nonnomario ha scritto:Lingua italiana, lingue straniere, parlate, scritte, sono talvolta una difficoltà, certo conoscerle bene è un vantaggio, conoscere poi quelle scritte con alfabeti diversi dal nostro, tipo l’arabo, il cirillico, il greco, il cinese, ecc. penso sia ancor più gratificante.
Lingue morte (?), ma lo sono veramente? Visto che nell’etimologia ricompaiono continuamente o per la radice o per le desinenze.
Sono un ostacolo nella scelta delle mete di viaggio? Di approccio con le persone? Con l’altro sesso?
Pregiudicano la scelta di un lavoro all’estero? Erasmus è un rimedio?
Ne parliamo?
Oddio sono sempre stato negato per le lingue straniere
.
In effetti le lingue "morte" alla fine sono sempre la base del nostro idioma e di molti termini in uso (ad es. molta medicina e biologia usano termini di derivazione classsica).
Lo studio del latino e greco lo manterrei. Penso che aiuti ad imparare un italiano accettabile.
Certo andrebbero affrontate con un certo rigore anche le lingue straniere, in primis l'inglese, fin dalle elementari. Cosa che viene disattesa completamente.
Ma le tre i (informatica, inglese, impresa) di berluschina memoria che fine hanno fatto?
Sono spariti, così come sta sparendo il congiuntivo.
Nella pianificazione di un viaggio turistico non le sento come un ostacolo.
La non conoscenza di lingue straniere (almeno di quelle passepartout) influisce senza meno nell'approccio con le altre persone viaggianti.
Da ciò che sento e che penso, l'erasmus è essenziale sia per le lingue che come momento formativo. E' anche un primo passo per guardarsi intorno e capire che si possono avere opportunità lavorative anche all'estero.