Ovviamente il risveglio è lento.
Alzandomi, vedo Ago e inizio a martellarlo con la canzone di Rhianna che ho ancora nella testa da ieri sera.
Doccia e con un rapido giro di sms ci accordiamo per trovarci verso le 11 e mezza in piazza per andare a mangiare qualcosa.
Tutti insieme facciamo un tour al mercato centrale (sono sempre belli da visitare) e, non trovando un posto dove sgranocchiare qualcosa, una volta finito di girarlo, optiamo per andare nel primo risto-bar della Vaci.
Ci godiamo il bel tempo e il sole primaverile e, in relax, mangiamo qualcosa bevendo le prime birre della giornata mentre osserviamo lo struscio cittadino.. effettivamente sia la via che la piazza del mercato sono strapiene di turisti e non.
Il programma è di andare a sciallarci alle terme, così salutiamo Caste che se ne va in appartamento a riposare, e prendiamo la metro che ci porterà a Széchenyi.
La metro di Budapest è rimasta uguale a 4 anni fa, con il suo fascino retro fatto di piccoli treni e di insegne particolari, alcune di esse tutte piastrellate.
Le terme erano una di quelle cose che non avevamo visitato nel nostro precedente giro e quindi siamo contenti di andarci.
La bella struttura esterna ci piace e il palazzo, del primo 1900, con il suo ingresso e la bella cupola decorata è veramente interessante anche da vedere solo come attrazione storica.
Però non siamo qui per fare i visitatori e ci vogliamo godere in pieno le piscine termali, così molliamo tutto e ci tuffiamo al loro interno.
Proviamo tutte le tipologie di piscine, interne, esterne, sauna.. fino a quando non ci piazziamo in quelle che secondo noi sono le migliori, cioè quelle interne.
Qui ci riposiamo cullati dalle sorgenti ma gli con gli occhi di lince notiamo anche un paio di gruppi niente male.. tanto che dopo un pò faccio di tutto per convincere Ivo a presentarsi alla tipa di fianco lui, ma il ragazzo sembra intontito dai poteri dell’acqua calda.
Inconsciamente riesco a distinguermi anche qui, visto che sono uno dei pochi che girerà con gli occhiali da sole.
Dopo tre ore buone, ormai sciolti, decidiamo di tornare verso il centro, e ci buttiamo nell’aperitivo con un po’ di pizze e birre mentre guardiamo la gente che passa lungo la Kalvin Ter.
Tornando in appartamento per prepararci per la sera, avviene una triste analisi della Budapest che fu e di quello che sta diventando.
Un po’ come per Praga, il turismo d’assalto dei giovani rampanti sta lasciando posto a quello più rassicurante e ricco delle coppie, delle famiglie e dei tour organizzati.
Non solo le frontiere cadono ma anche le realtà vengono lentamente mutate.
La stanchezza inizia a riaffiorare e di tempo ne abbiamo poco, così torniamo in appartamento e velocemente ci prepariamo per la serata.
A cena andiamo al Pozsonyi Kisvendeglo, ristorante un po’ fuori dal centro e suggerito da parecchie persone su internet.
Il posto è carino, non ha niente di sfarzoso e sembra uno di quei ristoranti veramente del posto, non turistico.
Ci mettiamo al tavolone e ordiniamo le varie specialità proposte nel menu.
I colpi migliori lo fanno chi ha preso il Gulash (veramente ottimo) mentre i secondi non sono nulla di particolare.. ma del resto l’Ungheria non è famosa per la sua cucina.
Tra Filetti all’Ungherese e cotolette alla milanese spicca il fungo impanato (una cosa che non avevo mai visto!)
Il ristorante è promosso anche quando, dopo un paio di giri di vodka, ci portano il conto… la metà di quanto speso al Fatal la sera prima.
Carichi siamo pronti a fiondarci nella vita notturna e così a piedi andiamo in una zona piena di disco-pub/locali pre-disco e proviamo ad entrare al Morrison 2.
Il locale è carino, sembra di entrare in un cortiletto di una palazzina.. con il bar su un lato, tavolini in mezzo e, dentro a quello che potrebbe essere un appartamento, la zona disco-dance.
Inoltre le scale sono libere, si può tranquillamente salire e scendere dai piani alla ricerca di qualche altra location con musica varia.
Il posto ha un unico difetto, l’età media che raggiunge a malapena i 18-20 anni.
Questo ci fa frenare un po’ e la serata non decolla, così decidiamo di farci qualche altro giro di vodka e di volare in taxi verso il locale che la sera prima ci era piaciuto parecchio.
Il Creol è come ce lo aspettavamo.
Il posto è stra-pieno, subito facciamo una vasca per studiare la situazione e poi ci mettiamo al bancone ordinando altri giri di vodka a parte Caste che prende la classica bottiglia di spumante bianco.
Tempo zero e attacchiamo bottone con qualche ragazza, rimaniamo in pista… e guardandoci intorno concordiamo che c’è veramente abbondanza di scelta.
Mel da buon compare mi presenta una tipa carina, con la quale ballo privatamente per un po’, però senza esagerare nel martellamento anche perché a breve saremmo scappati allo Studio Club.
All’1 e mezza è ora di radunare tutti e partire; così saluto la ragazza, che poi scoprirò essere russa, e via di corsa verso l’isola di Obuda.
Purtroppo lo Studio Club si rileverà un buco nell’acqua.
All’esterno della discoteca ci son macchinoni, limousine, ferrari, ect ma all’interno mi sembra di essere tornato a Riccione.
Il posto è un enorme magazzino, ma sia la musica che la gente potrebbe andare bene al Peter Pan di Riccione; sono tutti ragazzini che ballano musica da maranza
Peccato perché le tipe sono quasi tutte di gran livello... tanto che a un certo punto pensavo di comprare dei tappi per le orecchie e provarci con nonchalance.
Quando Ivo riesce a inalberarsi perché non riesce a ordinare da bere capiamo che dobbiamo fare un passo indietro e tornare al Creol…. Mai scelta fu più saggia.
Tornati lì il posto è ancora pienissimo di gente.
Ripartiamo dal bancone con un paio di giri di vodka e la classica bottiglia di vino ordinata da Caste..
Ma è in pista che accadono le situazioni più tragi-comiche…. Vale si dimostra sempre meno monopasso e torna a ballare alla Shakira con il suo famoso movimento di bacino, Manuel sale sul palco rialzato e mentre balla si lascia sbottonare la camicia rimanendo a petto nudo, Ago invece sta un po’ in disparte recitando la parte dell’angioletto e Mel si mette a litigare con un tipa che l’ha spinto mentre stava facendo una foto.
Intanto io oriento le mie mire su una biondina, il ballo alla Obe-Danze prende una piega che Patrick Swayze in Dirty Dancing sembrerebbe un dilettante.
La serata passa velocemente fino a quando verso le 4 Ivo molla il gruppo per andare a dormire e capiamo che ormai la serata è in chiusura.
Mel lavorerà ancora per me presentandomi una bionda di cui m’innamoro seduta stante, ma che alla fine starà un po’ sulle sue rifiutando le mie avance.
Uscendo dal locale, mentre albeggia, ci raduniamo tutti per una foto di gruppo e concludiamo andando a piedi lungo la Vaci Ucta verso il nostro appartamento; siamo tutti stanchi ma soddisfatti della gran serata.
La sveglia suonerà solo 2 ore dopo, alle 8…in modo che verso le 9 stiamo andando in taxi verso l’aeroporto.
Trascinandoci faticosamente sulle scalette dell’aereo ripenso al bel w.end passato e un sorriso nasce spontaneo sul mio volto.
Devo dire che come addio al celibato non è stato niente male… ignorante il giusto ma sempre “di classe”