L’alba dell’ultimo giorno intero a Cracovia è arrivata.
Usciamo e notiamo che ci deve essere qualcosa di particolare, una festa nazionale. Non ho ben capito cosa, credo riguardi la Costituzione polacca, ma non ne sono sicuro.
Parentesi
dato che mezzo OTRA era in Polonia a warsawa: anche da voi era festa il 2 maggio? La prossima volta organizziamo un meeting là, c’era mezzo forum!
Chiusa parentesi.
Una ragazza ci fa dono di una bandierina polacca a testa. W la Polonia! Sulle prime penso di metterla fuori dal balcone ad ogni vittoria ai mondiali della squadra. Mah… meglio lasciar perdere.
M. deve cambiare euri, giornata da dedicare allo shopping.
Ci rechiamo in un ufficio cambio quando notiamo all’esterno i vari valori delle divise estere.
Balza all’occhio una cosa:
bielarus xyxyx (non ricordo il nome della valuta) 0,000008 (forse ho sbagliato di uno zero, ma poco importa).
Ci facciamo una bella risata.
Ed ecco la genialata:
M: “voglio vedere che moneta è”.
Siamo perplessi: ce l’avranno?
Io: “ma se entri con uno zloty suona la campanella del jackpot, finisce che porti a casa decine di migliaia di xyxyx”.
M. e G.: “chiudono la saracinesca e vengono a darceli con la carriola”.
Quanti ce ne daranno?
Boh…
M. tenta il primo cambio. Esce: “me li hanno cambiati!” In mano ha 1 zloty diviso in 20 cents. Che scemo! Non si è neanche accorto che gli hanno cambiato 1 zloty in altri zloty.
Al secondo, convinti che avremmo svaligiato il negozio la risposta è “no” e la signora addetta al cambio si incazza pure parecchio. Meglio uscire e lasciar perdere (eppure siamo stati educati nel chiederle il cambio, mah...).
Ok, lo scherzo è andato male. Prendetela per una bischerata, lo so un po' idiota, però resta tale. Un episodio, nulla più.
Andiamo al centro commerciale, quello della stazione dei treni.
Poco shopping, pensavo di trovare prezzi molto abbordabili, in realtà i prezzi di parecchi prodotti sono di poco inferiori ai nostri. Mi chiedo come mai, forse lavorano parecchio con i turisti, credo che un polacco apra mutui per comprarsi un televisore o un paio di scarpe, se questi sono i prezzi.
In realtà ho notato nel venire al centro commerciale, ancora in centro, prima della porta florianska, un paio di scarpe ma quando ci tornerò nel pomeriggio troverò il negozio chiuso. Mah…
Mangiamo, poi ecco che G. e M. vogliono prendersi un gelato.
M. si avvicina (ricordo che non parla inglese) e mi fa: “due gusti si dice two gust?”
Io, serissimo, fiuto lo scherzo, confermo e per rendermi più credibile aggiungo: “two gust, please. Aggiungi il please, non essere maleducato” (intanto me la rido mentalmente). Non ci crederete ma riuscirà nell’impresa di peggiorare, 3 minuti dopo, la frase citata.
Probabilmente nel frattempo ha cambiato scelta, passando da due a tre.
Si mette in coda, intanto faccio notare a G. cosa sta per dire. È il suo turno, lo affianco, non voglio perdermi la scena.
M. (baldanzoso): Tri gust, please. (tri, quasi dialettale)
Scoppio in una risata, mi guarda, capisce che gli ho fatto fare una figura da pirla. Non so come, ma la commessa capisce e riesce a farsi dare il gelato.
Questo scherzo, invece, va a buon fine.
(per la cronaca: M. minaccia subito vendetta. La sto ancora aspettando). Ci tengo a precisare una cosa: ho passato 4 giorni a tradurre questo e quello, a chiedere informazioni solo io, a dover rispondere continuamente a “cosa ha detto?”. Alla fine, mi sono vendicato. So che l’avete pensato: “che stronzo”. A volte lo sono, non nego. Ma stavolta ci stava, tra noi poi… questo è nulla.
Usciti dal centro commerciale torniamo in market square. M. deve prendere una maglietta harley davidson e qualcosa sulla Madonna Nera di Czestochowa.
Io e il Gustel aspettiamo fuori lungo un lato della piazza.
Senza saperlo, siamo appostati accanto ad una cassetta per imbucare la posta.
Assisterò ad una scena irreale.
Ecco sopraggiungere una signora giapponese, sui 60. Si avvicina con in mano una cartolina. Guarda la cassetta, non capisce. Mi guarda e mi fa capire che non capisce come funziona.
“No, non ci sono pulsanti” penso io guardandola. Le apro la porticina e le faccio capire di inserire qui la cartolina. Lo fa. Avete presente un bambino che scopre una cosa nuova? Uguale. Sorride contenta, felice, esaltata. “Ehhh, che sarà mai?” penso io. Mi ringrazia, si inchina almeno 5 volte.
Chiedo a chi è stato in Giappone: come funziona la posta da loro?
Certo che sono strani. Simpatici, ma strani.
Torniamo in camera.
Il sabato sera si avvicina. Saturday night fever in Krakow.