Bielorussia : Percezioni di un viaggio dai molteplici volti

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Bielorussia : Percezioni di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda Jena Plissken » 17/01/2009, 1:30

La Bielorussia ( percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti )

Quello che resta ora di questo viaggio sono le centinaia di fotografie scattate.

Ci sono poi altre fotografie quelle che non si è avuto la prontezza o la voglia di scattare, quelle resteranno per sempre solamente a livello di visioni incollate alla tua retina e saranno fuori dalla portata di tutti ma solo puro godimento personale nell’ ambito del ricordo.

Una sorta di premio per aver partecipato all‘esperienza del viaggio, per essere sceso in campo.
A pensarci bene a volte quello che non ti fa scattare fotografie è la consapevolezza che la realtà non è riproducibile , manca la spazialità , il freddo sulle mani , gli odori , manca il contesto.

Già si fa fatica su carta a riempire fogli di parole per cercare di rendere solo un millesimo di quel piacevolissimo brivido che da la realtà figuriamoci fotografarla.

Talvolta è solo questione di pudore e rispetto, la vecchina che vende al freddo mele, prelevate da un sacchetto di plastica, davanti alla metro Kontraktova a Kiev possiede una sua esistenza indipendente dal fatto che la fotografi o meno, come un animale allo zoo o come testimonianza di un mondo che da noi non esiste più , ma che alla fine è il nostro mondo quello di un Italia contadina quella dei nostri nonni.

Restano le parole, a volte convinte, a volte smozzicate, in russo , inglese, spagnolo ,italiano, a seconda dell’ interlocutore , tutto così veloce come sempre , i nomi delle persone e le loro parole si sovrappongono e si ammonticchiano come scontrini nella bacheca della tua mente.

Le frasi si intrecciano e a volte non ricordi più chi ha detto cosa, rimpiangi di non aver detto quelle parole o di aver fatto quelle domande che ora ti sono ben chiare, ma al momento le parole ti son rimaste incollate alla lingua.

A volte stramaledici il fatto di non sapere la lingua del posto che stai visitando, ti senti sperduto, indifeso come un bambino e se talvolta la cosa ti rende particolarmente ricettivo ed è estremamente eccitante , spesso e malvolentieri ti priva dei piaceri della comunicazione, ti preclude qualcosa.

Ma in fondo sei lo straniero atipico venuto a vedere con i tuoi occhi ciò che non sai ancora, a verificare le letture, le dicerie, a cercare di capire, e questa prima volta non potrà essere che così, se e quando tornerai sarà già un’ altra cosa.

L’ effetto lost in traslations che sebbene sia marginale in un discorso generale o in un clima di euforia o di festa diventa essenziale quando si tratta di parlare di sentimenti nudi , di quello che provi o per arrivare a far capire anche una libra del tuo cosmo personale.

Tutto svanito, ormai, partendo dal dinosauro staliniano accanto alla stazione di Varsavia.

Il Palazzo della Cultura, alto 230 metri, dono di Stalin al popolo polacco, che ne avrebbe fatto volentieri a meno.

Il catafalco sullo stile delle sette sorelle di Mosca sebbene ormai circondato da grattacieli che lo sfidano in altezza resta a mio avviso il protagonista assoluto nel bene e nel male della skyline della città.

Tutto svanito dicevamo l’ attraversamento notturno della Polonia fino a Brest , quello diurno fino Minsk, la straordinaria nottata sul treno Minsk Kiev, la neve sottile della capitale ucraina, il gelo di Riga.

Un viaggio invernale in 4 stati che hanno preso strade differenti ma obbligate alla caduta dell’ Unione Sovietica e allo scioglimento del patto di Varsavia.

Da un lato Polonia e Lettonia che già conoscevo bene , antirusse e occidentalizzate, nell’ Europa unita, nella Nato , con il trattato di Schengen ratificato , dall’ altro la Bielorussia del presidente a vita Lukashenko saldamente legata alla Russia, senza libertà di stampa e senza nessuna opposizione.

Infine l’ Ucraina a metà strada tra Usa e Russia, formalmente impossibilitata ad uscire dall’ orbita russa per legami economici e storici, nonostante la rivoluzione arancione del 2004 abbia avvicinato il paese alla Nato e all’ Europa con la rimozione del visto di entrata nel paese per i cittadini dell’ Europa Unita.

Eccola Brest ,sosta in frontiera , la biondissima e affascinante doganiera ci da il benvenuto in Bielorussia, timbra il visto e ci da il foglio d’ entrata della registrazione, sono le 3 di notte, con la cupa e tetra stazione in stile staliniano semideserta , un atmosfera irreale , il treno Moska Terespol partito da Varsavia proseguirà per Minsk e poi per Mosca .

Brest è una nodale via di comunicazione sulla via di Mosca da qui passarono armate napoleoniche e nazisti, ora passiamo noi , evitando l’ ora di pausa del sollevamento del treno e la sistemazione delle carrozze per adeguarle al diverso scartamento dei binari russi voluta da Stalin per prevenire invasioni veloci.

Quasi casualmente a piedi arriviamo fortunosamente in centro senza sbagliare strada e con l’ aiuto di un tassista al previsto Hotel Belarus, che non è un gran cosa, ma è meno caro dell’ Intourist ed ha le classiche e sovieticissime vecchie cameriere al piano che ti danno le chiavi alle 3 di notte.

La prima nottata vista la già tardissima ora la passiamo in un ristorante discoteca accanto al Belarus, vodka da 2 lire e birra pessima a buon mercato, il cerchio alla testa è assicurato.

Brest è una città senza tantissime cose da vedere, alcune chiese, un centro pedonale tranquillo e curato, l’ immancabile statua di Lenin e una grossa arteria l’ Ulica Sovietskaja con un grosso centro commerciale che anima la città ma la cosa che la rende famosa è la fortezza.

La fortezza di Brest proprio al confine con la Polonia fu completata nel 1842, raggiungeva un perimetro di 30 km quadrati , nel 1941 con l’ operazione Barbarossa i nazisti iniziarono l ’ invasione dell’ Unione Sovietica, la guarnigione della fortezza resistette eroicamente per più di un mese agli assalti e ai bombardamenti nazisti cosa che le valse il riconoscimento di Eroina dell’ Unione Sovietica.

I segni della seconda guerra mondiale dei bombardamenti e dei colpi sparati sono ancora ben visibili nel perimetro della fortezza che ora funge da memoriale della seconda guerra mondiale, un museo , una chiesa , carri armati , un obelisco e un immensa statua di pietra che raffigura un uomo, sono stati costruiti nel 1971 per ricordare l’ episodio storico.

Più interessante per quanto riguarda la night life la seconda serata al Planeta rock, fuori dal centro, il locale è abbastanza pieno , la bielorussa Olga in spagnolo mi racconta di quando era a lavorare a Siviglia e di come conosca bene italiani e spagnoli , fa allusioni ai motivi del nostro viaggio, che secondo lei è uno solo le donne.

“ Forse gli italiani pensano che qui le ragazze siano tutte stupide ma non è così “ .

Pian piano si scioglie, ma il leitmotiv del nostro viaggio come di tanti altri in posti non turistici ritorna, lo stupore cosa ci fate qui se non siete per lavoro, io non verrei mai in vacanza in un posto come questo.

Fumiamo qualche sigaretta e la sua diffidenza svanisce come i miei anelli di fumo di Camel nell’ aria, mi racconta delle scarse opportunità nel suo paese, delle difficoltà di espatriare e della nullità di libertà di opinione o di stampa , è una ragazza profonda e intelligente oltre che bella , e spesso un sorriso fa capolino tra il suo volto serioso incastonato da capelli lunghi e corvini.

Mi dice che i ragazzi che vedo qui in discoteca alla domenica sera son quelli fortunati, che stanno bene di famiglia, , senza bisogno di lavorare, senza pensieri, se non bei vestiti, ultimo modello di cellulare, bere e divertirsi, a tratti sembra che la mancanza di gradualità di trapasso tra comunismo e consumismo , dal niente al tutto, abbia fatto ben più danni che da noi soprattutto nelle fasce medio / basse della popolazione.

Lei a breve andrà a casa perché lavora 12 ore al giorno, lo stesso suo padre, fanno grandi sacrifici ma si accontenta anche se sogna di andarsene di nuovo magari di tornare nella Spagna che adora.

I discorsi evaporano pian piano tra qualche vodka e qualche ballo nella notte di Brest.

Un bielorusso, tradotto da un tedesco che sa il russo, mi dice che non se ne può più di 100 anni di comunismo , vuole entrare anche lui nell’ Europa forte della libertà di movimento , il comunismo che intende lui non è quello dei tempi in cui non era ancora nato, quello della Bielorussia prima dell’ indipendenza, pre caduta del muro di Berlino.

Non esiste più ma gli uomini son sempre gli stessi.

Le città nel frattempo sono cambiate fino a non molto tempo fa non c’era nulla da fare né negozi , né caffè né ristoranti né discoteche e si moriva di noia, ma il comunismo ancora percepito è solo quello della cortina di ferro che è un po’ meno di ferro, ma sempre cortina è , dell’ isolazionismo e della estrema difficoltà di uscire dal paese anche solo per un breve viaggio turistico in Europa.
Nessun problema invece a viaggiare nel resto dell ‘ex Unione sovietica.

E pensare che a un paio di chilometri da Brest è Europa, è già Polonia e libertà, e Brest sembra Polonia e lo è stata, ora i confini e la frontiera con l’ ingresso in comunità della Polonia sembrano ancor più pressanti come le gabbie metalliche al confine dove si fermano i treni locali da Terespol a Brest e viceversa, dove i controlli documenti a piedi uno per volta e la prevenzione del contrabbando è minuziosa.

Una punta di tristezza ti invade a sentir parlare questi ragazzi con la loro curiosità , la voglia di muoversi , di vedere, di esplorare e confrontarsi, anche se solitamente non ci fai caso , ti senti fortunato a vivere in un posto con tutti i suoi problemi ma in cui puoi viaggiare con 2 lire o organizzarti con visti e altro nei paesi più remoti, basta solo pagare.

Ora le città sono come tutti le altre città d’Europa , il pubblico ha lasciato spazio al privato e alle catene multinazionali come Mcdonald’s, le città si son riempite di locali , caffè , ristoranti , bar , locali notturni e non ci si annoia più per niente, soldi permettendo.

C’è molta voglia di comunicare in questa Bielorussia lasciata ai margini dell‘Europa , molta curiosità molto fermento, voglia di vivere ed evadere.

Lasciata Brest raggiungo Minsk in treno in quella seconda classe che è una sorta di ostello viaggiante con le tendine pulite di pizzo ai finestrini e la capo carrozza che ti prepara il chai ( il the ) nei classici bicchieri di vetro inseriti in tazze metalliche arzigogolate che vorrei prima o poi in qualche modo tenermi per ricordo e che avevo già apprezzato in altri viaggi “ sovietici “.

Il treno passa per villaggi , foreste , città minori , posti persi nel tempo fuori dalla datazione temporale attraverso il nulla, piano piano ,sferragliando si giunge a Minsk.

Minsk fu devastata e rasa al suolo al 90 per cento durante la seconda guerra mondiale, da città quasi provinciale che era ora raggiunge quasi 2 milioni di abitanti.

Ai primi progetti di lasciarla com’ era, prima e unica città memoriale o cimitero vivente delle brutture umane subentrò la voglia di edificarla da zero.

La città con l’ opera dei migliori e più affermati architetti sovietici dell’ epoca è stata completamente ricostruita come modello di una città sovietica ideale, colpisce la classicità degli edifici ,i viali ampissimi, il viale Karl Marx con le 2 torri che dalla stazione conduce al centro simile all’ analoga via di Berlino est.

Ecco piazza dell’ indipendenza con gli edifici governativi tipici del realismo socialista, l’ Università e la statua di Lenin che parla da una tribuna ancora omaggiata da fiori ai suoi piedi.

Seguendo Prospekt Nezavisimosti si arriva prima in Oktyabrskaya Ploschad con il museo della guerra patriottica e della tragedia ebrea , il parallepipedo enorme del Palazzo della repubblica in mezzo alla piazza, il palazzo della cultura , poi piazza della Vittoria con la colonna , la fiamma che ricorda il sacrificio della città nella seconda guerra mondiale e l’ elenco delle città eroine della Russia.

Il fiume Svilasch ghiacciato, la parte ricostruita della “vecchia Minsk “ , la moderna pista di pattinaggio su ghiaccio , la biblioteca nazionale illuminata con i colori della bandiera della Bielorussia fiore all’ occhiello del governo Lukashenko , le numerose chiese, quella cattolica ( la chiesa rossa costruita nel 1910 da un nobile polacco ) e ortodosse e poche altre cose rendono Minsk una città che si vede in fretta.

Il turista classico non troverà nulla di particolare o antico a Minsk che quindi sconsiglio vivamente dal punto di vista turistico , il viaggiatore più scafato invece completerà un percorso già fatto nell‘est Europa sicuramente interessante e pieno di piccole grandi scoperte.

Fuori città rispettivamente a 30 e 60 km da capitale esistono altre due attrazioni, meglio se si riesce a visitarle non durante l ‘inverno.
La prima è la linea di Stalin che mostra le fortificazioni e i combattimenti presso Minsk nel 1941 illustrate da guide in uniformi dell‘armata rossa del tempo.

La seconda è Khatyn, memoriale in omaggio ai villaggi Bielorussi distrutti, bruciati e devastati durante la seconda guerra mondiale, alcuni monumenti e il villaggio ricostruito ricordano la bestiale furia nazista, il luogo è da non confondere con l’ eccidio dei soldati polacchi soprattutto ufficiali ai confini con la Russia nell’ omonima foresta di Khatyn ,da vedere a proposito il museo a Varsavia e il recente film di Andzej Wajda .

Consiglio anche la visione del drammatico ma essenziale film Va e vedi di Elemi Klimov che racconta la storia di un ragazzino bielorusso durante l ‘invasione nazista in fuga tra i villaggi.

A noi capita anche la fortuna di visitare Minsk con un gruppo di studenti che studiano italiano dopo il previo contatto con la loro giovane e simpatica professoressa, la mia guida personale mi illustra in inglese aneddoti e storie della sua città che come ho potuto notare viene raccontata con fierezza, si passa dal monumento alla guerra russa in Afghanistan e alla leggenda dell’ isola delle lacrime, al parco Gorky attraverso i personaggi e i luoghi che hanno fatto la storia bielorussa e in particolare di Minsk.

Questi ragazzi studiano italiano nell’ ambito della loro laurea orientata al turismo, sapere le lingue in questo caso, oltre all’ inglese, l’ italiano è un buon viatico per lavorare nel turismo ( ammesso che ci sia una agevolazione al turismo in futuro : leggi abolizione visto ) ma soprattutto nell’ ambito delle traduzioni e di questo ero ignaro l’ Italia è il terzo partner commerciale della Bielorussia dopo ovviamente la Russia e la Germania.

Nell’ ambito di società commerciali di import / export con l’ Italia ( esempio mobili e manifatture ) si potrebbero avere insomma buone opportunità lavorative, oltre al fatto che l’Italia dall ‘esterno piace sempre città , tradizioni, cibi cultura sono sempre oggetto di curiosità.

Al lettore disattento potrebbe sembrare che ciò che c’è da vedere a Minsk a parte qualche chiesa e puro soviet style sia tutto legato a ricordi e monumenti legati alle guerra e a tristi ricordi ebbene non posso smentirli è così.

Il vedere è in questo tipo di viaggio subordinato al parlare con le persone e a capire, se si pensa di fare un viaggio senza entrare in contatto con i locali ed è meno difficile di quanto può sembrare, è meglio pensare ad altri tipi di mete o restare a casa.

La Bielorussia non è tutta qui però, la “campagna “ comunque, ed occorre tempo, può regalare emozioni, esistono numerosi castelli ancora ben conservati, si può vedere Grodno o la capitale culturale del paese Vitebsk , città in cui nacque Mark Chagall, e comunque Minsk è città particolare e sicuramente originale e inedita rispetto a tutte le altri capitali o città dell’ est europeo.

Poi come diceva Cervantes inutile far paragoni ( con altre città ), i paragoni son odiosi.

Tra le particolarità di Minsk ecco un busto di Feliz Dzerzhinsky, capo storico della Ceka, il terribile e sanguinario predecessore del Kgb, che qui esiste ancora nella sostanza, che riporta a periodi storici che sembrano sepolti nel tempo e nella memoria .

Nel centro di Minsk dalle parti di Piazza della Vittoria risulta esserci anche l’ appartamento dove ha soggiornato Lee Oswald , famoso come unico assassino del presidente americano Kennedy, anche se la verità è ancora nebulosa, durante la sua permanenza nell’ Unione Sovietica e in particolare a Minsk dove si sposò con una collega di fabbrica e restò alcuni anni prima di tornare negli Stati Uniti.

La città di notte è ancor forse più bella benissimo illuminata da luci colorate , addobbata con luci, festoni e alberi di Natale per il Capodanno e il prossimo natale ortodosso del 6 Gennaio , non c’è ombra di buche nell’ asfalto e nei marciapiedi , erbacce, sporcizia, povertà a cui si è abituati girando ad est il “ regime “ a suo modo funziona.

Sarebbe opportuno leggere Artur Klinau Sonnenstadt der Traüme [Minsk : sun city of dreams] pubblicato da Suhrkamp Verlag nel 2007, architetto e artista bielorusso per capire come la città sia stata creata come simbolo dell’ utopia comunista, Minsk è una città imperiale in fin dei conti senza aver mai avuto un ruolo dominante in un impero , non esistono esempi del genere nemmeno in Unione Sovietica ne si è potuta realizzare qualcosa di analogo nella poliedricità di Mosca né nell’ “ europea “ San Pietroburgo .

Il risultato è una città che si estende lungo una via principale l’ odierna enorme Skaryna che supera i 12 km con grandiose piazze e parchi lussureggianti un misto di architettura classica egizia, greca , romana che si fonde con modelli barocchi e rinascimentali, palazzi abitativi riccamente decorati, secondo l’i dea che anche le classi da sempre oppresse dovessero vivere in bei palazzi con parchi , fontane e statue appunto Utopia.

In Oktyabrskaya Ploschad nell’ ex palazzo della cultura trasformato in nightclub passiamo due serate all’ Alcatraz e viviamo il capodanno in piazza vicino al gigantesco albero di Natale che un po’ per la presenza ingombrante della milizia, che non smette di osservarti in stile Kgb, un po’ per l ‘esiguità delle persone ( molti festeggiano soprattutto a casa ) e a causa dell’ atmosfera dimessa dei festeggiamenti il Capodanno in piazza non risulta molto entusiasmante ma non facendo un freddo esagerato come da tradizione stappiamo a mezzanotte le nostre bottiglie di Champagnoski.

Tornando alla milizia inquietanti sono le ronde alla stazione di Minsk , che più che sicurezza metto un po’ di ansia , specie allo straniero non abituato, anche se poi non succede nulla, solo ogni tanto qualcuno meno distinto o sospetto viene controllato a volte sbattuto fuori.

Questo clima da Kgb o per essere più moderni da Grande Fratello che ti osserva non viene smentito neanche all’ internet point della stazione dove un solerte impiegato ogni tanto si piazza dietro la tua postazione internet e controlla le pagine web che stai visionando.

Nel frattempo il Capodanno russo è già passato, abbiamo assistito in televisione al discorso del presidente Mendevev con tanto di emozionante inno russo, mentre il Capodanno italiano deve ancora celebrarsi, bugs spazio temporali.

La prima sera all’Alcatraz abbiamo fatto conoscenza con due studentesse che parlano bene italiano, passeremo poi il Capodanno con loro e le loro amiche, entriamo in contatto indirettamente con una delle altre grandi tragedie che il popolo Bielorusso ha dovuto affrontare la tragedia della centrale nucleare di Chernobyl del 1986.

La chicca è dietro l’ angolo, una delle 2 ragazze ha soggiornato ripetutamente nell’ ambito dei programmi di accoglienza a Bagnaia, provincia di Viterbo dove sono nati e ho la casa dei nonni, posto che conosco ovviamente come le mie tasche.
Sembra davvero una strana coincidenza stare a parlare di Bagnaia in italiano con una ragazza bielorussa a Minsk .

La tragedia ha interessato con maggiore rilevanza soprattutto Ucraina e Bielorussia ( al confine della quale la centrale si trovava ).

Minsk dista circa 500 km dalla centrale ma in questi casi non sono nulla , anche per via della direzione dei venti.

Alcune mie fonti mi riportano che sono stati accertati, come è presumibile, vista la portata dell’ evento problemi e contaminazioni soprattutto del suolo e della verdura in tutta l ‘Europa dell’ est anche in Bulgaria.

La visita della zona della centrale è tutt’ oggi possibile anche se dietro lunghe formalità burocratiche e permessi e se avessimo avuto altri giorni a disposizione l’ avremmo affrontata sicuramente ( da Kiev ), grazie alla mediazione di nostri contatti e non è escluso che in un breve futuro la effettueremo.

L’ Italia da quanto ho appreso è la nazione europea che è stata più attiva con circa 20000 bambini e ragazzi bielorussi ospitati ogni anno ,per alcuni mesi, presso famiglie sparse in tutta Italia grazie alla mediazione di associazione di cooperazione con la Bielorussia.
Non si tratta ovviamente esclusivamente di bambini malati ma la priorità si dava ai bambini e ai ragazzi dei villaggi nella periferia di Minsk e alle fasce della popolazione più disagiata.

Un elogio particolare quindi all’Italia e soprattutto a quelli che hanno permesso e si sono prestati alla cooperazione e soprattutto alle famiglie italiane.
Un paese l ‘ Italia che spesso e volentieri viene ricordata solo per aspetti negativi, razzisti o egoistici ma che in questo caso ha dimostrato come la solidarietà e la fratellanza sono ancora valori importanti e imprescindibili anche se non hanno rilevanza mediatica e non fanno notizia.

Il tempo a disposizione a Minsk è finito tocca rimettersi in viaggio il treno notturno per Kiev ci aspetta.
Ultima modifica di Jena Plissken il 25/01/2009, 21:12, modificato 3 volte in totale.
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Re: Percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda gabriele » 18/01/2009, 1:05

bel racconto!! aspetto con impazienza la seconda parte..... :P
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Re: Percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda geom.Calboni » 18/01/2009, 13:44

sono passati solo pochi giorni da questo viaggio ma già da subito ne ho avvertito la nostalgia.
a breve (spero :) ) scriverò anche io qualcosa a riguardo.

Minsk l'ho trovata cambiata da quando mi ci recai in solitaria circa 3 anni fa.l'ho vista più occidentalizzata.
Kijev,invece,era la prima volta e sotto la neve si respirava un'atmosfera particolare.andrà comunque rivista col bel tempo,magari quando ci recheremo nella zona del disastro nucleare di Chornobil'... ;)
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Re: Percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda Luka Schenko » 18/01/2009, 13:49

sono contento che Minsk e la Bielorussia ti abbiano lasciato dentro forti emozioni.
magari non ci saranno da vedere opere d'arte come a Roma ma,nel suo genere,ci sono molte cose interessanti da osservare.
l'architettura socialista in primis.in fondo,anche questa,è arte.
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Re: Percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda obe » 20/01/2009, 13:41

i racconti di Jena e del Geo son sempre interessanti e "romantici"

aspetto il seguito
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Re: Percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda Nanni » 20/01/2009, 15:42

dovrei studiare ... ma era troppo tempo che non leggevo cosi di gusto ...
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Re: Percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda nelloyanto » 20/01/2009, 21:53

jena mi permetto di allegare al tuo bellissimo racconto.....

....................qualcosina........

;)

http://it.youtube.com/watch?v=x2GcAES5TAU
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Re: Percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda gc23 » 21/01/2009, 20:09

bel resoconto.
mi pare che a minsk oltre a vivere la città con gli abitanti ci sia ben poco da vedere.
aspetto il resoconto su kiev.
ciao
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Re: Percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda Jena Plissken » 21/01/2009, 22:28

gc23 ha scritto:bel resoconto.
mi pare che a minsk oltre a vivere la città con gli abitanti ci sia ben poco da vedere.
aspetto il resoconto su kiev.
ciao


Grazie gc per le ragioni spiegate nel resoconto è così ma la città è senz' altro da apprezzare nella sua " unicità ", da rivedere comunque con la bella stagione, il freddo alla lunga stanca :roll:

Kiev arriverà al più presto ;)

Segnalo il già riportato nel topic del cinema Defiance i giorni del coraggio per capire cosa successe nei villaggi Bielorussi con l' invasione nazista ;)
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Re: Bielorussia : Percezioni di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda Jena Plissken » 21/01/2009, 22:38

A chi interessa ecco un sito in inglese con foto di Minsk e approfondimenti sul soggiorno di Lee Oswald nella capitale bielorussa :

http://www.russianbooks.org/oswald/minsk1.htm

Dal canto mio sto approfondendo l' argomento grazie ad un grosso librone che ho scovato quando avrò finito scriverò un bel resocontino ;)
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Re: Percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda gc23 » 22/01/2009, 20:42

Jena Plissken ha scritto:
gc23 ha scritto:bel resoconto.
mi pare che a minsk oltre a vivere la città con gli abitanti ci sia ben poco da vedere.
aspetto il resoconto su kiev.
ciao


Grazie gc per le ragioni spiegate nel resoconto è così ma la città è senz' altro da apprezzare nella sua " unicità ", da rivedere comunque con la bella stagione, il freddo alla lunga stanca :roll:

Kiev arriverà al più presto ;)

Segnalo il già riportato nel topic del cinema Defiance i giorni del coraggio per capire cosa successe nei villaggi Bielorussi con l' invasione nazista ;)


penso che non tutti i posti devono avere qualcosa da mostrare, alcune volte sono le esperienze che vivi sul luogo a lasciarti il segno.
da quello che ho capito minsk sarebbe da visitare quando è più caldo per poterla apprezzare meglio.
il film che citi sembra non essere male leggendo le critiche che ha ricevuto.
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Re: Bielorussia : Percezioni di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda Leia74 » 23/01/2009, 15:37

Bellissimo resoconto Jena, prima o poi devo assolutamente partire con voi se non vi da' fastidio avere una donzella alle costole ;)
Le mie foto:
http://sabrinastravels.shutterfly.com

Latest trips: Piemonte in dettaglio (pure troppo, ago 2017-mag 2019), New York + Boston (mar 18), Bretagna e Normandia in moto (ago 18), Svezia centrale (ago 2019), Parchi USA Ovest (dic 19-gen 20)
Next: ???
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Re: Bielorussia : Percezioni di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda Jena Plissken » 23/01/2009, 15:55

Leia74 ha scritto:Bellissimo resoconto Jena, prima o poi devo assolutamente partire con voi se non vi da' fastidio avere una donzella alle costole ;)


grazie Leia ! Pechè no se ne può parlare seriamente le occasioni prima o poi non mancheranno ;)
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Lee Oswald

Messaggioda Jena Plissken » 23/01/2009, 22:39

Lee Oswald a Minsk

Lo scrittore americano, famoso negli anni 60, Norman Mailer ha pubblicato anni fa un libro ora fuori catalogo in Italia e reperibile solo in biblioteca il racconto di Oswald Un mistero americano.

Una storia avvincente ed eccezionale , Mailer ha intervistato i protagonisti, la madre, la moglie russa , il fratello, ha vissuto 6 mesi a Minsk e ha parlato con amici, conoscenti, ufficiali del Kgb ,trent' anni dopo, aggiungendo report del Kgb recuperati a Mosca, intercettazioni ambientali, report dell' Fbi, i diari di Oswald, per cercare qualche traccia di chi era Lee Oswald l' assassino unico di J.F.K, secondo la versione ufficiale che fa acqua da tutte le parti, com' era la sua vita a Minsk e in Unione Sovietica e chi frequentava ?

Lee Oswald arrivò ad Helsinky nell' ottobre 1959 doveva ancora compiere vent' anni. Dopo i contatti con l'Intourist arrivò a Mosca in treno.
Il 1959 fu un anno importante per la Russia visto che c'era stata una certa apertura agli stranieri con la creazione di un festival a Mosca di interscambio culturale che favorì l'afflusso di turisti e business man occidentali soprattutto americani.

Lee Oswald fu alloggiato all' Hotel Berlin in classe deluxe da lui richiesta ( questo apparve strano) ed ebbe una guida personale Intourist oltre che un autista con Volvo che gli mostrò la città.
Oswald aveva l' intenzione di trasferirsi definitivamente in Russia addusse motivi familiari e politici, era contro le guerre che il suo paese effettuava e benchè fosse stato nei marines non voleva prendere parte ad esse.
Rimma la sua guida Intourist scrisse per lui una lettera al Soviet supremo per addurre richiesta di cittadinanza.
L' ovir che si occupava di visti e passaporti era ovviamente sotto stretto controllo del Kgb e le richieste di cittadinanza figuriamoci poi da parte di un americano erano guardate con sospetto.

Oswald festeggiò a Mosca il suo ventesimo compleanno, l' ultimo giorno di scadenza della Visa e con la prospettiva della cittadinanza praticamente rifiutata Oswald fu rintracciato nel suo Hotel, si era tagliato le vene , prontamente soccorso fu ricoverato in un ottimo ospedale, le autorità temettero uno scandalo internazionale.
Oswald fu alloggiato presso un altro hotel e finiti i soldi e con la sola compagnia di Rimma attese fino a fine dicembre quando gli fu comunicata la possibilità di andare a Minsk.

Il 7 gennaio 1960 Oswald raggiunse in treno Minsk come immigrato politico sotto osservazione investigativa e fu alloggiato all 'Hotel Minsk.
Oswald trovò subito un impiego alla fabbrica di radio di Minsk e nel marzo 1960 ebbe un appartamento vicino alla fabbrica ad un prezzo simbolico ( house N4 on Kalinina Street )

Oswald apparentemente aveva la paranoia dell' America, pensava che se fosse tornato nel suo paese qualcuno lo avrebbe ucciso.

Nel settembre 1960 si interessò alla caccia con un gruppo di lavoratori della sua fabbrica, in una battuta mancò un coniglio sparando a caso in aria.

Siamo nell' era Kruscev ormai e alla radio a Capodanno si ascolta Elvis Presley, Oswald conduce una vita tranquilla lavoro, amicizie alcune del Kgb sotto copertura, cinema,donne.

Dopo varie frequentazioni femminili conosce Marina donna dal passato turbolento a Leningrado anche a Minsk colleziona uomini fino al matrimonio con Oswald nel maggio 1961.

Oswald vuole tornare in America con la moglie forse disilluso dall' Unione sovietica e da una vita familiare piena di litigi, oltre che da un lavoro senza passione, le autorità che hanno osservato e registrato tutte le sue mosse nonchè conversazioni, tramite microspie nella casa, alla fine acconsentono visto che Oswald non si è mai comportata in maniera sospetta, nessun sentore fosse una spia come si poteva supporre.

Lasciarono Mosca in treno destinazione Olanda il 30 Maggio 1962 e arrivarono a New york il 13, giugno 1962, fu la fine dei 2 anni e mezzo di Oswald in Unione Sovietica.

La prima parte del libro è veramente interessante una finestra sull' Unione Sovietica, su come ci si viveva, una Russia anche antisemita, in cui tutti sono controllati e i tuoi amici o colleghi potevano essere spie o potevano essere convocati in qualsiasi momento dal Kgb in Lenina street.

Il Kgb ad esempio telefonava personalmente ai genitori di un amico di Oswald per informare direttamente i genitori se il figlio si ubriacava o frequentava cattive ragazze.

Ne esce un ritratto della società russa del periodo e della vita a Minsk da poco ricostruita da zero con il lavoro dei prigionieri di guerra tedeschi, con riferimenti alla guerra passata e alla guerra fredda, all' organizzazione lavorativa e sanitaria, al tempo libero e alla socialità.

Ne esce un Oswald assolto per mancanza di prove dall' essere una spia ma scopriamo la persona Oswald cosa dice, cosa pensa, le sue bugie su fatti personali, i suoi litigi con la moglie tutto ciò che ha visto e fatto a Minsk.

La seconda parte si svolge in America dall' infanzia al famoso giorno di Dallas con gli stessi strumenti di inchiesta accurati e anche se il libro non può dare una risposta definitiva su cosa successe veramente apre squarci interessanti ed inediti sulla vicenda,
Ultima modifica di Jena Plissken il 10/07/2009, 4:18, modificato 2 volte in totale.
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Re: Bielorussia : Percezioni di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda Nanni » 24/01/2009, 12:36

appassionante,
ho letto vari libri su storie personali di politici , spie e diplomatici e soprattutto le loro storie d'amore all'ombra di guerre e attentati, insomma sembra che anche il più agguerrito assassino, spia, ambasciatore e capo diventi un uomo debole e sconfitto nelle braccia di una donna.

ultimamente ho letto: "L'uomo che poteva salvare il duce" è la storia di un agente segreto Francese che cercava di impedire la seconda guerra mondiale, un solo uomo di fronte alla follia dilagante. una missione impossibile condito da un amore ancora più impossibile.

un uomo innamorato, che con la guerra perderà il lavoro, la casa, la fiducia e soprattutto l'amore. straziante è l'incontro che hanno i due ex-innamorati alla fine della guerra. la guerra li aveva uccisi dentro.

lui francese e lei italiana. storie di personaggi che hanno cambiato la storia ma che non hanno lasciato traccia nei libri di storia.

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Re: Percezioni confuse di un viaggio dai molteplici volti

Messaggioda Jena Plissken » 25/01/2009, 21:16

gabriele ha scritto:bel racconto!! aspetto con impazienza la seconda parte..... :P


La seconda parte la trovate qui :

viewtopic.php?f=10&t=74
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Re: Bielorussia : Percezioni di un viaggio dai molteplici vo

Messaggioda geom.Calboni » 30/11/2010, 1:34

A proposito di Minsk riportiamo e riproponiamo anche su OTRA l'articolo scritto da me e Jena per viedellest circa un paio d'anni fa:

http://www.on-the-road-again.it/europa- ... lista.html
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Re: Bielorussia : Percezioni di un viaggio dai molteplici vo

Messaggioda geom.Calboni » 19/12/2010, 22:18

Elezioni in Bielorussia:

Minsk, cariche dopo il voto
ferito il candidato d'opposizione

http://www.repubblica.it/esteri/2010/12 ... ef=HREC1-6
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Re: Bielorussia : Percezioni di un viaggio dai molteplici vo

Messaggioda geom.Calboni » 20/12/2010, 20:34

Minsk, protesta anti-Lukashenko
arrestati 7 candidati dell'opposizione

http://www.repubblica.it/esteri/2010/12 ... f=HREC1-10

...Le vicende della ex repubblica sovietica hanno avuto poi anche una ricaduta polemica tutta italiana. Il ministro degli Esteri Franco Frattini si è detto infatti "molto preoccupato per gli episodi di repressione e violenza subiti dai manifestanti e dagli esponenti dell'opposizione a seguito delle elezioni presidenziali in Bielorussia". "Gli arresti sono inaccettabili", ha aggiunto il capo della Farnesina precisando che "esprimerò personalmente queste nostre preoccupazioni al ministro Martynov durante il previsto incontro di dopodomani a Roma". Parole che l'opposizione ha criticato con forza. "Il fattorino Frattini dovrebbe dissociarsi da Berlusconi e provare un po' di vergogna - ha tuonato il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando - Il suo capo è stato l'unico presidente del Consiglio occidentale ad andare a trovare e ad omaggiare il dittatore Lukashenko negli ultimi 15 anni. Quelle del ministro degli Esteri sono considerazioni tardive e inutili perché è ingiustificabile dare la patente democratica ad un regime del genere". Dura anche la presa di posizione del Pd che si chiede "se il governo italiano e il presidente Berlusconi, che ha non solo elogiato quel regime ma vantato un rapporto personale privilegiato con Alexander Lukashenko, dirà una parola o compirà un gesto a difesa di quella opposizione alla quale sola è affidata la speranza di una evoluzione democratica della Bielorussia".


Foto:
I luoghi a molti di noi familiari scenario della protesta
http://www.repubblica.it/esteri/2010/12 ... ef=HREC2-1
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Re: Bielorussia : Percezioni di un viaggio dai molteplici vo

Messaggioda geom.Calboni » 07/01/2011, 21:37

Chiude ufficio Osce e perquisizioni dal Kgb:
http://www.repubblica.it/esteri/2010/12 ... ref=search

La Ue contro Lukashenko
"Niente visto d'ingresso"
:
http://www.repubblica.it/esteri/2011/01 ... f=HREC1-11

A detta di testimoni oculari che hanno trascorso il periodo delle feste in Bielorussia, la situazione si avverte che è pesante. Ma non di certo agli occhi del turista... :roll:
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