Saga del racconto incompiuto: Marocco

In questa sezione del forum si può discutere, postare notizie e chiedere informazioni riguardo le proprie esperienze, emozioni ed avventure di viaggio.

Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda Aideena » 15/06/2009, 17:05

N.B.
A grandissima richiesta da parte del popolo di otra, inserisco il racconto incompiuto per antonomasia....lo so, lo so che non vedevate l'ora, state calmi, non vi agitate! :lol:

Incipit
E' sulle note di "Tiki" di Richard Bona che inizia questa nuova avventura africana, che porterà me Aideena, Vale e il Vertebra ad esplorare uno dei paesi più ricchi in fascino di tutto il mondo: il Marocco.
La prima cosa che faccio quando parto per queste lunghe esperienze è documentarmi sulla bandiera del paese, non conosco il motivo di questa curiosità, ma so che nella bandiera sono racchiusi molti significati importanti e dei simbolismi rappresentativi.
La bandiera marocchina è una bandiera semplicemente rossa con una stella a cinque punte (sigillo di Salomone)verde in posizione centrale, che sta ad indicare l'unione profonda dell'uomo con la sfera del divino, quindi in questo caso simboleggia l'importanza della religione islamica per i marocchini ..che ci accompagnerà per tutta la durata del viaggio...

03 Gennaio 2009
Una sveglia spietata come il sergente Hartman infoiato ci sveglia alle h 3:00, dopo un'ora giungiamo assonnati all'aeroporto di Malpensa, ignari dell'odissea che ci avrebbe attesi.
Il volo easyjet fila lascio per tre orette, tra consultazioni di guide e un' alba coloratissima vista da un oblò un po' congelato.
I problemi iniziano verso l'atterraggio a Marrakech; dove una fitta ed oserei dire insolita nebbia avvolge l'aeroporto, quasi non volesse accoglierci.
Dopo un'ora di melina in cielo con tanto di virate alla top gun e gente che tira su l'anima negli appositi sacchettini, il comandante e la torre di controllo di Marrakech decidono di dirottarci su Casablanca dove il tempo sembra essere più clemente.
Dopo nemeno un quarto d'ora giungiamo finalmente presso l'aeroporto di Casablanca Mohammed V, ma non appena le ruote del carrello toccano la pista, riceviamo l'ok per l'atterraggio a Marrakech, quindi il comandante giustamente esaurito ci annuncia l'ennesimo imminente decollo verso Marrakech....intanto io e i miei copagni di viaggio siamo sull'orlo del delirio puro; tra bambini isterici e genitori in rivolta con i loro stomaci, l'aereo si fa saturo di odori sgradevoli costringendoci ad entrare in uno stato meditativo che nemmeno Shiva era in grado di raggiungere.
H.13:30 incredibile ma vero, arrivo a Marrakech, si apre il portellone dell'aereo dando inizio ad uno scambio culturale di odori europei contro odori africani, vince 10 a 0 odori africani
L'aria è tiepidamente dolce e sa di spezie, di polvere, insomma di quell'odore acre tipico dei paesi africani che ti rapisce i sensi, mi piace pensare che nell'aria ci sia anche profumo di terra rossa bruciata dal sole, solo per ovviare all'odore di materie organiche di diversa natura...
L'aeroporto rosato nasconde un cuore di pareti bianche e scarne, verso l'uscita si iniziano a sentire brusii e urla, poco dopo lo spettacolo dinnanzi a noi:
Poliziotti e transenne ci separano da una folla accalcata sugli spalti composta da amici, parenti dei viaggiatori e tassisti in vena di procacciarsi nuovi clienti.
Fortunatamente la guida ci segnala l'autobus locale L19 all'uscita sulla sinistra che con soli 20 dhs ci porta in 20 minuti direttamente dietro piazza Djema El Fna, cuore pulsante di Marrakech.
La prima impressione, appena scesi dall'autobus, è uno stato confusionario dovuto all'illogicità, qui vale tutto.
Uomini seduti su vecchie sedie scrutano lo svoglersi dei vari avvenimenti, donne portano a spasso i propri figli avvolti in lunghi panni colorati attaccati alla schiena,venditori ambulanti di dolciumi locali, carretti di arance appena colte, carri trascinati da asinelli e tanto tanto odore acre misto a scarico di auto che prende la gola.
E' un miscuglio incredibilente schifoso che non riesco a detestare.
In fretta raggiungiamo il nostro Riad Jnane Mogador, situato proprio in prossimità della grande piazza, posati gli zaini, iniziamo il primo giro di perlustrazione soffermandoci al Caffè Argane per il pranzo delle 14:30.
Il Caffè Argane, situato proprio in piazza è un locale affollatissimo di turisti, con una delle terrazze più belle che si affaccia sulla piazza Djema El Fna.
Iniziamo con un bel pranzo a base di Tajinee e cous cous e concludiamo con un bel té alla menta (al sapore di brooklyn spearmint) e relativi pasticcini alla mandorla deliziosi, passano così ben 3 ore in assoluto relax.
Pian piano il sole cala e la piazza si trasforma in un vero e proprio circo all'aperto: incantatori di serpenti, dentisti improvvisati tali con denti estirpati a mo' di trofeo in bella mostra, danzatori discendenti dagli antichi gnaoua, cantastorie ovviamente in arabo, ammaestratori di scimmiette...ciascuno delimita il proprio Haqa (un cerchio immaginario benedetto dal proprio santo)e presenta il proprio spettacolo/pantomima.
Intanto riecheggia dal minareto della Koutoubia la preghiera della sera, davvero uno spettacolo irresistibilente magico.
Siamo già a pezzi ed è giunto il momento di andarci a fare una bella doccia rigenerante.
Seguendo il consiglio della zingaguida, decidiamo di trattarci bene e provare il ristorante Marrakchi anch'esso situato in piazza con una bella terrazza al chiuso e luci soffuse...la cena è ottima, ma siamo troppo stanchi per apprezzare bene tutto il contesto, dunque finite le pietanze sempre a base di Tajine e cous cous ci infiliamo nei nostri lettini...
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda Aideena » 15/06/2009, 17:06

04 Gennaio 2009
Oggi la sveglia ha suonato alle h 08:30, con ritmo marocchino iniziamo una bella colazione nella terrazza del nostro Riad.
La colazione marocchina è molto ricca e grassa, in barba alla linea inizio le danze:
Té alla menta, delle beghrir delle specie di frittelle di semola che si mangiano con il miele, delle crêpes marocchine di semola con annesso burro e marmellata di albicocche, succo d'arancia fresco, yogurt bianco...
Dopo questo pasto "frugale" la giornata inizia con una marcia in più.
Ed ecco il nostro primo giorno:
Uscendo dal riad, iniziamo un giro nel Souk, dove ogni giorno le botteghe vengono letteralmente montate e smontate con una cura e una pazienza invidiabile, quasi come fosse un rito.
Il Souk è un vero e proprio labirinto di viuzze che si sviluppa nella parte nord della medina, costituito appunto da una moltitudine di botteghe artigianali, macellerie, alimentari, spezie etc..
La prima esclamazione filosofica del Vertebra è stata: "che cojoni , ma come facciamo ad orientarci qui è il regno del casino" , ma fortunatamente la guida ci segnala passo per passo tutto il percorso facendoci notare che i Souk sono così suddivisi:
Souk Ghazal (venditori di lana)
Souk Elbtana (conciatori)
Souk Zrabia (tappeti)
Souk Fagharine (fabbri)
Diciamo che a dirlo è un conto ad esserci dentro è un altro, praticamente non so come sia possibile che nessuno perda la vita in questi labirinti dove si ritrovano a passare contemporaneamente asini carichi di pellame, persone in entrambi i sensi di direzione e motorini in velocità da sparo
Una cosa molto interessante è l'arte del recupero delle materie di scarto; ho intravisto nel delirio delle botteghine di pneumatici rielaborati in vasi, cesti, portaspezie fatti a regola d'arte, ma che non ho comprato data la tossicità del materiale.
Presto arriva l'ora della pausa e ci fermiamo al Café Arabe a sorseggiare un té alla brooklyn in terrazza...qui conosciamo la responsabile della terrazza, Anna una ragazza alto atesina trasferitasi qui con il moroso da qualche anno, che molto gentilmente ci da qualche consiglio sugli acquisti, ma soprattutto per l'agenzia viaggio, dato che vogliamo stravolgere i nostri piani e fare un giro diverso da quello che ci eravamo prefissati.
L'agenzia in questione si trova dentro l'hotel Central Palace, con 95 dhs siamo riusciti a prenotare un fuoristrada in condivisione con altra gente seguendo questo giro:
Marrakech, Col du Tizin't Tichka, kasbah de Telouet, Ait Ben Haddou,Ouarzazate, oasi de Skoura, Tinghir, Rissani, gole del Todra e gole del Dades, Erfoud, oasis de Tifillate e tatatatatataaaaaaaaan il tanto ambito Erg Chebbi con tanto di campeggio tra le dune...
Il tutto in soli quattro giorni..
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda Aideena » 15/06/2009, 17:06

05 Gennaio 2009
Un'altra giornata inizia con il mio dormiveglia disturbato dal richiamo della preghiera mattutina verso le 6, ahimé non riuscendo più a prendere sonno mi concentro sulla fioca luce che passa dalla finestrina colorata, ogni decina di minuti la luce si fa più intensa finchè un bel raggio di sole trapassa totalmente il vetro per insinuarsi sul muro della nostra camera, ravvivando il color crema delle pareti.
Nonostante la brusca sveglia, il mio temperamento è sempre più simile a quello della gente locale, sono serena e non ho la solita smania del viaggiatore che mi pervade almeno nei primi giorni.
Il momento della colazione arriva presto e questa volta aspettiamo un'oretta abbondante prima di buttarci nella mischia del souk, è bello godersi il cinguettio degli uccellini, aspettare il momento giusto per fotografare le cicogne sui comignoli, sentire il brusio che si intensifica dalla piazza e stare in silenzio a percepire tutto ciò che ci circonda.
Dopo questi attimi meditativi ci dirigiamo verso il Palazzo reale, fa caldino per strada ci sono circa 20 gradi, il Vertebra da bravo montanaro ha un termometro biologico che misura esattamente la temperatura e se il suo sesto senso maschile fallisce, ha mille altri modi caserecci per arrivare al grado spaccato...insomma un genio!
Il Palazzo sembra imponente, ma non essendo visitabile ci limitiamo a fare qualche fotografia dall'esterno, continuando a costeggiare le sue mura scorgiamo il quartiere delle kasbah con un piccolo Souk meno incasinato di quelli che si diramano dalla piazza principale e le adiacenti tombe saudite.
L'ingresso delle tombe ricorda molto le catacombe, percorso il primo tratto buio si giunge in un giardino contenente due sale; la prima è quella dedicata ai bambini dei sovrani, la seconda più famosa è la sala delle 12 colonne dove sono sepolti appunto i sovrani e le mogli.
Nulla di entusiasmante, facciamo due foto ai particolari e ci dirigiamo verso il museo di Marrakech costituito da:
Ba'Adyn originariamente dimora del ministro della difesa a fine 800, la Koubba una latrina lasciata al suo destino e la Medersa ovvero la casa degli studenti di teologia.
Quest'ultima è la parte più interessante, si tratta di una costruzione tipo riad, quindi con una fontana situata nella zona centrale circondata da questo edificio a pianta rettangolare dove sono distribuite le varie camere degli studenti, un po' anguste e umide, ma meritano una visita.
Intanto l'imbrunire ci regala scatti spettacolari dando una sfumatura dorata a tutto il paesaggio circostante il museo.
Ci rechiamo verso l'hammam Ziani, consigliatoci da Anna e dalla zingaguida per un tipico trattamento marocchino; con 270 dhs circa 27 euro veniamo fatti accomodare in due spogliatoi differenti uno per gli uomini uno per le donne.
All'interno dello spogliatoio ci attende una donna che ci indica l'ingresso e l'armadietto per i vestiti, gli interni sono in stile arabo moresco molto graziosi...appena varcata la soglia dell'ingresso ci avvolge una nube di vapore al profumo di canfora molto forte, tra le nubi si riescono ad intravedere sagome di donne che si insaponano e schiamazzi generici provenienti dalla sala adiacente..
L'hammam in principio non era altro che il bagno pubblico, quindi è buona creanza lavarsi e strofinarsi bene con del sapone nero, sottoporsi al gommage e infine ad un massaggio fatto a regola d'arte con l'olio di Argan puro al 100%.
Mi è piaciuta molto questa esperienza nonostante l'edificio non sia simile ai nostri centri benessere, ho assistito ad un vero rituale marocchino, mi sono sentita un po' parte di loro e anche Vale che in principio sembrava scettica ha sfoggiato un volto più rilassato e compiaciuto.
Dopo il massaggio ricordo una fame pazzesca acchetata in un chiosco in piazza e poi un torpore da lezione di filosofia ci porta ai rispettivi giacigli
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda Aideena » 15/06/2009, 17:06

06 Gennaio 2009
Oggi la sveglia coincide con la preghiera del mattino: si parte alla volta di Ouarzazate con altra gente dovremmo essere in totale 12 persone.
Purtroppo a causa dell'orario ci dirigiamo verso il punto di incontro senza fare colazione, al buio, tra vicoli scuri e con le facce di chi ha il sonno interrotto.
Il punto di ritrovo è davanti a questo piccolo ed imboscato hotel, siamo i primi, in giro non c'è quasi nessuno solo qualche faccia poco raccomandabile e una mendicante che innesca in me lo stato onirico appena abbandonato; la mendicante giace per terra in un angolo tra la piazza e il nostro vicolo, ha una lunga veste marrone e un copricapo abbastanza spesso e lungo che racchiude in esso un piccolo pargolo dormiente adagiato sul petto. Ai suoi lati invece ci sono due piccoli bambini di due/tre anni al massimo che bisticciano per il sonno disturbato, il primo ha due occhi neri grandi e un po' furbetti, l'altro è candido come la neve e ha i capelli rosso fuoco..
Questo è il punto dove la mia mente viaggia indietro nel tempo e ricostruisce il mistero della relazione tra questa donna e un turista, forse irlandese chissà, penso a questo bambino che farfuglia qualcosa in arabo, a come vivrà la sua diversità tra qualche anno.
Un fulmine a ciel sereno interrompe il mio volo pindarico (con tanto di occhi spalancati in fissa sulla donna): arrivano una ragazza inglese e un ragazzo australiano e inizia la socializzazione.
Il ragazzo ci racconta che sta realizzando uno dei suoi viaggi nel cassetto con questa amica inglese che non lo abbandona un attimo, anche loro sono in uno stato comatoso molto evidente e di comune accordo decidiamo di andare a prendere un té alla menta nel bar di fronte che nel frattempo ha alzato le saracinesche
Pian piano davanti all'hotel si forma un gruppetto compatto di persone, sono gli altri nostri compagni d'avventura.
Il gruppo è così costituito:
tre italiani(noi), tre inglesi, un australiano, una coppia di canadesi e una famiglia americana di Boston non male come assortimento
Il viaggio in fuoristrada inizia percorrendo una strada asfaltata verso le montagne dell'Anti Atlante; il paesaggio è una distesa infinita di pietre rosse e cespugli che ricordano molto la macchia mediterranea, più ci si avvicina al passo del Tichka più l'aria comincia ad essere più frizzante.
Giunti alla Kasba di Telouet ci addentriamo verso questo imponente palazzo costruito nel 19 secolo come residenza di Thami el Glaoui, ognuno di noi con la propria guida in mano procede per le numerose stanze;
noi tre ci soffermiamo nell' harem dalle pareti copletamente ricoperte di zellij il tempo di fare due foto e l'autista ci fa cenno che è già ora di andare verso l'altra kasba.
Purtroppo il nostro autista non parla bene francese tantomeno inglese, quindi siamo totalmente autogestiti in quanto a visite ed informazioni sui luoghi, mi rendo perfettamente conto che il linguaggio dei gesti è limitativo, peccato..
La kasba Ait Benaddou è uno splendido villaggio fortificato, tra l'altro patrimonio dell' UNESCO abitato solo da cinque famiglie berbere, la guida cerca in qualche modo di spiegarci che questo luogo è stato il set del celebre film Lawrence d'Arabia e di altri film come il Gladiatore, Kundun, il té nel deserto...salendo in cima alla collina si gode di una veduta su tutta la valle di Ouarzazate che incanta per la quantità di luce e di riflessi sul rivolo d'acqua ai suoi piedi. Sono completamente inebetita di fronte a cotanto spettacolo.
Il viaggio prosegue verso Ouarzazate, (dove pranziamo velocemente)percorriamo a velocità sostenuta la strada della maestosa valle du Dra per giungere alle magnifiche gorges du Dades; il paesaggio delle gole incrocia anche la "valle dei cadaveri" con rocce simili a piante di piedi umani tutte ammassate, si inerpica tra imponentissimi canyon e curve vertiginose dove il Vertebra accusa una fortissima nostalgia d'arrampicata selvaggia
Fortunatamente ci troviamo nel posto giusto al momento giusto: il tramonto tra le gole è incantevole, senti l'aria fresca che sale dal basso, il rumore del piccolo corso d'acqua che scava imperterrito tra le pareti rocciose, un silenzio assordante e una vista delle più spettacolari al mondo: il sole che muore in uno sfondo arancio/violaceo/azzurro e scompare nel triangolo di rocce rosse..
Questa sera ci aspetta un ostello proprio in mezzo alle gole, voci amiche dicono che sia umidissimo....infatti credo di aver passato una delle notti peggiori della mia vita, con febbre alta, deliri notturni (imprecazioni da parte dei mie compagni di stanza più che giustificate )e piedi congelati.
Fortunatamente la cena è stata interessante e divertente, perchè l'ostello ha una unica saletta dove si riuniscono tutti i viaggiatori e qui tra vari racconti di viaggi abbiamo conosciuto Luca e Francesca, due ragazzi di Roma che rincontreremo poi durante il viaggio.
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda Aideena » 15/06/2009, 17:07

07 Gennaio 2009
La notte appena trascorsa mette a dura prova non solo il mio equilibro mentale, ma anche quello fisico; febbre & Co. dovuti all'umidità e alla stanchezza, svaniscono in una lunga doccia bollente di uno squallidissimo bagno abitato dalle migliori qualità di muffe e licheni esistenti sul pianeta terra.
La colazione viene servita sempre nella solita saletta con caminetto acceso scoppiettante; tra spremute, pane caldo e té alla menta sempre più brooklyn ci si racconta la gelida notte trascorsa, con piacere noto che molti dei miei compagni di viaggio hanno avuto sventure più o meno simili alla mia, mal comune mezzo gaudio.
Un colpo di genio colpisce ad un tratto l'australiano che inizia a richiedere i nomi a tutta la tavolata; non so per quale strana legge fisica, ma ogni qual volta avviene il momento delle presentazioni ,automaticamente mentre sto stringendo la mano e guardo negli occhi la persona che ho davanti ,mi dimentico completamente del suono che esce dalla sua bocca...potrebbe dire cavallo, Corrado o camello che al mio orecchio suona sempre alla stessa maniera.
Quindi tempo due minuti ed ho già dimenticato nuovamente tutti i nomi.
Sazi del banchetto nuziale, ma soprattutto contenti di abbandonare quel bagno turco detto ostello Kasbah de la Vallée, ci incamminiamo per le gorges de Todra.
La strada che percorriamo è un continuo tornante interrotto da qualche pausa foto&toilet.
L'autista ci segnala a metà percorso un bar dove fare due foto e riprendere conoscenza dopo gli innumerevoli tornanti; ci fermiamo e andiamo a scaldarci le ossa davanti al caminetto del bar in questione, dove il Vertebra accusa un secondo attacco d'arrapicata feroce et delirans.
Da lontano osservo il suo compiacimento nel guardarsi intorno con questo mezzo sorriso di sfida farfugliante frasi tipo: "eh sì è arenaria, è arenaria..."
Tirato su a forza il Vertebra in estasi , la strada continua tranquilla sino a giungere in una piazzale circondato da due enormi falesie rossastre di circa 200/300 mt attraversate da un piccolo corso d'acqua abbastanza vivace.
E' proprio all'imbocco dellle gole che l'autista ci lascia liberi di scorrazzare, di pranzare, di fare foto e di rincorrere il Vertebra che appena messo piede in terra corre ad osservare le tracce di magnesite sulle rocce, si arrampica fin dove riesce, finchè non trova un gruppo di arrampicatori in azione e lì rimane pietrificato sino al momento di andar via, lanciando ogni tanto qualche commento in bergamasco che ovviamente non viene compreso, poichè i destinatari sono chiaramente anglofoni
Le gole sono davvero spettacolari, è difficile fare una fotografia che sia degna, perchè purtroppo l'occhio è parte di un corpo che prova sensazioni, invece una fotografia è solo un'immagine che può evocare quel ricordo in chi l'ha scattata...adesso come adesso mi riesce difficile pensare ad uno scatto che rappresenti pienamente ciò che ho visto.
Dopo un pasto frugale a base di brochette di pollo alla curcuma e patatine fritte all'olio di qualcosa ci dirigiamo verso Merzouga e l'ambitissimo Erg Chebbi & bivacco.
Questa volta la strada prosegue in linea retta tagliando in due parti un terreno roccioso pianeggiante e privo di qualsiasi forma di vita se non qualche agglomerato di kasbe abitate di tanto in tanto.
Tra un pisolino a bocca aperta e un imbambolamento con fronte tremula appiccicata al finestrino, finalmente vediamo all'orizzonte delle grosse dune rosso fuoco, man mano che ci si avvicina si percepisce il gioco di luci dato dalla collisione tra sabbia e sole che incrociandosi danno inizio ad una danza di colori arancioni e giallo ocra.
Merzouga: arriviamo alla base dalla quale partiremo per il bivacco di questa sera verso Erg Chebbi;
l'autista ci saluta invitandoci a prendere dagli zaini qualsiasi cosa per coprirci al massimo e ci lascia in mano ai berberi che armati di 12 dromedari uno più incazzoso dell'altro ci conducono durante il calar del sole in mezzo al deserto del Sahara.
Non ero mai salita su un dromedario è rilassante, Vale è ben predisposta e serena anche se non parla, il Vertebra invece accusa dei colpi e numerosi sfregamenti alle parti basse, diciamo che le sue esclamazioni hanno dato un po' di italianità al tragitto durato circa 1 h e 30 minuti.
Indescrivibili le dune di sabbia rossa, altissime e a perdita d'occhio, mi lascio cullare dal mio dromedario(che dai versacci non sembra gradire molto la mia presenza sulla sua schiena, saranno i miei 60 e passa kg? )deliziata dagli ultimi raggi di sole che spariscono tra la sabbia all'orizzonte.
Il bivacco è costituito da un'unica tenda fatta di coperte e pelli di animali, disposta anch'essa a riad con al centro uno spazio a cielo aperto e una buca poco profonda scavata per il fuoco.
La serata procede nel delirio più assoluto; credo che bivaccare nel deserto non accada tutti i giorni, quindi il lato fanciullesco di ognuno di noi è sortito allo scoperto senza freni inibitori.
La famiglia di Boston composta da zio (eletto dalla sottoscritta zingaro ad honorem per la moltitudine di viaggi effettuati grazie all'azienda per la quale lavorava come dirigente), zia (abruzzese emigrata da piccola con una verve italiana mai persa)e nipote Lisa (dolcissima insegnante di italiano in una high school, credo mia coetanea) prende parte a danze berbere davanti al fuoco in compagnia della coppia di canadesi e ai suonatori di nacchere e jambé.
Nel frattempo le due ragazze anglo/cingalesi vengono broccolate da un accento selvaggiamente bergamasco del Vertebra, che non perde tempo ad elargire sorrisi con aria da uomo scalatore vissuto in stile Messner...veramente 10 magna cum laude
Io e Vale ci dedichiamo alla socializzazione con l'australiano e la sua amica inglese un po' taciturna, ma partecipe ai vari discorsi..
Dopo aver condiviso sotto le stelle una tajinee megagalattica e del pane, i berberi ci indicano la duna che si trova dietro il bivacco e ci invitano a scavalcarla con loro per ammirare al chiarore di luna la distesa di sabbia e silenzio che ci circonda.
Bollettino medico:
Vertebra dopo 1 minuto e mezzo ha già scalato 200 metri di duna e dal cucuzzolo impreca contro me e Vale che dopo 5 pause per riprender fiato e risate al limite del riproporre la tajine appena mangiata, tocchiamo la mano del nostro caro amico che ci da l'ultima spinta per raggiungere la gloria.
L'australiano bello in forma senza batter ciglio cammina lentamente gustandosi il panorama verticalizzato.
La coppia di canadesi è in seria difficoltà e tra un rutto e l'altro (hanno imparato presto le buone abitudini arabe)arrivano anche loro intonsi.
Le due anglo/cingalesi avendo visto l'impavido italiano cercano di imitarlo fallendo più e più volte sprofondando tra le orme lasciate dagli altri.
La famiglia di Boston con calma arriva a destinazione senza lesioni particolari.
In cima alla duna tira un vento molto freddo: "saran cinque gradi, vedi esce il fiato!" esclama il broccolone italiano.
I berberi ci fanno cenno di guardare in alto sulla sinistra e di indovinare che cosa sia quel punto luminosissimo:
è marte, luminoso e brillante...comincia il mio stato di assenza dettato dal torpore della digestione, mi siedo e inizia il viaggio del ricordo del mio libro preferito"Il piccolo principe", immagino la scena dell'incontro tra il viaggiatore e il piccolo principe...il deserto, la rosa, la volpe.....
Purtroppo i miei stati meditativi vengono sempre interrotti da qualcuno o qualcosa.
Sento urlare un punto nero davanti a me che scende giu' dalla duna rotolandosi nella soffice ed umida sabbia....è sempre lui, l'innominato che fa cinema davanti alle inglesi che a loro volta lo seguono rotolandosi all'infinito, seguite dai berberi che urlano a perdifiato...
Dopo un po' di esitazione anche io e Vale decidiamo di provare il gusto della libertà, peccato che la mia grazia di elefantessa si celebri con una caduta celestiale di faccia protraendosi per almeno 3 metri
Stupenda sensazione la faccia piena di sabbia, ma le risate che ci siamo fatti questa sera difficilmente le dimenticherò.
Al bivacco ci ricomponiamo e andiamo avanti a raccontarci storie davanti al fuoco sorseggiando del té caldo alla menta fino al momento di metterci orizzontali in tenda e riposarci sino all'alba successiva.
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda Aideena » 15/06/2009, 17:08

8 Gennaio 2009
Notte gelida a causa del vento proveniente dall' Algeria e del grado di umidità pazzesca presente dentro la tenda, nonostante avessimo a disposizione tre/quattro coperte di lana, ognuno di noi avverte quella sensazione che ti fa sentire euforico perchè stai facendo qualcosa di insolito, ma che sfortunatamente ha il suo caro prezzo.
Ad ogni modo riesco a chiudere gli occhi e ad entrare in un sogno molto rilassante; vedo dei bellissimi cavalli che corrono liberi tra le dune, la luce del tramonto sembra accarezzare le loro criniere selvagge, ed io mi cullo con questa stupenda immagine, quando ad un tratto i cavalli riemergono dalle grande duna senza teste, continuando a correre furiosamente sempre più veloci e grondanti di sangue rosso fuoco.
Mi sveglio attonita nel buio e nel silenzio più totale e con un battito del cuore acceleratissimo, cerco con la rotazione degli occhi un punto luce dove ripristinare l'orientamento mentale, ma non trovo nulla, tutti sembrano dormire beatamente.
Credendo di aver dormito al massimo tre ore non di più, mi sforzo per riprendere sonno, quando ad un certo punto il battito di mani dei berberi ci sveglia per assistere all'alba nel deserto.
Quale immensa gioia ti da la consapevolezza di essere in uno dei posti più belli al mondo, non si può nemeno immaginare.
Una palla rosata, lievemente disturbata da una striscia di nuvolette violacee, emerge dall' Erg Chebbi alle h 06:45 e continua la sua ascesa mentre noi tutti torniamo alla base con i rispettivi dromedari.
Ad attenderci c'è una bellissima tavola imbandita con latte, caffè solubile, yogurt bianco, pane, burro, marmellata, succo d'arancia fresco e tanto buon té alla menta brooklyn.
Io apro le danze in gran stile sciogliendo l'imbarazzo generico della compostezza accomodandomi con un sospiro di sollievo, suscitando così un' inevitabile risata collettiva.
Dopo colazione arriva il momento di ripartire alla volta di Erfoud dove ahimé ci separeremo dal gruppo per proseguire alla volta di Fés.
Erfoud è una piccola oasi tagliata da due piccoli fiumiciattoli, molto importante per il commercio dei datteri e per le agenzie viaggio che organizzano escursioni nel deserto non ci ha entusiasmato particolarmente; ci fermiamo davanti alla stazione degli autobus e frettolosamente salutiamo tutti i partecipanti ringraziandoli per la compagnia e augurando loro buon ritorno verso Marrakech.
Lisa la ragazza di Boston ci lascia il suo indirizzo email, scritto su un pezzo di carta alimentare unta e bisunta da chissà quale frattaglia di bestia..."tienilo tu Vale, no dai tienilo tu, conservalo tu Vertebra che io mi dimentico, no è meglio che lo tenga tu Aidi che sei più ordinata!"
Questo bizarro biglietto, non ha mai raggiunto il suo scopo, poichè è stato abbandonato nella prima baracca/negozio di alimentari..
Presi due datteri e due arance per il viaggio, saliamo sull'autobus per Fés, dove trascorreremo una giornata intera all'insegna del pericolo e degli imprevisti più disparati.
L'autobus è in stile granturismo anni '70, ha i sedili che puzzano di polvere, per terra non è raro trovare dei residui di frutta mangiata o peli di animali, più tardi scopriremo anche che questo aggeggio infernale è sprovvisto di ammortizzatori...
Il viaggio prosegue con un ricircolo quasi compulsivo di gente locale che non si fa alcun problema a trasportare bestiame, coperte avvolte in buste di plastica trasparente con cerniera, cesti di frutta, bambini affamati di latte della mamma etc...nonostante sia stato severamente vietato dal conducente, che ogni tanto ferma la vettura in mezzo alla strada deserta per gridarci in arabo tutto il suo dissenso per poi ripartire.
Il clima è sereno nonostante la notte appena trascorsa non abbia giovato alla salute di nessuno di noi;
Vertebra ha giustamente male alle vertebre, io e Vale abbiamo un principio di faringite e un forte male ai reni.
La strada che percorriamo è costellata da piccoli crateri che ci fanno sobbalzare con piccoli balzetti, grandi balzetti e a volte grandi scossoni degni di una scala Richter.
Passata la città di Er Rachidia,il paesaggio desertico circondato da rocce rosse erose dal vento, inizia a mutare in montuoso, sino al raggiungimento di Midelt, una città situata nell'Alto atlante ai piedi del famoso monte Gebel Ayachi (3737 mt)dove purtroppo a causa di un'inaspettata nevicata, iniziano i problemi con il conducente che avendo mooolta fretta di arrivare ed essendo sprovvisto di catene da neve, ci delizia con le sue derapate su ghiaccio in discesa, facendoci credere che la situazione sia sotto controllo..
I nostri vicini di posto sono cinque neozelandesi, grazie alla situazione paradossale iniziamo una conversazione aggregante e molto interessante circa le norme di sicurezza adottate dai marocchini
Alle h 17 il panico ci pervade; il conducente si blocca per l'ennesima sceneggiata davanti all'imbocco di un passo situato ad un centinaio di km da Midelt pieno di neve senza case né rifugi, per comunicarci che non ha intenzione di attraversarlo, dunque ci invita a scendere e arrangiarci per conto nostro....
Ormai il sole è calato portandosi via anche le nostre poche forze rimaste per controbattere a questo scempio.
Tutti i passeggeri iniziano a rivoltarsi contro questa incauta decisione, sbraitando in arabo e portando la situazione ad un livello pericolossissimo di quasi "linciaggio".
Tutto ciò comincia ad innervosirci e tra di noi iniziano le prime crisi di stanchezza...fortunatamente dopo un'ora di trattativa, una donna e un uomo sventolano il loro pargolo affamato e delirante davanti al faccione scorbutico del conducente che rinsavisce in una risata baciando in testa il bambino e si rimette alla guida.
Dopo ben 15 ore di viaggio e una deviazione circumnavigando il passo, giungiamo finalmente a Fés sotto una pioggia insistentemente violenta che ci costringe a fermarci nel primo sottotetto incrociato.
Fés è conosciuta per le false guide (faux guides), ragazzi che si spacciano per guide pretendendo una mancia sostanziosa, ma incazzosi come siamo rispondiamo malamente a chiunque si avvicini, cacciando via anche due poveri turisti che chiedevano informazioni che ritroveremo poi nel nostro stesso Riad dopo altre due ricerche a vuoto.
H. 1:00 dopo una doccia ci tuffiamo nel letto, finalmente un vero letto...
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda Aideena » 15/06/2009, 17:08

09 Gennaio 2009
Oggi la sveglia è stata la rappresentazione di un chiaro segno di civiltà, dunque ci siamo svegliati di buon umore facendo una delle colazioni più ricche a base di frittelle,marmellata, frutta fresca, latte denso, caffé stranamente non bruciato e una ciotola capiente di formaggio bianco cremosissimo fatto in casa
Il giro di Fès inizia alle h 10 circa e prosegue per tutta la giornata intera.
Fes-el-Bali è la medina più grande del Maghreb e anche la più dispersiva, infatti non è raro perdersi tra le mille stradine intricate. Nonostante le nostre cartine alla mano riusciamo a perderci per ben tre volte, quindi onde evitare ulteriori attacchi di labirintite, decidiamo di ripartire per l'ennesima volta proprio dalla porta di Bab Boujeloud.
Davanti alla porta incontriamo un anziano signore, che ci racconta in un francese un po' inquinato che il verde è il colore dell'Islam e quindi lo troveremo spesso nei monumenti, inoltre ci raccomanda di fare attenzione alle faux guides, ossia le false guide ormai frequentissime, ma messe in cattiva luce dalle guide LP, rough, etc...
Attraversiamo impavidi una moltitudine di derb(vicoli ciechi), e di stradine buie senza badare al fatto che tutte le botteghe sono chiuse.
Poco più tardi ci viene in mente che il venerdì è il giorno di preghiera, ossia l'equivalente della nostra domenica e tutti gli esercizi commerciali sono chiusi...girare in pace e percepire ogni singolo edificio è molto più rilassante, intrigante, insomma ha un suo fascino, soprattutto se la tua ultima esperienza è stata la chiassosa medina di Marrakech.
Nel primo pomeriggio senza un minimo accenno di fame e finito il giro in religioso silenzio, troviamo un bellissimo hotel in zona Bab Guissa: il Palais Jamaï , ex residenza dei gran visir costruito a fine '800.
All'interno troviamo una moltitudine di statue, di quadri con rappresentazioni antiche della città e dei piccoli angoli dove troneggiano sofà ricamati in velluto rosso. Senza nemmeno consultarci ci immergiamo completamente in questo angolo lussuosissimo per degustare un té alla menta e pasticcini sulla grande terrazza con vista sulla medina, inutile dire che la nostra permanenza si sia prolungata oltre la consumazione, fuggendo solo verso l'ora del tramonto.
Sulla cima di una collina adiacente ci fermiamo a scattare un po' di fotografie ritraendo la città incorniciata dalle colline verdastro marroncine che perde luminosità lentamente..
Molto più meditativa Fès, artistica e intellettuale...
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda eestlane » 15/06/2009, 17:16

il racconto a puntate più ravvicinate della storia :lol:
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda erne » 15/06/2009, 18:33

Per essere incompiuto e molto compiuto anche nei dettagli
Ora visto che lo leggero' con passione e interesse e che andro' negli stessi luoghi non c'e' anche una versione bignamata per un lettore pigro come me...o chesso' potresti nerettare i capoversi principali :P

Certo che sono utenti come me che danno soddisfazione e gioia a narratori come voi :mrgreen:

No scherzo.Lo leggero' accuratamente :geek: ,ma anche io avro' bisogno dei miei tempi
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda cangaceiro » 15/06/2009, 22:36

questo racconto mi ricorda un certo stile 8-)

purtroppo siamo in una sezione protetta...ma sicuro che questa è solo una saga? oppure hai sbagliato a digitare :)
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda darietto » 15/06/2009, 23:08

Aidi è troppo lungo! Comunque sembra interessante. Domani lo leggo in aereo, almeno so come passare le due ore di volo
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda geom.Calboni » 16/06/2009, 9:11

questi giovani non hanno voglia di far niente... :)
i resoconti lunghi e magari interessanti ;) anche in bagno un po alla volta possono esser letti... :) invece che il solito Topolino... :)
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda scareface » 16/06/2009, 12:01

azz! :o :o
non ci speravo neanche più di leggerlo, tant'é che avevo smesso di romperti le palle

sta sera me lo leggo con una birra fresca, adesso dal cell sarebbe la morte :lol:
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda Aideena » 16/06/2009, 12:02

geom.Calboni ha scritto:questi giovani non hanno voglia di far niente... :)
i resoconti lunghi e magari interessanti ;) anche in bagno un po alla volta possono esser letti... :) invece che il solito Topolino... :)
Diglielo Geo, a 'sti fiacconi! :lol:
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda Aideena » 16/06/2009, 12:04

scareface ha scritto:azz! :o :o
non ci speravo neanche più di leggerlo, tant'é che avevo smesso di romperti le palle

sta sera me lo leggo con una birra fresca, adesso dal cell sarebbe la morte :lol:
E' lo stesso identico che hai letto a gennaio; è incompiuto davvero :mrgreen: forse un giorno lo finirò..
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda darietto » 16/06/2009, 12:21

Aideena ha scritto:
geom.Calboni ha scritto:questi giovani non hanno voglia di far niente... :)
i resoconti lunghi e magari interessanti ;) anche in bagno un po alla volta possono esser letti... :) invece che il solito Topolino... :)
Diglielo Geo, a 'sti fiacconi! :lol:

E' vero, non ci son più le persone di una volta. Dobbiamo prendere esempio da voi "con esperienza" :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda Aideena » 16/06/2009, 12:26

darietto ha scritto:
Aideena ha scritto:
geom.Calboni ha scritto:questi giovani non hanno voglia di far niente... :)
i resoconti lunghi e magari interessanti ;) anche in bagno un po alla volta possono esser letti... :) invece che il solito Topolino... :)
Diglielo Geo, a 'sti fiacconi! :lol:

E' vero, non ci son più le persone di una volta. Dobbiamo prendere esempio da voi "con esperienza" :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Ormai le tue due ore di volo sono impegnate, poi ti interrogo! 8-)
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda geom.Calboni » 16/06/2009, 13:19

darietto ha scritto:
Aideena ha scritto:
geom.Calboni ha scritto:questi giovani non hanno voglia di far niente... :)
i resoconti lunghi e magari interessanti ;) anche in bagno un po alla volta possono esser letti... :) invece che il solito Topolino... :)
Diglielo Geo, a 'sti fiacconi! :lol:

E' vero, non ci son più le persone di una volta. Dobbiamo prendere esempio da voi "con esperienza" :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

più che altro...non fare il misterioso come al solito 8-) ...dove sei diretto? ;)
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda darietto » 16/06/2009, 13:31

Aideena ha scritto:
darietto ha scritto:
Aideena ha scritto:
geom.Calboni ha scritto:questi giovani non hanno voglia di far niente... :)
i resoconti lunghi e magari interessanti ;) anche in bagno un po alla volta possono esser letti... :) invece che il solito Topolino... :)
Diglielo Geo, a 'sti fiacconi! :lol:

E' vero, non ci son più le persone di una volta. Dobbiamo prendere esempio da voi "con esperienza" :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Ormai le tue due ore di volo sono impegnate, poi ti interrogo! 8-)

Spero non come quella dell'avatar del Canga :mrgreen:
geom.Calboni ha scritto:più che altro...non fare il misterioso come al solito 8-) ...dove sei diretto? ;)

Vado a Londra, torno domani pomeriggio. Questa sera ho una cena diplomatica.....
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Re: Saga del racconto incompiuto: Marocco

Messaggioda scareface » 16/06/2009, 16:02

darietto ha scritto:
Aideena ha scritto:Ormai le tue due ore di volo sono impegnate, poi ti interrogo! 8-)

Spero non come quella dell'avatar del Canga :mrgreen:
macche'!
io aidi me la vedo piu' cosi'
Linc
:lol: :lol:


geom.Calboni ha scritto:più che altro...non fare il misterioso come al solito 8-) ...dove sei diretto? ;)

Vado a Londra, torno domani pomeriggio. Questa sera ho una cena diplomatica.....[/quote] :shock: :shock:
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