un intellettuale censurato in patria e poco conosciuto in Occidente
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Tornando a Mosca negli anni del disgelo, dopo Stalin e trenta anni di gulag, il protagonista di Tutto scorre Ivan Grigor'evic confronta il male di un impero, i dissidenti svuotati, gli intellettuali venduti, i trafficanti al potere, i burocrati spietati, i corrotti ambiziosi. E medita con parole perfette oggi «Un tempo pensavo che la libertà fosse la libertà di parola, di stampa, di opinione. Ma la libertà è tutta la vita di tutta la gente; ecco cos'é: è il diritto di seminare quel che vuoi, di fare scarpe, soprabiti, di cuocere il grano che hai seminato, per venderlo o non venderlo, come vuoi tu; e anche se fai il meccanico, o il fonditore, o l'artista, vivi e lavora come vuoi tu, e non come ti ordinano».