Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegro 17

In questa sezione del forum si può discutere, postare notizie e chiedere informazioni riguardo le proprie esperienze, emozioni ed avventure di viaggio.

Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegro 17

Messaggioda Lebowski » 18/08/2017, 9:49

tragitto: Sarajevo - Mostar - Dubrovnik - Kotor - Budva - Podgorica
Partecipanti: io
Giorni: 4-14 agosto


E' stato il mio 11° viaggio in ex Jugoslavia. Un paese che racchiude una sorta di mondo a sé. In pochi km puoi trovarti a veder cambiare alfabeto o religione, con tutto ciò che ne deriva.
Eppure, e lo capirò ulteriormente giorno dopo giorno, mi sono convinto ancor di più che sia impossibile comprendere questo puzzle chiamato "ex Jugoslavia".
E sia addirittura sbagliato dare impressioni basandosi su ciò che era e non su ciò che è ora.
Sono partito convinto o consapevole di alcune cose. Avevo, come tutti, le mie opinioni su certe cose e certe persone, alcune anche famose. Le ho riviste. Altre, le ho confermate.
Viaggiare serve, e deve servire, anche a questo. Basta aprire un po' gli occhi (e provare ad aprire la mente). O almeno provarci.

Iniziamo il mio viaggio.

Giorno 1 - 4 agosto

La sveglia suona presto. Non so come mai, ma per una serie di ragioni ero quasi "stufo" di fare un viaggio. Non ero certo eccitato o ansioso di di partire. Chi lo sa il perché. Forse sto iniziando a invecchiare.
Il volo, dapprima verso Vienna, mi vede vicino a un russo residente in Italia. Puzza d'aglio da far schifo, probabilmente lo puccia nel latte a colazione. I primi segnali non sono bellissimi.
In poco tempo sono nell'ex capitale asburgica.
L'avevo scelta per il prezzo del volo, comunque non economicissimo. Ma nemmeno eccessivo, considerando il periodo. E considerando che il viaggio l'avevo scelto proprio per il costo, ci stava.
Ma all'arrivo in aeroporto, pur muovendomi velocemente (40 minuti di tempo tra un volo e l'altro con il rischio di perdere la coincidenza non mi permettevano soste rigeneratrici), realizzo che sono nella capitale asburgica e sto per viaggiare verso Sarajevo, una delle città più importanti dell'ex impero. E vengo dalla Lombardia. Il puzzle ottocentesco/inizi 900 è quasi completo.
All'arrivo a Sarajevo scopro, contrariamente a quanto letto su internet e sulla guida che esiste un pullman aeroporto - centro città. Guida anche questa volta inutile, purtroppo l'unica su questi posti. E' l'ultima edizione ma è di un paio di anni fa, a sua discolpa c'è da dire ciò. Mi tocca però aspettare un'ora e quindi opto per un taxi dopo breve contrattazione.
L'ostello è molto ben posizionato e la ostellante è cordiale e parla un ottimo inglese.
Sono nel quartiere ottomano, il cuore cittadino. A meno di 100 mt dal latinski most, il ponte latino.
Preso possesso della camera, direi bellina, mi tuffo in città. Fa caldo ma è abbastanza sopportabile. So che saranno le altre tappe a creare problemi su quel fronte. Del resto siamo a 600 mt circa slm.
La prima impressione è buona, anche se sembra un grande suk.
Sembra di stare in Turchia (pur non essendoci stato, mi baso sulle foto viste). So che in gran parte è ricostruito ma sembra comunque molto vero.
Deve essere stato rifatto in modo quasi perfetto.
La cosa che mi colpisce di più è però la non indifferente presenza di turchi e arabi per la città. Su questo aspetto rimango un po' sorpreso non tanto per la presenza ma per la quantità, anche per i non pochi burqa visti nell'abbigliamento femminile. Saranno aspetti che mi regaleranno conversazioni molto interessanti nei giorni a venire.
Quando il muezzin fa partire il canto del tardo pomeriggio, decido di tornare in camera per riposare un po' prima di uscire a cenare.
Sarà l'età ma la stanchezza, dovuta alle 3 ore di sonno alle spalle, anche dopo la siesta di un'oretta non mi lascia stare. A forza faccio la doccia e mi preparo a uscire.
Ho scelto la birreria Sarajevsko, poco distante. Al di là del ponte.
Riproduce una birreria ottocentesca, pur essendo una ricostruzione della vera birreria. E' comunque bella come atmosfera, un po' meno per i prezzi (caruccia considerando il resto città) ma la qualità è buona.
Il dopo cena, sempre funestato dalla stanchezza, mi vede girare per il quartiere ottomano, in mezzo ai tanti, tantissimi turisti da ogni dove presenti in città. Una birra, una bibita in un altro baretto, un giro per i negozietti e alle 11 e qualcosa, orario insolito per me, mi reco in camera.
E mi addormento.
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda geom.Calboni » 18/08/2017, 11:07

Viaggio seguito in semi-diretta ed ero quindi in attesa dei dettagli e delle considerazioni generali finali ;)
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Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda flyingsoul » 21/08/2017, 5:10

Lebowski ha scritto:All'arrivo a Sarajevo scopro, contrariamente a quanto letto su internet e sulla guida che esiste un pullman aeroporto - centro città. Guida anche questa volta inutile, purtroppo l'unica su questi posti.


MA contatti in loco? C$?
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Lebowski » 21/08/2017, 10:34

flyingsoul ha scritto:
Lebowski ha scritto:All'arrivo a Sarajevo scopro, contrariamente a quanto letto su internet e sulla guida che esiste un pullman aeroporto - centro città. Guida anche questa volta inutile, purtroppo l'unica su questi posti.


MA contatti in loco? C$?


Non sono più iscritto a CS. :)
(non lo amo particolarmente, si può dire che non sia mai stato iscritto).
Come "contatti in loco" c'è comunque un riferimento nel "letto su internet" perché mi riferisco a Tripadvisor. Avevo letto su quello inglese una risposta da parte di una persona di Sarajevo che indicava l'assenza dell'autobus. Era un po' datata, fine 2016 se ricordo bene, e mi ero basato su quella. Indicavano un autobus locale che portava a una piazza, dove da lì c'era da cambiare autobus per il centro. Ora c'è proprio un autobus che porta dall'aeroporto al centro città. Presumo che quindi questo autobus sia cosa recente.

In settimana spero di riuscire a proseguire il racconto e scaricare le foto.
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Lebowski » 22/08/2017, 21:38

Giorno 2 - 5 agosto

La sveglia si fa attendere. E io decido di assecondarla.
Oggi ho deciso di fare una visita della città più approfondita e di visitare i suoi "luoghi simbolo".
Così, dopo aver chiesto qualche informazione alla padrona, mi incammino verso il Galerija 11/07.
è vicinissimo alla Cattedrale Cattolica. Prima di arrivare mi fermo a fare colazione in un bar lungo il viale pedonale e devo dire che il cappuccino è veramente buono, migliore di molti qua in Italia. Strano, forse la prima volta che mi capita all'estero. E anche il dolce, una fetta di baklava, non è male.
Il Museo del genocidio di Srebrenica è ben ideato e spiega molto bene ciò che accadde. Mi colpisce la targa all'ingresso, che ricorda come sia stato costruito con finanziamenti turchi. In città, lo noterò nei giorni a seguire, molte volte compare una targa con la bandiera turca a sottolineare la spesa per la ricostruzione di questo o quel luogo/monumento.
Comunque, eccidio e campi profughi conseguenti sono ben spiegati dall'audioguida (che forse dovrebbe avere più lingue ed essere meno prolissa), da foto, filmati etc. Forse manca una informazione non secondaria: perché avvenne, la causa che scatenò Srebrenica.
Dopo il museo, decido di pranzare e tornare un'oretta in camera. Mangerò in una caratteristica Cevapciceria. Finalmente li riassaporo e noto che il locale è sicuramente autoctono. Nessun straniero, cevapcici da mangiare con le mani (in sala c'è un lavandino a cui le persone accedono per lavarsele prima e dopo) e noto una cosa che mi tormenterà nei giorni a venire. Per ordinarli specifico "no vegetables" e loro ogni volta mi porteranno comunque le cipolle. Cosa sono per loro?
Il mistero rimane.
Le prime ore pomeridiane decido di trascorrerle al di là del fiume: voglio vedere un po' di zone non turistiche. Si vedono le case con i segni dei proiettili sui muri, gente indaffarata, scene di vita quotidiana.
Così torno e mi rilasso un po' su lungofiume. D'un tratto mi accorgo che l'assedio è ancora in corso, bombardano dal cielo. Anzi, non faccio in tempo ad accorgermene perché vengo colpito. Un piccione (bastardo, che Allah lo maledica!) mi prende maglietta e braccio destro. Sono poco distante dalla camera e quindi torno per pulirmi. Di lì a poco avrò il free guide tour.
L'appuntamento è alle 16:30 e dovrebbe durare 90 minuti. C'è gente da tutto il mondo: Canada, europei vari, australia etc.
La guida è un personaggio: magro, capelli lunghi, cappellino Nato, maglietta rossa. Ci accoglie con un bel "benvenuti in Bosnia, il paese più pazzo al mondo". Se lui ne è la rappresentazione direi che è vero! Il giro inizierà proprio al di là della strada, sul luogo dove venne assassinato Francesco Ferdinando. La guida fa domande, cerca la partecipazione del pubblico. Io preferisco ascoltare. Noto che gli anglosassoni non sanno quasi nulla (un irlandese confonde il casus belli come la causa della guerra, mentre in realtà è la causa che la fa iniziare. Piani di difesa e attacco non si preparano in 2 giorni!). Poi passiamo a tutti i luoghi simbolo della storia cittadina, recente e passata. Sentire raccontare la guerra da uno che l'ha vissuta sulla propria pelle è molto diverso. Lui si è salvato perché scambiato per pazzo (sue testuali parole) e quindi non arruolato. Inoltre, è comunista, fan di Tito, direi un po' troppo fan. A parte questi aspetti è molto neutrale e non manca di prendere a male parole tutti i grandi personaggi della guerra 92-95. Di tutti gli schieramenti. Accenna anche abbastanza bene ad aspetti veri, come il peso di alcuni paesi esteri nel conflitto: Germania, Russia e Vaticano.
E sottolinea una cosa, con grande preoccupazione. Svela il perché della presenza cospicua, soprattutto in campagna, di arabi, turchi etc.
Sono i mujahedinn di allora - gli iraniani se ne sono tornati subito - o sono "amici" di quei combattenti arrivati anni dopo. E' molto preoccupato (e secondo me ne han ben donde). Li vorrebbe fuori e mi svela che molti bosniaci la pensano come lui. In città è facile vedere bosniaci con la barba lunga e con la moglie in burqa, con una sola retina sul volto a permettere loro di vedere, e probabilmente sono seguaci dei proseliti fatti da salafiti o simili. "Vengono, comprano terre e rimangono. Non va bene". Lo capisco. Oggi Sarajevo è molto diversa da prima della guerra: basterebbe guardare i numeri. Prima, "solo" il 45% era musulmano. Ora, in tutta la Bosnia, mi dice che i bosgnacchi sono gli unici cresciuti di numero, anche per quegli stranieri. E di tanto.
Io non gli rivelo la mia impressione, ma per quanto mi riguarda Sarajevo ha poco di multietnico.
Posto che per diversità si intenda la sola appartenenza religiosa, dato che comunque fisicamente e somaticamente i bosniaci sono ortodossi o, soprattutto, croati cattolici convertitisi all'Islam secoli fa durante l'occupazione ottomana. Il più delle volte per ragioni di potere o lavoro. Oggi i musulmani sono la stragrande maggioranza, i serbi se ne sono andati. Più che Gerusalemme d'Europa (vero forse prima della guerra) la mia impressione è di Istanbul di Europa. Ho rivisto la mia impressione pre-partenza sul campo, prima di partire ero convinto di andare in una città più eterogenea.
La visita guidata, molto interessante, si concluderà all'ex biblioteca comunale dopo 2 ore e mezza di tour. Bello ma sfiancante.
Non ho fatto in tempo a visitare il tunnel. Preferisco tornare in albergo, docciarmi e uscire per cena.

A cena scelgo un baretto poco distante. Mi accomodo e ordino birra, nell'attesa. Mi viene risposto che non c'è. Intuisco subito, dalla risposta, di essere in un locale Halal. Prendo pleskavica e acqua.
Il dolce lo prendo in una pasticceria all'inizio della Piazza dei Piccioni.
Per sera ho in programma il kino bosna. Ex cinema poi convertito in pub, uno dei locali cittadini più famosi.
Così, fatta una certa ora, mi incammino.
Non è vicinissimo ma neppure lontano, devo attraversare tutto il centro. Vero le 22:45 entro e mi accorgo di essere l'unico cliente. La cosa mi lascia un po' perplesso e mi sorprendo un paio di volte quando, sentendomi osservato, mi volto e vedo che dietro di me c'è la statua di Chaplin. Comunque, mi accomodo a un tavolino e navigo un po'. Dopo qualche minuto vedo una signora un po' anziana accendere alcune luci e fare il loro ingresso un paio di compagnie, straniere. Siamo i soli.
La signora si avvicina e si presenta: è la titolare.
Scambiamo quattro chiacchiere e mi racconta del cinema. Parliamo dell'Italia, lei sa qualche parola.
E poi arriviamo a parlare di due cittadini molto famosi: Bregovic e Kusturica. Le confido che amo il Kusturica regista e meno l'uomo. Lei capisce. Mi confida che era cliente abituale del cinema, si sedeva in un angolo (quando ancora non era pub), e alla fine delle proiezioni se ne andava. Casa sua è poco distante, 5 minuti a piedi. Parliamo un po' di lui e dei suoi film e si rivela una chiacchierata molto gradevole.
poi mi spiega il perché dell'assenza di persone: sono tutti in collina a un concerto rock. Sono già le 23:30, non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di chiedere maggiori informazioni per andarci: è tardi, sono senza biglietto, non so chi suona. Magari non mi piace, non posso entrare ed è già finito.

Decido di tornare in centro. Lungo il cammino mi riposo in un parco poco distante. E noto un "monumento" particolare, dedicato a tutti i bambini morti nel conflitto. Oltre alla statua di un uomo "urlante" la cui storia è narrata nella targa accanto. Torno al monumento dei bambini, costituito da 4 o 5 "torrette girevoli" su cui sono impressi dati anagrafici e le due date di circostanza.
Resto colpito prima dalla prima data, vicino alla mia per anno. Poi però l'occhio cade sul nome: tutti hanno il secondo nome, musulmano.
Resto sorpreso e, da curiosone quale sono, mi fermo 5 minuti a ruotarle tutte e a verificare tutti i nomi. Sono tutti bosgnacchi. Considerando che circa 1/4 dei caduti durante l'assedio erano di altra etnia religiosa, mi chiedo: tutti i bambini morti erano bosgnacchi? Presumo di no. Allora perché dedicarlo a "tutti" i bambini morti durante l'assedio? Perché non mettere i nomi dei bambini non musulmani caduti? Credo ci sian stati anche loro.
Un altro monumento a memoria forzata, per tramandare ai posteri un ricordo "di parte". Non mi è piaciuta molto la cosa. Credo finanziata ancora dalla Turchia, ma sinceramente non ricordo se fosse presente la targa commemorativa. A sentire i cittadini la bellezza di Sarajevo era nel fatto che non importava a nessuno di che religione fosse Tizio o Caio. Questo in fondo è il multiculturalismo. Ora, anche i monumenti non mancano di dividere la città tra gli uni e gli altri. E vengono spacciati per "universali". Non so, mi pare molto un multiculturalismo di facciata.
Mi siedo alla panchina poco distante. Rivedo la posizione di Kusturica. Non lo giudico più. Capisco la tragedia di questa città, di come si sia sentita durante la guerra e di come sia stata smembrata nell'anima dopo il conflitto. Non voglio giudicare e capisco di aver sbagliato. Sono moltissime le posizioni, a volte molto contrastanti, su Sarajevo. Penso vadano accettate tutte, specie da chi è cittadino di questa città. Tanti altri famosi cittadini, vedendo cambiata Sarajevo, si rifiutano di tornarci.

Dopo aver verificato dall'esterno la scarsa presenza di persone in un club rock sulla strada verso il centro e dopo aver guardato l'orologio (00:30) decido di tornarmene in camera.
E' stata una giornata intensa.
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda geom.Calboni » 23/08/2017, 9:15

Lebowski ha scritto:Il Museo del genocidio di Srebrenica è ben ideato e spiega molto bene ciò che accadde. Mi colpisce la targa all'ingresso, che ricorda come sia stato costruito con finanziamenti turchi. In città, lo noterò nei giorni a seguire, molte volte compare una targa con la bandiera turca a sottolineare la spesa per la ricostruzione di questo o quel luogo/monumento.

Non mi è piaciuta molto la cosa. Credo finanziata ancora dalla Turchia, ma sinceramente non ricordo se fosse presente la targa commemorativa.


Durante la mia ultima visita a Sarajevo, in veste di osservatore internazionale alle elezioni presidenziali del 2014, ho notato molti più (per non dire tanti) segnali di finanziamenti da parte dell' USAID, che tra l' altro non fa mistero di annoverare la Bosnia come uno dei paesi maggiormente aiutato da parte loro.

Dal mio report di allora (che invito a (ri)leggere in chiave "geopolitica") :
[...Il particolare che mi colpisce, però, e che viene fuori dopo aver esaminato numerosi di questi cartelloni esplicativi, è quello che il marchio USAID fa mostra di se esclusivamente nei luoghi prettamente religiosi quali moschee, chiese e sinagoghe. ...]
https://www.viaggiatorindipendenti.it/el ... 014/11/28/
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Lebowski » 23/08/2017, 9:48

geom.Calboni ha scritto:
Lebowski ha scritto:Il Museo del genocidio di Srebrenica è ben ideato e spiega molto bene ciò che accadde. Mi colpisce la targa all'ingresso, che ricorda come sia stato costruito con finanziamenti turchi. In città, lo noterò nei giorni a seguire, molte volte compare una targa con la bandiera turca a sottolineare la spesa per la ricostruzione di questo o quel luogo/monumento.

Non mi è piaciuta molto la cosa. Credo finanziata ancora dalla Turchia, ma sinceramente non ricordo se fosse presente la targa commemorativa.


Durante la mia ultima visita a Sarajevo, in veste di osservatore internazionale alle elezioni presidenziali del 2014, ho notato molti più (per non dire tanti) segnali di finanziamenti da parte dell' USAID, che tra l' altro non fa mistero di annoverare la Bosnia come uno dei paesi maggiormente aiutato da parte loro.

Dal mio report di allora (che invito a (ri)leggere in chiave "geopolitica") :
[...Il particolare che mi colpisce, però, e che viene fuori dopo aver esaminato numerosi di questi cartelloni esplicativi, è quello che il marchio USAID fa mostra di se esclusivamente nei luoghi prettamente religiosi quali moschee, chiese e sinagoghe. ...]
https://www.viaggiatorindipendenti.it/el ... 014/11/28/


Usaid la trovai a Kotor. A Sarajevo sinceramente non ricordo. Ricordo targhe fuori dalle moschee, nelle vie di bascarsija etc. con la bandiera turca.Appena scarico le foto ne metto un paio come "prova" :) ma può darsi benissimo che sia avvenuto, non mi sorprenderebbe.
Sapevo degli aiuti turchi, sia durante la guerra (armi etc.) che dopo (finanziamenti) ma non in tali dimensioni: si può tranquillamente affermare che quasi tutto il centro di Sarajevo è stato ricostruito dalla Turchia. Ricordo una partita di calcio molto importante (non ricordo per cosa) tra le due nazionali e, a fine partita, i giocatori turchi e bosniaci gemellati con giri di campo insieme, sotto i tifosi che applaudivano.
Può darsi che Usaid abbia finanziato o aiutato. Anche l'Italia lo ha fatto, tra le altre cose furono i bersaglieri della Garibaldi ad aprire la sfilata di liberazione ufficiale e nel parco adiacente alla Cattedrale ortodossa c'è una statua, l'"uomo multiculturale" donata dall'Italia. Curiosità: l'uomo è nudo e ogni anno, a Pasqua, qualcuno gli pittura "le uova". :)

ps "non mi piace molto la cosa" è riferito al monumento a "tutti i bambini" e non al Museo. ;) Non mi riferisco ai finanziamenti turchi o americani o di altri paesi. ;)
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda geom.Calboni » 23/08/2017, 12:24

Leb, non è che non ti credo e non ho bisogno di nessuna prova fotografica ;) :)
Però è particolare che tu abbia visto tanta "Turchia" e niente "Usaid" mentre io vidi il contrario :) ... non è cha dal 2014 hannoo sostrituito le targhe Usaid con quelle turche? :)
Sinceramente, ammetto, di non ricordare con certezza di aver visto targhe turche ma non ricordarmelo e comunque non averlo riportato nella mia "analisi" del tempo significa che al massimo ne incrociai ma in maniera non significativa :roll:

Comunque... non è certo questo un problema ;)
Andiamo avanti con racconto e relative analisi. Che a noi piacciono tanto 8-)
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Lebowski » 23/08/2017, 15:22

Non metto in dubbio che tu mettessi in dubbio. :)
Le foto le avrei postate comunque. Che la turchia abbia finanziato la ricostruzione in modo massiccio è cosa abbastanza nota, non è una rivelazione.
Per altro, sono appena andato a leggermi il racconto di Obe e anche lui lo confermava nel suo.

Non vorrei sbagliare ma credo sia il paese che più ha ricostruito.
A baskarcija mi sorprendevo di trovare tante magliette e bandiere del galatasaray e del besiktas. Non a livello del barca o del real ma insomma... mi sorprende che tu non le abbia incrociate. ;)

Non mi sorprenderei se Usaid avesse finanziato, come scritto.
Tra l'altro, la guida del free guide tour parlando di elezioni disse che per lui erano inutili e raccontò di un amico che anni fa si recò alle urne per votare (le varie etnie possono solo scegliere partiti della loro etnia) ma al mattino trovò un uomo alle urne che gli impedì di votare dicendo che lui aveva già votato. In realtà, un altro lo aveva fatto per lui in precedenza.
Sei stato da osservatore internazionale, confermi questi brogli?
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda geom.Calboni » 24/08/2017, 9:54

Che flussi di denaro dalla Turchia ma non solo dalla Turchia verso la Bosnia è certamente noto anche se a differenza vostra (ci metto a questo punto anche Obe) l' ho notato meno, come detto.

Sulle elezioni, personalmente non ho notato brogli "in diretta" anche se "operavo" in sezioni elettorali della periferia ( Dobrinja e Grbavica, scelsi appositamente queste zone ;) :) )però so, tramite confidenze raccolte in loco ;) ,
[...molti candidati e molti partiti partono da una condizione economica differente che dovrebbe poi favorire i più ricchi. I candidati meno influenti non sono supportati economicamente da nessuno e si sono accollati l’ intero peso della campagna elettorale sulle loro tasche arrivando a spendere circa 1000 / 1500 euro che qui in Bosnia è una cifra non di pochissimo conto. Addirittura ci segnala come i partiti più forti abbiano inviato diversi generi di conforto, cibo soprattutto, agli anziani delle comunità delle montagne che sovrastano Sarajevo accompagnandoli a materiale elettorale propagandistico, attuando così una sorta di compravendita del voto verso gente ignorante, anziana e sprovveduta. ...]

Comunque, in tutte le elezioni, i brogli, se ci sono, il momento migliore per attuarlo è quello dei conteggi e soprattutto dopo quando poi le schede arrivano alla Commissione Elettorale Centrale:
[...I problemi, per lo più, sorgeranno poi in fase di conteggio. Anche nel seggio da noi prescelto, come in altri osservati dagli altri componenti della nostra missione, al momento della conta dei voti le incongruenze e gli errori procedurali non mancheranno ed a volte saranno dipanati direttamente dagli ispettori della Commissione Centrale Elettorale piombati tempestivamente sul posto. ...]
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda dani1899 » 24/08/2017, 18:59

Segnalo questo libro, con intervista all'autrice, sull'argomento: http://confini.blog.rainews.it/2017/01/ ... -visconti/
dani1899
Ho appena iniziato il mio viaggio
 
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Lebowski » 25/08/2017, 7:16

Il libro dovrebbe essere molto interessante. Grazie per la segnalazione.
Più o meno afferma molte delle cose da me notate sul luogo (turchia, poco multiculturalismo, mujaheddin, popolazioni salafite o wahabite arrivate e rimaste con proseliti, etc.). Io però sapevo che gli iraniani se ne erano andati, almeno ufficialmente, e che in realtà i bosgnacchi erano prevalentemente croati e non serbi convertitisi. Ma sono sottigliezze.
Più o meno concordo quasi su tutto con le frasi dell'intervista.
Nei giorni scorsi ho fatto anche io una breve ricerca in internet, spinto dalla curiosità. E avevo trovato una bella intervista di una sarajevese, musulmana. Cercavo i numeri attuali delle varie etnie, difficilissimi da trovare. Qua si parla di un fatto che conoscevo già, un famoso musicista della No Smoking Orchestra (band di Kusturica ma molto di più) che si rifiuta di far ritorno a Sarajevo, sua città natale. Proprio perché in lei non vede più quel multiculturalismo precedente, promesso poi dagli accordi e non ancora mantenuto:

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Bos ... ana-160741

Molti non la vedono così. E l'autrice dell'intervista posta da me lo spiega. Per me sono la stessa realtà, vista con occhi diversi. Ma è fuor di dubbio che non sia una città multiculturale. O che lo sia in misura ridottissima rispetto a prima. In tema viaggi, chi pensa di andare nella Gerusalemme di Europa (come viene chiamata) o di trovarla lì... per me si sbaglia di grosso. Poi è verissimo che la gente di allora non voleva quella guerra e che fu una cosa politica, dall'alto o dall'esterno. Più di uno me l'ha detto (a Mostar, ci arriverò, me lo ha confermato la padrona dell'appartamento, che si è fatta 5 anni in germania come profuga dopo la casa distrutta), ma credo che questo sia fattore comune in quasi tutte le guerre. Sempre a Mostar: prima era un melting pot. Ora il monumento più famoso non è altro che un muro travestito da ponte: di qua i musulmani, di là i croati. Oggi mi pare molto, da parte delle persone, una convivenza forzata. E questo non è bello e nemmeno sicuro, rimane una polveriera. Di che multiculturalismo stiamo parlando?

nei prox giorni spero di scaricare le foto e continuare il racconto ;)
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda geom.Calboni » 25/08/2017, 9:13

Ringrazio anche io per la segnalazione. Deve essere interessante.
Nell' intervisata, comunque, si accennano a cose già sostanzialmente note ma andrebbero approfondite e data la giusta attenzione anche per comprendere un po meglio altre situazioni in Europa ed in Medio Oriente ;)

Altri spunti:
- Nell' intervista viene confermato il ruolo della Giordania come "tavolo da gioco del Medio Oriente", come l' ho definita io avendo toccato con mano:
https://www.viaggiatorindipendenti.it/gi ... 015/05/28/


Un mio contatto bosniaco musulmano, istruito, internazionale e che lavora per una istituzione "occidentale" in loco , nel corso di varie conversazioni, ha sostanzialmente ammesso che la Bosnia è uno stato fasullo, creato dal nulla dove finanche la bandiera è stata inventata al momento e che le varie etnie "convivono" separate ed in un clima di grande diffidenza che sfocia quasi nella sopportazione.

Non so se stiamo andando OT esulando dal racconto ma il viaggio è anche questo: analisi sociale e geopolitica. Almeno per molti di noi di OTRA ;)
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Lebowski » 25/08/2017, 18:28

Cena alla birreria Sarajevsko:

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La Moschea principale di Sarjevo (non ricordo il nome, scusate):

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Una "rosa rossa" (luogo in cui è avvenuta una strage causa granata, colpo di mortaio etc.)

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Il Museo Galerija 11/07

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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Lebowski » 25/08/2017, 18:32

Il kino Bosna:

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La famosa "targa turca"

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Una delle "torrette" del monumento dedicato a "tutti" i bambini morti durante il conflitto

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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Lebowski » 28/08/2017, 9:43

GIORNO 3 - 6 agosto

Mi sveglio e come prima cosa mi reco a fare spesa e colazione. L'ostello è ben posizionato e tutto è a pochi metri, personalmente lo consiglio e confermo l'ottimo punteggio di Booking, a parte forse il bagno che la sera, dopo la doccia, si allagava un po'.
Poi chiamo la padrona per pagare la camera, mi lascia pagare in euro. Ne approfitto per fare quattro parole e chiederle come era la vita prima della guerra. Mi conferma che era molto diversa. Ora c'è più povertà e anche a lei pare meno multietnica. Mi conferma di non vedere di buon occhio gli arabi arrivati in Bosnia, soprattutto nelle campagne. "Io odio vedere le donne vestite in quel modo". Non esprimo giudizi, è la sua opinione. Rispettabilissima.
La chiacchierata è stata piacevole, 15 minuti di conversazione sul tema più importante legato alla città. E' l'ultimo giorno a Sarajevo e ne approfitto per fare un po' di shopping e prendere un paio di souvenir. Poi mi incammino verso la stazione, devo fare il biglietto dell'autobus per Mostar. non è vicinissima e la camminata mi consente di vedere un po' di città "normale", lontana dai circuiti turistici. Mi pare una città come un'altra, nulla da segnalare.
Dopo circa 45' di camminata arrivo alla stazione e in pochi minuti la pratica è conclusa.
Sulla strada del ritorno mi fermo al Mc Donald's e prendo un panino. Noto che non hanno il panino con il bacon (non sono un aficionado del ristorante, ma raramente mi tocca). Non avevo voglia di prendere un altro piatto balcanico, già da prendere per cena. Rifocillato, decido di andare a prendere un caffè turco e un dolce in una pasticceria in centro, nella Piazza dei Piccioni. Non male e prezzo molto economico.
E' domenica. Alcune attività sono chiuse. Forse avrei potuto dedicare un giorno in meno alla città, dato che a parte il tunnel (non di mio grande interesse) ho già fatto tutto ciò che mi ero proposto.
Così, entro in camera e navigo un po'. Messaggio qua e là e mi riposo per un'oretta. Poi mi porto avanti con le valigie e, fatta una certa ora, decido di prepararmi per la serata.
Fuori, un temporale con pioggia e vento cambia il paesaggio. La città si svuota rapidamente, anche se il temporale è chiaramente di breve durata.
Sarà stato il maltempo, sarà che è domenica e per tradizione è giorno un po' morto ma la città mi pare vuota. Cena e dopocena non regaleranno nulla di particolare e anche il "pub sport" poco lontano, ben frequentato la sera prima, è mezzo vuoto. Verso le 23:30 prendo la birretta della staffa e l'assaporo lentamente. In mente mi passano i flash delle esperienze vissute in questa città. Sarajevo non è bella, anche se non è neppure brutta. Ma ha molto da offrire in tema storico, qua risiede il suo fascino. E, per molti aspetti, è una storia vissuta indirettamente anche da noi, dato che è recente. E' uno di quei luoghi che ti permette di vedere con i tuoi occhi una realtà che prima sentivi solo nominare nei tg.
Dopo una mezzoretta faccio il mio ritorno in camera per l'ultima notte in questa città.
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Lebowski » 01/09/2017, 17:09

GIORNO 4 - 7 agosto

Rapida sveglia, colazione veloce, saluto la proprietaria e mi faccio chiamare il taxi.
Nel giro di pochi minuti sono in stazione. Pago e non mi restituisce il resto. Sono solo 80 cents di marco bosniaco e lascio perdere per evitare litigate ma sinceramente… evitiamo commenti.
Ho scelto l'autobus a scapito del treno dopo il consiglio dell'ostellante. Avevo letto che il treno compie uno dei tragitti più belli in assoluto ma lei mi aveva consigliato l'autobus perché il percorso è per la maggioranza identico.
Non saprò mai se è così, vedo i binari accanto alla strada per molto tempo. Il percorso è veramente bello e mantiene le promesse. Lago, fiume e montagne fanno da contorno a un paesaggio unico, veramente bello.
L'aria condizionata del bus mi inganna. Appena arrivato, scendo dall'autobus e vengo avvolto da una ventata di calore e afa.
Dopo poche centinaia di metri raggiungo l'indirizzo dell'appartamento. Vedo una casa con il numero corretto e busso alla porta. Davanti a me si presenta un ragazzo a torso nudo, poco dietro la sua ragazza sul letto (vestita). Stupito, faccio due passi indietro e riguardo il numero civico - è corretto - e chiedo spiegazioni. La padrona abita nella casa più interna, non numerata.
Mi scuso per il disturbo e, dopo aver conosciuto signora e figlia, prendo possesso della camera.
Anche se fa caldo sono qua per visitare la città. Quindi mi faccio coraggio ed esco per pranzare: due tranci di pizza alla pekara più vicina, torno in camera e consegno i panni sporchi per una lavatrice e poi mi butto subito in visita itinerante.
L'appartamento è poco distante dal viale principale che conduce al ponte.
Ristoranti, negozi di souvenir e baretti si susseguono all'infinito. C'è molta gente, moltissimi turisti. Tanti di lingua inglese (inglesi, irlandesi, americani, australiani). La cosa mi sorprende un po'.
Faccio fatica a muovermi. La città non è grandissima ma è invasa, anche se fa caldo.
Faccio qualche foto e in poco tempo arrivo al ponte. E' tutto bloccato e capisco subito il perché: alcuni giovani fanno a gara per tuffarsi. Sono i tuffatori del club cittadino. Prima del lancio, un "collega" raccoglie soldi tra i presenti e, raggiunta una certa cifra, il coraggioso si butta.
E' un tuffo spettacolare, niente da dire.
Subito dopo mi fermo a un baretto per una bibita rinfrescante e poi proseguo nel "quartiere croato".
Poco sotto il ponte c'è una piccola spiaggia, abbastanza popolata. Si fa il bagno nel fiume. Io mi limito a guardare. Verso le 16 mi incammino per il ritorno, ma prima mi fermo un po' sul ponte per riposare. Me ne frego dei tuffi e do loro le spalle. Quando dalla radio del club sento partire Springsteen con "Born to run" lo colgo come un segnale: mi alzo e mi dirigo al mercatino locale, dove le donne delle zone limitrofe vendono vari gusti di rakija.
Mostar devo dire che è bellina, è un classico paese di montagna invaso da turisti. Facendo un parallelismo, mi ha ricordato per questo Sintra in Portogallo. Il ponte, simbolo della guerra, mi appare come un muro: di qua i musulmani, di là i croati. La cosa è abbastanza evidente e se si guarda un attimo in alto, dal lato croato si nota in bella vista una croce gigantesca in cima alla collina.
Forse è ancora un simbolo di quella guerra, troppo recente per cancellare i ricordi.
Faccio il mio ritorno in camera e dopo 10 minuti sento bussare alla porta. Indosso i pantaloncini e a dorso nudo scendo a vedere chi è: una giovane coppia. Anche loro hanno bussato alla mia porta convinti di aver l'appartamento per sé. Spiego che sono anche io un ospite, che gli appartamenti sono 4 e che la padrona non vive qua. Ridono, si scusano e li accompagno da Mira, il suo nome.
La sera cambia pelle alla città. Probabilmente molti turisti del pomeriggio erano persone provenienti da Sarajevo, Dubrovnik o altre città limitrofe (alcuni probabilmente da Medjougorie) con visita in giornata.
Si respira molto di più. Fa più fresco, c'è molta meno gente e le luci donano un fascino particolare alla città, accentuato dal canto del muezzin che, verso le 22, fa partire il suo richiamo.
Mi redo al cellar club, un bel discoclub incastonato nella roccia. Ma è lunedì, non ho grandi aspettative. Infatti non c'è nessuno, anche se è presto. In giro ci sono molte coppiette. Così decido di tornare sul viale principale e prendere una birra rigeneratrice, di fine giornata.
Totale relax, mi stravacco sulla sedia e riguardo le foto della giornata.
Mostar è una tappa importante. Mi sarebbe piaciuto visitarla nel week end per sperimentare la serata. E, ancor di più, mi sarebbe piaciuto visitare le zone circostanti (luoghi religiosi a parte, ovvio). Mi riferisco alle cascate e al parco nazionale poco lontano. Ma il tempo è tiranno. Così, quando vedo che stanno iniziando a chiudere il baretto, verso le 11:30 mi alzo e faccio ritorno in camera per preparare le poche cose in valigia e riposarmi.
Domani muoverò verso la Croazia.
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Leia74 » 03/09/2017, 15:26

Confermo che il tragitto in bus e quello in treno sono praticamente identici, ho fatto entrambi uno all'andata e uno al ritorno. :)
Le mie foto:
http://sabrinastravels.shutterfly.com

Latest trips: Piemonte in dettaglio (pure troppo, ago 2017-mag 2019), New York + Boston (mar 18), Bretagna e Normandia in moto (ago 18), Svezia centrale (ago 2019), Parchi USA Ovest (dic 19-gen 20)
Next: ???
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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda geom.Calboni » 04/09/2017, 14:59

Sei uscito dal centro di Mostar? Ai "nostri tempi" (Il 2007) c' erano ancora i drammatici segni della guerra ovunque.
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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Re: Back to the future balkan ed: Bosnia (Croazia) Montenegr

Messaggioda Maxdivi » 05/09/2017, 1:16

Lebowski ha scritto:Io non gli rivelo la mia impressione, ma per quanto mi riguarda Sarajevo ha poco di multietnico.
Posto che per diversità si intenda la sola appartenenza religiosa, dato che comunque fisicamente e somaticamente i bosniaci sono ortodossi o, soprattutto, croati cattolici convertitisi all'Islam secoli fa durante l'occupazione ottomana. Il più delle volte per ragioni di potere o lavoro. Oggi i musulmani sono la stragrande maggioranza, i serbi se ne sono andati. Più che Gerusalemme d'Europa (vero forse prima della guerra) la mia impressione è di Istanbul di Europa.

Resto sorpreso e, da curiosone quale sono, mi fermo 5 minuti a ruotarle tutte e a verificare tutti i nomi. Sono tutti bosgnacchi. Considerando che circa 1/4 dei caduti durante l'assedio erano di altra etnia religiosa, mi chiedo: tutti i bambini morti erano bosgnacchi? Presumo di no. Allora perché dedicarlo a "tutti" i bambini morti durante l'assedio? Perché non mettere i nomi dei bambini non musulmani caduti? Credo ci sian stati anche loro.
Un altro monumento a memoria forzata, per tramandare ai posteri un ricordo "di parte". Non mi è piaciuta molto la cosa. Credo finanziata ancora dalla Turchia, ma sinceramente non ricordo se fosse presente la targa commemorativa. A sentire i cittadini la bellezza di Sarajevo era nel fatto che non importava a nessuno di che religione fosse Tizio o Caio. Questo in fondo è il multiculturalismo. Ora, anche i monumenti non mancano di dividere la città tra gli uni e gli altri. E vengono spacciati per "universali". Non so, mi pare molto un multiculturalismo di facciata.
Mi siedo alla panchina poco distante. Rivedo la posizione di Kusturica. Non lo giudico più. Capisco la tragedia di questa città, di come si sia sentita durante la guerra e di come sia stata smembrata nell'anima dopo il conflitto. Non voglio giudicare e capisco di aver sbagliato. Sono moltissime le posizioni, a volte molto contrastanti, su Sarajevo. Penso vadano accettate tutte, specie da chi è cittadino di questa città. Tanti altri famosi cittadini, vedendo cambiata Sarajevo, si rifiutano di tornarci.


.



Sarajevo di oggi non e' Sarajevo di ieri.
Nel senso non e' una citta' multietnica o quantomeno ad armonia etnica. Il centro appartiene ai "turcoslavi" ( quelli chiamati proprio musulmani come fossero un'etnia ) e qualche minoritario croato cattolico. I serbi non se ne sono andati. Non abitano piu' nel centro cittadino, si sono semplicemente spostati creando una periferia cittadina confinante con Dobrinija ( era la linea del fronte ) chiamata ora Istocno Sarajevo. Nuovi serbi ci arrivano tant'e' che quei quartieri sono in espansione e nuovissimi. Chiese cattedrali nuove di zecca, nuove stazioni bus per Belgrado, ecc. Ad ogni mdo il confine e' visibile ( cambiano i nomi delle vie ed i colri delle tabelle ) ma e' sempre Bosnia quindi nulla impedisce ad un serbo di Lukavica-istocno Sarajevo di andarsene a Bascarsija, pochi lo fanno, ma si puo' fare. Cosi' come si puo' passare una serata serba in certi locali piu' centrali.

Questi cittadini possono tranquillamente incrociarsi in zone estive o di relax della citta' non centrali quali Ilidza o Vrelo Bosne. Ecco perche' vale la pena spingersi furoi dai centri storici anche dove teoricamente non c'e' nulla di turistico da vedere ma molto dal punto di vista sociale.

La Turchia ha investito in Bosnia ( anche Albania e Kosovo ) favorita dal suo legame culturale-storico. Il ponte di Mostar e' rifatto da maestri scolpitori di pietra anatolci secondo il metodo tradizionale. Ma il paperone degli investimenti al di fuori del centro storico ( che e' un centro architettonico turco ) sono gli Usa e gli arabi del golfo con decine di palzzi a vetro, le mega ambasciate, le mega moschee wahabite ecc. ecc.

Ecco che tutti i monumenti centrali nuovi-commemorativi sono di parte turcoslava.

Quariteri confinanti come Dobrinija ( musulmano ) e Lukavica ( ortodosso ) sono praticamente in stato di guerra fredda tra loro. I segni della guerra quella calda restano comunque visibili nelle strade ( a doppio nome ) che li dividono. Ma in fondo Dobrinija e' la guerra di Sarajevo.
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