura.