Vienna città indolente, come Narciso innamorata della propria immagine.
E dovunque guardi ti ricorda con severità il suo indelebile passato imperiale.
Così mi è apparsa Vienna alla luce del mia pur breve visita: quattro giorni pieni sono assolutamente insufficienti per visitarla e degustarla come meriterebbe.
La partenza non è stata delle più tranquille.
Per vari motivi siamo partiti da casa con grave ritardo. Lasciata la famiglia in aeroporto per fare il check in e la carta d’imbarco, dopo una disperata ricerca ho trovato un parcheggio di fortuna (con il concreto rischio di rimozione).
La navetta naturalmente non passava e, visti i tempi ristretti, ho percorso il chilometro che mi separava dal terminal di corsa. Poco male se non fosse che ero vestito “alla viennese” con calzamaglia, pile e quant’altro.
Sudata pazzesca e conseguente raffreddore che mi accompagnato fino al nuovo anno.
Arrivato in aeroporto come Fantozzi quando doveva timbrare il cartellino ( http://www.youtube.com/watch?v=62dh8wz5oj0 ), imbarcati i bagagli e passati i controlli di sicurezza siamo arrivati al gate all’ultima chiamata.
Viaggio tranquillo aereo comodo con buona distanza di sedili (cosa che non si è verificata al ritorno) snack e bibitone d’ordinanza ed equipaggio gentile e dalla bellezza solida e non ostentata.
Austrian airlines promossa a pieni voti.
Atterrati nel freddo viennese abbiamo preso la metropolitana di superficie S7 e con un cambio siamo arrivati all’ A&O City Stadthalle Hotel-hostel. Qui la recensione (http://www.tripadvisor.it/Hotel_Review- ... ienna.html ): ingenerosa solo per la mancata pulizia della camera durante il soggiorno. Altrimenti avrebbe meritato il massimo dei voti per lo staff, la posizione ed il prezzo.
Il primo pomeriggio è stato di ambientamento con un giro in centro: volksgarten, Wiener Rathaus, Stephansdom, Kunsthistorisches Museum e Naturhistorisches Museum (naturalmente da fuori).
Proviamo ad entrare da Figlmuller per mangiare (come consigliato da Cozzi) ma la fila ci fa desistere e ripieghiamo sul volgare macdonaldo (facendo contenta soprattutto mia figlia più piccola) con successiva visita alla pasticceria Aida lì di fronte (facendo contento me stesso).