Una bella e interessante mostra a Parma.
Tracce dell’emigrazione parmense e italiana fra XVI e XX secolo L'Archivio di Stato di Parma, in occasione della XI settimana della cultura, organizza una mostra storico documentaria, dal titolo "Tracce dell'emigrazione parmense e italiana fra XVI e XX secolo".
L'inaugurazione avverrà giovedì 16 aprile alle 17.30 presso la sede di via D'Azeglio 45, con interventi di Maria Barbara Bertini, direttore dell'Archivio di Stato di Parma, Vincenzo Bernazzoli, presidente della Provincia di Parma, Corrado Truffelli, presidente dell'associazione "Centro Studi Cardinale Agostino Casaroli" di Bedonia, Mario Palazzino, Archivio di Stato di Parma.
La mostra, curata da Mario Palazzino, Antonella Barazzoni, Valentina Bocchi, Lucia Togninelli, permette, attraverso l'esposizione di oltre cento pezzi archivistici, che coprono un arco cronologico che va dal 1545 al 1973, di entrare in contatto con vicende che hanno segnato la storia italiana e, seppur in tono minore, comunque significativo, anche quella parmense. L'intenzione dei curatori è quella di far emergere casi individuali, situazioni familiari, vicende di comunità locali, questioni più generali, che possano aiutare il pubblico a seguire le tracce di cammini segnati da privazioni, fatiche, nostalgie, delusioni, fallimenti e, non di rado, da truffe, espulsioni, carcerazioni, sfruttamento, maltrattamenti portati fino alle estreme conseguenze.
La storia che erompe dalle carte esposte non è una storia allegra. A tratti è una storia che affascina, come quella di gruppi provenienti da piccole comunità dell'Alta Val Taro, che a piedi, almeno già dalla metà del XVIII secolo, si spostavano in tutta Europa a tenere spettacoli circensi con i loro animali, orsi, cammelli, scimmie; a tratti, invece, commuove, come quando dalle carte scaturiscono le traversie subite da bambini delle nostre montagne che, affidati ad adulti, venivano condotti all'estero e costretti a chiedere l'elemosina per le strade delle capitali europee.
Fra tante vicende personali si inserisce il ruolo delle istituzioni che negli anni mutano il proprio atteggiamento nei confronti dell'emigrazione, emanando prima norme restrittive e poi, almeno dall'inizio del XIX secolo, cercando di favorire l'espatrio degli indigenti. Fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo i governi italiani cercano di regolamentare il fenomeno, ma costanti sono le segnalazioni di espatri clandestini ed evidente è l'imbarazzo con cui si apprende che cittadini italiani risultano essere indesiderati nei paesi di destinazione, sia per l'irregolarità dell'espatrio sia per le attività non sempre regolari cui si dedicano.
Per realizzare la mostra l'Archivio di Stato ha ottenuto la collaborazione della Provincia di Parma e di altri istituti culturali del territorio: la "Fondazione Museo Ettore Guatelli", che ha fornito interessanti materiali relativi ai mestieri girovaghi praticati da molti emigranti delle alte valli del Taro e del Ceno, fra i quali segnaliamo i vestiti che venivano fatti indossare a scimmie ammaestrate con le quali si tenevano spettacoli nelle strade di mezza Europa; il "Museo Martino Jasoni" di Corchia, nel comune di Berceto, che ci ha dato la possibilità di esporre il diario illustrato del pittore che visse la propria infanzia e gioventù a New York; il "Centro di documentazione sull'Emigrazione" del "Centro studi Cardinale Agostino Casaroli" di Bedonia che ci ha messo a disposizione, oltre alla competenza di esperti del tema come Corrado Truffelli e Giuliano Mortali, oggetti appartenuti agli girovaghi della zona. La mostra, la cui chiusura è prevista per il 27 giugno, fornirà anche l'opportunità di organizzare incontri didattici con le scuole del territorio fino al 31 dicembre 2009.
(Fonte:
http://parma.repubblica.it/dettaglio/tr ... dRegionale).