I cuori di Atene

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L’Acropoli, la Plaka e Monastiraki custodiscono il prezioso passato della capitale greca, testimoniano l’importanza che la città ha avuto nella Storia. Ma possiamo limitarci a questo? Certamente no. Atene non è un luogo morto, che avuto un inizio ed una fine, la sua storia continua attraverso questa nostra epoca contemporanea, vive tutt’oggi. Per vivere ha bisogno di un cuore, ma per alimentare la sua energia un cuore solo non sarebbe bastato…
per questo ne possiede due, pulsanti, vibranti, da cui si alimentano le sue arterie, che attraversano poi ogni quartiere..irrorano ogni organo ateniese. Una città…due cuori…due battiti simultanei, simili ma diversi, due piazze e le loro folle. Per raggiungerle da Monastiraki anch’io devo dividermi, la mia parte più allegra e spensierata raggiungerà piazza Syntagma; l’altra più riflessiva, ma anche più pratica seguirà la strada per piazza Omonia. Per giungere a Syntagma la via è quanto di più bello si possa desiderare in un momento di felicità: l’importantissima via Ermou, la via principale dell’Atene contemporanea.
Essa attraversa il Thissio, lambisce Monastiraki e giunge a Syntagma diventando area pedonale. E’ l’arteria del primo cuore. Uno dei Luoghi favoriti in città per gli amanti dello shopping, boutique occidentali una accanto all’altra come in ogni altra capitale dell’unione europea. Stesse firme, stessi simboli. La strada non sarà le ramblas di Barcellona, ma rivela piacevoli sorprese, come per la Plaka. Anche qui, luogo moderno, la Storia ha lasciato piccole tracce, nella passeggiata vi si presenteranno davanti alcune chiesette bizantine, scrigni medioevali di una grande nazione.
Di nuovo la folla regna sovrana, vi ritroverete coinvolti al “sangue ateniese”, mescolati a giovani in cerca di acquisti, mimi intenti ad esibirsi, tantissimi venditori abusivi di borsette false e cd, bancarelle di frutta secca e caffè all’aperto, dove il frappè è come al solito il re indiscusso della scena, assieme ai discorsi degli ateniesi: vi accorgerete di quanto ami parlare questo popolo.
Pur non essendoci automobili, anche in via Ermou il silenzio è bandito, detestato. Arrivo al primo cuore. Syntagma rappresenta anche il potere per la Grecia moderna; nel palazzo neoclassico che domina la piazza risiedeva il re prima ed ora il parlamento greco.
Centinaia di turisti si recano qui per assistere allo spettacolo offerto dagli evzoni, che vegliano sulla tomba del milite ignoto, vestiti con la loro inconfondibile uniforme. Essendo sede del potere, Syntagma, è il luogo preferito per ogni sorta di protesta. Se si deve protestare si viene qui, per forza.
Le proteste in Grecia fanno parte della vita quotidiana: è una vecchia storia, antica come la Grecia stessa, che ha radici ben più lontane della pseudo-crisi economica raccontata ai telegiornali europei. Le proteste fanno parte di questo popolo, da sempre, anche in forma violenta; ma non giudichiamo, limitiamoci a prenderne atto, soprattutto nel caso in cui dovessimo trovarci in mezzo ai cortei e alla polizia durante il nostro viaggio. Preferisco continuare a seguire la mia spensieratezza oltrepassando la folla, dietro il parlamento mi aspettano i giardini nazionali e il giardino Zappeio, vera e proria oasi nella caotica Atene, luogo perfetto per le famiglie, una volta riservato solo ai reali. Oasi nel senso stretto del termine, paradiso per gli amanti delle piante esotiche…perdetevi tra i viali alberati e i laghetti, lontano dal traffico, è neccessario ogni tanto in questa città.
Ma dove avevo lasciato il mio compagno di viaggio? Si, proprio lui, quello “pratico”, che fine ha fatto? Ah ecco…a Monastiraki da dove eravamo partiti.
Non ha voluto seguirmi,lui non ama svagarsi, la sua mente ha un pensiero fisso da cui è attratto: Omonia.
E’ diretto lì. Per arrivarci seguirà viale Athinas, l’arteria del secondo cuore. Il viale è quanto di pù diverso da via Ermou, perchè il cuore di Omonia reclama sangue differente. Ha bisogno di linfa diversa da Syntagma. Se Ermou assomiglia più o meno alla via principale delle città europee occidentali e centrali, Athinas è orientale, obbedisce a Costantinopoli. Ricorda alcune vie interne di Bari o Taranto, città greche d’oltremare.
Non è semplice percepirlo subito se si visita per primo, ma dopo Ermou la differenza è netta.
Una mazzata per i turisti, per gli americani, gli occidentali e tutti i “grecisti puri”, quelli impreparati a questa Atene che ha seguito il suo corso dopo l’età classica.
La mia parte pratica, da grande farabutta, si fa subito corrompere dalle sue passioni orientali, nota immediatamente i dettagli e si lascia catturare, non oppone la minima resistenza all’energia che la trascinerà fino ad Omonia. La piccola orchestra di trombe e fiati vari posta di fronte alla metro di Monastiraki, in cerca di fortuna e spiccioli, mi accompagna con fanfara ottomana in questo percorso. Mi dà il benvenuto.
Ai segni, alle insegne dell’occidente dei negozi, nuovissime e luccicanti nella sera di Ermou, si contrappone la trasandatezza di Athinas, la sua “opacità”; Le insegne al neon qui sono cartelloni nel più dei casi, come nei vecchi quartieri di Istanbul; le boutique qui sono negozi di basso profilo, botteghe di utilità o addirittura qualche artigiano, che sopravvive nel suo lavoro. Anche il marciapiede testimonia la differenza, sporco e non curato…non è da passeggio, ad Athinas si viene per fare qualcosa. Ma cosa?
Tantissime da elencare, limitiaci ad arrivare alla nostra meta, la via è lunga. Ma posso concerdervi una sosta. Al mercato di Atene.
La città ha fame, moltissima fame, l’appetito dei cittadini è grande tanto quanto le loro chiacchere e qualcuno dovrà soddisfare queste esigenze. Ampiamente soddisfatte in questo luogo per stomaci forti, dai pistacchi di Egina, i migliori al mondo assieme a quelli persiani, alle teste di agnello pronte per la tavola, olive di ogni sorta da assaggiare in sequenza. Per chi non teme nulla nel mercato ci sono un paio di taverne da far concorrenza a quelle del Pireo, degne dei più navigati scaricatori di porto o marinai, intrugli vari serviti nel brodo caldo, dalla dubbia qualità, che gli avventori degustano come fossero piatti preparati da uno chef parigino. Celebre il pasticcio di pasta o la zuppa di ossobuchi.
Narcotizzati dai sapori e dagli odori, l’energia di Omonia ci afferra sempre più forte. Arriviamo finalmente in piazza.
Tutto qui? Ma cosa c’è da vedere? Musei forse? Statue di Atena? Lasciate a casa le guide, niente di tutto ciò vi attende, disperdetevi seguendo il vostro istinto. Il discobolo del grande museo può rimanere tranquillamente sulla foto del mio libro d’arte a casa.
Annusate, guardate, mangiate, comprate, camminate, sedetevi: respirate Atene, traffico e souvlaki, amate Atene, caos e sentimenti.
La vita scorre qui, come nei ventricoli del cuore umano. Potete far shopping nei grandi centri commerciali, guardare semplicemente il traffico di questo nodo stradale, talmente importante per volume da far impallidire Monastiraki, qui tutti gli ateniesi devono passare, non solo chi vuole accedere al centro come per la vecchia piazzetta turca. Qui arrivano autobus dalla Serbia, dalla Bulgaria o altro, fanno scendere i loro passeggeri, prima di proseguire il viaggio.
La storia dei turchi permane…scorgo ora un lustrascarpe al lavoro, le passioni degli antichi greci restano anche, bancarelle ed edicole stracolme di materiale pornografico in bella vista, neanche ci fosse ancora il paganesimo. Panetterie moderne ma cariche di burek nelle sue varie forme, con nomi adattati al nazionalismo ellenico.
Mangerò qui stasera; i souvlaki, veri signori della piazza, così come il frappè al centro, emanano un odore irresistibile, stordente, acre di limone misto a carne arrostita. E’ difficile farsi capire, i nomi turchi sono proibiti qui, le specialità sono state ribattezzate; sbaglio il mio ordine tra i sorrisi ironici degli immigrati albanesi vicini di tavolo, ma non importa…Atene mi ha già saziato stasera….con l’amore dei suoi cuori….

MASSIMO DI VICCARO

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