Wikipedia ha scritto:Criminalità
Secondo una statistica è considerata la città più pericolosa del mondo, davanti a Caracas e a New Orleans[1]. Nel solo 2009 ci sono stati oltre 2500 omicidi.[2]. La spirale di violenza è causata in massima parte dal narcotraffico, molto attivo nella frontiera con gli Stati Uniti. Ci sono 950 pandillas (bande armate) che operano a Ciudad Juárez, con decine di migliaia di operativi. Di questi circa 3000 sono considerati leader (cabecillas) di queste bande che hanno fatto del traffico di droga e dei delitti il loro modo di vivere.
In una città dove migliaia di giovani non studiano e non lavorano e dove la guerra tra i cartelli della droga ha provocato la chiusura di attivita’ commerciali, tra i giovani la maggiore ambizione è dunque diventare capi di una pandilla, per guadagnare narcodollari facili e possedere auto lussuose. Sono circa 20.000 gli affiliati tra i 13 e i 20 anni di eta’. Un’altra causa dell’aumento della violenza a Ciudad Juárez è dovuta alle centinaia di pandilleros di origine messicana provenienti dagli Stati Uniti, da dove sono stati espulsi, che si uniscono a queste bande criminali senza scrupoli. Anche le armi usate per gli assalti e gli omicidi sono di ultimo modello e performanti, come dimostrato anche dall’ultimo sequestro, effettuato il 14 gennaio 2012 alla banda dei Los Aztecas, la più vecchia e potente della città. Altre bande tra le più famigerate sono Los Mexicles, Los Artistas Asesinos, la Mara Salvatrucha ed il Barrio 18.
La guerra del narcotraffico è cominciata nel 2004 quando il Cartello di Sinaloa, forse l’organizzazione mafiosa più potente del Messico(insieme agli ex militari Los Zetas), dopo aver vinto la guerra per Tijuana ed aver imposto la propria egemonia su quasi tutta la frontiera con gli Stati Uniti, ha puntato gli occhi sulla città di Juárez, a quel tempo saldamente nelle mani del Cartello di Juárez, o cartello di Vicente Carrillo Fuentes dal nome del capo. La banda de Los Aztecas, famosa per i tatuaggi degli affiliati, come tutte le gang messicane, è decentrata e composta da varie cellule che operano in maniera indipendente, e proprio puntando su questa peculiarità il Cartello di Sinaloa, in passato amico del Cartello di Juárez, ha iniziato la guerra del narcotraffico. Prima del 2004, i Los Aztecas erano consederati il braccio armato del cartello di Juárez, tuttavia in seguito il cartello di Sinaloa è riuscito a portare dalla sua parte alcune cellule della gang e questo ha provocato la contrapposizione delle cellule della principale banda contro l’organizzazione più potente in città, nonché una lotta intestina all’interno della banda[3]. Anche le altre gang erano facilmente assoldabili, e così è cominciata questa guerra per il narcotraffico che in poco più di 4 anni ha prodotto quasi 10.000 assassinii.
Con il passare del tempo, il Cartello di Juárez ha gradualmente perso il controllo della città: sembra che ormai gli siano rimaste le 3 piazze con i 3 ponti verso gli Stati Uniti. Sembra che l'eliminazione del Cartello di Juárez sia molto più vicina di quello che si poteva prevedere in passato, e man mano che il Cartello di Sinaloa assumerà il controllo della città, di pari passo il livello di violenza continuerà a scendere come già sta succedendo. Nel 2011 c'è stato un calo degli omicidi del 32% (da 3042 a 2086), portando il coefficiente di assassinio dal 229 al 171 (ogni 100.000 abitanti). Nella classifica delle città con più omicidi al mondo, Ciudad Juárez sembrava aver perso il primato dopo 3 anni consecutivi a discapito della citta' honduregna di San Pedro Sula che ha registrato un tasso di omicidi del 158,87 ogni 100.000 abitanti)fino a quando non si e' scoperto che i residenti erano calati di ancora di 112.000 [4]/,probabilmente molti di questi esasperati dalle continue violenze(in 4 anni di drug war la citta' ha perso 212.000 abitanti,il 18% della popolazione).
Al terzo posto Maceiò in Brasile (135,26), al quarto un'altra città messicana, la nota stazione turistica di Acapulco (127,92), e al quinto posto un'altra città honduregna, Distrito Central (99,69). Il dato di Caracas (98,71), sesta, lascia più di qualche dubbio (secondo alcuni dovrebbe essere al primo posto con 177). Settima, ottava e nona ancora 3 città messicane: Torreón (87,75), Chihuahua, capitale dell'omonimo stato in cui è situata Ciudad Juárez (82,96), e Durango (79,88). Al decimo posto si trova un'altra città brasiliana, Belem (78,04).[5]. Il ricorso alle donne killer è in crescita[6]. La signora Yaretzi racconta: "noi donne lo facciamo per il denaro. Mi misi ad uccidere diventando sicario a tempo pieno insieme a ragazze così belle e con unghie grandi e affilate come coltelli che ispiravano pensieri inverecondi »[7].
Dal 1993 la città messicana è diventata tristemente famosa a causa degli oltre 400 omicidi perpetrati ai danni di giovani donne,[8] generalmente di umile estrazione sociale e impiegate nelle numerose maquiladoras, fabbriche in cui si producono i beni d'esportazione destinati al primo mondo.[9]
Quasi tutte le vittime hanno caratteristiche comuni: in genere sono di corporatura minuta, con i capelli lunghi e scuri; l'età media è compresa tra i 14 e i 40 anni, anche con casi di ritrovamenti di bambine di 10 anni.[senza fonte]
Tutte le vittime subiscono lo stesso trattamento: rapite sulla strada del lavoro oppure mentre tornano a casa, vengono violentate, torturate, mutilate e uccise. Infatti nella maggior parte dei casi i cadaveri portano i segni delle estreme violenze subite: stupro, morsi ai seni, segni di strangolamento, crani fracassati, pugnalate, percosse. Spesso il viso appare irriconoscibile e il corpo bruciato.[10] Sul movente degli omicidi sono state fatte molte ipotesi[9] e sono state anche emesse alcune condanne.[11] In molti però denunciano la coltre di omertà e di connivenza che circonda la città messicana e che coinvolge magistrati, giudici, politici e poliziotti, molti dei quali legati al narcotraffico.[10]
La pesantissima situazione della città è aggravata dal fatto che lo scontro tra i narcos avviene quasi sempre con armi da guerra (bazooka, mitragliatrici, fucili d'assalto).[senza fonte] Il sindaco della città nel 2009 è fuggito negli USA insieme a gran parte della giunta affermando: "Non ci sono condizioni di vita tranquilla per nessuno e dico nessun abitante di questa città; o muori o emigri".[senza fonte] Ciudad Juárez si trova dunque attualmente[ancora adesso?] senza sindaco e senza organi istituzionali. Da ricordare inoltre che negli ultimi anni gli organismi federali messicani hanno cambiato 108 comandanti di polizia della città (comprendendo anche i 27 che si sono suicidati).[da quando?][senza fonte] Una macabra particolarità della Ciudad Juárez è che a causa delle giornaliere sparatorie che avvengono tra le strade della città i negozi si trovano solo ai piani alti degli edifici.
È stato girato un film di denuncia sul femminicidio di Ciudad Juárez con Jennifer Lopez e Antonio Banderas intitolato Bordertown (2006), sostenuto dalla campagna di Amnesty International contro i delitti della città messicana. Altro film che tratta la realtà di Ciudad Juárez, l'immigrazione clandestina attraverso la frontiera di El Paso e i suoi aspetti collegati alla malavita locale è Frontiera (1982), con Jack Nicholson e Elpidia Carrillo. Sono stati scritti molti libri sull'argomento, tra i quali "Huesos en el desierto" ("Ossa nel deserto") di Sergio González Rodríguez.[12] Una delle principali associazioni in difesa delle donne di Juárez è "Nuestras Hijas de Regreso a Casa", che ha come fondatrici Marisela Ortiz Rivera (maestra di Lilia Alejandra Andrade) e Norma Andrade (mamma di Lilia Alejandra) che dal 2001 si battono contro il femminicidio di Ciudad Juárez.
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