Minsk, città dell’Utopia

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Minsk si presenta, a prima vista, imponente, immensa. E’ pulita, tutto è scritto in cirillico, non c’è un mendicante e nessuno ti disturba. Tutto questo senso di imponenza che dà la città è un richiamo all’imponente regime, una metafora del governo al potere. Il governo odierno è figlio, seppur con dovute e numerose differenze, di quel potere che governò Minsk e la Bielorussia dal dopoguerra fino al discioglimento dell’Unione Sovietica. Minsk fu devastata e rasa al suolo al novanta per cento durante la seconda guerra mondiale, da città quasi provinciale che era, ora raggiunge quasi due milioni di abitanti.
Ai primi progetti di lasciarla com’ era, prima e unica città memoriale o cimitero vivente delle brutture umane, subentrò la voglia di edificarla da zero.
La città con l’opera dei migliori e più affermati architetti sovietici dell’ epoca è stata completamente ricostruita come modello di una città sovietica ideale, colpisce la classicità degli edifici ,i viali ampissimi, il viale Karl Marx con le due torri che dalla stazione conduce al centro simile all’ analoga via di Berlino est.
Si prosegue in piazza dell’ indipendenza con gli edifici governativi tipici del realismo socialista, l’ Università e la statua di Lenin che parla da una tribuna ancora omaggiata da fiori ai suoi piedi.
Seguendo Prospekt Nezavisimosti si arriva prima in Oktyabrskaya Ploschad con il museo della guerra patriottica e della tragedia ebrea , il parallepipedo enorme del Palazzo della repubblica in mezzo alla piazza, il palazzo della cultura , poi piazza della Vittoria con la colonna , la fiamma che ricorda il sacrificio della città nella seconda guerra mondiale e l’ elenco delle città eroine della Russia.
Il fiume Svislach ghiacciato, la parte ricostruita della “vecchia Minsk “ , la moderna pista di pattinaggio su ghiaccio , la biblioteca nazionale illuminata con i colori della bandiera della Bielorussia fiore all’ occhiello del governo Lukashenko , le numerose chiese, quella cattolica ( la chiesa rossa costruita nel 1910 da un nobile polacco ) e ortodosse e poche altre cose rendono Minsk una città che si vede in fretta.
Tra le particolarità di Minsk ecco un busto di Feliz Dzerzhinsky, capo storico della Ceka, il terribile e sanguinario predecessore del Kgb, che qui esiste ancora nella sostanza, che riporta a periodi storici che sembrano sepolti nel tempo e nella memoria .
Nel centro di Minsk dalle parti di Piazza della Vittoria risulta esserci anche l’ appartamento dove ha soggiornato Lee Oswald , famoso come unico assassino del presidente americano Kennedy, anche se la verità è ancora nebulosa, durante la sua permanenza nell’ Unione Sovietica e in particolare a Minsk dove si sposò con una collega di fabbrica e restò alcuni anni prima di tornare negli Stati Uniti.
La città di notte è ancor forse più bella benissimo illuminata da luci colorate , addobbata con luci, festoni e alberi di Natale per il Capodanno e il prossimo natale ortodosso del 6 Gennaio , non c’è ombra di buche nell’ asfalto e nei marciapiedi , erbacce, sporcizia, povertà a cui si è abituati girando ad est. Il “ regime “ a suo modo funziona.
Il turista classico non troverà nulla di particolare o antico a Minsk mentre il viaggiatore più avvezzo, invece, completerà un percorso già fatto nell‘est Europa sicuramente interessante e pieno di piccole grandi scoperte.
A noi capita anche la fortuna di visitare Minsk con un gruppo di studenti che studiano italiano, dopo il previo contatto con la loro giovane e simpatica professoressa, le nostre guide personali ci illustrano aneddoti e storie della loro città che come abbiamo potuto notare viene raccontata con fierezza, si passa dal monumento alla guerra russa in Afghanistan e alla leggenda dell’ isola delle lacrime, al parco Gorky attraverso i personaggi e i luoghi che hanno fatto la storia bielorussa e in particolare di Minsk.
Al viaggiatore disattento potrebbe sembrare che ciò che c’è da vedere a Minsk, a parte qualche chiesa e puro soviet style, sia tutto legato a ricordi e monumenti legati alle guerra e a tristi ricordi. Ebbene non possiamo smentirli è così.
Il vedere è in questo tipo di viaggio subordinato al parlare con le persone e a capire, se si pensa di fare un viaggio senza entrare in contatto con i locali, ed è meno difficile di quanto può sembrare, è meglio pensare ad altri tipi di mete.
E comunque Minsk è città particolare e sicuramente originale e inedita rispetto a tutte le altri capitali o città dell’ est europeo.
La città sia stata creata come simbolo dell’ utopia comunista, Minsk è una città imperiale in fin dei conti senza aver mai avuto un ruolo dominante in un impero , non esistono esempi del genere nemmeno in Unione Sovietica ne si è potuta realizzare qualcosa di analogo nella poliedricità di Mosca né nell’ “ europea “ San Pietroburgo .
Il risultato è una città che si estende lungo una via principale l’ odierna enorme Skaryna che supera i 12 km con grandiose piazze e parchi lussureggianti un misto di architettura classica egizia, greca , romana che si fonde con modelli barocchi e rinascimentali, palazzi abitativi riccamente decorati, secondo l’i dea che anche le classi da sempre oppresse dovessero vivere in bei palazzi con parchi , fontane e statue; appunto Utopia.
Fuori città rispettivamente a 30 e 60 km da capitale esistono altre due attrazioni, dense di un’atmosfera particolare se si riesce a visitarle durante l ‘inverno.
La prima è la linea di Stalin che mostra le fortificazioni e i combattimenti presso Minsk nel 1941 illustrate da guide in uniformi dell‘armata rossa del tempo.
La seconda è Katyn, memoriale in omaggio ai villaggi bielorussi distrutti, bruciati e devastati durante la seconda guerra mondiale, alcuni monumenti e il villaggio ricostruito ricordano la bestiale furia nazista, il luogo è da non confondere con l’ eccidio dei soldati polacchi soprattutto ufficiali ai confini con la Russia nell’ omonima foresta di Katyn .

LUCA PINGITORE & LUCA TOCCO
( Articolo apparso su www.viedellest.eu anno 2009 numero 6 )

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