Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

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Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda Moran » 28/05/2009, 23:19

E così si riparte... questa volta per un blitz a tempo di record in una meta fuori dalla solita portata dei weekend "veloci". Ma era un'occasione più unica che rara, e quando sei a corto di ferie bisogna approfittare di tutto quello che si può. E Turchia fu.

Venerdì 22 maggio
Questa giornata in effetti non è nemmeno di viaggio, vale la pena raccontarla solo per le peripezie subite... Dopo una giornata di lavoro (che fa seguito a libagioni fuori programma la notte prima) mi fiondo di corsa in aeroporto dove alle 19:30 mi aspetta (spero) il volo per Roma, dove ho una coincidenza "stretta" per la città sul Bosforo... il volo (rimetto piede su un aereo Alitalia a quasi dieci anni di distanza dall'ultima volta) è solo in leggero ritardo, che viene comunque recuperato, ma arrivati a Roma restiamo venti minuti chiusi sull'aereo in attesa che arrivi un bus a prenderci. No comment, se questo scalo può aspirare ad essere un grande hub internazionale... Buona parte del margine è stata mangiata, ma andando a passo svelto riesco ad arrivare in tempo in fondo al terminal C, giusto mentre iniziano a chiamare l'imbarco per Istanbul.
Anche questo volo è in orario e abbastanza privo di eventi, ma atterriamo all'una di notte, io penso: "saremo l'unico aereo che arriva a quest'ora"... macchè! Al controllo passaporti c'è una fila allucinante e subito mi imbatto nei primi segni di allarme per l'influenza suina: personale con la mascherina (e anche svariati passeggeri cinesi) e guanti, e un modulo (da compilare già sull'aereo e consegnare all'arrivo) con informazioni sanitarie e sui luoghi di provenienza... chissà perché, ma non mi sembra il caso di scrivere per scherzo "Messico" nell'elenco dei paesi visitati negli ultimi dieci giorni...
Dopo quasi cinquanta minuti di fila, finalmente è il mio turno e il poliziotto turco inaugura il mio passaporto nuovo di zecca con il primo timbro.
Sono ormai le due, tutto quello che desidero è arrivare in hotel al più presto... prendo un taxi e subito entro in un altro universo. Vado ad allacciarmi la cintura e scopro che gli attacchi sono stati accuratamente nascosti sotto il sedile, probabilmente per eliminare anche la tentazione... l'autista mi chiede se ho da fumare, malgrado il vistoso cartello con "divieto di fumo" appiccicato al finestrino... mentre guida con la massima disinvoltura a novanta all'ora sullo svincolo dell'aeroporto risponde al telefonino chiacchierando allegramente, prima di fiondarsi a velocità warp nei viali cittadini ignorando tranquillamente due o tre semafori rossi... dapprima sono inquieto, poi penso "ma che cacchio, se qui tutti fanno così allora chissenefrega" e mi viene una sensazione esilarante, quasi da mettermi a ridere ad alta voce... è catartico lasciarsi andare allo spirito del posto e non pensare a tutte quelle paranoie che affliggono la nostra vita quotidiana.
Col senno del poi è una fortuna, perché giunto in albergo il simpatico receptionist mi dice che la mia stanza non è più disponibile... se voglio posso dormire sul divano dell'atrio. Io non ho neanche la forza di incazzarmi, continuo a ripetere "but you are f***ing kidding" finché lui non mi dice "Pensi che stia scherzando? È vero, sto scherzando, la tua stanza c'è, anzi hai una tripla tutta per te". In circostanze normali l'avrei squartato lentamente, ma stando le cose come stanno mi limito a sorridere e a salire in stanza dove mi getto sul letto senza neanche farmi la doccia. Sono quasi le tre, ci penserò domani.

Una foto in anteprima dal giorno dopo:
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Faro sul lungomare di Kennedy Caddesi.
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda geom.Calboni » 29/05/2009, 8:33

i tuoi report sono sempre interessanti.
in questi giorni,poi,sembra che la Turchia tiri molto :)
Jena, Nelloyanto e qualcun'altro sono in missione lì in queste ore :D

resto in attesa del prosieguo...
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda scareface » 29/05/2009, 10:16

non era i partenza pure fede?
- Anton -

qui tu non riderai, tu non piangerai qui si riga dritto e basta!

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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda cametauval » 29/05/2009, 10:40

l'inizio è ...promettente :lol: :lol: :lol:
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Messaggioda Moran » 29/05/2009, 23:38

Sabato 23 maggio

Avevo messo la sveglia per le otto e mezzo, ma alle sette e qualcosa sono già sveglio... è un albergo che va bene per i nottambuli, un gruppo nella stanza a fianco tra cui ragazze che ridevano ad alta voce è rientrato alle cinque... insomma, alle otto e mezzo sono già sulla terrazza a fare colazione. Il menu è scarso, praticamente solo pane e marmellata, un po' di insalata, del formaggio, e dei salumi dai colori improbabili, ma il panorama compensa tutto. Il mio primo sguardo alla città alla luce del sole è magnifico: ho davanti il Corno d'Oro e tutta la collina di Pera, su cui spicca la Torre di Galata. Niente male per cominciare. La giornata è splendida ma non troppo calda, si sta sui 27° e una piacevole brezza che soffia dal mare.
Alle nove sono per strada, piazza Sultanhamet dista solo 300 metri (ci sono passato anche ieri notte in taxi). Lungo la salita però noto l'ingresso del parco Gulhane e sopratutto una cosa che non avevo mai visto in vita mia: cicogne! Hanno fatto i nidi proprio sulla cima degli alberi più alti e le si vede benissimo volare avanti e indietro. Purtroppo non ho una macchina con teleobiettivo.
Decido di camminare un po' nel verde e di fare un giretto passando dall'altra parte... solo che calcolo male i passaggi, in effetti sto girando intorno al palazzo di Topkapi e quindi in pratica prima di rientrare nelle strade faccio tutto il giro della penisola sul lungomare di Kennedy Caddesi, passando accanto alle vecchie mura esterne dei giardini del palazzo. La passeggiata è comunque interessante, tra il mar di Marmara a sinistra, con il viavai incessante di petroliere tra la costa asiatica e quella europea, e i chiostri e le statue spesso diroccate a destra. Così invece di 300 metri faccio 3 chilometri e mezzo prima di arrivare a Santa Sofia.
Passo per Sogukçesme Sok. dove si trovano alcune delle antiche case in legno che un tempo erano la maggioranza in questa città situata in zona così fortemente sismica. Molte sono state restaurate ed adibite a uso turistico; alcune sono invece ancora fortemente diroccate e proprio queste sono dei soggetti fotografici imperdibili.
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Casa di legno diroccata
L'orario è già turistico e per Santa Sofia c'è già fila. Pensando che sia molto lunga (in realtà non è così, come scoprirò dopo) decido di scegliere come prima tappa la Cisterna Basilica, o Yerebatan Sarayi.
È un posto spettacolare: il grande colonnato sotterraneo si estende quasi a perdita d'occhio nelle luci suggestive dei riflettori, mentre il fresco umido ti avvolge e goccioloni scendono dalle volte a botte. Passerelle di legno permettono di esplorare tutta la sala fino in fondo. Qui fu girata anche una scena di Dalla Russia con amore, dove Bond/Sean Connery passa in barca a remi tra le colonne. Suggestive le teste di medusa che servono da base a due colonne in fondo e la colonna delle lacrime, decorata a motivi che sembrano appunto gocce d'acqua, o occhi di pavone secondo altri. Il colpo d'occhio delle varie prospettive della foresta di colonne è bellissimo.
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La Cisterna Basilica
(continua...)
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda nonnomario » 30/05/2009, 7:39

cametauval ha scritto:l'inizio è ...promettente :lol: :lol: :lol:

anche la continuazione è avvincente.....
solo se vive una vez, caramba
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda Moran » 31/05/2009, 14:37

E siccome oggi piove e non si può andare al mare, continuiamo con il racconto...

Sabato 23 maggio (continua)

Come seconda tappa scelgo di vedere la Moschea Blu. Con i suoi sei minareti, il suo profilo è uno dei segni più distintivi di Istanbul. La guida mi informa che la decisione di Ahmet I, il sultano che la fece costruire, di dotarla di sei minareti fece grande scandalo nel mondo musulmano, in quanto all'epoca solo la moschea della Mecca ne aveva sei. Per poter costruire la sua, il sultano dovette offrirsi di finanziare la costruzione di un settimo minareto alla Mecca.
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Uno dei sei minareti della Moschea Blu
La costruzione è impressionante e l'armonia del cortile interno, con i porticati e la fontana (ora non più utilizzata) è piacevole per l'occhio. L'ingresso per i visitatori non musulmani è sul retro: ci si toglie le scarpe e si cammina su folti tappeti. L'interno è mozzafiato: una sala vastissima con la spettacolare cupola centrale (per i musulmani la cupola è la raffigurazione dell'universo) sorretta da quattro colonne gigantesche non a caso chiamate "zampe d'elefante". La decorazione a piastrelle di colore prevalentemente azzurro fa capire il perché del nome della moschea. Un importante evento storico ebbe luogo qui: nel 1826 il sultano proclamò dal pulpito di marmo lo scioglimento del corpo dei giannizzeri, dando il via al massacro di 7.000 soldati nella ricorrenza ironicamente chiamata "giorno di buon auspicio". I giannizzeri, corpo scelto dell'esercito ottomano, erano diventati come i pretoriani dell'antica Roma un centro di potere a sé stante e avevano causato la caduta di più di un imperatore. Fuori della moschea sta la fila di fontane alle quali i fedeli si lavano faccia, mani e piedi prima di entrare a pregare.
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Lampadario all'interno della Moschea Blu
Il viale alberato che passa accanto alla moschea e lungo tutto il lato di piazza Sultanhamet fino ad Hagja Sophia è tutto ciò che resta dell'Ippodromo che un tempo era il centro della vita della città. Solo due obelischi, portati dall'Egitto, sono rimasti in piedi, insieme con la colonna, all'angolo di Divanyolu, che un tempo segnava il "punto zero" delle distanze stradali da ogni angolo dell'Impero fino a Costantinopoli. Dopo il Circo Massimo, era la più grande arena del mondo. Da qui furono depredati, tra gli altri tesori, i famosi cavalli che ornano la basilica di San Marco a Venezia.
Il museo dei tappeti è chiuso, quindi passo direttamente alla portata principale, per il turista che visita Istanbul. La fila per entrare a Hagja Sophia non è poi così lunga; tra l'altro è divisa in due, una per i cittadini turchi e una per gli stranieri. La fila dei turchi è la più lunga, e mi rendo conto che Istanbul ha un fortissimo traffico turistico interno, ritroverò molti turisti turchi anche in altri posti che vedrò in seguito.
"Santa Sofia è molto bella", dicono tutti, anche quelli che non ci hanno mai messo piede. Beh, è vero. Secoli di storia e di diverse civiltà si sovrappongono in un unico luogo. Mi viene da considerare come gli ottomani si siano dimostrati più lungimiranti dei cristiani: in Andalusia, dove sono stato da poco, dopo la reconquista cattolica tutte le moschee e i monumenti islamici furono selvaggiamente abbattuti con spirito vendicativo, salvo poche eccezioni; quando i musulmani presero Costantinopoli non distrussero le chiese, ma le trasformarono in moschee o altri edifici, limitandosi a togliere le croci, dare una mano di intonaco sui mosaici bizantini (per rispettare il divieto della raffigurazione di idoli) e poche altre modifiche. Il risultato è che oggi possiamo ammirare questa meraviglia dell'arte di secoli di ingegno umano e la sua rara bellezza.
I mosaici restaurati sono stupendi, così come l'immensa cupola e le gallerie superiori. Tra le curiosità, la colonna che trasuda, ha un buco all'interno del quale effettivamente si sente l'umidità: se si infila il pollice nel buco e si fa girare la mano fino a compiere una rotazione completa del polso, si dice che verrà esaudito un desiderio (per le donne, favorisce anche la gravidanza). La soglia di marmo, consunta dagli anni, presenta due incavi nettissimi ai lati, nel punto dove stazionavano in piedi per tutto il giorno le guardie quando l'edificio era usato come moschea. Purtroppo mi sono dimenticato il cavalletto in albergo, quindi le foto non vengono un granché, tranne quelle ai mosaici.
Si è fatta ora di pranzo e mi fido della guida per un posticino nei vicoletti intorno a Divanyolu (viale pieno di posti molto turistici) specializzato in kebab. Una cosa ottima della Turchia è che conoscono e apprezzano l'importanza del pane per un pasto come si deve: non tocca chiedere continuamente e passare da "italiani mangiapane". Con un'ottima zuppa del giorno a base di pollo e uno shish kebab pure di pollo, due cestini di pane (uno del tipo a focaccia e uno di quello piatto simile alla piadina) e una birra mi portano un conto di 15 lire... ne lascio 5 di mancia e vado via a stomaco pieno avendo speso meno di 10 €.
(continua)
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda nelloyanto » 01/06/2009, 0:22

Io sono appena tornato... con pazienza scriverò anche io quello che ho vissuto in 6 mitici giorni in un posto davvero UNICO nel suo genere.
Stay tuned! 8-)
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda albert » 01/06/2009, 2:34

ma eravate tutti là? anche fedea :D
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda fedea » 01/06/2009, 12:22

yup c'ero anche io, con la mia fida compagna di viaggio (giovanna) e un'altra ragazza italiana che lavora al Cairo, e siamo pure riuscite ad alloggiare da tre host diversi :lol:
pero' la cosa e' stata divertente perche' tra i tre host, i loro amici, altri cs in giro per la citta' uscivamo sempre in grupponi numerosi e assai vocianti.
purtroppo oggi tra il cumulo di lavoro da fare (dovuto anche al fatto che sono mancata anche lunedi' 25 avendo deciso veramente last minute - due giorni prima - di andare a Krakow per il meeting cs del 22-23-24 maggio), le bestemmie che sto lanciando a chi mi ha rubato la bici NEL CORTILE DI CASA MIA, e il tempo veramente di merda che c'e' qui non avro' modo di lanciarmi in racconti di sorta, ne' di scaricar le foto, se ne riparlera' tra qualche giorno, comunque Moran sta gia' andando benissimo, poi mi pare che abbiam visto piu' o meno le stesse cose...

Mi dispiace solo per Nello accidenti, che ieri l'abbiam notato di sfuggita in aeroporto ma non siam poi riuscite a contattarlo se no gli si dava un passaggio ero in macchina...
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda Moran » 01/06/2009, 20:21

Sabato 23 maggio (continua)

Nel pomeriggio voglio fare il giro della zona pedonale, piazza Taksim e Ishtikal Caddesi... vado con il tram (nuovissimo, efficiente) fino al capolinea di Kabatas, mi guardo da fuori il palazzo Dolmabahçe e la moschea, poi prendo la funicolare sotterranea (modernissima e veloce) per la piazza, sulla quale si affacciano alcuni discutibili palazzi "moderni". Da qui mi getto nel vortice di gente dedita allo shopping del sabato pomeriggio su Ishtikal Caddesi. Molti negozi, ottime occasioni sopratutto se ci si vuole rifare un guardaroba estivo a poco prezzo. Questo è il quartiere di Beyoglu, che a cavallo fra '800 e '900 era il più elegante secondo l'influsso della moda europea. Dopo gli anni di decadenza, i fasti passati non sono completamente tornati: alcuni edifici sono stati restaurati con buon gusto e rivelano l'eleganza della loro costruzione, altri aspettano di essere risistemati e mostrano, oltre le vetrine del piano terra, intonaci scrostati e fatiscenti; altri ancora sono purtroppo stati sostituiti da palazzoni moderni e francamente brutti. La via è però vivace e affollata di turisti e di locali. Noto il forte spiegamento di poliziotti di fronte a un edificio; mi avvicino e vedo che è l'ambasciata greca, il che spiega tutto... Il tram "storico" che passa per la via è preso d'assalto da ragazzini che si appendono alle maniglie e saltano sul predellino per scroccare una corsa: tutto il mondo è paese!
Il caldo, per quanto non torrido, inizia a farsi sentire e con la fatica dei chilometri percorsi a piedi e delle poche ore di sonno comincio a essere un po' stordito. Mi limito quindi a camminare tenendomi per quanto possibile all'ombra finché arrivo al termine della via. Da qui scendo per la collina di Galata passando per la via che è il paradiso dei musicisti: Galip Dede Caddesi (almeno credo sia questo il nome) presenta un negozio di strumenti musicali dietro l'altro, in molti ci sono ragazzi che provano strumenti. I famosi piatti per batteria Zidjian vengono proprio da Istanbul. Mi rifocillo con un bel succo d'arancia spremuto "al volo" in uno dei tanti chioschi che pure punteggiano questa via, finché arrivo alla Torre di Galata. Effettivamente, oltre che punto di spicco sulla skyline, anche vista dal basso, in mezzo all'intrico di vicoletti, è notevole. Per salire in cima però c'è una lunga fila e decido che tutto sommato il panorama lo posso vedere anche da altri punti... taglio giù per una serie di vicoletti sempre più sgarrupati fino ad arrivare sulla sponda del Corno d'Oro. Sembra essere la zona dei negozi di ferramenta, ricambi per auto e simili: si trovano solo questi, fra edifici che sembrano tenuti su con il Bostik. In uno spiazzo c'è un giapponese che fotografa un muro diroccato con su una specie di murale, mentre un gruppetto di turchi seduti fuori da un negozio lo guarda con l'aria di chi sta pensando "sono pazzi questi turisti"...
Girando a sinistra arrivo al ponte e lo attraverso a piedi, tra la foresta di canne da pesca che sporgono dai suoi parapetti. Avevo pensato di vedere anche il bazar egiziano, ma ormai la spia della riserva delle energie fisiche segna rosso fisso: devo tornare a sdraiarmi almeno un po' prima di uscire per cena. Solo tornato in albergo leggo nella guida che i bazar sono chiusi domani, domenica... ma porc...
Per cena decido di provare in zona Taksim, per salire la collina sono curioso di provare il Tünel, che secondo alcuni sarebbe la prima metropolitana dell'Europa continentale... in realtà più che una linea metropolitana vera e propria è un elevador come quelli che ho visto a Lisbona, con una sola tratta fra la base della collina e piazza Tünel; credo che il primato possa rimanere alla M1 di Budapest, anche se aperta quasi vent'anni dopo.
Ishtikal Caddesi di sera è il più allucinante puttanaio che abbia mai visto: un vero e proprio mare di gente che va avanti e indietro per la via e per i vicoletti laterali. Molti negozi sono ancora aperti e i caffé e i ristoranti sono quasi tutti stracolmi. Il guaio è che non ho fame, così decido di fare quattro passi per farmi venire appetito intanto che scelgo dove mangiare... e di quattro in quattro va a finire che mi rifaccio tutta la via avanti e indietro. Il Balik Pazari, o mercato del pesce, è il tratto più affollato e divertente, pieno di banchi con la merce esposta, di chioschi che preparano panini e piatti veloci e di ristoranti veri e propri, tutto a base di pesce: rombi giganteschi e cozze fanno la parte del leone. Siccome non ho voglia di pesce, opto per un posto più tranquillo dove mi butto su una classica terrina di carne di agnello e verdure, che viene portata in tavola ancora sfrigolante. Anche qui, nonostante la zona turistica, il conto è sotto le 20 lire...
La giornata è stata pesante e il tempo anche domani resta contato per cui a mezzanotte decido di andarmene a dormire. Taglio giù per la collina accanto al liceo di Galatasaray fino a Tophane, passando anche qui per vicoletti dove ci sono numerosi bar che mi ricordano tanto i "zilleri" di casa mia, senonché qui anziché le carte pare che il passatempo preferito degli avventori siano scacchi e sopratutto backgammon. Con il clima mite molta gente sta seduta su sgabelli bassi fuori dai locali, anche se il marciapiede è largo sì e no cinquanta centimetri e le macchine passano in continuazione... bizzarro contrasto tra la flemma dell'avventore medio e la frenesia dell'automobilista che alimenta il traffico caotico della città. Noterò anche da altre parti della città questa contraddizione.
Non mi va Flickr, per questa puntata ho solo questa foto.
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda Jena Plissken » 01/06/2009, 21:49

Complimenti per il bel resoconto Moran sto ripercorrendo tutto quello che hai visto anch' io, visto che son fresco fresco di ritorno...è bello sapere ciò di cui si parla..... :)

ci sarebbero tante altre cose da dire perchè alla fine ogni viaggio è diverso secondo la persona che lo fa, il viaggio lo fa la compagnia o anche la solitudine, il tempo a disposizione, le persone che incontri, il caso , le decisioni prese minuto per minuto. ;)
L' ho vista e abbiamo bevuto assieme della vodka russa, e lei aveva ed ha degli occhi che sono capaci di convertire alla fede un boia coreano

"La pista può essere ufficiale, nota e scontata oppure inedita e nuova, può portare a luoghi previsti o al nulla, può perdersi nel deserto oppure no, viene scelta, intuita creata"

il mio nuovo blog : http://jenaplissken.tumblr.com/
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda fedea » 02/06/2009, 17:40

Moran, che macchina usi? con che obiettivo?
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda Moran » 02/06/2009, 22:38

fedea ha scritto:Moran, che macchina usi? con che obiettivo?

Macchinetta compatta Fuji Z10. La Nikon analogica ormai la lascio quasi sempre a casa. Dispiace, ma ci sono anche dei vantaggi, uno dei quali lo racconto tra un po'. :mrgreen:

Domenica 24 maggio

Sveglia abbastanza presto, oggi è nuvoloso, tiro fuori dallo zainetto il maglioncino di emergenza per fare la solita colazione sulla terrazza, con i gabbiani che si avvicinano e si posano sui cornicioni. Oggi la mattinata prevede il Topkapi (pronuncia: Topkap) e nel pomeriggio si va in Asia.
Arrivo abbastanza presto mentre il sole inizia a fare capolino dietro le nubi. Prima della biglietteria, nei giardini del palazzo, da notare ancora un'altra chiesa conservata dagli ottomani: Hagjia Irene, trasformata per lungo tempo in una polveriera. Ospita alcuni particolari architettonici unici tra le basiliche bizantine sopravvissute, purtroppo non è visitabile, apre occasionalmente per alcuni concerti.
Il palazzo, che fu la sede dei sultani ottomani fino al 1850 circa, quando si trasferirono nel più pacchiano Dolambahçe, è rappresentativo del carattere di questo popolo. Non ci sono saloni immensi e grandi corridoi, come a Schonbrunn o a Versailles; le origini nomadi degli ottomani si riflettono nella costruzione a piccoli e lussuosi padiglioni collegati da giardini, terrazze, belvederi che si aprono sul Bosforo. Peccato che non siano aperte le cucine, con la collezione di porcellane turche e cinesi. L'audioguida è ottima e aiuta a percorrere la storia dell'impero attraverso quella del palazzo. Apprendo per esempio come la classe dirigente dell'impero venisse formata in una scuola all'interno del palazzo stesso, e come i futuri governatori delle provincie, comandanti dell'esercito e ministri, incluso il Gran Visir, venissero scelti di preferenza tra i giovani cristiani, schiavi catturati o abitanti dell'impero, addestrati poi secondo i principi dell'Islam.
Gli ex alloggi degli studenti di questa particolare scuola ospitano oggi il favoloso tesoro dei re ottomani, tra cui il pugnale ingioiellato reso celebre (almeno per la mia generazione, che l'ha visto a ripetizione sulla Rai) dal film "Topkapi" degli anni '60.
Nel palazzo ci sono anche reliquie religiose di grande importanza, tra cui oggetti appartenuti a Maometto e ai suoi seguaci. La parte più bella sono le terrazze sul retro, con i padiglioni riservati al sultano e ai dignitari di rango più alto, con i giardini, le fontane e il panorama mozzafiato sul Corno d'Oro. Ovviamente è qui che si affollano anche le comitive turistiche... purtroppo è domenica.
Scelgo di non visitare l'harem (si paga l'ingresso a parte) né i musei archeologici, me li tengo per la prossima volta. Prima di andare via però faccio un salto nella Corte dei Giannizzeri e lì scopro che c'è una mostra fotografica... sull'Alhambra di Granada! Ero lì tre settimane fa, e adesso mi ritrovo a contemplare una collezione straordinaria: immagini scattate dai pionieri della fotografia a metà dell'800, non solo, sono in mostra le stampe originali dell'epoca! Bellissimo ritrovare quei luoghi appena vissuti attraverso un filtro temporale in bianco e nero che li restituisce come erano cento e passa anni fa... emozionante.
Pranzo con un generoso kebab seduto su uno sgabello di plastica, come fanno tutti, e per due lire: la Turchia vince finora il primo premio per il cibo da strada con il migliore rapporto qualità/prezzo. Poi mi dirigo verso l'imbarcadero attraversando le stradine intorno al Gran bazar: il bazar purtroppo è chiuso, ma molti negozietti sono aperti malgrado la giornata domenicale. I turchi sono commercianti nell'anima, c'è poco da fare. Arrivando al ponte di Galata, vedo che il bazar delle spezie è aperto, checché ne dicesse la guida: così ho modo di gironzolare tra i commercianti che decantano la bontà dei loro prodotti e profumi e colori di ogni genere. I dolci mi lasciano, per gusti personali, indifferente, ma devo trattenermi per non farmi tentare da altre specialità, incluso il caviale iraniano...
Poi vado a prendere il traghetto per Kadikoy. Ho scelto questo sobborgo, anzichè il più turistico Üsküdar, in primo luogo perché di palazzi per oggi ne ho visti abbastanza, e poi perché voglio vedere un normale quartiere cittadino, fuori dai circuiti turistici, ma ben provvisto di negozi, stando a quanto dice la Routard.
La traversata sul Bosforo offre un paesaggio magnifico, la parte europea vista dal mare e il traffico incessante di piccole e grandi imbarcazione formano un quadro brulicante di vita. Poco prima dell'attracco passiamo accanto alla bella stazione di Haydarpasa, il terminal delle linee ferroviarie della parte asiatica, talmente sull'orlo del molo che ci si chiede come i treni non finiscano in acqua in caso di una frenata sbagliata. Un brivido mi attraversa la schiena: è qui che Hercule Poirot arrivò alle sette di una sera di gennaio del 1933 o '34, per poi attraversare il Bosforo e prendere l'Orient Express da Sirkeçi alle nove... dando vita a uno dei più famosi romanzi gialli di sempre. Scendo dal traghetto e metto piede sulla banchina: per la prima volta in vita mia, sono fuori dai confini geografici dell'Europa. Anche se in effetti c'è ben poco di diverso dall'altra sponda, questa è l'Asia.
Kadikoy è come me l'aspettavo: carino, ben curato, con una zona commerciale affollata e negozi aperti anche di domenica. Mentre mi avvio verso la strada pedonale, passo il "test del turco": un ragazzo che distribuisce opuscoli pubblicitari per una scuola di inglese me ne dà uno... in effetti, senza zaino in spalla, senza macchina fotografica visibile, capelli neri, colorito forse un po' pallido, ma accettabile, non sono immediatamente identificabile come turista. Mi piace. Passeggio per la via pedonale, dove si esibiscono diversi artisti di strada, tra cui una coppia che suona e canta davvero bene e un gruppo di attori (almeno presumo) che vestiti in pigiama a righe stanno interpretando dei pazienti di un manicomio, mentre le telecamere riprendono. Mi rilasso con un ottimo tè in un bel locale e gironzolo per i vicoletti sul fianco della collina, densi di negozi di ogni tipo.
Voglio ripassare in un negozio di Taksim che ho visto ieri, quindi prendo il traghetto per il terminal di Besiktas anziché tornare a Eminönu, e mi ritrovo in mezzo a una folla di tifosi di calcio... a quanto pare stasera c'è il derby con il Galatasaray, si gioca allo stadio di Besiktas, e c'è in palio praticamente lo scudetto. Siccome sono tutti bianconeri, da juventino mi trovo a mio agio... :mrgreen: mi compro anche il cappellino a tuba.
Risalgo a piazza Taksim con la funicolare, purtroppo il negozio che mi interessa è chiuso (il 90% sono aperti... solita fortuna). Non mi lascio scoraggiare, devo comprare un regalo di compleanno e giro per le viuzze laterali e le bancarelle finché trovo una splendida pashmina di seta (made in Turkey e non in China, fortunatamente). Mi imbatto anche in una bancarella di libri, io non so resistere al fascino di frugare tra i libri vecchi anche in lingue di cui non capisco una parola. In questo caso ho fortuna: mi imbatto in una scatola di volumi in inglese tra cui trovo una edizione del 1944 di un libro di racconti di D.L.Sayers... tra l'altro un'edizione del tempo di guerra pubblicata in Svezia con l'avvertenza "vietata la vendita nell'Impero Inglese e negli U.S.A.". Per 5 lire me la porto via e me ne vado contento come un bambino.
Si è fatto tardi per lo spettacolo dei dervisci danzanti, che avevo una mezza idea di andare a vedere, ma ormai sono le otto e voglio coricarmi presto, domattina la sveglia è per le tre. Così torno in albergo per una doccia veloce e poi cerco un posto per mangiare senza allontanarmi troppo. Nelle stradine intorno a Divanyolu alla fine scelgo un ristorante che non sembra peggio nè meglio di altri, ma che propone cucina anatolica. Non so quanto sia "adattata" per turisti, sta di fatto che io la trovo eccellente: antipasto (si fa per dire, praticamente è un piatto completo) di Yapak Sarma, foglie di vite arrotolate con ripieno di riso e carne in salsa allo yogurt. Questo tipo di preparazione è diffuso in tutta l'Europa dell'est, con foglie di verdure diverse, dal cavolo alla verza: la vite sembra essere la specialità della Turchia. Per secondo prendo costolette d'agnello in terrina con verdure varie: piccante come l'inferno, la birra (buona la spina, mentre non mi è piaciuta la diffusissima Efes in bottiglietta) evapora alla velocità della luce. Con 40 lire mi sono zavorrato per bene, ne lascio 5 di mancia al cameriere che indossa la maglietta del Galatasaray che è triste perché la sua squadra ha perso 2-1 dai "miei" bianconeri del Besiktas. Prima di andare a dormire presto, passeggio per piazza Sultanhamet, deserta e tranquilla sotto la luce dei lampioni, completamente diversa dal brulicare di turisti e venditori sotto la luce del sole.

Lunedì 25 maggio
Alle tre e mezzo passa lo shuttle per l'aeroporto. Ben tre controlli di sicurezza: all'ingresso, dopo il check-in e infine subito prima dell'imbarco (non scampano neanche piloti e hostess Alitalia che passano subito dopo di me) ricordano che il rischio attentati, in questo paese, è sempre presente. Il volo è puntuale così come la coincidenza a Roma. Alle 11:30 sono a casa, fra tre ore si va al lavoro... ma ne valeva la pena.

È stato un buon assaggio, ma troppo breve. Qui occorrerà tornare, magari come parte di un giro più grande della Turchia nel suo complesso. Da quando sono tornato sto facendo opera di propaganda tra i miei amici, tra cui quelli che mi dicevano "ma non hai paura ad andare da solo?"... i cliché sono duri a morire, purtroppo. Ma basta avere pazienza, e raccontare...
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda fedea » 02/06/2009, 23:29

Moran ha scritto:
fedea ha scritto:Moran, che macchina usi? con che obiettivo?

Macchinetta compatta Fuji Z10. La Nikon analogica ormai la lascio quasi sempre a casa. Dispiace, ma ci sono anche dei vantaggi, uno dei quali lo racconto tra un po'. :mrgreen:


allora sei bravo ;)
io ormai della reflex non riesco piu' a fare a meno, qualsiasi altra cosa non mi soddisfa...
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda Moran » 02/06/2009, 23:34

fedea ha scritto:allora sei bravo ;)
io ormai della reflex non riesco piu' a fare a meno, qualsiasi altra cosa non mi soddisfa...
Ma che bravo e bravo, è che a forza di scattare ho capito più o meno come fare un'inquadratura, il resto lo fa la macchina. :mrgreen:
Io dalla reflex mi sono dovuto disintossicare a forza, però ne sento ancora la mancanza. Solo che il peso e l'ingombro, specie d'estate...
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda fedea » 02/06/2009, 23:52

e lo so la mia obiettivo compreso arriva a circa 600g, e non ho obiettivi aggiuntivi (per ora). ma le compatte non le usero' mai piu', fare un downgrade a sto punto e' impossibile :)
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda scareface » 04/06/2009, 21:27

bravo bravo

nessuno ha avuto il tempo di prendere il traghetto turistico sul bosforo fin su al mar nero?
a me piacque assai, vabbe ve lo consiglio per la prossima volta..
- Anton -

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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda Jena Plissken » 04/06/2009, 21:39

A costo di bacare la fava ulteriormente gustatevi questo bellissimo video commentato dalle parole di un libro del nobel Pamuk che ho scovato, a vederlo ho un po' il magone ;)

http://exposureroom.com/members/nandoca ... e62deac4d/
L' ho vista e abbiamo bevuto assieme della vodka russa, e lei aveva ed ha degli occhi che sono capaci di convertire alla fede un boia coreano

"La pista può essere ufficiale, nota e scontata oppure inedita e nuova, può portare a luoghi previsti o al nulla, può perdersi nel deserto oppure no, viene scelta, intuita creata"

il mio nuovo blog : http://jenaplissken.tumblr.com/
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Re: Costanti... no, Bisanz... insomma: Istanbul

Messaggioda cametauval » 05/06/2009, 15:58

Ammazza che nostalgia...
Poi, le foto che fa Moran :D (del resto, avrà pure imparato qualche cosa... alla sua età :mrgreen: :lol: :lol:)
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