Quando visitai un paio di anni fa la bella Edirne ( la vecchia Adrianopoli ) situata a circa 120 km da Istanbul a pochi chilometri dai confini con Grecia e Bulgaria e celebre per la battaglia tra Romani e Goti del 325 d.c. in cui i romani vennero annientati, pensavo che le due frontiere appaiate tra Bulgaria e Turchia e tra Grecia e Turchia fossero due frontiere lente e calde visto che erano l’ ultimo baluardo verso l’ Unione Europea.
In effetti non mi sbagliavo ma dopo opportuni approfondimenti la situazione è ben peggiore : il fiume Evros che proveniente dalla Bulgaria fa per un largo tratto da confine naturale tra Turchia e Grecia è una delle rotte dei migranti che provenienti ai giorni nostri sia dall’ Africa mediterranea martoriata da guerre e rivoluzioni e dal Medio Oriente, dall’ Afghanistan, dal’ Iran, dal Caucaso etc etc tentato di entrare in Europa.
Istanbul è la porta di accesso si può raggiungerla con ogni mezzo e non si ha bisogno di visti da molti paesi islamici per la Turchia e presso Edirne si tenta la fortuna sfidando la sorte spesso in notturna per raggiungere la Grecia, sfidando il fiume, per la verità in molti tratti non molto profondo ( ma si segnalano almeno 50 morti all’ anno ) e negli anni passati le zone minate eredità dell’ invasione turca di Cipro e poste dai greci a protezione dei confini meno controllabili ( si segnalano 100 morti negli ultimi 20 anni ). Ultimamente molti migranti profughi in cerca di asilo politico e semplici migranti senza documenti si consegnano direttamente alla polizia greca sperando di essere rilasciati dai centri di detenzione veri e propri lager sovraffolati e con scarse condizioni igieniche in cui non di rado si usa la violenza con i detenuti, ed avere il foglio di via di 30 giorni per poi lasciare il paese e dirigersi verso Italia, Germania o altrove per cercare di trovare un lavoro o l’ aiuto di parenti e congiunti.
Le statistiche segnalano che gli sbarchi dal mare sono una netta minoranza, almeno l’ 80 per cento dei clandestini arriva dalla Turchia attraverso il fiume Evros e si riversa in Grecia, presso il villaggio di Soufli, ma se la condizione in Africa resterà critica nei prossimi mesi centinaia di migliaia di persone potrebbero percorrere questa strada.
Il confine dell’ Evros è lungo circa 200 km difficilmente controllabile in toto, per fronteggiare l’ emergenza le autorità greche stanno pensando la costruzioni di vari chilometri di muro per evitare il guado del fiume ma tale cosa sembra un palliativo piuttosto inutile.
Nel 2010 in Grecia sono giunti più di 130000 clandestini contro gli appena 3000 arrivati sulle nostre coste e i numeri tenderanno ad aumentare, questo per far capire i numeri del problema e se l’ Italia piange con l’ Europa per essere stata lasciata sola, la Grecia in crisi economica drammatica certo non ride.
Tra l’ altro anche i ben noti problemi tra Grecia e Turchia non facilitano il dialogo ne la creazione di accordi bilaterali visto che i turchi per ora sono disposti a riprendersi non più di 1000 migranti all’ anno.
LUCA TOCCO
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