Note sparse alla fine di un percorso parte primaLeggo le copie arretrate dei quotidiani come faccio spesso al ritorno da un viaggio.
Alcuni articoli riguardano le polemiche per la costruzione di una moschea a Genova.
Una comunità islamica che conta 8000 fedeli, ma che non ha un proprio luogo di culto.
I genovesi specialmente gli abitanti del quartiere dove dovrebbe sorgere sono imbufaliti, niente moschea, lega e destra estrema gettano benzina sul fuoco, nessun minareto, le motivazioni sono le solite diventerebbe un luogo di aggregazione e reclutamento di potenziali terroristi, il comune non fa niente per il nostro quartiere e poi costruisce una moschea.
Una immensa tristezza ti assale, la " Superba " si impegna in raccolte di firme superando la propria naturale riluttanza partecipativa e di aggregazione in questa crociata civile, nell' era dei viaggi low cost, della globalizzazione, di un europa allargata, di internet, delle informazioni che viaggiano alla velocità della luce e del potenziale scambio culturale e umano possibile grazie a queste rivoluzioni siamo ancora all' anno zero del dialogo, del melting pot , dell' apertura verso tutto ciò che è diverso e differente.
Genova nel 1500 era una potenza, le navi e la flotta dell' ammiraglio Andrea Doria solcavano il mediterraneo, le colonie genovesi arrivavano fino alla Crimea,navi e merci transitavano per il porto genovese a ritmo incessante, Genova era davvero un crocevia di genti, c'erano turchi e Arabi e avevano fin dal 500 la loro moschea nella zona della Darsena e varie altre in città.
Ora dell' antico splendore è rimasto ben poco le navi sono sempre meno e i traffici sono stati dirottati su porti più efficienti e organizzati, la gente è diventata più chiusa ed impaurita, invecchiata anagraficamente ma soprattutto mentalmente, a chi ti chiede a Istanbul se davvero a Milano si vogliono fare bus solo per milanesi non sai cosa rispondere non sai se ridere o piangere.
Sarebbe il tempo davvero di fare i conti con noi stessi come popolo e indubbiamente anche la Turchia deve farli, non è stato facile creare una nazione laica moderna sulle ceneri dell' impero Ottomano, Mustafa Kemal " Atartuk " ci ha provato, ma la strada da percorrere è ancora tanta a cominciare dall' esorcizzare gli spettri delle grandi pulizie etniche del 20 secolo armeni, curdi , greci , Instanbul almeno in era ottomana era piena di armeni , cristiani , ebrei ora fatica ad avere una molteplicità al di fuori di un' unica connotazione religiosa.
Fanno anche tenerezza o rabbia, fate voi, quelli che rivendicano le radici cristiane dell' Europa, come se Gesù Cristo fosse nato non in oriente, come se l' evangelizzazione europea medievale non provenisse da Oriente o dalla Turchia stessa, come se non esistessero cristiani in Turchia , Siria , Egitto o Palestina.
Note sparse alla fine di un percorso parte secondaOgnuno ha i propri percorsi personali per me arrivare ad Istanbul ha significato mentalmente e geograficamente la fine di un viaggio partito quasi per caso quattro anni fa e che ha significato davvero tante cose.
L' oriente è già a Sarajevo o Skopje anche se spesso ce ne dimentichiamo seguire tutte le tracce dell' impero romano d' oriente e dei domini ottomani nei Balcani ha come ovvia conclusione giungere qui ad istanbul dove la terra finisce ed inizia l' Asia.
Una marea di luoghi e personaggi mi si affrottano nella mente Jaice, Travnik , Ivo Andric, Mesa Selimovic, Sarajevo, Mostar, Visegrad, Belgrado, Nis, Kosovo Polje, Prizren, il principe Lazar , Decani, Skopje , Ochrid , Kruje, Berat , Skanderbeg, Butrinto, Ali Pasa Tepelene, Joannina, Sofia , Veliko Tarnovo , Plovdiv ( Filippopoli ) , Edirne ( Adrianopoli ).
In tutti questi luoghi ho lasciato un pezzo di me stesso e per una volta tanto vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno accompagnato in questi molteplici viaggi.
L' autobus lascia l' aereoporto e costeggia i giardini sul mare di Marmara , una moltitudine di grosse petroliere sono ancorate in rada, il ponte di Galata, le immense moschee sui colli , il Topkapi , il Bosforo e il ponte verso l' Asia, tutto sembra convergere qui e fagocitarti in questo immenso formicaio di 20 milioni di persone , al di là dell' orizzonte nuovi percorsi sembrano nascere verso il Mar nero e l' Anatolia.
Per il momento è meglio fermarsi, riflettere e gustare Istanbul con calma, ascoltando le sirene di uno dei tanti battelli, il canto dei muezzin, guardando le centinaia di minareti o il volteggiare dei gabbiani, sorseggiando un the in questa città strana in cui sembra che tutto possa accadere.
In cui si aggirano ancora gli spettri di greci , romani , barbari, goti , imperatori, sultani , genovesi, veneziani, concubine circasse, harem , giannizzeri, eunuchi, plebi, mercanti e schiavi